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Io credo che lo strumento dell' "on-line" debba essere solo un servizio in più che il commercialista può dare soprattutto per le pratiche più spiccie ma che non può prescindere dal rapporto "personale" intercorrente tra professionista e cliente.
Un piccolo consiglio che ti posso dare è che a volte per risparmiare all'inizio si rischia di pagare dazio qualche anno dopo quando, in caso di bisogno, il tuo professionista virtuale (magari mai visto in faccia)sparisca nel nulla...
Diverso è il caso di chi magari sceglie un professionista online col quale magari ci si incontri 2 volte l'anno per fare il punto della situazione, però per esperienza ci son sempre delle piccole problematiche più facilmente risolvibili di persona.
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Grazie mille per le vostre preziosi opinioni.
Penso che a questo punto sceglierò la strada dell'offline.
Grazie ancora
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Tieni anche conto che il professionista on line, se abita distante, non potrà andare all'Agenzia delle Entrate di tua competenza a chiedere chiarimenti per tuo conto se mai ti arriverà una sanzione.
Magari ti potrebbe spiegare per filo e per segno cosa dovresti dire tu, visto che ci dovresti andare di persona, ma chiaramente non è lo stesso.
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Riprendo questo post per chiarire alcuni punti che possano essere d'aiuto a tutti nel caso si debba effettuare la scelta tra un servizio a distanza ed uno come dire "a portata di mano".
La serietà del professionista non è data dal luogo da dove viene offerta la prestazione, nessun commercialista serio sparisce nel nulla davanti ad un problema del cliente chi lo fa lo farebbe anche con i propri clienti offline.Buona parte delle problematiche con l'Agenzia delle Entrate può essere risolta e definita in qualunque Ufficio e non necessariamente in quello vicino al cliente.
Ne restano fuori ad esempio le cartelle di pagamento che però possono essere risolte prima (in fase di avviso bonario) in qualunque ufficio territoriale.
Altre problematiche relative all'accertamento, inviti al contraddittorio ecc.., non riguardano praticamente mai i contribuenti in regimi fiscali agevolati, con volumi d'affari bassi, congrui agli studi di settore e via dicendo.Pratiche straordinarie che si dovessero presentare potranno essere seguite e risolte dal commercialista online delegando e dialogando con un collega vicino al cliente.
In sostanza per alcune tipologie di attività l'online è paraganabile all'off-line ma con un risparmio per il cliente. Il risparmio non è dato dalla minor qualità del servizio, ma dalla possibilità di ottimizzare il servizio offerto.
Penso ad esempio che se la maggior parte dei clienti scrivesse i propri quesiti via mail al commercialista, questo potrebbe ridurre l'orario della segretaria che risponde al telefono e fa da filtro ed il cui costo viene inevitabilmente rigirato al cliente.E' evidente che alcune tipologie di attività vanno seguite di "persona" dal professionista ma sta alla serietà del professionista discriminare ed accettare o meno l'incarico in base alla possibilità di seguire in maniera corretta il cliente o meno.
Il servizio online è a mio parere una valida alternativa che permette ai soggetti in fase d'avvio o con attività poco complesse di risparmiare qualcosa e ricevere un servizio comunque adeguato.
A mio parere è una strada da percorrere ed un'opportunità anche per i commercialisti; ridurre i costi d'immagine del proprio studio concedendo tariffe agevolate ai propri clienti non significa svilire la professione o ridurre la qualità del servizio.
Fabrizio
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Grazie fab75 per il tuo prezioso contributo.
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Ipotizziamo dunque lo scambio documentale avvenuto via e-mail.
Nessuna informazione è ragionevolmente "allegata" alle fatture ad esempio di acquisto od anche di vendita.
Inquadrare correttamente le operazioni compiute richiede un certo grado di conoscenza delle operazioni sottostanti, che sono solo fiscalmente rilevate con il documento arrivato via mail.
Il giudizio preliminare sulla correttezza ed adeguatezza dei documenti alle operazioni compiute dunque lo vedrei davvero arduo se non interpellando di nuovo via telefono (o skype o mail) il cliente.
Ma a questo punto il tempo impiegato per assitere il cliente diviene lo stesso che se lo scambio documentale fosse avvenuto di persona con quattro chiacchiere aggiuntive facendo passare i documenti(forse si salverebbero i soli costi di spostamento, ma che con un professionista vicino sarebbero comunque minimi).
