@giorgiotave Oddio… considerando la mia età, tutti siete ancora giovani rispetto a me .
Detto questo, provo a contribuire alla discussione anche con la mia esperienza a cavallo di tre mondi: l’italiano, lo spagnolo e l’anglosassone.
In generale, non credo che ci sia assenza di nuove leve nel mondo della SEO: al contrario! Lo vedo giornalmente discutendo su Twitter. Esistono molti nuovi SEO, nelle più varie specializzazioni della SEO, che stanno entrando prepotentemente in scena fuori dal comodo giardino italiano. In particolar modo stanno venendo alla ribalta molte professioniste della SEO. Molte, in realtà, hanno una carriera invidiabile alle spalle, solo che hanno trovato la forza di scendere in campo e mostrare quello che sanno… e questo è qualcosa di cui davvero sento ancora la mancanza nel panorama italiano (in Spagna pure stanno facendosi notare molte ottime SEO).
In realtà i SEO non mancano. Quello che è esploso è la richiesta di SEO a livello globale, per cui anche con l’arrivo di nuove leve, il numero di professionisti “veri” è sempre inferiore alla domanda stessa.
Riguardo alla specificità italiana (che poi non è solo italiana), ci sono degli aspetti che visti da lontano mi lasciano sempre più perplesso:
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non ho mai visto tanti libri sulla SEO pubblicati come in Italia… non ne discuto la qualità, ma la conseguenza è che sempre più nuovi SEO cercano solo in quei libri la fonte del conoscimento del mestiere, quando la SEO è soprattutto in professione pratica, che si apprende solo lavorando e bruciando siti propri. Ovvero, ormai sono pochi quelli che accompagnano il loro lavoro quotidiano con progetti personali - anche piccoli - in cui sperimentare strategie e tattiche.
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In Italia, ed è forse un fenomeno influenzato dalla stessa natura impresariale italiana basata in PIMI e Micro PIMI, ho alla sensazione che esiste un imbarazzantemente alto numero di freelance. Non ho nulla contro la figura del freelance (io lo sono), ma dato il punto 1) qui sopra, iniziare come freelance non è l’ideale perché la qualità media dei SEO sia alta. Perché? Perché il freelance, eccettuate poche notevoli eccezioni, non ha tempo se non per seguire i suoi pochi clienti e cercarne di nuovi con cui poter arrivare a fine mese (esiste infatti la correlazione tra freelance e una politica dei prezzi per la SEO ridicola).
All’estero, un SEO tende a mettersi a lavorare come consulente in un momento successivo della sua carriera, dopo aver fatto esperienza in agenzia o in house. Diventa consulente perché ha acquisito un alto livello di conoscimento della SEO e di una specialità… ed è proprio grazie a questo conoscimento di alto livello, per esempio nella SEO tecnica per siti Enterprise, che i consulenti all’estero si fanno pagare cifre che un freelance italiano medio si può solo sognare.
Il problema è che se andiamo a vedere il panorama agenzia in Italia, le cose non sono così rosee. Le agenzie che fanno solo SEO o Search in senso generico tendono ad essere poco più che boutique agency con meno di 10 persone al loro interno. Di grandi agenzie SEO, come pure esistono in Spagna, Francia o Germania o addirittura in Polonia, se contano davvero poche, perché le grandi agenzie in realtà fanno della SEO solo un’area di negozio e pure minoritaria rispetto ad altre aree come, per esempio, Paid e Marketing Automation.
Questo fa sì che un ecosistema essenziale per far crescere realmente il conoscimento reale della SEO tra le nuove leve è praticamente inesistente. -
se poi parliamo di in house… le aziende che non solo hanno un seo in house, ma che addirittura hanno un team SEO interno, sono anch’esse molto poche percentualmente.
A parte, poi, che Risorse Umane in generale ancora ricorda la classica mamma che in realtà non sa che cos’è quella cosa chiamata SEO con cui suo figlio/a cerca di pagarsi la pagnotta… per cui ci ritroviamo con offerte di lavoro per SEO, che sono onestamente ridicole. -
Tipicamente italiana, poi, è la tradizione della SEO come praticamente sinonimo di Content + Keyword… o + Search Intent per quelli che hanno comprato il libro più fresco di stampa… o + SEO semantico per quelli che vogliono sembrare più fighetti. Ovvero, esiste una terrificante ignoranza della SEO tecnica a livello del professionista SEO medio.
Occhio, non voglio con questo dire che un SEO dovrebbe essere anche un programmatore… ma si che sappia leggere HTML, che sappia capire come Google indicizza siti realizzati in JavaScript e dire ai programmatori cosa evitare di fare, che sappia usare, leggere ed interpretare per lo meno gli strumenti per sviluppatori di Chrome, e così via. -
ma, ovvio!, se la maggioranza delle nuove leve SEO è freelance… a meno che non venga dal mondo della programmazione, è difficile che trovi il tempo non solo di sperimentare ma anche di imparare e dotarsi così di un conoscimento tecnico che, invece, noi “vecchietti”, sì che ci obbligammo ad apprendere. E questo porta al circolo vizioso del “non ho tempo, quindi leggo libri, faccio corsi e corsucci che mi danno un conoscimento teorico…” o alla cieca obbligata acritica fiducia verso tool e plugin.
Per concludere, che davvero sto esagerando (ma se non lo facevo sbottavo), non è vero che mancano SEO… anzi non ce ne sono stati mai tanti, ma quello che manca è un ecosistema che davvero permetta loro di diventare più di un SEO medio, con conoscimento medio e clienti medi.
Perché le discussioni che vediamo qui, nel forum, purtroppo sono un’eccezione in una realtà un po’ mediocre dove faticano ad esistere i presupposti perché le nuove leve possano davvero passare da newbie a esperti, mentre invece adesso passano ad essere poco più che newbie.