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    mariodic

    @mariodic

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    Post creati da mariodic

    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      @Leonov said:

      Quest'ultimo passaggio è molto delicato, e mi lascia assai perplesso.

      L'Universo esisteva da molto prima che esistesse l'uomo, e al suo interno i fenomeni si svolgevano secondo leggi ben definite, ancorché sconosciute perché non esisteva nulla che potesse studiare e cercare di comprendere l'Universo stesso.

      Ho ripreso questo vecchio post di Leonov solo per rispondere o, meglio, di dare la mia precisazione alla frase qui richiamata. "l'universo esisteva da molto prima che esistesse l'uomo.......", presa così non ho niente da dire, ma l'uomo è una cosa l'IO è ben altra cosa e, usando i termini del linguaggio ordinario che qui di certo è insufficiente e fuorviante, dico solo che l'IO nasce con l'Universo e l'Universo con l'IO, ma quando sarebbe avvenuto cio? Quando nacque il tempo proprio in coincidenza con la nascita dell'IO.
      E' appena il caso che dica le parole che qui ho usato come nascita, coincidenza ed altre, non hanno un senso coerente in un mondo assolutamente auto-referente come quello che si intravvede in questo mio post.:x

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      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      Come si evince facilmente da alcuni miei precedenti post, il motivo portante dell mia visione dell'evoluzione della fisica moderna (almeno in senso filosofico) coincide, anzi, si ispira alla visione ben riassunta, per esempio, da Carlo Rovelli e tecnicamente suggerita dallo stesso Einstein quando fa riferimento alla sua relatività generale. Sto alludendo alla visione del mondo con l'Osservatore "dentro" di esso e non fuori come da millenarie tradizioni. In pratica sto dicendo di tendere (almeno tendere, appunto) verso una visione non dico idealista ma un po' meno oggettivistica. Le conseguenze scientifiche di questo tipo di evoluzione sono, per quel poco che ne possa capire: la relatività generale, l'interpretazione di Copenaghen, la estensione quasi spontanea del principio di indeterminazione dal mero fatto fisico classico circa l'indeterminazione tecnico-pratica dei dettagli del moto di un corpo materiale, ad una indeterminazione universale ed onnivalente di natura palesemente e chiaramente filosofica. Tutto questo ve ben oltre la scienza ed invade anche il campo teologico minando, nientemeno e fra l'altro, le basi, un tempo forti ed indiscutibili, che non solo separavano nettamente la scienza dal sentimento di fede religiosa, ma azzeravano qualsiasi validità di quest'ultima, oggi questo muro si sta palesemente sfarinando (c.f.r, per esempio,*** "La grande domanda"*** di Alister McGrath, ed. Bollati Boringhieri, febbraio 2016).
      Personalmente vado oltre quello che dice McGrath perché sono sostenitore della valenza totalizzante dell'Osservatore quale autore, regista suggeritore, attore e spettatore nel teatro del mondo e, quindi, della scienza, è lui che decide e da il giudizio di accettabilità della così detta prova scientifica.:ciauz:

