• User

    Sono nera! E' legale quello che mi chiedono?

    Non so se sia la sezione giusta, ma vorrei chiedere se secondo voi è legale che il presidente della società per la quale sono socia ( con partita iva, ovviamente), mi chiede di arrivare puntuale alle 9 tutte le mattine, seppure io abbia un contratto che specifica che NON ho vincoli di orario specifici. Faccio notare che, di un contratto vero non se ne parla e che mi pago all'anno 5000 euro di inps, per cui di 1300 euro netti che prendo, devo scalare 300 di iva ed altri 400 devo metterli da parte per arrivare a fine anno a pagare queste tasse.
    E' giusto che lui, alle mie proteste adduca scuse tipo che alle 9 può capitare che abbia bisogno di un numero di telefono e mi chiami, e non trovandomi gli girino le scatole?
    Da notare che io arrivo alle 9.15/9.30 come gli altri, ( però abbiamo mansioni differenti), e la mattina purtroppo essendo ipotesa e soffrendo d'insonnia faccio moltissima fatica ad alzarmi. Gli ho spiegato queste cose e lui ovviamente se n'è fregato dicendo " eh, lo so!" ( e poi non lo nego, non trovo giusto avere un orario fisso, dato quello che prendo e dovendo pure pagarmi le tasse).
    Come posso fare nel caso arrivasse a licenziarmi? Potrei fare qualcosa a livello legale? Mi girano molto le scatole in questo momento, è l'ennesima ingiustizia.
    Mi date qualche speranza o l'unica speranza in Italia è assoggettarsi a regole dittatoriali?
    Sono nera. :arrabbiato:


  • Super User

    Ciao.

    La questione è da analizzare non sotto il profilo etico per cui lascio qualsiasi considerazione a te, ma semmai sotto il profilo giuridico.

    In effetti non si capisce esattamente quale sia la tua posizione in quella società.

    Dici di essere "socia (con partita Iva". Non si capisce esattamente cosa significhi. Posso dunque pensare io a quella che sembrerebbe essere più probabilmente la Tua situazione.

    Sembri dunque una socia che è anche professionista ed, in quanto tale, presta i propri servizi a tale società.

    Da un lato: se non esiste un contratto scritto che lo prevede non sei tenuta a nessun vincolo di orario. Sei tenuta a rendere il tuo servizio promesso secondo le modalità da te scelte di concerto con il tuo cliente (la società di cui sei socia).

    Da altro lato: sei "licenziabile" istantaneamente proprio in virtù del fatto che tu sei un soggetto totalmente indipendente dalla società di cui sei socia.

    Collaborare continuativamente con una società e solo con quella avrebbe richiesto un inquadramento diverso da quello che pare tu abbia, magari da vera dipendente o da collaboratrice a progetto. Era da valutare prima di iniziare.

    Ora ti trovi a ragionare con un inquadramento che da un lato di aiuta e dall'altro ti ostacola.

    In Italia, come negli altri Paesi, non si deve soggiacere a nessuna regola dittatoriale, basta informarsi prima e decidere sulla base delle informazioni assunte. Evidentemente qui non è stato fatto in questo modo.
    Allo stesso modo il tuo "dovendo pure pagarmi le tasse" sembra una lamentela, ma è così per tutti i lavoratori.

    Paolo


  • User

    Esatto, purtroppo la situazione è quella da te descritta, sono una libera professionista con mansioni di contabile amministrativa, e non c'è stato verso di ottenere un contratto come dipendente o a progetto perchè è una piccola realtà ( siamo in 6), e al momento in cui mi hanno proposto di aprire la partita iva, avevo bisogno di un lavoro e non ho potuto fare altrimenti dato che in giro non trovavo altro.
    Comunque vedi, io mi arrabbio non perchè pago le tasse come tutti, ma perchè, nonostante non abbia un contratto da dipendente, devo rispettare esattamente le stesse regole di un dipendente a tutti gli effetti, e questo mi sembra illogico e ridicolo, soprattutto in funzione di quel che è il mio stipendio, che viene dimezzato mensilmente per far fronte a tutte le tasse annuali ( mentre solitamente il lordo di uno stipendio da dipendente è piu' alto di quello che prendo io).
    A questo punto però, mi par di capire che posso fare poco o nulla. Grazie per la risposta.


