Il problema reale, non è lo stato italianoi che a tal proposito è chiarissimo. Basta domandare ad un commercialista. Io lo feci a riguardo di piccoli guadagni fino a 5000 euro e lui mi rispose: fatti fare una ritenuta di acconto. Adesso Google non fa ritenute di acconto... il mio commercialista è balzato: come, un soggetto che opera in Italia che fa guadagnare a dei privati senza piva non fa ritenute di acconto?
Il punto è questo ... poi la pagina del regolamento e tutte quelle che parlano di materia fiscale, sono più che tradotte in italiano, ma se poi arrivi al dunque, si dice: per quanto riguarda i rapporti col fisco non forniamo informazioni perché variano da stato a stato! Come? Corbezzoli mi hai tradotto tutto in italiano, e poi non sai darmi informazioni specifiche?
Tutti i programmi di affiliazione che conosco, pagano solo dietro presentazione della fattura, oppure eseguono loro la ritenuta di acconto secondo i termini di legge.
Io dico, questi racimolano euro e pagano in dollari, e già sono degli speculatori. Racimolano milioni di euro di cui una bella fetta se la portano negli USA. Come minimo bisognerebbe essere più chiari e lo stato italiano, ma dico anche la comunità europea, dovrebbe mettere dei paletti fiscali per tutelare:
le aziende europee del settore
pretendere più trasparenza per non incentivare la evasione fiscale
pretendere più chiarezza per questo tipo di attività di intermediazione
Sul punto 3, aggiungo: non me ne faccio nulla dei criteri di monitoraggio (che sono uno specchietto per le allodole e far sedare i poubblisher che rivendicano chiarezza), io voglio che le pagine su cui si fanno i clic siano disponibili con tutti i dati aggregati collegati alle attività di clic (ip, data e ora). Lo stesso discorso lo vedo giusto anche per gli advertiser.