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      Leggendo il libro di Carlo Rovelli ?La realtà non è come ci appare?, un ottimo libro di divulgazione scientifica, alla pagina 73 l?autore, a proposito della relatività generale, conclude così: ?E? una semplificazione impressionante del mondo. Lo spazio non è più qualcosa di diverso dalla materia. E? una delle componenti ?materiali? del mondo, è il fratello del campo elettromagnetico E? un?entità reale che ondula, si flette, s?incurva, si torce.?
      Perché cito questo passaggio? Perché, a mio avviso, sembra esserci una nuvola ad adombrare l?enorme estensione di contenuti sottesi da questa conclusione importantissima dell?autore. Si tratta di rispondere alla domanda: ?ma rispetto a cosa, il campo o spazio citato, si torce e si flette?? forse rispetto ad un altro campo che tutto ingloba e che così possa servire da sistema di riferimento universale assoluto? *
      Credo che questa ipotesi indichi una ragionevole direzione verso cui puntare per una risposta o, almeno, per una parte di essa; ma per concretizzare questo lavoro si suggerirebbe di prendere le mosse da ciò che già i pionieri della fisica quantistica ebbero a ventilare, quasi a mo? di illuminazione, cioè l?influenza che l?osservatore, che, all?epoca, non era che
      la persona del dotata di strumenti e della volontà per eseguire la* ?misura?, potrebbe avere sull?esito di quest?ultima. Oggi quell?apertura appare obliata nella quotidianità del lavoro scientifico, infatti il concetto di osservatore sembra rinchiuso negli striminziti limiti della definizione appena detta.
      L?osservatore, in quanto non solo spettatore attivo sulla scena dell?attività scientifica, meriterebbe molta più considerazione di quanta glie ne sia di fatto riconosciuta. Prima di tentare una definizione di *osservatore *è utile predefinire l?osservazione.
      L?osservazione è, nell?uso scientifico, sinonimo di misurazione; nel linguaggio comune questa precisazione può apparire fuorviante, ritengo, invece, che sarebbe meglio e più totalizzante dire che *l?Osservazione la *vita stessa dell?Universo e l?Osservatore ne è l?origine e il centro generatore; in un certo senso l?Osservatore è anche contenitore e contenuto dell?Universo stesso, la sostanza o spazio di questo Universo è la Conoscenza, che è pure la percezione di ciò è l?IO (da non confondere con l?io del senso comune).
      Mi rendo ben conto che siffatte definizioni stonerebbero, a dir poco, in una tradizionale aula di fisica, ma bisogna pur ricordare che per dar luogo a definizioni rigorose sono necessarie basi, seppure evanescenti, da elevare comunque, e almeno provvisoriamente, al rango di principi indiscutibili, questo ruolo è dell?Osservatore e lo caratterizza come tale. Mi vengono in mente le acrobatiche difficoltà connesse all?accettabilità della primitiva e famosa definizione euclidea di retta, poggiata su sentiti percettive di immagini fisiche con evidente debolezza quanto a rigore, ma, se che giudicate col senno di poi, cioè dopo che ci si è abituati ad accettare ed a fidare sulla millenaria, ci accorgiamo che proprio la acquisita percezione di solidità della geometria euclidea ha finito col farci dimenticare le originali ?discutibilità? di quelle fondamenta. Il sistema euclideo, dunque, si sostiene su quelle basi, ma anche queste si auto perfezionano e si auto sostengono grazie all?auto-rafforzato. Si tratta dell?auto-referenzialità dei sistemi logici dell?Universo o, se si ritiene preferibile, dell?Osservatore.
      La rilevanza assoluta dell?Osservatore (non semplicemente dell?osservatore) sulla scena scientifica sta nel fatto che, di questa scena, è l?autore, che la ha elaborata, poi anche il regista, l?attore, la comparsa, il suggeritore, lo spettatore, il critico e, soprattutto, il giudice che la chiude e, con essa, tutto il ciclo. Si comprende bene che da una siffatta scena nulla e nessuno può considerarsi esterno, questo vuol dire che neppure ciò che riteniamo essere un osservatore comune, lo è.
      Quest?auto-referenza universale comincia ad essere concepita, più o meno consapevolmente a partire dall?ultimo quarto dell?800, per esempio, il positivista E. Mach credo ne avesse sentimento quando suggerì di estendere alla totalità delle masse dell?universo la cause di certi micro-equilibri locali. Fu proprio il lavoro di Mach ad alimentare in Einstein i principi della relatività generale, infatti qualche commentatore dell?opera di quest?ultimo, ha suggerito ai lettori interessati alla relatività, di immaginarsi all?interno del sistema in studio per seguirne, da coinvolti fisicamente, l?evoluzione di esso. In questo senso si può ben capire che l?influenza dell?Osservatore nell?esperimento è tutt?altro che banale. In senso esteso l?essere l?Osservatore dall?interno di un sistema in studio, giustifica, fra l?altro, anche i risultati di Gὃdel espressi col suo teorema applicato al nostro sistema matematico.⭕ciauz:

      postato in GT Fetish Cafè
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      mariodic
    • RE: mariodic - presentazione, filosofia della scienza

