Ciao aMorloi,
interessanti riflessioni, grazie.
Sarei curioso di conoscere il dato sul traffico da Google News e anche quello organico da Google per articoli con paywall.
fda
@fda
Post creati da fda
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RE: Paywall, Clickbait e modelli di business alternativi
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RE: [VENDO] Seo Copywriter | Content marketing - livello esperto
@navedigitale ha detto in [VENDO] Seo Copywriter | Content marketing - livello esperto:
Seo Copywriter | Content marketing
Buonasera @navedigitale , ti ho inviato una email da casella email Endelab.
Saluti
Francesco -
RE: acquistati 10 domini (come posso sfruttarli )
Ciao a tutti.
Come già detto da @Zaiviz90 , la vendita dei domini è un business a parte, che fai bene o non fai. Ma ancora più difficile è prendere un dominio e svilupparci un business per rivenderlo. È possibile monetizzare in tanti modi con un sito, ma non è semplice.Bisognerebbe partire dall'idea del business, il dominio viene dopo. Il valore del dominio dipende dal valore del business e del brand. Non è così facile costruire business e brand e, non di rado, quando uno ci riesce si tiene stretto la propria creatura.
C'è sempre la possibilità di mantenere domini a parcheggio aspettando di rivenderli, e ancora una volta non è facile. Giusta osservazione di @micropedia sui nomi a dominio: viene prima il brand e il nome del brand non è una keyword.
Un'eccezione è quella di landing page su dominio. Considera però che ci sono tante di quelle combinazioni di nome e .tld che difficilmente un'agenzia proporrà al cliente di acquistare il tuo dominio.
A proposito delle estensioni, la fiducia che ha il pubblico in un sito che non conosce dipende anche dal dominio e in particolare dall'estensione. In Italia si potrebbe preferire l'estensione .it alla .net .
Faccio un gioco al volo. Il mio business riguarda le moto elettriche, cerco il nome per il mio brand e la disponibilità del dominio, lavoro in Italia... ebrum .it è disponibile, non il .com . "eBrum" è meno generico di "moto elettriche" e più riconoscibile.
È solo un esempio, non correte a registrare il dominio oppure, se lo registrate e ci fate un grande business, mi aspetto un giro gratisAlcune agenzie seo hanno domini registrati, quasi sempre per progetti editoriali di valore scarso o modesto per inserire link di valore scarso o modesto. Costoro non acquisteranno un dominio a parcheggio.
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RE: Adotta una capra camosciata delle Alpi
Ciao @domenico-pacifico , confesso che spesso mi chiedo dove sia l'inganno, con il rischio di vedere complotti dove non esistono.
Non ci vedo nulla di scorretto nella proposta di questa azienda agricola, né penso che il contenuto dell'articolo e il fatto in sé tradiscano la promessa implicita nel titolo.Ho l'impressione che la strategia di marketing passi in secondo piano, perché scaturisce direttamente dall'idea e l'insieme di valori che ci sono dietro. Questo almeno è il messaggio che dovrebbe arrivare. Se è tutto fatto a tavolino, durerà poco.
Funziona? Probabilmente c'è un mercato, che non è mercato di prodotto ma di valori. Per dirla diversamente: il prodotto sono i valori e l'opportunità di farli propri. Può funzionare.
Tornando alla pericolosa deriva complottistica, dopo avere letto i due testi, la tua discussione e la news, mi sono chiesto se la tua fosse una marchetta.
Vediamo gomblotti, gomblotti ovunque. -
RE: Conoscete n8n.io? Sembra un IFTTT che ce la farà!
Mai usato, neppure Integromat.
IFTTT e Zapier sì.
Da provare. -
RE: La comunicazione non si improvvisa neppure sui social
@giorgiotave ha detto in La comunicazione non si improvvisa neppure sui social:
Non so se hai letto di questa nostra iniziativa con il Web Marketing Festival: il DCPM
Ho letto nel weekend, è una bella cosa, soprattutto se il Manifesto, oltre ad essere condiviso nella stesura, sarà adottato (adesione da parte di istituzioni, aziende, organizzazioni e associazioni; penso anche alle scuole, che potrebbero "promuoverlo" tra gli studenti).
