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    macantoni

    @macantoni

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    Post creati da macantoni

    • RE: dare fiducia agli utenti prima di comprare, come fare?

      @No_Stress said:

      Ciao Deborah
      La percezione dell'utente non so se e' di possibile rischio, ho provato a fare dei test con gli amici che non capiscono niente di computer, di marketing ecc e mi hanno sempre detto che sembra tutto in regola.

      Un certo grado di cautela/sfiducia da parte dell'utente non è necessariamente dovuto ad un sito fatto male, ma è un atteggiamento sano dell'utente, da preventivare di base. Se devo dare dei soldi a gente che non conosco, è NORMALE che sia quanto meno cauto. Quelle persone a cui hai fatto fare il test sono appunto amici tuoi, che ti conoscono. Ma per l'utente X sei un perfetto estraneo.

      Se hai scoperto che questa SANA diffidenza da parte di alcuni utenti c'è, hai scoperto - che ne so - che la gente dopo essere entrata in casa chiude la porta oppure che insegna ai bambini a non accettare le caramelle dagli sconosciuti 🙂

      Il fatto che ci sia questa diffidenza, è la base di partenza ineliminabile. Detto questo, fai bene a chiederti se eventualmente c'è qualcosa nel sito che aumenta questa diffidenza e se è possibile fare qualcosa per attenuarla; ma non è che il fatto che ci sia una diffidenza di base per uno sconosciuto indichi di per sé qualcosa di anomalo o di strano, è semplicemente istinto di sopravvivenza della razza umana 🙂

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: dare fiducia agli utenti prima di comprare, come fare?

      Confesso di non aver capito troppo bene i dettagli. Il fatto che l'utente sia guardingo su possibili truffe, in generale, non dovrebbe essere considerato una stramberia ma una legittima prudenza. I soldi a chi li manda? All'albergo o al portale? Il portale è famoso?

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • Plain TEXT o HTML ?

      Da quando ho iniziato a inviare mail (fine del secolo scorso!) sono sempre stato un "talebano" delle mail in formato solo testo. All'inizio, i motivi erano scontati (semplicemente, molti client non riuscivano a leggere le mail in HTML). Poi, man mano che tutti i client sono diventati HTML-Friendly, ho continuato con le mail in formato testo per motivi istintivi, nonostante sempre di più la tendenza andasse verso HTML-rich emails.

      Perché mi sono ostinato con le mail solo testo?

      A me gli amici scrivono in formato testo, o al massimo in HTML preformattato con qualche <p> dal client email. Le mail di marketing, invece, sono ricche di formattazioni ed immagini. Istintivamente, quindi, quando ricevo una mail mi viene da classificare al volo:

      • mail di testo = mail personale
      • mail HTML = pubblicità
        Siccome io do la precedenza alle mail che percepisco come personali, penso che probabilmente è così anche per gli altri.

      A volte, poi, le mail che devo inviare sono più complesse, ed allora ci metto un POCHINO di Html, ma il minimo indispensabile per dare un po' di pulizia visiva.

      Infine, a volte uso l' HTML per testare i tassi di apertura (per forza, se ci voglio mettere un'immagine di tracciamento)... e sulle immagini pure non ne penso tanto bene, per via degli utenti che hanno disabilitato l'apertura delle immagini remote e che al posto dell'immagini vedono elementi che hanno il significato di "rotto" (il segnaposto al posto dell'immagine) oppure di "non affidabile" (tipicamente, la strisciolina gialla in cima alla mail).

      Personalmente, resto dunque convinto che la mail ideale dovrebbe essere solo testo, per conquistare la fiducia dell'utente nel primo secondo che visualizza la mail. E se proprio ci vuole l'HTML o persino - udite udite - qualche immagine, penso che bisogna usarne il MINIMO indispensabile.

      Leggevo proprio stamani questo articolo blog. hubspot. com /marketing/plain-text-vs-html-emails-data
      Siccome mi da ragione - per motivi noti del marketing - tenderei a considerarlo com una perla di saggezza 🙂
      Ma voi come la pensate? Avete mai avuto la sensazione che A VOLTE (non dico sempre, ma perlomeno in alcuni casi) una mail di solo testo BEN COSTRUITA possa essere meglio di una mail ricca di immagini e formattazioni?