A parita di qualità, a questo punto, come proporre una tariffa più bassa quando il tempo impiegato è lo stesso ???
Ipotizzo allora di eliminare l'esame critico dei documenti, risparmio tempo... non capisco esattamente l'operazione, ma contabilizzo (o memorizzo o similare)... meno tempo... tariffa inferiore... ma manca il fattore qualitativo.
Non riesco ad uscire da questa empasse.
Paolo
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Esprimo il mio parere evidentemente ignorando qualcosa poichè l'analisi della fattura mi pare una attività probabilmente utile in situazioni che esulano dal mio campo (parlo da utente).
C'è un ampia platea di utenti alle prime armi (regime dei minimi o comunque assimibabili), in particolare nell'ambito delle nuove attività informatiche (vedi nuove nomenclature degli studi di settore dello scorso anno).
Sulle fatture di vendita c'è poco da dire: prestazione d'opera (realizzazione grafica e siti).
Ma su quelle di acquisto c'è ancora meno: se compro un mouse sulla fattura viene fuori la scritta mouse, se prendo un monitor idem. Al limite se viene fuori il codice del prodotto mi pare evidente che un coso che si chiama xzy3000abc dovrò qualificarlo quando passo la fattura al consulente magari con una scrittina sulla fattura: ma chiamare analisi una cosa del genere mi pare un tantino troppo
*- cos'era quel xzy3000abc che hai comprato?- uno sparatore di raggi fotonici*
(non arriviamo a 20 secondi compreso di composizione del numero con il telefono a rotella :D)
Io comprendo pienamente che in caso di attività particolari, o anche normali, il confronto con il consulente debba essere personale anche per via delle delicatezze con cui magari ci si trova a ragionare.
Ma molti giovani nuovi contribuenti fanno dei rotondi davanti al pc, li fatturano a qualche d'uno e apportano come spese all'incirca un mouse all'anno e tre bollette della luce.
Senza sinceramente togliere nulla ad un mestiere che tra l'altro trovo affascinante: quando ci sono cose semplici da fare tocca farle semplici
Forse non è necessario costruirgli un mondo di complessità intorno per giustificare onorari alti.E' evidente che se, come tutti ci auguriamo, le cose cominciano ad andare bene e diventano più strutturate è vantaggio di tutti rianalizzare le configurazioni.
Ma registrare 10 fatture di acquisto e 10 di vendita, come per la maggior parte dei regimi minimi, per più di tot euro non è giustificabile.Forse Paolo, ragioniamo solo su platee diverse.
Vogliate accogliere con benevolenza il mio modesto commento alla questione.
- uno sparatore di raggi fotonici*
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@i2m4y said:
Ipotizziamo dunque lo scambio documentale avvenuto via e-mail.
Nessuna informazione è ragionevolmente "allegata" alle fatture ad esempio di acquisto od anche di vendita.
Inquadrare correttamente le operazioni compiute richiede un certo grado di conoscenza delle operazioni sottostanti, che sono solo fiscalmente rilevate con il documento arrivato via mail.
Il giudizio preliminare sulla correttezza ed adeguatezza dei documenti alle operazioni compiute dunque lo vedrei davvero arduo se non interpellando di nuovo via telefono (o skype o mail) il cliente.
Ma a questo punto il tempo impiegato per assitere il cliente diviene lo stesso che se lo scambio documentale fosse avvenuto di persona con quattro chiacchiere aggiuntive facendo passare i documenti(forse si salverebbero i soli costi di spostamento, ma che con un professionista vicino sarebbero comunque minimi).
A parita di qualità, a questo punto, come proporre una tariffa più bassa quando il tempo impiegato è lo stesso ???
Ipotizzo allora di eliminare l'esame critico dei documenti, risparmio tempo... non capisco esattamente l'operazione, ma contabilizzo (o memorizzo o similare)... meno tempo... tariffa inferiore... ma manca il fattore qualitativo.
Non riesco ad uscire da questa empasse.
Paolo
Ciao Paolo,
non prendo neanche in considerazione l'ipotesi della necessità di chiarimenti che per risparmiare tempo non vengono chiesti, sai bene che un professionista serio non lo farebbe.Dico che alcune attività dopo un inquadramento iniziale (fattibile via telefono o skype) viaggiano su binari semplici e non necessitano di continui confronti. Qualora sorgesse tale necessità si valuterà se modificare il rapporto o se sia consigliabile rivolgersi ad un commercialista offline abbandonando l'online.