@giorgiotave ha detto in La comunicazione non si improvvisa neppure sui social:
secondo me un politico non può mai prendersela con il Social Media Manager
Vero. Non sappiamo come sia andata, sappiamo che qualcosa non ha funzionato. Forse il SMM è solo il capro espiatorio.
Il SMM potrebbe dipende da un capo della comunicazione, probabile un capo ufficio stampa o una persona con tale esperienza, che coordina tutto. Se così è, allora l'errore è nel processo di controllo o delega.
Poi, nulla toglie che il politico parli e tutti annuiscano da bravi Yes-men. -
RE: La comunicazione non si improvvisa neppure sui social
@vins78 ha detto in La comunicazione non si improvvisa neppure sui social:
@fda tutto giusto quello che scrivi.
Ma nella vita normale, nella vita delle aziende tipiche italiane, che non sono così in vetta alla piramide della popolarità, che sembra quasi che nessuno li legga...Serve farsi tutte le tue vasche mentali?
Certo che sì!
Immagina se a dire che "gli anziani non sono produttivi" fosse stato il sindaco di un paesino oppure il titolare del bar dello sport o di un qualunque negozio, anche di una palestra. Pensa se l'avesse scritto in un gruppo Facebook (es. audience locale o su altri interessi).
È chiaro che l'attenzione deve essere proporzionale al ruolo dell'azienda o della persona, anche in termini di responsabilità sociale.
Viene da sé, quindi, che una grande azienda o un politico debbano prestare un'attenzione ancora maggiore, ma questo non solleva la micro azienda dal dovere adottare una comunicazione corretta anche sui social.Il marketing è farsi tante vasche mentali.
Bella immagine... adoro! -
La comunicazione non si improvvisa neppure sui social
Quante volte abbiamo visto aziende e persone più o meno famose rischiare una crisi per un post? Oggi è accaduto a Giovanni Toti, Governatore della Regione Liguria.
Toti ha pubblicato un tweet a tema covid, molto discusso per il contenuto e la forma. Questo il testo:
"Per quanto ci addolori ogni singola vittima del #Covid19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri tra i 25 decessi della #Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate."Come era prevedibile, il tweet ha generato indignazione e presto è arrivato un tweet di rettifica firmato "Lo staff". Di fatto, sembrava che lo staff fosse stato costretto a intervenire per correggere il tiro. Non so se questo secondo tweet sia stato rimosso, ma io al momento non lo trovo.
È quindi arrivato il terzo tweet che di fatto scarica la colpa allo staff:
"Il mio tweet che sta girando è stato malamente estrapolato da un concetto più ampio per un errore del social media manager e per questo ha generato fraintendimenti. Chiediamo scusa. Negli altri post è comprensibile il senso delle nostre affermazioni."Al terzo tweet c'è il link al post originale di Facebook: t.co/mcdaFkVb7f
È chiaro che è facile scaricare la colpa sul SMM; allo stesso tempo, è molto probabile che anche il primo tweet sia stato fisicamente scritto da una persona dello staff. Di fatto, qualcuno non ha fatto bene il proprio lavoro.
Perché stiamo parlando del tweet di Toti e cosa c'entra con la comunicazione?
La comunicazione di un soggetto politico, al pari della comunicazione di un'azienda, non può essere affidata al social media manager, nemmeno se parliamo di account social.Mi spiego.
I social non c'entrano proprio nulla. Tutto ciò che riguarda l'azienda - e vale lo stesso per la politica di Toti - va comunicato in maniera professionale, corretta e coerente, che si tratti di carta stampata, di televisione, di social o della partita a tresette nel bar sotto casa.
Le parole sono importanti.Il contesto cambia il tono, il ritmo, il linguaggio, ma non solleva il professionista dal dovere di esercitare il controllo su cosa si comunica e come, sempre e comunque. Se sei un SMM e non sai fare il capo della comunicazione, e neppure lo sei, allora devi essere messo in condizione di non fare una sciocchezza, magari solo perché hai sintetizzato male un concetto di per sé delicato e quindi pericoloso.
