Sì Anna, purtroppo sì... E dico purtroppo perchè a me sembra sempre più che questa ripartizione sia influenzata dalla moda e dal tam tam che si crea attorno ai social. Vedo spesso un uso sbagliato dei social, insufficiente e poco fantasioso.
Secondo me, quando si parla di un argomento come "le aziende sono pronte a entrare nei social" bisogna stare davvero attenti. Si dà per scontato che i clienti siano nei social network più famosi, innanzitutto. E non sempre è così. Non è detto che i clienti con cui ho bisogno di parlare siano per forza su facebook; anzi, questo non succede quasi mai per alcuni settori. Andare sui social in questo caso è controproducente, perchè tutto quello che fa consumare risorse senza ritorno dell'investimento lo è.
Oppure si pensa che essere su un social network sia facile, e che tutti possano mettere in campo le risorse necessarie a gestire la propria presenza. E invece, come sappiamo, non è così: spesso ci si affida a risorse interne non formate (o a esterni che promettono mari e monti, e poi invece...) oppure non si danno loro i mezzi per essere efficaci, sia in termini di tempo, che di supporto tecnico.
Ho passato mesi a cercare di convincere un'azienda per cui lavoro che facebook era inutile: non volevano crederci, e in fondo a me avrebbe fatto comodo dover lavorare su facebook per loro. Ora abbiamo messo in campo un programma del tutto diverso che loro non avevano per nulla considerato (e che non è considerato nemmeno nell'infografica di Anna!) e i primi risultati si stanno vedendo.
Per rispondere alla domanda iniziale ne faccio un'altra, alla fine: ma noi "gente del settore" siamo sempre pronti a recedere dalle nostre convinzioni più granitiche e a pensare che a volte essere sociali su internet non vuol dire quello che pensiamo noi?