In sostanza io non mi sento di bocciare a priori una scelta; il commericialista che scieglie di seguire anche clienti a distanza se lo fa seriamente e sapendo limiti e pregi della cosa non creerà danni al cliente e offrirà un'alternativa al servizio tradizionale.
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Vorrei far capire che non critico l'impostazione, anzi ben venga. Sono certo che ci sono commercialisti che approcciano seriamente anche l'assistenza online ai piccoli contribuenti. E sono certo che a certi contribuenti può far comodo avvalersi di un commercialista a distanza.
Purtroppo però, pur on line, non vedo alcun risparmio di tempo significativo nella prestazione professionale (ben inteso a parità effettiva di qualità offerta) e dunque non trovo modo alcuno per concedere una risparmio al cliente in termini di tariffa.
Addirittura, ben ragionando, il commercialista on line si trova gravato da piccoli maggiori oneri: ad esempio, non essendo generalmente praticata la conservazione sostitutiva dei documenti, egli si sobbarcherà anche la stampa di tutti i documenti pervenuti (carta, toner, stampante e signorina che passa il tempo a stampare) al fine di costituire presso di lui l'archivio previsto per legge per tutti i clienti on line.
Mi piacerebbe approfondire, visto che non li vedo, dove siano i risparmi in termini di tempo.
Non so.
Paolo
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Pur non essendo commercialista azzardo un parere (ferme restando le premesse che mi paiono condivise) a partire da quello che vedo per altri tipi di professionisti a me più vicini:
L'onorario di un professionista è tarato su molteplici fattori.
Il costo orario medio che si stima ingloba, ovviamente, anche i costi di gestione che il professionista è tenuto a sopportare per svolgere la propria attività.- acquisto o affitto dei locali in cui si svolge l'attività
- oneri indotti da tale gestione: utenze, servizi di pulizia e manutenzione, gestione ordinaria dei consmabili in genere
- personale addetto all'accoglienza et similia
A parità di tempo dedicato al committente, se opero in pantofole e con mia sorella in ciabatte (perdonate l'ardita estremizzazione che spero vi farà solo che sorridere) in un locale magari contiguo alla mia abitazione avrò un quantitativo X di spese in meno che evidentemente mi porrà più a buon mercato di altri.
E nulla hanno a che fare le mie pantofole con il mio grado di aggiornamento, professionalità e attenzione.
(Ho frequentato studi di commercialisti particolarmente sontuosi e, per quanto belli e gradevoli, non mi faceva piacere dovermi accollare il lecito sfarzo :P)Forse non è una questione di risparmiare tempo ma di poter quotare diversamente il tempo.
E il fatto di avere meno spese lo permette evidentemente. No?
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Il risparmio economico è possibile in quelle strutture piccole o di nuova costituzione dove avere clienti online può evitare di dover assumere una segretaria o collocarsi con lo studio in centro per essere più visibili.
Concordo con te Paolo che in strutture già consolidate o di medie dimensioni diventa difficile ridurre i costi in funzione di alcuni clienti a distanza.Il risparmio di tempo lo considero nel senso che per me rispondere a 5 mail a fine giornata, piuttosto che ricevere 5 telefonate mi permette di organizzare in maniera più efficiente la risposta senza dover interrompere continuamente quello che sto facendo per poi riprenderlo.
Per quanto riguarda la qualità il mio pensiero è che per alcune tipologie di clienti (piccoli, minimi, forfettini, semplificati ecc..) la nostra attività consiste prettamente o principalmente nella fornitura di un servizio la qualità del quale non viene intaccata dalla distanza.
Quello però che mi preme (ed è per questo che sono intevenuto in questa discussione) è che non si consideri a priori non professionale un servizio a distanza che invece può essere per giovani commercialisti un tipo di attività interessante e per il cliente un alternativa al servizio tradizionale.
Può tra l'altro servire a darci un immagine più moderna di quella che abbiamo al momento.
Certo per le firme in originale serve ancora la posta, ma secondo me la tecnologia non ci metterà molto ad ovviare al problema.
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Sulla modernità della nostra professione sinceramente non concordo. Da anni siamo infatti i primi ad interagire con la pubblica amministrazione per via telematica. Gestiamo innumerevoli pratiche in quel modo e siamo stati i primi a farlo.