  • User Attivo

    La tua situazione è molto comune. In effetti spesso i datori di lavoro preferiscono "assumere" un dipendente senza un vero contratto, ma da libero professionista con partita IVA.
    Inutile dire che ciò dipende dal minor costo che devono sostenere.
    Secondo me non è tanto un fatto di orari (se tu fossi realmente una dipendente a carico della tua Società avresti ovviamente degli orari da rispettare).
    Il discorso è che troppo spesso i datori di lavoro approfittano di questo trucchetto per risparmiare una cifra mooolto grande, a solo scapito del lavoratore.
    In effetti il dipendente costa molto e ha delle forti tutele (malattie, maternità, ferie; tfr, contributi, tasse).
    Ma il libero professionista costa troppo poco!
    Basterebbe garantire lui una cifra mensile che permetta di avere un netto paragonabile a quello del dipendente, una volta pagate le varie somme dovute.
    Invece troppo spesso il datore di lavoro dà direttamente il netto al professionista!
    E' lì il problema.....se ti desse il giusto stipendio non avresti problemi di orario...
    Per questi casi sarei favorevole agli interventi delle Autorità che sanzionava questo tipo di rapporto di lavoro perchè, sebbene inquadrato diversamente, era a tutti gli effetti un lavoro da dipendente. Per cui si svelava la furbata del datore di lavoro e, se non sbaglio, in quei casi "obbligavano" il datore di lavoro ad assumere il professionista con tutte le garanzie del caso; in questi interventi a tutela del lavoratore c'era però un anello debole, perchè non era detto che il datore di lavoro regolarizzasse quelle posizioni, magari preferiva rinunciare (licenziare) quella persona.

    Corvojoe


  • Super User

    Mettiamola così allora: la miglior difesa è l'attacco.

    Intenta una causa di lavoro in cui dimostri che quello è il tuo unico cliente, che devi il rispetto di orari (fatti magare indicare via mail dal presidente), che hai mansioni subordinate gerarchicamente al suo indirizzo, che non puoi organizzare il lavoro come meglio credi perchè devi rispettare direttive ecc. e che quindi sei in sostanza una dipendente "sfruttata" con una indegna ed inappropriata vessazione all'apertura della partita Iva.
    Un buon avvocato del lavoro saprà consigliarti al meglio.

    Paolo


  • User

    @corvojoe11 said:

    La tua situazione è molto comune. In effetti spesso i datori di lavoro preferiscono "assumere" un dipendente senza un vero contratto, ma da libero professionista con partita IVA.
    Inutile dire che ciò dipende dal minor costo che devono sostenere.
    Secondo me non è tanto un fatto di orari (se tu fossi realmente una dipendente a carico della tua Società avresti ovviamente degli orari da rispettare).
    Il discorso è che troppo spesso i datori di lavoro approfittano di questo trucchetto per risparmiare una cifra mooolto grande, a solo scapito del lavoratore.
    In effetti il dipendente costa molto e ha delle forti tutele (malattie, maternità, ferie; tfr, contributi, tasse).
    Ma il libero professionista costa troppo poco!
    Basterebbe garantire lui una cifra mensile che permetta di avere un netto paragonabile a quello del dipendente, una volta pagate le varie somme dovute.
    Invece troppo spesso il datore di lavoro dà direttamente il netto al professionista!
    E' lì il problema.....se ti desse il giusto stipendio non avresti problemi di orario...
    Per questi casi sarei favorevole agli interventi delle Autorità che sanzionava questo tipo di rapporto di lavoro perchè, sebbene inquadrato diversamente, era a tutti gli effetti un lavoro da dipendente. Per cui si svelava la furbata del datore di lavoro e, se non sbaglio, in quei casi "obbligavano" il datore di lavoro ad assumere il professionista con tutte le garanzie del caso; in questi interventi a tutela del lavoratore c'era però un anello debole, perchè non era detto che il datore di lavoro regolarizzasse quelle posizioni, magari preferiva rinunciare (licenziare) quella persona.

    Corvojoe

    Ecco, hai c'entrato in pieno quello che volevo dire.
    La mia idea in realtà era di chiedere un piccolo aumento, ma con che faccia vado lì e chiedo di aumentarmi lo stipendio, considerando che i miei colleghi, laureati e con molte piu' responsabilità, prendono poco piu' di me, lì dentro? ( però sono iscritti all'albo dei professionisti e pagano meno tasse, ovviamente)
    Il problema di fondo è che, non solo è una società che non ha un fatturato annuo esagerato ( si aggira attorno ai 200 mila euro), ma che hanno impostato un tipo di rapporto di tipo amichevole ( a volte si fanno grigliate assieme o ci si ritrova a casa di uno o dell'altro), e quindi dovrei avere già un altro lavoro pronto che mi aspetta, per poter fare quello che mi state consigliando voi senza incrinare irreversibilmente i rapporti.
    Purtroppo allo stato attuale, dato che convivo e sono l'unica che lavora full time, e col mio compagno che guadagna 200 euro per 8 ore al giorno ( quindi direi situazione economica ultra-delicata), non mi posso permettere di intentare cause o rivolgermi a chi possa farmi giustizia perchè questo lavoro devo tenermelo buono.
    Però mi fa immenso piacere sapere che ho dalla mia parte la ragione e che, qualora le cose dovessero peggiorare, potrei per lo meno tentare di non farmi calpestare ulteriormente.