      Ovviamente do per scontate le cose scontate: nelle mail HTML ci vuole sempre ANCHE la parte testuale, il codice HTML deve essere corretto, ecc. ecc.

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Spese automobile viaggio molto elevate

      @Ed.Straker said:

      Buongiorno a tutti...

      ho una ditta individuale con contabilità ordinaria (i miei introiti sono intorno i 50/55.000€ annui) e da poco ho fatto un contratto di collaborazione con un cliente che dista dalla mia residenza circa 350Km tra andata e ritorno.
      Dovendo fare questo tragitto ogni mese, ho potuto appurare che le spese di carburante e pedaggi autostradali ammontano a circa 1.700/1.800€ mensili, in media.

      Non mi torna. Questi 350 km li fai una volta al mese, e spendi 1700/1800 euro per farli?
      Forse, volevi dire "ogni giorno" ?

      postato in Consulenza Fiscale
      M
      macantoni
    • RE: Sendgrid / Mandrill / Mio_Server

      Tra l'altro, Mandrill ha annunciato ieri che terminerà il servizio come stand-alone e sarà disponibile solo come add-on per Mailchimp

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Sendgrid / Mandrill / Mio_Server

      Sendgrid/Mandrill non lo sanno quali sono i tassi di apertura, perché il tracking lo faccio in proprio, l'imagine di tracciamento è solo sul mio server.

      Considera che sono mail di turismo, all' 80% per località di mare, e siamo a febbraio... 🙂 Sono mailing inviati a gente che per lo più si è iscritta l'estate scorsa.

      a Luglio/Agosto quei mailing hanno tassi di apertura superiori al 40%

      Certamente, in questo periodo il mailing è più sporadico, infatti dicevo che il numero di mail varia in base alla stagione, da circa 100.000 al mese (inverno) a circa 500.000 al mese (estate). E' fatto in modo che si regoli da solo: se gli utenti non clickano, gli arriva al massimo una mail al mese o anche meno; quando poi arriverà la primavera ed inizieranno ad interessarsi al mare, automaticamente gli utenti inizieranno a clickare per vedere le offerte e gli arriveranno più mail, ed inoltre ci saranno i neo-iscritti, che anche loro riceveranno un maggior numero di mail.

      postato in Web Marketing e Content
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      macantoni
    • RE: Sendgrid / Mandrill / Mio_Server

      @bago said:

      Che percentuale di aperture registri dal tuo IP e che percentuale registri invece per le email inviate da sendgrid e mandrill?

      Premesso che il test l'ho condotto con dei mailing di interesse minore per gli utenti: dal mio server circa il 20%, da Sendgrid e Mandrill intorno al 18%
      Ci sono dei giorno, però, che il tasso di apertura di Sendgrid/Mandrill è simile a quello del mio server, e dei giorni in cui crolla anche verso il 14%, ed
      in quei giorni se vado ad indagare poi scopro che hanno delle rogne con gli IP

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Sendgrid / Mandrill / Mio_Server

      @bago said:

      Ultima domanda: come mai stai valutando l'uso di sendgrid o mandrill al posto del tuo server? Che problema cerchi di risolvere?

      Li prendevo in considerazione per avere senza troppo sforzo qualche strumento in più, quale il FBL e appunto questo DKIM.

      Poi, in futuro, mi serviranno per altri progetti dove, almeno all'inizio, avrò volumi molto minori e quindi dovrò comunque usare IP shared.

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Sendgrid / Mandrill / Mio_Server

      Intanto, grazie ad entrambi per le risposte.

      @bago said:

      Ci dici come misuri il miglioramento o peggioramento dei risultati?