      Leggendo il libro di Carlo Rovelli ?La realtà non è come ci appare?, un ottimo libro di divulgazione scientifica, alla pagina 73 l?autore, a proposito della relatività generale, conclude così: ?E? una semplificazione impressionante del mondo. Lo spazio non è più qualcosa di diverso dalla materia. E? una delle componenti ?materiali? del mondo, è il fratello del campo elettromagnetico E? un?entità reale che ondula, si flette, s?incurva, si torce.?
      Perché cito questo passaggio? Perché, a mio avviso, sembra esserci una nuvola ad adombrare l?enorme estensione di contenuti sottesi da questa conclusione importantissima dell?autore. Si tratta di rispondere alla domanda: ?ma rispetto a cosa, il campo o spazio citato, si torce e si flette?? forse rispetto ad un altro campo che tutto ingloba e che così possa servire da sistema di riferimento universale assoluto? *
      Credo che questa ipotesi indichi una ragionevole direzione verso cui puntare per una risposta o, almeno, per una parte di essa; ma per concretizzare questo lavoro si suggerirebbe di prendere le mosse da ciò che già i pionieri della fisica quantistica ebbero a ventilare, quasi a mo? di illuminazione, cioè l?influenza che l?osservatore, che, all?epoca, non era che
      la persona del dotata di strumenti e della volontà per eseguire la* ?misura?, potrebbe avere sull?esito di quest?ultima. Oggi quell?apertura appare obliata nella quotidianità del lavoro scientifico, infatti il concetto di osservatore sembra rinchiuso negli striminziti limiti della definizione appena detta.
      L?osservatore, in quanto non solo spettatore attivo sulla scena dell?attività scientifica, meriterebbe molta più considerazione di quanta glie ne sia di fatto riconosciuta. Prima di tentare una definizione di *osservatore *è utile predefinire l?osservazione.
      L?osservazione è, nell?uso scientifico, sinonimo di misurazione; nel linguaggio comune questa precisazione può apparire fuorviante, ritengo, invece, che sarebbe meglio e più totalizzante dire che *l?Osservazione la *vita stessa dell?Universo e l?Osservatore ne è l?origine e il centro generatore; in un certo senso l?Osservatore è anche contenitore e contenuto dell?Universo stesso, la sostanza o spazio di questo Universo è la Conoscenza, che è pure la percezione di ciò è l?IO (da non confondere con l?io del senso comune).
      Mi rendo ben conto che siffatte definizioni stonerebbero, a dir poco, in una tradizionale aula di fisica, ma bisogna pur ricordare che per dar luogo a definizioni rigorose sono necessarie basi, seppure evanescenti, da elevare comunque, e almeno provvisoriamente, al rango di principi indiscutibili, questo ruolo è dell?Osservatore e lo caratterizza come tale. Mi vengono in mente le acrobatiche difficoltà connesse all?accettabilità della primitiva e famosa definizione euclidea di retta, poggiata su sentiti percettive di immagini fisiche con evidente debolezza quanto a rigore, ma, se che giudicate col senno di poi, cioè dopo che ci si è abituati ad accettare ed a fidare sulla millenaria, ci accorgiamo che proprio la acquisita percezione di solidità della geometria euclidea ha finito col farci dimenticare le originali ?discutibilità? di quelle fondamenta. Il sistema euclideo, dunque, si sostiene su quelle basi, ma anche queste si auto perfezionano e si auto sostengono grazie all?auto-rafforzato. Si tratta dell?auto-referenzialità dei sistemi logici dell?Universo o, se si ritiene preferibile, dell?Osservatore.
      La rilevanza assoluta dell?Osservatore (non semplicemente dell?osservatore) sulla scena scientifica sta nel fatto che, di questa scena, è l?autore, che la ha elaborata, poi anche il regista, l?attore, la comparsa, il suggeritore, lo spettatore, il critico e, soprattutto, il giudice che la chiude e, con essa, tutto il ciclo. Si comprende bene che da una siffatta scena nulla e nessuno può considerarsi esterno, questo vuol dire che neppure ciò che riteniamo essere un osservatore comune, lo è.
      Quest?auto-referenza universale comincia ad essere concepita, più o meno consapevolmente a partire dall?ultimo quarto dell?800, per esempio, il positivista E. Mach credo ne avesse sentimento quando suggerì di estendere alla totalità delle masse dell?universo la cause di certi micro-equilibri locali. Fu proprio il lavoro di Mach ad alimentare in Einstein i principi della relatività generale, infatti qualche commentatore dell?opera di quest?ultimo, ha suggerito ai lettori interessati alla relatività, di immaginarsi all?interno del sistema in studio per seguirne, da coinvolti fisicamente, l?evoluzione di esso. In questo senso si può ben capire che l?influenza dell?Osservatore nell?esperimento è tutt?altro che banale. In senso esteso l?essere l?Osservatore dall?interno di un sistema in studio, giustifica, fra l?altro, anche i risultati di Gὃdel espressi col suo teorema applicato al nostro sistema matematico.:o