Se poi ti riferisci alla carta intestata con caratteri antichi... direi che lì forse si tratta solo di un vezzo della nostra categoria.Per quanto concerne la qualità prestata resto della mia idea... certamente la qualità potrà essere buona in alcuni casi... conoscendo la tua ampia preparazione, Fabrizio, sono sicuro che tu ne sei un valido esempio... ma sono altresì sicuro che di persona l'assistenza sarebbe più sartoriale coglierebbe più sfiumature (sempre ipotizziamo resa da te).
Va beh, va beh... io ho fatto una scelta di campo anni or sono e non voglio convincere Voi colleghi.
Paolo
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Mi riferivo a modernizzazione nel senso di immagine più dinamica data all'esterno soprattutto nei confronti dei potenziali clienti, non certo nella sostanza dove concordo con te riguardo al dialogo con la pubblica amministrazione.
E' bello poi che ci si confronti e che ognuno poi difenda e si tenga la sua opinione.
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Ragazzi , help
mi sto accingendo a stringere un rapporto di fiducia con uno di questi commercialisti on line .Oggi pero' stavo verificando se fosse iscritto all' Ordine dei commercialisti e non riesco a trovarlo .
In rete trovo solo informazioni sul suo sito che gestisce e la varie attivita' che svolge ma niente piu..
Come posso fare ? cosa mi consigliate ?
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Per poter verificare se un professionista è iscritto all'Albo dei Dottori Commercialisti, si può inserire nome e cognome qui
http://www.cndcec.it/PORTAL/home/ricercacommercialista/ricercacommercialista.jspSe il nominativo non c'è in quella banca dati, significa che il professionista non è un Dottore Commercialista.
Sta a te fidarti o meno di un consulente non commercialista.
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edit post doppio
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In alcuni casi potrebbe non risultare in quell'elenco, consiglio come controprova di controllare anche nel sito dell'ordine territoriale.
Io per esempio ho cambiato ordine (da Venezia a Forlì) a gennaio 2009, e nell'elenco del sito del consiglio nazionale al momento non risulto, ma in quello dell'ordine territoriale si.
Dipende da quando vengono fatti gli aggiornamenti che secondo me sono annuali.Nel motore di ricerca infatti compare l'avviso in rosso che la ricerca vale solo per le anagrafiche aggiornate dall'ordine territoriale.
Fabrizio
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Sì, sono un po' lenti ad aggiornare, tuttavia quello è il database ufficiale.
Al limite si può controllare direttamente nell'Ordine locale in cui il soggetto dovrebbe essere iscritto.Preciso due cose:
- un professionista non commercialista non può utilizzare il titolo di "Dottore Commercialista" per cui lo capisci subito se è o non è iscritto all'Albo, già da come si presenta;
- se invece utilizza lo stesso il titolo di "commercialista" senza però avere la regolare iscrizione, è passibile di denuncia.
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@fab75 said:
In alcuni casi potrebbe non risultare in quell'elenco, consiglio come controprova di controllare anche nel sito dell'ordine territoriale.
Io per esempio ho cambiato ordine (da Venezia a Forlì) a gennaio 2009, e nell'elenco del sito del consiglio nazionale al momento non risulto, ma in quello dell'ordine territoriale si.
Dipende da quando vengono fatti gli aggiornamenti che secondo me sono annuali.Nel motore di ricerca infatti compare l'avviso in rosso che la ricerca vale solo per le anagrafiche aggiornate dall'ordine territoriale.
Fabrizio
Non riporta da nessuna parte che sia un dottore commercialista.
Inoltre mi e' impossibile dalle poche informazioni che ho dal suo sito fare una ricerca territoriale o mirata , anche in firma d risposta alle mail non c'e nessun riferimento dal luogo ove ha sede o da dove operi.IN che rischi potrei incorrere?
ero allettato dal fatto che comunque con una spesa mensile inferiore alle 100euro avrei avuto l'assistenza necessaria per svolgere tranquillamente la mia attivita'...
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L'assistenza fiscale e contabile è attività libera per cui puoi rivolgerti anche ad una persona non iscritta all'Albo dei Dottori Commercialisti. Se è una persona seria non rischi nulla.
Il linea generale (non voglio parlare di casi particolari altrimenti scoppia un putiferio) sciegliendo un Dottore Commercialista hai maggior garanzia di preparazione per il percorso di studi obbligato, per l'obbligo di aggiornamento continuo, e per la vigilanza dell'Ordine di appartenenza. Buoni e cattivi poi si trovano sia tra gli iscritti sia tra i non iscritti.