      Per una parte delle mail che invio, ho suddiviso le mail inviate casualmente in modo che una parte fossero inviate
      con sendgrid, una parte con mandrill, ed una parte con il mio server. Per la neutralità dei test (cioè per evitare
      distorsioni dovute ai diversi metodi di tracciamento dei diversi email provider) l'apertura di tutte le mail inviate
      è tracciata mediante immagini remote residenti sul mio server che registrano sul mio database le aperture.
      Ad esempio: invio la email con id=123456789, loggo l'invio registrando con quale provider è stata inviata;
      l'email contiene l'immagine wwww . mioserver . it / track / img123456789.jpg che in realtà è uno script php mascherato
      che quando l'immagine è aperta aggiorna la tabella. Alla fine, ho un test neutrale che mi dice quante email
      sono state aperte (dagli utenti con le immagini abilitate), percentuale che indirettamente dovrebbe essere
      proporzionale alla deliverability del provider. Se con un provider registro un tasso di apertura inferiore,
      dovrebbe dedursi che la deliverability di quel provider è inferiore.

      500.000 email transazionali al mese sono tantine: sono reali transazionali o ci sono anche email tipo "newsletter"?

      Una parte, sono newsletter-like, ma non sono propriamente newsletter, nel senso di email tutte uguali
      eccetto che per il nome e cognome del destinatario ed inviate a scadenza periodica, al massimo con
      un minimo di profilazione tra utenti maschi e femmine.

      Mi occupo di turismo, ed ho un database di strutture turistiche, logicamente con annessi indirizzi
      email, ed un database di utenti che desiderano ricevere informazioni sulle offerte delle suddette
      strutture turistiche. Ad esempio, quando una struttura turistica inserisce un'offerta, tutti gli utenti
      che hanno chiesto di conoscere le offerte delle strutture corrispondenti ai loro criteri di ricerca vengono
      avvisate. Ciò può accadere più spesso o meno spesso, a seconda di quante e quali offerte vengono
      inserite. Ci sono diversi tipi di mailing, questo è solo un esempio.

      Per il check di SPF/DKIM bisognerebbe analizzare un po' di header: innanzitutto io cercherei di capire se c'è uno specifico provider verso il quale le cose sono peggiorate o comunque quali sono i provider verso è cambiato qualcosa (hai modo di fare statistiche in base al dominio, di prima e dopo il passaggio?). Di solito quando c'è un problema di questo tipo (di reputazione) è specifico di un solo provider (o di quelli che condividono stesse soluzioni/stessi fornitori).. se è comune a tutti i provider allora va analizzato in maniera completamente diversa (configurazioni).

      Mah, statistiche precise no. Però, ad esempio, ho visto che Sendgrid va a giornate. In una delle giornate "no" ho constato dei problemi con email.it e tin.it in particolare che rigettavano le mail di Sendgrid perché c'era l' IP di sendgrid nelle black list.
      Naturalmente, Sendgrid, anche con IP condiviso, gestisce tutto con il DKIM ma evidentemente non basta, ed in questi casi l'IP del mio server (IP fisso, naturalmente) con la sua reputazione di 95 / 99 ha la meglio su Sendgrid che pure con il DKIM e tutti gli orpelli ha una reputazione inferiore e finisce quasi sempre in qualche black list a causa di altri utenti birichini che condividono con me - sender modello - lo stesso IP.

      Appunto per questo, ero portato a pensare che in ogni caso il mio IP fisso, pur mancando di DKIM, fosse comunque meglio di un IP condiviso; questo, ripeto, partendo dall'assunto che sono un mailer "buono".

      Mi chiedevo anche, se mettendomi del tutto a norma con DKIM e tutto il resto, potrei migliorare ulteriormente la mia deliverability, oppure il fatto che il mio IP è considerato "fantastico" già è sufficente. Del resto, se (quasi) tutti sono contenti di ricevere mail da me ed anzi si arrabbiano se non le ricevono, che motivo hanno i provider di far arrabbiare i loro utenti mandandomi nello spam?