A certi livelli, il team della comunicazione deve essere coordinato da chi ne è capace, perché la crisi è dietro ogni angolo e deve essere chiaro chi ha la responsabilità di cosa. Che poi per lavorare spediti occorra delegare, e delegare a persone in gamba e sufficientemente esperte, è ovvio.
Parliamo di crisi aziendali innescate da errata comunicazione social, di come si possono prevenire, degli effetti più o meno persistenti e di come si possono superare.
Mi piacerebbe avere il vostro parere su un tema che mi sta a cuore. -
RE: Vendita di database
Ciao @Pietroc , benvenuto su connect.gt !
Che tipo di database vuoi mettere in vendita? Prova a darci qualche informazione in più sulla tua idea di progetto, se ne capiamo di più possiamo darti qualche suggerimento. -
RE: La strategia di marketing di regalare un prodotto permette di ottenere nuovi clienti ?
@vedova pone l'accento su un altro aspetto: nel digital "gratis" quasi mai è gratis.
Qual è il primo dato utile a stimare il valore di una start-up? La base dati degli utenti e ovviamente tutte le statistiche ad essa correlate, ad esempio quelle riguardanti la crescita.
Sono così importanti gli utenti (e i dati) che molte aziende hanno deciso come monetizzare soltanto in corsa, in un secondo momento; o , almeno, questo è stato percepito dagli investitori, che hanno comunque osservato, ascoltato e talvolta finanziato.
Se hai X utenti hai già "messo una scopa", anche se non sai bene cosa te ne farai. Immaginiamo quando sappiamo cosa farcene. E questo vale per molti tipi di dati.Per questo, scambiare un bene o prodotto in cambio dei dati degli utenti NON equivale a regalare.
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RE: In quanto tempo cuoce la pasta? Il Movimento Grandi Minuti
@kal tralascio il "movimento", che è fuorviante perché fa pensare alla causalità rispetto a un'azione di marketing. Ho letto anche il tuo riferimento all''instant marketing in questo post: https://connect.gt/topic/243349/persistenza-della-comunicazione .
A mio parere l'argomento non è interessante in chiave instant marketing.
Non è neppure interessante se l'implementazione di Garofalo o altri siano stata all'altezza.La domanda è: esistono consumatori sensibili alla questione di ottenere l'informazione in modo più chiaro, semplice, diretto? Mi chiedo se esista questa esigenza perché, se esiste, allora esiste un mercato, ed è di questo che si occupa il marketing. Il packaging è anche uno strumento di market research.
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RE: In quanto tempo cuoce la pasta? Il Movimento Grandi Minuti
Ciao @ilosh , la comunicazione visiva e il packaging concorrono a posizionare il prodotto e il brand e incidono sulle vendite, hanno cioè a che fare con il marketing.
I pastifici che hanno colto al volo questa opportunità hanno dimostrato di avere il dinamismo e la flessibilità indispensabili per rispondere alle sollecitazioni in tempi rapidissimi. Oggi possono testare sul campo una variabile: non tramite survey o focus group, ma con un test sul campo con prodotto e consumatori, parliamo di dati ad alto contenuto informativo. Magari verificano semplicemente che esiste un possibilità di diversificazione in termini di comunicazione, che è efficace in un mercato (che può essere trasversale ad altri mercati). Buttala via...!
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RE: La strategia di marketing di regalare un prodotto permette di ottenere nuovi clienti ?
Ciao @guadagnaeuro , la tua esperienza con la pec gratuita ha precise caratteristiche:
- ti ha permesso di provare un prodotto che altrimenti non avresti provato;
- ha scommesso sul fatto che quel prodotto ti tornasse utile al punto da acquistarlo in futuro.
Questo ci porta a rispondere al solito banalissimo modo alla domanda se la strategia del regalare è utile: dipende.
Intanto non ha senso regalare ciò che non serve o non è utile; più in generale, ha senso regalare qualcosa a qualcuno solo se questo qualcuno ne percepisce il valore.
È chiaro che il valore può essere percepito:- prima di ricevere il regalo: in questo caso l'attivazione del regalo è certa (non il seguito, ma il processo è partito);
- dopo avere ricevuto il regalo: in questo caso la strategia potrebbe non funzionare perché il processo non viene neppure attivato.
Il valore percepito non è solo quello del prodotto, anzi, spesso è quello del brand.
