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RE: “People Also Ask”: con il vostro aiuto, vorrei studiare tutto (e condividere!)
@elycontessotto Ciao Elisa.
Risponderò al resto delle domande quando potrò farlo con più calmaDetto questo, le PAA, quando s’incontrano con queries apparentemente transazionali, in realtà sono inserite perché Google ha individuato un altro tipo di Search Intent, che è leggermente anteriore al transazionale puro: l’intento commerciale.
È quello che io, usando la terminologia dei micro-momenti, chiamo “I want to buy but I need help”.
Ovvero, la persona chiaramente mostra una volontà verso l’acquisto, ma ha bisogno di un ultimo bit di informazione per prendere una decisione finale.
Infatti, molto spesso la PAA in questo caso si combina con risultati del tipo “miglior [prodotto]…”.
Facendo un paragone, è l’equivalente a quando entriamo in un negozio volendo comprare un PC, ma chiediamo aiuto al negoziante per poter scegliere il modello esatto. -
RE: Siamo davvero sicuri che l’utilizzo delle keywords è un concetto che presto verrà superato?
@giorgiotave bah… sicuramente quel modo di vedere dare le keyword già non funziona se non in casi in cui veramente non esista sufficiente contenuto di qualità (secondo i crismi di Google) con cui dipingere le SERP; questo capita spesso per molte lingue minoritarie.
Quello che sottintendevo io è che personalmente considero folle adesso come adesso partire da una ricerca di parole chiare, arrivare a selezionarne 100K e cercare di arrivare ai topic usando clustering. Lo trovo come cercare di costruire una casa dal tetto: non solo è improbo (anche a livello temporale), ma anche piuttosto inefficace.
Meglio partire dall’entità search e solo come ultimo passo arrivare alle keyword. Ontologia > Tassonomia… in fondo sono concetti che sono sempre esistiti, ma apprezzati da molti SEO solo a parole. -
RE: Siamo davvero sicuri che l’utilizzo delle keywords è un concetto che presto verrà superato?
@gabriele-pantaleo I featured snippet già sono il risultato letto da Assistant quando sono presenti in SERP.
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RE: Siamo davvero sicuri che l’utilizzo delle keywords è un concetto che presto verrà superato?
Allora, @giorgiotave, personalmente credo che l’uso delle keyword non sarà abbandonato. Il motivo è semplice: le keyword sono una rappresentazione verbale di entità, relazioni tra entità, relazioni tra un’entità e i suoi attributi e relazioni tra entità ed azioni associate ad esse.
Quindi, proprio perché sono consustanziali all’Entity Search, non saranno abbandonate.
Un altro discorso, forse, se invece le consideriamo solo per sé stesse. -
RE: Perché non si trovano più SEO?
@misterenrico ha detto in Perché non si trovano più SEO?:
Soprattutto per una persona che come me viene da studi economici e non informatici.
Io vengo da Lettere... eppure ce l'ho fatta
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RE: Perché non si trovano più SEO?
@ecsit se magari sapessi che di amici BIPOC ne ho molti, americani e non americani, e che ho aiutato molti di loro a iniziarsi in questo lavoro e a proporsi sui palchi di molte conferenze all'estero, potresti comprendere che non ho scritto assolutamente con un implicito sentimento razzista: ho semplicemente utilizzato un'espressione della lingua italiana dell'ambito dell'editoria. E se magari le spiegassi questo, e che la definizione "negro letterario" l'inventò Dumas (che era mulatto) proprio per indicare il lavoro servile alle quali erano obbligate queste persone, vedrai come si tratta di una metafora che non ha nulla di razzista.
Detto questo, chiedo scusa se per caso ho involontariamente offeso qualcuno solo perché ho usato l'unica espressione esistente in italiano per indicare questo tipo di lavoratori. -
RE: Perché non si trovano più SEO?
@ecsit evidentemente la tua risposta è indicatrice di ignoranza. Nell'ambito della scrittura, con "negro" si indicano quelli che scrivono qualcosa che poi è firmata da altri (come nel caso di Neil Patel e i suoi scribacchini). Non ha assolutamente una valenza razziale (e che palle!).
Comunque, se vuoi fare l'anglofono, posso cambiare la frase in "Quei poveri copy che fanno i ghostwriter per quel shitload di Neil Patel" -
RE: Perché non si trovano più SEO?