      Su quali blacklist hai visto listati gli IP di sendgrid/mandrill che vengono usati per le tue email? Considera che alcune blacklist che trovi elencate nei servizi di lookup non le usa nessuno, alcune sono solo blacklist che elencano IP di fornitori di servizi email e che dichiarano di non essere blacklist. Insomma, se la lista è quella di macafee, trendmicro, spamhaus o altre di questo calibro sicuramente è un fattore squalificante, se la lista è altra va analizzato nel dettaglio di che si tratta.
      Dunque, sto verificando man mano; so che alcune Black List altro non sono che giocattoli creati da gente frustrata. Di certo, però, so che nella motivazione dei blocchi, compare spesso una motivazione del tipo "554 5.7.1 <o4.bn.sendgrid.net[198.21.0.135]>: Client host rejected: Ip banned " oppure "550 mail not accepted from blacklisted IP address [167.89.10.181]"
      A quanto vedo, entrambi questi IP sono listati da SORBS, che per quanto ne so ha una certa autorevolezza?

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      M
      macantoni
    • Sendgrid / Mandrill / Mio_Server

      Dal mio server mando mensilmente, a seconda delle stagioni, dalle 100.000 alle 500.000 mail. Finora le ho sempre inviate dal mio server, per intenderci, con la classica funzione PHP mail()

      Si tratta fondamentalmente di mail transazionali e mailing di servizio, no DEM per conto terzi.

      Seguo, credo, le best practice del settore, più o meno. Pulisco in automatico gli indirizzi email in bounce e regolo le frequenze di invio in base all'engagement degli utenti. Se un utente ad esempio non clicka mai sui link della mail, gli invierò i mailing solo sporadicamente; se la mail è in bounce, dopo alcuni bounce a distanza di qualche giorno sospendo del tutto l'indirizzo email.

      Essendo aumentato, nel corso del tempo, il numero di utenti che lamentava di ricevere le mail nello spam, mi sono affacciato ad alcuni servizi terzi quali appunto SendGrid e Mandrill.

      Dai test che ho effettuato, però, non ho rilevato evidenti miglioramenti, anzi: più dei peggioramenti che dei miglioramenti.

      C'è da dire, che ho provato i servizi basici, con lo shared IP.

      L'IP del mio server non è in nessuna black list e su senderscore ha una reputazione variabile tra 95 e 99 con volume di mail classificato "moderate". In effetti, si tratta spesso di mail importanti per chi le riceve; in alcuni casi, pagano per riceverle e se gli arrivano nello spam si lamentano, e presumbilmente le ritrascinano nella inbox principale.

      Ho visto, invece, che gli IP shared di sendgrid e di Mandrill (più spesso quelli di sendgrid) sono invece spesso (quasi sempre) in qualche black list ed hanno su senderscore una reputazione più bassa della mia (anche intorno a 80)

      A questo punto, mi sono detto che eventualmente varrebbe la pena provare a passare a sendgrid, mandrill o altri analoghi solo prendendo un IP fisso. Per a quel punto, il test diventa più delicato, perché dovrei fare il warmup del nuovo IP, e nel frattempo che trasferisco e "scaldo" il loro IP mi si raffredda il mio.

      Che ne dite, vale la pena oppure tanto vale lasciare tutto sul mio server?

      Per dare un altro elemento, nei DNS ho impostato correttamente (credo) i record SPF per inviare con il mio IP e con sendgrid e Mandrill. Non ho però impostato il DKIM, perché sinceramente non so bene come fare; per le mail inviate con SendGrid e con Mandrill, in pratica ci pensano loro, ma le mail che invio direttamente dal mio IP sono senza DKIM. E' importante? Aumenterebbe di molto la deliverability? Se fosse fondamentale, potrei farmelo impostare.

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Consiglio su evoluzione portale turistico

      Per farti pagare a commissione, dovresti diventare agenzia di viaggio, con tutta la burocrazia ed i costi che ne conseguono. Ci sono diverse discussioni in merito anche su questo forum, può trovarle con il "cerca".

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      M
      macantoni
    • RE: Web e turismo ci avviciniamo al punto di non ritorno?

      Nel turismo il Social di riferimento è TripAdvisor più che Facebook.