  • User Attivo

    @i2m4y said:

    Mettiamola così allora: la miglior difesa è l'attacco.

    Intenta una causa di lavoro in cui dimostri che quello è il tuo unico cliente, che devi il rispetto di orari (fatti magare indicare via mail dal presidente), che hai mansioni subordinate gerarchicamente al suo indirizzo, che non puoi organizzare il lavoro come meglio credi perchè devi rispettare direttive ecc. e che quindi sei in sostanza una dipendente "sfruttata" con una indegna ed inappropriata vessazione all'apertura della partita Iva.
    Un buon avvocato del lavoro saprà consigliarti al meglio.

    Paolo
    Ovviamente la tua è una provocazione.
    Conosco bene queste situazioni; purtroppo è difficile pensare di percorrere le vie legali....il rapporto, sebbene nettamente a sfavore del lavoratore, si basa comunque sulla fiducia, difficile continuare a lavorare per una persona che mi manda un avvocato, difficile per entrambi.
    Mi spiace che troppo spesso non si usa il buon senso.
    I giovani sono l'anello debole della società di oggi. Ed è tristissimo vedere come si specula sul lavoro, su cui la nostra Repubblica, come altre, è fondata.
    Spesso parlando della precarietà del lavoro d'oggi si centra l'attenzione al solo discorso tempo determinato o non; sento poco spesso prendere le difese di altri tipi di difficoltà dei nuovi lavoratori: mi viene per esempio in mente di come si faccia abuso dello stage, semplicemente un modo per avere manodopera gratis, ripeto gratis, per poi mandarti via dopo 6 mesi e prendere il nuovo stagista.
    Scusate se mi sono divagato, ma c'erano nervi scoperti.
    Comunque, tornando a te Malvasia, credo che solo con il dialogo tu possa ottenere qualcosa di più, cerca di fargli capire dove va a finire il tuo stipendio, ma non farti illusioni.

    Corvojoe


  • User Newbie

    @corvojoe11 said:

    Ovviamente la tua è una provocazione.
    Conosco bene queste situazioni; purtroppo è difficile pensare di percorrere le vie legali....il rapporto, sebbene nettamente a sfavore del lavoratore, si basa comunque sulla fiducia, difficile continuare a lavorare per una persona che mi manda un avvocato, difficile per entrambi.
    Mi spiace che troppo spesso non si usa il buon senso.
    I giovani sono l'anello debole della società di oggi. Ed è tristissimo vedere come si specula sul lavoro, su cui la nostra Repubblica, come altre, è fondata.
    Spesso parlando della precarietà del lavoro d'oggi si centra l'attenzione al solo discorso tempo determinato o non; sento poco spesso prendere le difese di altri tipi di difficoltà dei nuovi lavoratori: mi viene per esempio in mente di come si faccia abuso dello stage, semplicemente un modo per avere manodopera gratis, ripeto gratis, per poi mandarti via dopo 6 mesi e prendere il nuovo stagista.
    Scusate se mi sono divagato, ma c'erano nervi scoperti.
    Comunque, tornando a te Malvasia, credo che solo con il dialogo tu possa ottenere qualcosa di più, cerca di fargli capire dove va a finire il tuo stipendio, ma non farti illusioni.

    Corvojoe

    Continuo a pensarla esattamente come te, su tutto e soprattutto sullo stage. Ti dico solo che il mio ragazzo sta lavorando per otto ore al giorno a 200 euro con un contratto a progetto di tre mesi e la speranza ( vana), che dopo arrivi un contratto migliore.Ovviamente abbiamo già capito che dopo non ci sarà proprio un bel niente, ed è logico che in questo modo una persona non sia motivata a produrre o a lavorare bene.
    Non mi perdo in divagazioni perchè potrei parlare ore su questo argomento, ma servirebbe a poco o niente se non a sfogarmi.
    Riguardo al tuo consiglio,ti dico solo che loro lo sanno dove finisce il mio stipendio, perchè non sono proprio degli sprovveduti, ma pur sapendolo se ne fregano.
    Nonostante questo penso che tra qualche tempo gli parlerò, ma non mi faccio affatto illusioni ed ho già pronto il curriculum da mandare in giro.
    Fatemi tanti auguri perchè ne avrò bisogno. Corvo grazie per aver capito perfettamente la situazione e per i consigli. Fa sempre piacere vedere che c'è chi ti capisce ed è rincuorante, soprattutto se stai passando un momento un pò particolare come lo sto passando io. 🙂

    Scusate ho usato il pc di quel bestio di mio padre e non ho sloggato, comunque sono Malva!