Sto dicendo che potrei non avere la minima idea di cosa mi stiano regalando, eppure potrei fidarmi di chi me lo sta regalando, o semplicemente di chi sta veicolando il messaggio.
Ci sono anche momenti e situazioni che facilitano l'innesco (accetto il regalo).Regalare è pericoloso, perché bisogna fare in tutti i casi conto con le aspettative e la percezione del valore. Attenzione a non tradire le aspettative.
Nel marketing funzionano soltanto i regali ad alto valore, quelli che aiutano ad entrare in contatto con il prodotto e/o il brand, al fine di pesarne il valore fino a convincerci che saremmo disposti a pagare per avere il prodotto. Il mantra è: regala solo ciò che vale tanto.
Ci si sta esponendo a un giudizio che, paradossalmente, può essere influenzato dal fatto che il prodotto sia gratuito.
Per certi versi, poi, sarebbe opportuno non regalare a tutti. Talvolta regalare può essere persino deleterio. -
RE: Lifetime Deal, sono veri o truffa?
Grazie @MaxxG , precisazione ineccepibile sul rischio di chiusura. Fortunatamente l'investimento, generalmente modesto, è commisurato a tale rischio.
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RE: Crisi Barilla: la Lega usa il brand Ringo in un messaggio sui social
Ciao @kal ,
temo che non sia così semplice la scelta di un'azione legale.
Ogni brand Barilla ha una popolazione di consumatori con caratteristiche proprie. Non è detto che la composizione ricalchi esattamente la situazione politica attuale in fatto di preferenze, ma è certamente eterogenea.
Alcuni di questi consumatori saranno sensibili alla vicenda, perché attenti e ideologizzati.
I consumatori sensibili, quelli "pro" e quelli "contro", potrebbero reagire a qualunque presa di posizione. Ciò significa che l'azienda potrebbe perdere una parte di clienti fidelizzati in seguito a una presa di posizione, anche a dispetto della posizione di facciata.
È addirittura possibile che si risentano in parte entrambe le fazioni. Immagina che arrivino le scuse all'azienda con un tweet, parlando di eccellenza italiana che dà lavoro a tante famiglie: i "contro" boicottano i prodotti dell'azienda promossa dalla Lega, ma li boicottano anche i "pro" che vedono nelle scuse un modo per prevenire una causa legale da parte di un'azienda non amica.
La vera cifra di questa vicenda è che l'azienda non muove le fila e le dinamiche della presunta crisi dipendono da azioni di terzi. In questo c'è una grande differenza rispetto a una crisi innescata dal principale azionista qualche tempo fa.
Ovviamente parliamo comunque di un gruppo e di brand molto forti, nonché di una minima parte di consumatori potenzialmente sensibili a questa vicenda. -
Crisi Barilla: la Lega usa il brand Ringo in un messaggio sui social
È notizia di oggi che la Lega (LegaSalvini) ha usato il brand Ringo per un contenuto politico sui social.
Il messaggio fa riferimento sia al marchio sia a un vecchio e noto spot, richiamandone di fatto l'immagine d'insieme, i valori.Su Twitter si è scatenata la solita indignazione cieca da tastiera: quella dei detrattori che invitano a boicottare Barilla - che detiene il marchio Ringo - e quella di coloro che attaccano i detrattori.
Barilla ha pubblicato una secca smentita: "Il Gruppo #Barilla conferma che non ha autorizzato e non autorizza l’utilizzo dei propri marchi – compreso il brand #Ringo – da parte di nessun movimento o gruppo politico."
La cosa interessante, a mio parere, è il tipo di crisi che si innesca e il modo in cui può evolvere a seconda di come viene gestita.
In teoria la crisi potrebbe trasformarsi in un'opportunità, ma non è così semplice governare questi processi in presenza di persone e tematiche calde, laddove esistono schiere ideologizzate e i fatti sono sostanzialmente estranei al brand. E per i brand la memoria dei consumatori non è sempre corta.
In questi casi la difficoltà di gestire la crisi per i brand è maggiore, perché devono fare attenzione a non attaccare la parte politica che li ha strumentalizzati, se non vogliono inimicarsi una fetta di consumatori. Una bella grana.