      Una pagina Facebook, in ogni caso, una struttura turistica è bene che ce l'abbia.
      Ci può sempre essere qualcuno che cerca la pagina facebook della struttura, perché l'esperienza porta l'utente (giustamente, di solito) a ritenere che la pagina Facebook di solito sia più aggiornata rispetto al sito statico o possa avere offerte che nel sito non ci sono.

      TripAdvisor (che è anch'esso un social) ha come funzione quella di confrontare le esperienze degli altri visitatori rispetto a quella struttura ed è bene che la struttura sia presente su TripAdvisor, possibilimente con diverse recensioni positive.

      La pagina istituzionale della struttura, pure, ci deve essere perché è nel sito istuzionale che c'è ampio spazio per mostrare ampiamente le caratteristiche della struttura; e poi, una struttura che non ha un sito oppure che ha un pessimo sito, da l'idea di essere una cosa improvvisata. Se non si occupano nemmeno di fare un sito, come si occuperanno di accogliere gli utenti?

      Il SEO e la presenza sui portali a tariffa fissa (soprattutto, se hanno il link al sito web della struttura) servono per far conoscere la struttura. Infatti: bene che ci sia la pagina Facebook, le recensioni su TripAdvisor ed il sito web, ma se la gente non sa che nella località X esiste quella struttura, non servono a nulla. E in questa cateogoria dovremmo aggiungere anche Adwords et company.

      I portali a commissione (Booking.com ecc.) servono a far ciccia.

      Non si sta avvicinando nessun punto di non ritorno, se si intende che prima servivano la SEO ed il sito, e poi serviranno i social e qualcosaltro. La differenza è che prima BASTAVANO la SEO ed il sito web, ora SERVONO ANCHE il SEO ed il sito web, assieme a tante altre cose. E' solo tutto molto più complesso ed interconnesso.

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Web e turismo ci avviciniamo al punto di non ritorno?

      Il percorso che porta l'utente verso la conversione passa attraverso molti stadi e molti siti.

      Se devo prenotare un albergo, tipicamente:
      1 - Cerco i possibili alberghi presenti nella zona di mio interesse con le caratteristiche adatte alle mie esigenze
      2 - Cerco le recensioni sugli hotel individuati al punto 1 e scelgo il mio hotel
      3 - Individuo i siti attraverso cui posso prenotarlo (portali + sito ufficiale dell'hotel)
      4 - Prenoto sul sito che per il mio hotel preferito offre il prezzo più basso, che offre condizioni migliori, che è più semplice da usare, oppure che mi da più fiducia.

      I social svolgono il loro ruolo al punto 2 della catena, ma non necessariamente la prenotazione (punto 4) avviene perché il portale ha funzionalità social; e neppure perché è primo sui motori di ricerca. Se il portale offre funzionalità social ed è pure primo sui motori certamente è meglio, ci mancherebbe altro, ma sono molti gli ingredienti.

      Per assurdo, un portale potrebbe risultare primo sui motori di ricerca per "Hotel + <località>" ed essere ricchissimo di recensioni, fotografie e quant'altro. Però può tranquillamente accadere che l'utente scelga l'hotel su quel portale, e poi lo prenoti su un altro portale che magari è in seconda pagina su Google, che non ha funzionalità social, ma che offre quella struttura ad un prezzo più vantaggioso e/o con una procedura di prenotazione più semplice.

      postato in Web Marketing e Content
      M
      macantoni
    • RE: Rischio di causa legale per 1 fotografia

      @totinio, come ho detto diverse volte non sono un avvocato. E' però quindici anni che lavoro sul web, e mediamente una volta ogni due/tre anni c'è qualche avvocato che mi chiede soldi con qualche pretesto campato in aria. Ad oggi, li ho messi tutti in riga, da solo e senza mai assumere un avvocato per difendermi.

