• Moderatore

    Persistenza della comunicazione

    Inizio una discussione su un argomento a cui tengo molto e al quale difficilmente riesco a trovare una quadra: la persistenza della comunicazione e delle azioni di marketing mirate al suo raggiungimento.

    Oggi è abbastanza chiaro che i messaggi siano istantanei, che le campagne pubblicitarie vengano pensate per essere cotte e mangiate per così dire. Si plaude spesso e moltissimo a chi trova il meme figo, a chi si butta dietro a filoni del momento, a chi riesce a coinvolgere molti in pochissimo tempo. Guru e non fanno a gara a cercare il ritorno di visibilità in tempi sempre più stretti.

    Ma funziona? Queste strategie hanno senso per un periodo che sia diverso da questa settimana - o peggio - oggi?
    O funzionano di più campagne strategiche con orizzonti temporali più lunghi?

    Detto diversamente: il ritorno dell'investimento in termini di tempo/denaro c'è per questa ricerca frenetica del tutto e subito (e di conseguenza di n-mila azioni brevissime) o - secondo voi - è più utile e profittevole uscire fuori da queste gare e pensare al futuro?

    PS sono consapevole che la risposta sia abbastanza evidente. Però mi piacerebbe ampliare il discorso non solo ai propri campi di applicazione o ai progetti propri ma anche a quelli dei nostri clienti con i possibili scenari del tipo: se lavoro per il lungo periodo può succedere che non faccio in tempo a restare consulente del cliente prima di raccoglierne i risultati e simili.

    Son curioso di ascoltare i vostri punti di vista...


  • Contributor

    Faccio una provocazione: chi parla in modo entusiasta di instant marketing, probabilmente non ha molto chiaro cosa sia il marketing.

    Per dire, sta roba qua: https://connect.gt/topic/243346/in-quanto-tempo-cuoce-la-pasta-il-movimento-grandi-minuti

    Viene affrontata come una roba da instant marketing, quando per affrontarla c'è bisogno di altro, di strategia di comunicazione, di visione, di integrare i team UX con chi si occupa del packaging, etc.

    E poi scopri che c'è chi ha sempre fatto bene su questa cosa e STRANAMENTE è anche il brand di punta del settore.


  • Moderatrice

    Credo che non serva essere frenetici nella comunicazione, funziona sul momento ma non nel lungo periodo. È un'operazione rischiosissima e si rischia di prendere parte per una o per un'altra cosa che anche nel breve periodo si può dimostrare lontana da quello che predilige l'opinione pubblica.
    Personalmente mi sta pure parecchio antipatica questa tendenza e mi indispone. Vince una grande pianificazione a lungo termine, uno strepitoso piano editoriale e la capacità di anticipare gli scenari.


  • Moderatore

    @kal ha detto in Persistenza della comunicazione:

    Faccio una provocazione: chi parla in modo entusiasta di instant marketing, probabilmente non ha molto chiaro cosa sia il marketing.

    Sono molto d'accordo in onestà.

    E poi scopri che c'è chi ha sempre fatto bene su questa cosa e STRANAMENTE è anche il brand di punta del settore.

    Ecco. E perché allora tutti gli altri si buttano nell'istantaneo ed immediato? Tutti pazzi contromano?

    Per provare a spiegarmi meglio provo ad allacciarmi a
    @lulu3 ha detto in Persistenza della comunicazione:

    Credo che non serva essere frenetici nella comunicazione, funziona sul momento ma non nel lungo periodo.

    Credo anche io. Però è ciò che vedo fare da moltissimi e - probabilmente - mi mancano dei pezzi nella visione.

    Personalmente mi sta pure parecchio antipatica questa tendenza e mi indispone.

    Siamo in due :d:


    kal lulu3 alessandro_dandrea 3 Risposte
  • Contributor

    @massy ha detto in Persistenza della comunicazione:

    Ecco. E perché allora tutti gli altri si buttano nell'istantaneo ed immediato? Tutti pazzi contromano?