@kal oddio... conoscere Screaming Frog non mi sembra da mid-level. Insomma, anche se solo stai cominciando, non sapere che cos'è un crawler e non averlo usato/giocato/sperimentato anche se solo con la versione free di 500 URL, a me darebbe molto da pensare.
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RE: Perché non si trovano più SEO?
@misterenrico fermo restando che in generale le offerte di lavoro per SEO sono fatte da responsabili di Risorse Umane che non ci capiscono molto della professione, la cosa che non mi è chiara è questa: ma durante tutti i tuoi anni di studio ti sei mai messo a prova creando un sito tuo e esperimentando con le cose che stavi studiando?
Se la risposta è sì, allora avresti dovuto presentare questo tuo lavoro come prova di non avere solo un conoscimento teorico della materia.
Se la risposta è no, allora è anche comprensibile che abbia avuto (o abbia tuttora) difficoltà a trovar lavoro. La SEO è un lavoro eminentemente pratico. Anche se a noi SEO ci piace scervellarci su algoritmi e brevetti (almeno, questo è il mio caso), alla fine la quotidianità è molto meno nerd e molto più "operaia". E molto spesso le aziende o le agenzie non hanno il tempo o la possibilità di fare training partendo da zero.
Per questo, sempre lo studio teorico dovrebbe essere accompagnato da un studio pratico con la realizzazione di lavori reali.Infatti, per dirla tutta, secondo me mettere la SEO come corso universitario è una gran stupidaggine, almeno per come normalmente le università concepiscono una carriera tecnologica intorno ad essa.
Piuttosto, dovrebbe essere una scuola professionale, in cui si insegna il mestiere. Ovviamente, un corso professionale dovrebbe avere una parte teorica ("Come funzionano i motori di ricerca"), ma anche una fortissima componente pratica in cui si impara ad analizzare i siti web (e a usare tool basici come Screaming Frog, che lo sono tanto quanto Google Search Console), si apprende quel tanto di HTML, CSS e JavaScript che è necessario per potersi interfacciare con i programmatori sin dall'inizio della propria carriera, si conoscono come gestire team (e i tool di gestione) e come fare una keyword e topic research che non sia semplicemente scaricarsi un file da Semrush o SEOZoom.Infine, non per fare la classica figura del "vecchio SEO", questo era ciò che noi eravamo obbligati a fare. All'epoca non esistevano corsi (men che meno universitari) e, quindi, l'unica maniera di imparare il lavoro era creando e bruciando siti web sperimentando e, mentre si sperimentava, apprendendo codice e comprendendo sempre meglio le sfaccettature di crawling, indexing, parsing e ranking. Quella era la "scuola", e il suo patio dove condividere quello che stavamo imparando, forum come questo.
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RE: Perché non si trovano più SEO?
@homeworker piuttosto che lavorare con Neil Patel riducendomi a fare il negro per lui rubando contenuti di altri e facendo un SEO nefando, preferirei dedicarmi all'agricoltura
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RE: [Polemic] Certificazione SEO di Google
@roberto-varriale davvero ti sbagli… non scrive di SEO perché acchiappa click, ma perché davvero l’appassiona. Non fa SEO, ma l’ha fatta. Non fa SEO attiva perché è il CEO di un’agenzia che fa disegno e programmazione, ma ti assicuro che sanno benissimo cos’è la SEO e programmano di conseguenza… inoltre se un CEO passasse il giorno aggiustando rel=“canonical”, allora io mi chiederei se davvero è un buon CEO.
La SEO la conosce bene, ed con Seroundtable sempre si è visto come giornalista che riporta quello che accade nel mondo SEO (e search in generale): è un divulgatore, in questo senso. E dopo 20 scrivendo di SEO, essendo la fonte principale per aggiornarsi su cosa sta succedendo nella SEO a livello di industria (non parla di SEO con post tecnici, ma solo notizie) e non essendo il suo sito la sua fonte essenziale di ingressi… non credo proprio che cerchi il click bait: non ne ha affatto bisogno. Che ha volte abbia uno stile che ci possa sembrare esagerato… bueno, certo! Ma non è la norma nel suo caso.