      Non metto in dubbio la complessita del diritto, e so benissimo che gli avvocati studiano anni, a cui segue il praticantato, ecc. ecc. La loro professionalità, il tempo che hanno speso per formarsi, lo riconosco ed è giusto che sia pagato, quando realmente serve. Detto questo, accanto a tanti avvocati che svolgono eticametne il loro lavoro - sicuramente la maggior parte - ce ne sono anche alcuni che usano il diritto come una clava per terrorizzare la gente, prospettando scenari apocalittici se non si va per vie legali. Purtroppo, va anche detto che la crisi economica, ha anche aumentato il numero di avvocati affamati e disposti a qualche compromesso con l'etica professionale per qualche cliente in più.

      Ripeto, non è mia intenzione denigrare la categoria nel suo complesso, che complessivamente è sana ed è un asset importantissimo per la società. Tuttavia, bisogna sempre prendere le cose con buon senso e vederle nella sua giusta dimensione; a volte, quando si è direttamente colpiti, si tende a ingigantire cose che in realtà sono minuscole ed improbabili. Il caso in questione, è secondo me uno di questi.

      In punto di diritto hanno (forse) ragione loro. Dico (forse) perché poi bisogna vedere il caso specifico. Tuttavia, il punto di diritto è una cosa, e la concretezza delle cose è un'altra. Per come la vedo io, questi signori non faranno mai realmente causa al nostro ChelOne, perché sarebbe troppo lunga, costosa e dagli esiti incerti in rapporto

      1. Alla possibilità di una effettiva vittoria in giudizio
      2. all'ammontare probabilmente molto eseguo del risarcimento danni che un giudice potrebbe realmente riconoscergli
      3. alla possibilità che poi il soccombente realmente sia in grado di pagare il risarcimento danni o che effettivamente lo paghi, con ulteriori successivi strascichi

      Poi, è logico che se vai da un avvocato, occorre a mio avviso tenere conto che l'avvocato ha tutto l'interesse a sottolineare gli aspetti giuridici e le conseguenze nefaste che ignorare le loro mail può comportare. Ma, posto che in punto di diritto, l'avvocato possa avere teoricamente ragione, quanto è in realtà concreto il rischio che si venga realmente chiamati in giudizio? Questo c'è scritto nei libri di dirittto? Possono farlo, ma lo faranno?

      Cosa dice il codice, che lo faranno o non lo faranno? Il codice non lo dice, naturalmente. Può dirlo l'esperienza ed il buon senso. La mia esperienza, è che non lo fanno. Scrivono per email? Un avvocato serio che ha cose serie da dirmi mi scrive con raccomandata, anche per essere sicuro che la lettera l'ho ricevuta. Mi scrive in inglese? Un avvocato serio che ha cose serie da dirmi, mi scrive in italiano per essere sicuro che io abbia capito quel che vuole dirmi.

      Poi, ripeto, è la mia opinione da non-avvocato. Ognuno ragioni con la propria testa, e nel bene o nel male, sia responsabile di quello che fa o non fa.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      M
      macantoni
    • RE: Rischio di causa legale per 1 fotografia

      La giurisdizione in tema di copyright è complicata, ci sono una moltitudine di casi e sottocasi. La regola generale (ci sono delle sentenze in merito) è che il giudice è competente solo limitatamente ai danni causati nel territorio su cui cade la propria giurisdizione. Ad esempio, se il mio copyright è tutelato in 14 paesi europei, se mi rivolgo al giudice di uno di questi paesi, posso avere riconosciuti i danni solo in relazione a quelli subiti in quel paese.

      Si comprende facilmente, come non è del tutto agevole la cosa, per chi intenta una causa internazionale in tema di copyright; al colpevole, poi, potrebbe pure costare tanto di spese processuale, ma anche chi intenta la causa dovrebbe anticipare ingenti somme di denaro a fronte - per una violazione minuscola come questa - di risarcimenti danni che saranno probabilmente riconosciuti nell'ordine di qualche decina di euro.

      Gli avvocati, poi, hanno tutto l'interesse a portare avanti le cause, ed in un certo senso possono anche aver ragione che in punto di diritto la causa possa essere fondata; ma realisticamente, questa gente qua, non farà mai causa e spera solo di racimolare qualche soldo impaurendo le persone.

