@cpcermaz said:
***se l'agente a sua difesa sostenesse che continuava ad avere l'accesso all'home banking, perchè avrebbe dovuto sollecitare tramite e-mails, il pagamento della riba ? Avrebbe potuto pagarla da sola non credete? ***
Non senza avere avuto il benestare di un socio amministratore.
Il fatto di avere le chiavi di accesso non significa essere autorizzato a emettere pagamenti di propria iniziativa, anche se tali chiavi tecnicamente lo permettono.
Chi ha le chiavi della cassaforte è forse autorizzato a prendere soldi o a darli a chiunque si presenti alla porta?
Questa sarà la sua risposta, la stessa che darebbe una persona dal comportamento irreprensibile
Ho letto la storia, il fatto che il pagamento sia partito da casa sua lo inchioda ad ammettere che sia stato lui a accedere al sistema e a disporlo, e mi sembra di capire che questo lui non lo ha negato (sapendo che sarebbe stato inchiodato dall'ip) ma ha detto che le chiavi di accesso gli erano state date da uno dei soci.
Una volta in possesso di chiavi e autorizzazione verbale da parte di un socio ha effettuatoil pagamento; non dall'ufficio perchè se ne era dimenticato o quel giorno era fuori, ma da casa, visto che l'accesso può essere effettuato da ovunque. Non vedo reato nell'accedere da casa se regolarmente autorizzati ad accedere al sistema e in possesso dell'autorizzazione (verbale) ad emettere il pagamento. E' lo stesso reato che commette chi si porta del lavoro a casa perchè non ha fatto in tempo a finirlo in ufficio!
Tutta l'accusa ruota attorno ad un furto di credenziali che non si è in grado di dimostrare come sia avvenuto; questo indebolisce il quadro accusatorio e rafforza la tesi della difesa che è quella di averle ricevute da un socio, che magari se ne è scordato o non vuole ammetterlo e che ora trova comodo accusarlo. [Avv.]"E come altrimenti avrebbe potuto ottenerle Sig. Giudice?"[/Avv.]
Qui i casi sono due: o c'è stata una grave negligenza nel gestire le chiavi di accesso (appunti lasciati in giro, password simile alla vecchia o facilmente immaginabile) oppure il tipo le ha recuperate in modo illecito (keylogger, video remoto, ecc.)
Suggerisco una perizia sul pc in ditta dal quale si accede normalmente con le credenziali utilizzate o altri pc in uso alla persona accusata e cercare del software ancora installato o segni di software disinstallato che potrebbe essere stato utilizzato per carpire le informazioni.
Inutile dire che se si hanno conoscenze si può dare da soli una prima occhiata (porte anomale in ascolto, chiavi di registro, software residente in memoria e in avvio automatico ecc.) ma alla fine serve comunque un esperto se si vuole fare seriamente.
Senza dimostrare che/come ha rubato le chiavi di accesso non credo che si possa sperare di ottenere di più della restituzione della somma sottratta.