  • User Attivo

    @malvasia said:

    Esatto, purtroppo la situazione è quella da te descritta, sono una libera professionista con mansioni di contabile amministrativa, e non c'è stato verso di ottenere un contratto come dipendente o a progetto perchè è una piccola realtà ( siamo in 6), e al momento in cui mi hanno proposto di aprire la partita iva, avevo bisogno di un lavoro e non ho potuto fare altrimenti dato che in giro non trovavo altro.
    Comunque vedi, io mi arrabbio non perchè pago le tasse come tutti, ma perchè, nonostante non abbia un contratto da dipendente, devo rispettare esattamente le stesse regole di un dipendente a tutti gli effetti, e questo mi sembra illogico e ridicolo, soprattutto in funzione di quel che è il mio stipendio, che viene dimezzato mensilmente per far fronte a tutte le tasse annuali ( mentre solitamente il lordo di uno stipendio da dipendente è piu' alto di quello che prendo io).
    A questo punto però, mi par di capire che posso fare poco o nulla. Grazie per la risposta.

    E' evidente che il tuo problema è l'inquadramento e il rapporto di lavoro. Comunque se esiste anche un problema fiscale (da quanto mi sembra di intuire) puoi valutare se esistono margini per abbattere il tuo imponibile e/o recuperare qualcosa in dichiarazione.


  • User Attivo

    Cara Malvasia
    io comprendo la tua situazione perchè mi capita di sentire quasi ogni giorno situazioni simili.

    Comprendo anche che uno cerca di tenersi stretto quel minino di guadagno che ha, ti dico però anche che finchè certi datore di lavoro sanno di poter ricattare il lavoratore continueranno a farlo tranquillamente.

    Io credo che tu abbia le armi per spuntare un trattamento migliore.
    Nel senso che o lui ti paga una parcella congrua al tuo lavoro o tu gli fai causa presso la DPL o l'INPS perchè il tuo venga riconosciuto come lavoro subordinato.
    Dall'altro gi fai causa con un avvocato o patronato per vederti riconosciute le tue spettanze.

    Ti assicuro che il tutto gli costerebbe un occhio della testa e gli conviene pagarti di più adesso.


  • User

    @Bax said:

    E' evidente che il tuo problema è l'inquadramento e il rapporto di lavoro. Comunque se esiste anche un problema fiscale (da quanto mi sembra di intuire) puoi valutare se esistono margini per abbattere il tuo imponibile e/o recuperare qualcosa in dichiarazione.

    Cosa intendi per problema fiscale? Scusa ma me ne intendo davvero poco.

    Grisu59, io so di avere la legge dalla mia parte e so che potrei intentare cause etc etc, ma siccome questo è l'unico posto di lavoro che ho attualmente ( come già spiegato sopra), sarebbe davvero troppo pericoloso ora rischiare di mandare tutto in fumo per impuntarmi così drasticamente. Potrei farlo, certo, ma sicuramente i rapporti coi miei soci si rovinerebbero completamente e sarebbe impossibile continuare a lavorare qui.
    Invece opterei per una soluzione moderata, ovvero tentare di parlargli e spiegargli quali sono le mie richieste, e poi vedere se se ne fregano o meno.


  • User Attivo

    @malvasia said:

    Cosa intendi per problema fiscale? Scusa ma me ne intendo davvero poco.

    Intendo dire di valutare se esistono strade da percorrere per una riduzione del carico fiscale. Tutto qui.


  • User Attivo

    @Paperino said:

    Riguardo al tuo consiglio,ti dico solo che loro lo sanno dove finisce il mio stipendio, perchè non sono proprio degli sprovveduti, ma pur sapendolo se ne fregano.
    Nonostante questo penso che tra qualche tempo gli parlerò, ma non mi faccio affatto illusioni ed ho già pronto il curriculum da mandare in giro.
    Fatemi tanti auguri perchè ne avrò bisogno. Corvo grazie per aver capito perfettamente la situazione e per i consigli. Fa sempre piacere vedere che c'è chi ti capisce ed è rincuorante, soprattutto se stai passando un momento un pò particolare come lo sto passando io. 🙂

    So che sanno dove finisce il tuo stipendio. Però magari se, in tono amichevole, trovi il modo di fare il conto della serva davanti a lui potrebbe "capire meglio".
    Ti capisco perchè ovviamente ci sono passato e vedo passarci persone a me care....ripeto è un problema serio e diffuso per le nuove generazioni di lavoratori....
    Mi raccomando non mollare....verranno tempi migliori.....effettivamente col tempo ci si ritaglia meglio il proprio spazio.....ti faccio i miei migliori Auguri!! 😉

    Corvojoe