      Hai presente le lettere della RAI inviate a chi non ha l'abbonamento? Non è che la RAI non ha ragione, ma non gli conviene procedere e si limita alle lettere. Di tanti, poi qualcuno paga.

      Riguardo alla lingua, è un diritto dell'uomo di poter avere un processo equo, e nell'equità del processo rientra il diritto alla difesa. Se mi si cità in giudizio in una lingua che non conosco e non posso intervenire per difendermi perché non ho capito cosa c'è scritto nella citazione, viene calpestato il mio diritto ad un processo equo.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      M
      macantoni
    • RE: Rischio di causa legale per 1 fotografia

      Art. 122 c.p.c

      In tutto il processo è prescritto l'uso della lingua italiana. Quando deve essere sentito chi non conosce la lingua italiana, il giudice può nominare un interprete. Questi, prima di esercitare le sue funzioni, presta giuramento davanti al giudice di adempiere fedelmente il suo ufficio.

      art. 6 comma 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo

      Ogni accusato ha segnatamente diritto a:
      [..]
      e. farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell?udienza.

      Ora, una MAIL non è un processo, e che uno accetti uno possa accettare una transazione extra-giudiziale anche in una lingua diversa dalla propria lingua madre è un conto, ma se dovessero notificarmi atti processualmente rilevanti, dovrebbero farlo in italiano, altrimenti in sede processuale posso semplicemente dire "Non ho capito cosa c'era scritto".

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      M
      macantoni
    • RE: Rischio di causa legale per 1 fotografia

      @totinio said:

      quanto ai punti di macantoni rispondo in temini giuridici:

      1. la mail ordinaria non è cata igienica ma un mezzo di comunicazione ordinario, la funzione della pec e/o della racomandata a/r è la prova della ricezione da parte del destinatario.
        Detto questo, in giudizio la ricezione di una mail può essere provata in diversi modi.

      La mail normale è paragonabile ad una lettera semplice lasciata nella cassettina della posta. Tra il fatto che tutto può essere provato in diversi modi, ed il fatto che lo sia davvero, ci passa un abisso. Ci sarà un motivo per cui hanno inventato la PEC, no?
      Dal punto di vista tecnico, a meno che uno non ammetta di averla ricevuta, dubito che si possa avere FACILMENTE la prova opponibili in giudizio che è stata ricevuta. Anche metodi tecnici quali la ricevuta di ritorno (ma bisogna averla inviata) oppure l'immagine con il pixel di tracciamento (ma bisogna aver aperto l'immagine) può essere confutato, perché il log non viene mantenuto da una terza parte certificata; occorrerebbe come minimo il log del provider del ricevente oppure una perizia sul computer del ricevente, ma dubito che un giudice sano di mente autorizzerebbe qualcosa di simile per una causa del genere; e poi, anche fosso, perché posso sempre dire che la mail viene usata anche da altri (vedi Bossetti, che dice che quelle ricerche non le ha fatte lui).

      sull'obligo di scriveti in italiano, non risulta da nessuna parte, anzi, considerato che lui ha ipoteticamente preso l'immagine su un sito straniero il proprietario può ben pensare che lui sappia la lingua del sito..

      Quindi, se tu mi scrivi in una lingua a caso dell'unione europea (ad esempio in ungherese, greco, finlandese, ecc) io dovrei capire quello che mi scrivi? E' mio diritto che mi si rivolga nella mia lingua; in tribunale, se l'imputato parla una lingua diversa, gli si procura un interprete. E chi lo ha detto che lui la foto l'ha trovata in un sito in lingua inglese? Non si ricorda dove l'ha trovata. Non si ricorda dove l'ha trovata, magari era in un sito italiano che a sua volta l'aveva prelevata da un sito in lingua inglese. Oppure, era capitato per caso in un sito in una lingua "x" che non conosceva, non ha capito quello che c'era scritto ma ha visto l'immagine che gli piaceva.