Ripeto, davvero non ho che parole di gratitudine per Barry per ciò che ha fatto durante 20 anni collezionando in una sola fonte (il suo sito) anche le notizie più sperdute in fori, Twitter e insights da fonti affidabili, pur con tutte le idiosincrasie che gli possiamo riconoscere. -
RE: Perché non si trovano più SEO?
@giorgiotave Oddio… considerando la mia età, tutti siete ancora giovani rispetto a me .
Detto questo, provo a contribuire alla discussione anche con la mia esperienza a cavallo di tre mondi: l’italiano, lo spagnolo e l’anglosassone.
In generale, non credo che ci sia assenza di nuove leve nel mondo della SEO: al contrario! Lo vedo giornalmente discutendo su Twitter. Esistono molti nuovi SEO, nelle più varie specializzazioni della SEO, che stanno entrando prepotentemente in scena fuori dal comodo giardino italiano. In particolar modo stanno venendo alla ribalta molte professioniste della SEO. Molte, in realtà, hanno una carriera invidiabile alle spalle, solo che hanno trovato la forza di scendere in campo e mostrare quello che sanno… e questo è qualcosa di cui davvero sento ancora la mancanza nel panorama italiano (in Spagna pure stanno facendosi notare molte ottime SEO).
In realtà i SEO non mancano. Quello che è esploso è la richiesta di SEO a livello globale, per cui anche con l’arrivo di nuove leve, il numero di professionisti “veri” è sempre inferiore alla domanda stessa.
Riguardo alla specificità italiana (che poi non è solo italiana), ci sono degli aspetti che visti da lontano mi lasciano sempre più perplesso:
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non ho mai visto tanti libri sulla SEO pubblicati come in Italia… non ne discuto la qualità, ma la conseguenza è che sempre più nuovi SEO cercano solo in quei libri la fonte del conoscimento del mestiere, quando la SEO è soprattutto in professione pratica, che si apprende solo lavorando e bruciando siti propri. Ovvero, ormai sono pochi quelli che accompagnano il loro lavoro quotidiano con progetti personali - anche piccoli - in cui sperimentare strategie e tattiche.
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In Italia, ed è forse un fenomeno influenzato dalla stessa natura impresariale italiana basata in PIMI e Micro PIMI, ho alla sensazione che esiste un imbarazzantemente alto numero di freelance. Non ho nulla contro la figura del freelance (io lo sono), ma dato il punto 1) qui sopra, iniziare come freelance non è l’ideale perché la qualità media dei SEO sia alta. Perché? Perché il freelance, eccettuate poche notevoli eccezioni, non ha tempo se non per seguire i suoi pochi clienti e cercarne di nuovi con cui poter arrivare a fine mese (esiste infatti la correlazione tra freelance e una politica dei prezzi per la SEO ridicola).
All’estero, un SEO tende a mettersi a lavorare come consulente in un momento successivo della sua carriera, dopo aver fatto esperienza in agenzia o in house. Diventa consulente perché ha acquisito un alto livello di conoscimento della SEO e di una specialità… ed è proprio grazie a questo conoscimento di alto livello, per esempio nella SEO tecnica per siti Enterprise, che i consulenti all’estero si fanno pagare cifre che un freelance italiano medio si può solo sognare.
Il problema è che se andiamo a vedere il panorama agenzia in Italia, le cose non sono così rosee. Le agenzie che fanno solo SEO o Search in senso generico tendono ad essere poco più che boutique agency con meno di 10 persone al loro interno. Di grandi agenzie SEO, come pure esistono in Spagna, Francia o Germania o addirittura in Polonia, se contano davvero poche, perché le grandi agenzie in realtà fanno della SEO solo un’area di negozio e pure minoritaria rispetto ad altre aree come, per esempio, Paid e Marketing Automation.
Questo fa sì che un ecosistema essenziale per far crescere realmente il conoscimento reale della SEO tra le nuove leve è praticamente inesistente. -
se poi parliamo di in house… le aziende che non solo hanno un seo in house, ma che addirittura hanno un team SEO interno, sono anch’esse molto poche percentualmente.
A parte, poi, che Risorse Umane in generale ancora ricorda la classica mamma che in realtà non sa che cos’è quella cosa chiamata SEO con cui suo figlio/a cerca di pagarsi la pagnotta… per cui ci ritroviamo con offerte di lavoro per SEO, che sono onestamente ridicole. -
Tipicamente italiana, poi, è la tradizione della SEO come praticamente sinonimo di Content + Keyword… o + Search Intent per quelli che hanno comprato il libro più fresco di stampa… o + SEO semantico per quelli che vogliono sembrare più fighetti. Ovvero, esiste una terrificante ignoranza della SEO tecnica a livello del professionista SEO medio.