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      mariodic
    • RE: Ristrutturazione delle Categorie del Forum GT: rivoluzione in corso :)

      OK aspetterò

      postato in News Ufficiali da Connect.gt
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      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      SEMPLICITA?, COMPLESSITA?

              Si tratta di *sentiti* ovvero di percezioni immediate, perciò indefinibili o mal definibili, così come il *tempo*, e ciò sia da parte dell?***o****sservatore* comune che dell?***O****sservatore unico *o* universale*. La differenza del secondo dal primo dei due modi di concepire l?osservatore può essere approssimativamente riassunta affermando che l?Osservatore è assimilabile ad una specie di *media* fra tutti gli esseri coscienti, comunemente immaginabili o percepibili come tali e facenti parte dell?universo. Ovviamente una definizione precisa va molto oltre il mero concetto di media; questo Osservatore è, infatti, percepibile o *sentito* come l?*IO cosciente *o *Coscienza osservante*, ma è molto di più. *Universo* e *Coscienza osservante* sono due facce inseparabili dell?Universo, e con questo si fondono in un amalgama recepito come *Conoscenza*, il cui significato va ben oltre quello usualmente attribuito a questa parola. L?autoreferenza tra Osservatore e Universo è proprio ciò che rende indefinibili concetti come IO, Universo, Tempo ed anche concetti come *semplicità *e *complessità.*
      postato in GT Fetish Cafè
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      mariodic
    • RE: mariodic - presentazione, filosofia della scienza

      LA COSTANZA DELLA VELOCITA' DELLA LUCE

      Perché è costante nel vuoto? Perché è riferita al sistema di riferimento assoluto dell'Universo che è l'Osservatore che è unico e si identifica nell'IO (da non confondere con l'io comunemente inteso), in effetti questa particolare "costanza" consiste nella nullità degli effetti addittivi e sottrattivi delle velocità attribuibili al presunto moto dell'Osservatore nella direzione della luce. Infatti l'Osservatore è unico ed è il riferimento assoluto dell'universo, anche per la luce, riferimento a cui, ovviamente, non ha senso attribuirgli alcun un moto.

      *PS: *Potrei aspettarmi osservazioni ed accuse di insensatezza; non posso non scusare chi persino arrivasse ad offendermi attribuendomi, appunto, stupide insensatezze, questo perché credo sia ora di rivedere a fondo il mondo secondo nuove ottiche e non solo in senso astrattamente filosofico.

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      mariodic
    • RE: mariodic - presentazione, filosofia della scienza

      le mie osservazioni o le mie eventuali risposte sono svolte in ogni parte di questo forum dove gli argomenti sono sollwvati e discussi

      postato in Presentati alla Community
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      @Leonov said:

      L'Universo esisteva da molto prima che esistesse l'uomo, e al suo interno i fenomeni si svolgevano secondo leggi ben definite, ancorché sconosciute perché non esisteva nulla che potesse studiare e cercare di comprendere l'Universo stesso.

      Rigurdo alle prime righe di questo post "L'universo eisteva da molto prima che l'uomo........" rispondo che ciò sarà vero per l'essere vivenete o animale uomo, non per l'Io o coscienza osservante!