      2.il procedimento giudiziario può bene essere radicato nello stato di appartenenza del soggetto che assume violato il suo diritto d'autore, non sto a spiegarti il perchè, dovrei entrare in dettagli di natura girudica molto tecnici ..
      Quindi se le richieste ti sembrano ben motivate vere, forse è il caso di fr controllare queste comunicazioni che ti arrivano da parte di un legale, cosi potrà analizzare il tuo caso specifico.

      Questo, francamente, non mi pare uno di quei casi per cui delle persone sane di mente potrebbero fare veramente causa: perché sarebbe troppo complicato, lungo e costoso anche per loro, e dagli esiti incerti non solo sul punto giuridico ma anche su quello economico: è costoso per te, ma non credere che andare fino in fondo sarebbe gratis pure per loro: se anche vincono e il giudice, dopo anni, ti condannasse al pagamento delle spese processuali, loro dopo averci speso tanti soldi, sanno per sicuro che tu li avresti quei soldi per poterli pagare e rientrare dell' "investimento" che hanno fatto?

      Come minimo, fossi io (che ripeto: non sono un avvocato) aspetterei che a scrivermi sia un avvocato iscritto all'ordine, ed ignorerei ogni comunicazione via email ordinaria.

      Serva solo di lezione, che prendere un'immagine su Internet solo perché sta lì, è una cosa che non si fa.

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      M
      macantoni
    • RE: Rischio di causa legale per 1 fotografia

      Premesso che usare immagini altrui senza accertarsi di non infrangere il copyright di nessuno è una cosa che non si fa, tuttavia... pur senza essere un avvocato - e quindi prendi con beneficio di inventario - mi viene da pensare che:

      1. In caso, dovrebbero scriverti a mezzo PEC o raccomandata. Una mail normale, vale come una comunicazione scritta su carta igienica. E naturalmente, devono scriverti in italiano.
      2. Nel caso, se tu risiedi in Italia e lavori dall'Italia, dovrebbero farti causa nel paese dove hai commesso il "crimine" e cioè in Italia, e non in un paese a caso dell'UE dove torna comodo a loro. Se ci pensi bene, immaginare che per una violazione del copyright avvenuta in Italia, ti facciano causa (ad esempio) in Portogallo fa ridere i polli, ed anche fosse, il magistrato portoghese poi che fa? Invia una rogatoria internazionale? E se alla fine emettesse una sentenza di condanna in contumacia a tuo carico (e qui siamo già nel fantascentifico) poi manda l'esercito portoghese a prelevarti a casa? Ripeto, non sono un avvocato.
      3. Per caso si tratta di Getty ? Fai una ricerca su Internet, ne raccontano delle belle...
        Insomma, io inizierei a prenderli sul serio quando dovesse scrivere un avvocato italiano; altrimenti significa che semplicemente ci provano, ma che provare a intentarti realmente causa non gli varrebbe neppure il costo da sostenere per pagare l'avvocato italiano che ti scrive una lettera. Mia opinione, eh!
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      M
      macantoni
    • RE: email nelle prenotazioni di booking.com

      Ci sono cose

      1. Cose che non si possono fare
      2. Cose che si possono fare
      3. Cose che si fanno

      La cosa che proponi tu fa parte della terza categoria. Considera però che se lo fai in modo troppo brutale (prendi la mail e la metti direttamente nella newsletter) corri il rischio di indispettire un tuo cliente e quindi che sia controproducente; se invece agisci d'astuzia, magari offrendo uno sconto o un piccolo omaggio in cambio della sua iscrizione alla tua newsletter, avrai un cliente felice ed iscritto 🙂

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      M
      macantoni
    • Modulo di Booking.com sul sito dell'hotel

      Ho notato diversi siti di strutture ricettive che incorporano nel proprio sito web istituzionale il modulo di prenotazione di Booking.com

      Qualcuno ne sa qualcosa? Forse Booking.com rinuncia alle commissioni, o quantomeno le riduce fortemente, quando l'utente proviene dal sito istituzionale della struttura? Altrimenti non capisco perché una struttura dovrebbe far prenotare gli utenti che sono arrivati sul proprio sito tramite Booking.com e pagargli la commissione anziche utilizzare un sistema di prenotazione proprio.

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      M
      macantoni