    Vedo due ragioni:

    1. È quello che vendono le agenzie social
    2. C'è il sempreverde principio del "lo fanno gli altri"

    Poi bisogna riconoscere che c'è comunque un canale da occupare con il marchio. E se il canale è "instant", anche la comunicazione deve diventarlo.


    massy 1 Risposta
  • Moderatore

    Vedo due ragioni:

    1. È quello che vendono le agenzie social
    2. C'è il sempreverde principio del "lo fanno gli altri"

    Si. Però ad un certo punto il CFO dell'azienda o l'amministratore unico che cacciano i soldi diranno: ehi, figo, fantastico, mille milioni di follower. Ed il ritorno dell'investimento dove sta?
    Hanno molto senso se fossero istant non solo nel marketing ma pure nella durata della consulenza, insomma. Il fatto che siano persistenti sotto questo aspetto mi lascia pensare...


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @massy ha detto in Persistenza della comunicazione:

    ehi, figo, fantastico, mille milioni di follower. Ed il ritorno dell'investimento dove sta?

    EEEEHEHHHHH (con la voce di Vasco Rossi)

    Chi ragiona in quel modo ha allocato un budget presso un centro media, con la voce "internet"... ed il ritorno sull'investimento lo misura a valle di tutto il processo, nei dati di fatturato.

    Tendenzialmente sono quisquilie che si perdono nel marasma.


  • Moderatrice

    @massy Credo che non serva essere frenetici nella comunicazione, funziona sul momento ma non nel lungo periodo.

    Credo anche io. Però è ciò che vedo fare da moltissimi e - probabilmente - mi mancano dei pezzi nella visione.

    Il fatto è che dipende sempre da ogni singolo caso. Spesso purtroppo funziona.


  • User Attivo

    @massy ha detto in Persistenza della comunicazione:

    Ecco. E perché allora tutti gli altri si buttano nell'istantaneo ed immediato? Tutti pazzi contromano?

    Tutti pazzi non credo, però oltre a quello che dice @kal, credo ci siano anche altre ragioni, legate più strettamente al posizionamento di mercato.

    Mi spiego (e butto in mezzo Al Ries, non io che sono l'ultimo str...): sostituire il top of mind nel suo campo è difficile e potrebbe richiedere un mare di tempo... sempre che ci si riesca.
    Quindi, voglio vederla in maniera costruttiva e positiva, pensando che non sia solo un problema di mancata pianificazione, ma anche un modo per trovare uno spazietto nella mente del cliente se lo spazio "brand di pasta" è già occupato dal primo (in questo caso si parla di Barilla), eventualmente dal secondo, e poi ci sarà qualcun altro ma boh.

    C'è anche da dire che, al momento, faccio fatica a vedere una categoria "brand di pasta con i minuti scritti grandi", però non ho idea. Magari esiste, e tutto ciò ha un senso davvero. Solo che noi non siamo in target 🙂


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @aledandrea ha detto in Persistenza della comunicazione:

    C'è anche da dire che, al momento, faccio fatica a vedere una categoria "brand di pasta con i minuti scritti grandi"

    Una roba del genere non esiste e non ha senso parlarne, secondo me.

    I "minuti di cottura" non è un problema di brand identity o di awareness.

    È un problema di UX.

    Viene inseguito in questo modo, con l'instant marketing, ma andrebbe affrontato nel modo giusto, integrandolo fin dall'inizio nel processo di definizione del prodotto.

    Barilla è il "top of mind" anche per questo, perché sul packaging Barilla UX (i minuti), identity (il pacco blu) ed awareness (il logo grosso e ben definito) vanno a braccetto in modo perfetto.


    alessandro_dandrea 1 Risposta
  • User Attivo

    @kal Sì, infatti l'ipotesi sarebbe stata sensata nel caso l'azione fosse imputata al creare un nuovo segmento di mercato, ma che era chiaro non esistesse (o almeno, non nella forma in cui l'ho ipotizzato io. Però non riesco a vederlo in altro modo sinceramente).
    Son d'accordo con te sul fatto che ci siano dei motivi se Barilla è dov'è.