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      Per LEONOV

      Mi limito ( solo per mancanza attuale di tempo fiducioso che spero di rimediare) a rispondere almeno alla prima domanda su cosa intendo per "soddisfazione". E' semplice: se un fisico sta elaborando una teoria e lavora per dimostrarla può trovarsi: a) di fronte ad un procedimento di prova su cui è covintamente fiducioso per precedenti numerose esperienze e/o er altro; b) di fronte ad un procedimento non così ben garantito perciò abbisognevole di ulteriori garanzie.
      Orbene credo che ciò basti per graduare il livello di "soddisfazione" di quel ricercatore. Da notare che entrambi casi non sono esenti dal rischio di errore sia nella verità della teoria che nello sviluppo nel ciclo di prova sperimentale.

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      @Leonov said:

      Domanda: in quale lingua o linguaggio questo Osservatore pronuncia i suoi giudizi sulla realtà?

      Per esempio: io mi appello a questa coscienza assoluta (che non sono io, perché io ho una coscienza parziale e una comprensione limitatissima della realtà) e pongo una domanda, magari chiamando l'Osservatore a pronunciarsi sul se sia accaduto un certo evento fisico (una collisione di due corpi celesti che dovrei poter osservare tramite un qualche telescopio). In che lingua o linguaggio pongo la domanda all'Osservatore per essere abbastanza sicuro di ricevere una risposta comprensibile. E in quale lingua o linguaggio mi risponderà l'Osservatore affinché io interpreti correttamente il suo giudizio?La Coscienza assoluta (o IO) ha un unico interlocutore che è l'universo ossia Se stesso, il linguaggio è la Conoscenza e lo spazio della autointerlocuzione è l'errore, per es. l'insoddisfacente esito di un'azione qualchessia o di una teoria (visto che argomentiamo intorno a fatti di scienza), ma anche il dubbio del successo apparentemente conseguito. Se non vi fosse questo sfondo di incertezza il, diciamo, colloquio IO-Universo non vi sarebbe perché inutile per Conoscenza assolta

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      @Leonov said:

      Con riferimento al post precedente, e a questa frase di qualche giorno fa:

      Non so infine cosa sia "l'Osservatore" (a meno che non si parli di un personaggio dei fumetti Marvel, nel qual caso so perfettamente cosa sia e che faccia abbia; un indizio: è pelato e porta la toga romana. Dico sul serio), e continuo a non capire perché ce ne debba essere soltanto uno. Con tutta la diversità che abbiamo avuto e abbiamo ancora tra gli esseri umani, sia nella prospettiva storica che in una mera analisi statistico-geografica, non vedo perché insistere sul fatto che tutti vediamo il mondo allo stesso modo. I daltonici non distinguono certi colori, gli acromatopici vedono in bianco e nero, i sordi non sanno cosa siano i rumori e c'è chi non è in grado di percepire il dolore: eppure non ci sogniamo di chiamare quegli esseri umani "meno umani" per questo.

      Secondo me di osservatori ce ne sono tanti, magari divisi in macro-classi; quelli classici e quantistici, per esempio, che vedono cose diverse osservando gli stessi sistemi fisici. Ora, a parte una colossale proiezione del proprio sé su tutto il mondo, che dovrebbe vederla in un modo "standard", "normale" (e chi lo decide cosa è normale, esattamente? basandosi su quali standard?), per quale motivo dovrebbe esistere un solo Osservatore? Prima ancora di chiarirci su cos'è, o forse per aiutarmi a mettere a fuoco il punto, sono curioso di capire come la si pensi si questo aspetto per me fondamentale.Detto in beve: l'Osservatore, che potrei pressappoco definire come la *coscienza critica assoluta, *è chi decide, p.es., se una "prova scientifica è soddisfacente o meno, se un evento qualchessia è caratterizzato da sufficiente "certezza" oppure no, ecc , al tutto si aggiunge che questo "Osservatore" è nell'Universo e non fuori, come si addice ad un giudice assoluto qual è questo.

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      Le difficoltà di linguaggio di cui al mio immediatamente precedente post di approccio cero di riassumerle così:

      • qual è il senso di "realtà oggettiva" ?
      • cosa è la dimostrazione sperimentale che deve conferire la certificazione di verità ad una tesi o teorema?
      • Cos'è esattamente l'Osservatore?
        Ciò è solo un anticipo delle questioni.
      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      @Leonov said:

      Ok, quindi parliamo della costanza del modulo della velocità della luce nel vuoto (vuoto che all'alba della fisica contemporanea era confuso con l'etere luminifero, di cui l'esperimento di Michelson e Morley aiutò a confutare l'esistenza).