Occhio, non voglio con questo dire che un SEO dovrebbe essere anche un programmatore… ma si che sappia leggere HTML, che sappia capire come Google indicizza siti realizzati in JavaScript e dire ai programmatori cosa evitare di fare, che sappia usare, leggere ed interpretare per lo meno gli strumenti per sviluppatori di Chrome, e così via. -
ma, ovvio!, se la maggioranza delle nuove leve SEO è freelance… a meno che non venga dal mondo della programmazione, è difficile che trovi il tempo non solo di sperimentare ma anche di imparare e dotarsi così di un conoscimento tecnico che, invece, noi “vecchietti”, sì che ci obbligammo ad apprendere. E questo porta al circolo vizioso del “non ho tempo, quindi leggo libri, faccio corsi e corsucci che mi danno un conoscimento teorico…” o alla cieca obbligata acritica fiducia verso tool e plugin.
Per concludere, che davvero sto esagerando (ma se non lo facevo sbottavo), non è vero che mancano SEO… anzi non ce ne sono stati mai tanti, ma quello che manca è un ecosistema che davvero permetta loro di diventare più di un SEO medio, con conoscimento medio e clienti medi.
Perché le discussioni che vediamo qui, nel forum, purtroppo sono un’eccezione in una realtà un po’ mediocre dove faticano ad esistere i presupposti perché le nuove leve possano davvero passare da newbie a esperti, mentre invece adesso passano ad essere poco più che newbie. -
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RE: [Polemic] Certificazione SEO di Google
@roberto-varriale … non so se la tua è una critica a Barry o no, ma se lo è, allora credo che sia ingiusta. Barry è la memoria esistente della SEO a livello globale: non esiste evento, anche il più piccolo, che egli non abbia registrato in Seroundtable sin dagli inizi della disciplina. E anche solo fosse per questa funzione di “archivio” che si è assunto, io non potrò mai smetterlo di ringraziarlo.
Infine, credo che esista un equivoco intorno alla sua professione: Barry non è un SEO. Difatti, al di là di giornalista per proprio conto e per Search Engine Table, la sua agenzia è sostanzialmente di disegno e programmazione web e web app. La SEO la conosce (e molto meglio di molti che si professano esperti), perché sono 20 anni che ne parla.
Scusatemi il pippone, ma pur riconoscendo i suoi errori e le sue idiosincrasie (che tutti in un modo o nell’altro abbiamo), non posso non cercare di difenderlo, conoscendolo personalmente da molti anni. -
RE: [Polemic] Certificazione SEO di Google
@giorgiotave come sempre è stato un piacere essere di aiuto alla comunità.
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RE: [Polemic] Certificazione SEO di Google
Ciao @giorgiotave… qui il mio tweet con la risposta di Danny Sullivan: https://twitter.com/gfiorelli1/status/1523675886020534272?s=21&t=s6_Q1CcYwqYkJ1ozRM4VUg
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RE: Google: verso un motore di ricerca semantico
Nella cronologia mi manca l’acquisto nel 2010 di Metaweb da parte di Google, il cui CEO John Giannandrea sarebbe poi diventato il capo del Search di Google e al quale si deve la rivoluzione Machine Learning in G.
Adesso è Senior Vice President dell’area di ML e IA di Apple. -
RE: E-commerce e contenuti duplicati
@isotopia no… non esiste affatto una penalizzazione per contenuti duplicati da parte di Google, e Google l’ha ripetuto fino alla sazietà.
Il problema è, appunto, di qualità tecnica e, quindi, di allocazione del crawling da parte di Googlebot.
Quella che sembra una penalizzazione in realtà è un filtro. Google ha uno spazio limitato in SERP e, quindi, se un sito presenta molte pagine sostanzialmente uguali, allora filtra quelle che non considera rilevanti.
E se la duplicazione è tra siti differenti, come nel tuo esempio, allora entrano in gioco tutti gli altri fattori che fanno sì che una pagina si posiziona e un’altra no (esempio, un linking interno più efficiente).