Posto che non è possibile verificare quale regime è più conveniente (troppi fattori in gioco), in linea di massima direi che a parità di condizioni il regime dei minimi è più conveniente per una nuova attività (5% contro 23%+4% circa minimo + addizionali varie, partiamo già da questo escludendo l'IVA). Poi non vi sono studi di settore, obbligo di tenuta scritture contabili ecc. Inoltre le imposte si pagano "per cassa", quindi al momento di effettiva percezione del denaro (in regime semplificato le imposte vanno pagate a prescindere dall'incasso vista l'attività artigiana/servizi).
A livello di contributi non cambia nulla, in regime dei minimi o semplificato.
Non si può detrarre l'IVA ma si detrae il costo (compresa l'IVA), e il cliente potrà dedurre il costo (ovviamente senza IVA). Se l'IVA non si può detrarre c'è anche da dire che non si paga.
Ovviamente parlo per casi generali, non conosco la situazione specifica che conoscerà il professionista di fiducia.
Ho pensato di rispondere al topic perchè quella degli over 35 che non possono accedere al regime dei minimi è una panzana colossale che purtroppo in molti (colleghi e soprattutto non colleghi) propinano ai clienti, a volte con secondi fini (ovviamente il costo per il commercialista in regime dei minimi è sensibilmente inferiore rispetto alla semplificata).
Saluti
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