      E su questo punto ci siamo intesi, cosa di cui sono assai lieto. :)Grazie,

      Quello che intendo evidenziare è che tale "costanza" e' dovuta al particolarissimo ruolo dell'Osservatore (con iniziale maiuscola, quindi l'IO) quale riferimento centrale assoluto a cui non ha senso attribuirgli un moto ma è unico riferimento di ogni moto e non solo.
      Non pretendo di esaurire così questo complesso argomento, ma digitare lunghi argomenti su questo forum presenta difficoltà pratiche scoraggianti.
      Uno dei problemi di base è il doversi accordare sul significato dei termini del linguaggio che bisognerebbe usare dal momento che ci troveremmo di fronte ad un capovolgimento di prospettiva: dall'oggettivistica (l''IO esterno al mondo) all'idealista (il mondo dentro l'IO); poi ci sarebbero problemi sul tipo di matematica idonea ad un siffatto cambiamento.

      postato in GT Fetish Cafè
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      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      @Leonov said:

      Il che mi riporta alla domanda iniziale; probabilmente non mi è chiaro qualche passaggio, però basta capirsi e tutto si risolve. A quale elemento della velocità della luce, precisamente, ti riferisci tu quando parli di una sua "costanza"? In che contesto? Per quale osservatore (inerziale, non inerziale, classico, quantistico...)? In quale teoria fisica (meccanica classica galileiana, elettromagnetismo maxwelliano, relatività ristretta, relatività generale, meccanica quantistica standard o relativistica, elettromagnetismo carrolliano)?A fine '800 Michelson ed altri dimostrarono e misurarono la finitezza ed il valore della velocità della luce; successivamente, mediante il confronto tra le misure di velocità misurate quando l'Osservatore e la fonte luminosa si muovevano in una direzione e poi nella direzione opposta, confronto che non mostrò differenze. Ciò e quel che ho inteso per "costanza della velocità della luce".

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      Ciò che dici è fuori discussione, o mi riferivo alla "costanza" della velocità della luce cui alludeva, p.es., Einstein

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      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      t

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      **LA COSTANZA DELLA VELOCITA' DELLA LUCE
      **
      Perché costante?
      Lo è perché è riferita al riferimento assoluto dell'Universo che è l'Osservatore che è unico e si identifica nell'IO (che è cosa diversa dall'io); in effetti questa particolare "costanza" riguarda la nullità degli effetti addittivi e sottrattivi delle velocità attribuibili al presunto moto dell'Osservatore nella direzione (+-) della luce. Infatti abbiamo poco fa detto che l'Osservatore è unico ed è il sistema di riferimento assoluto dell'universo a cui, ovviamente e notoriamente, non ha alcun senso attribuire un moto.:o

      PS: Potrei aspettarmi una caterva di osservazioni ed accuse di insensatezza; non posso non scusare chi persino arrivasse ad offendermi attribuendomi stupidissime insensatezze, questo perché è quasi l'ora di rivedere in una nuova ottica il mondo e non solo in senso genericamente filosofico. Non siamo ancora bene e diffusamente pronti a ciò, neppure, oserei pensare in buona parte, nel mondo scientifico professionale.:o

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic
    • RE: mariodic - presentazione, filosofia della scienza

      Dopo un secolo dalla nascita della scienza quantistica la matematica è ancora un linguaggio che interpreta gli eventi fisici così detti "reali" o non è essa stessa l'oggetto "reale"? E l'Osservator come s'intreccia in questo ciclo?

      postato in Presentati alla Community
      M
      mariodic
    • RE: osservazioni intorno alla osservazione dell'Universo da prospettiva idealistica

      Perché, faceva notare Einstein, la matematica esprime così bene le leggi della fisica? No intento, almeno ora, esporre le mie convinzioni perché scrivere direttamente su questo forum è difficile; mi riservo di scrivere il mio parere indirettamente fra un aio di giorni nel frattempo chi avesse idee le scriva subito qui.

      postato in GT Fetish Cafè
      M
      mariodic