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ritengo che il commercialista sia tenuto a risarcire le sanzioni per la negligenza a lui imputabile, ma non per la maggiore imposta dovuta (che sarebbe stata comunque a carico del contribuente) e nemmeno per gli interessi (poichè di fatto il contribuente a beneficiato di una effettiva dilazione)
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@azzurro78 said:
in ogni caso, assicurazione o no, se sbaglia la responsabilità civile è comunque sua
e poi io posso essere un totale ignorante e affidarmi ad un comercialista proprio perchè non so niente di fisco ecc..La legge non ammette ignoranza e non esistono eccezioni.
La responsabilità fiscale è tua quasi in ogni caso.
Il commercialista potrà avere una eventuale responsabilità di tipo contrattuale.... tutta da dimostrare.Paolo
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@i2m4y said:
La legge non ammette ignoranza e non esistono eccezioni.
La responsabilità fiscale è tua quasi in ogni caso.
Il commercialista potrà avere una eventuale responsabilità di tipo contrattuale.... tutta da dimostrare.Paolo
quello che ho detto io
poi vai a dimostrare
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Io pago un professionista (commercialista) per farmi tutti i conti (irpef iva inps e compagnia bella) a fronte della fornitura di tutte le informazioni necessarie a farli (fatture attive, passive di vario genere): lui alle scadenze prefissate mi scodella il modello F24 con le somme da versare e la sua parcella per aver fatto i conti.
Domanda1: io non ho mai visto un dettaglio dei conti che lui fa (quanto ha dedotto di cosa), dovrei chiederlo?
Domanda2: davvero se pago un professionista, il commercialista in questi casi, per non dovermi occupare di una questione (fiscale in questo caso) devo in realtà capirne lo stesso?
Io non conosco le scadenze, ad esempio: se lui se ne dimentica... è colpa mia?In questo caso, considerato che sono sempre io il soggetto responsabile, e che quindi mi devo interessare di verificare i conto del mio commercialista... a cosa si deve la sua parcella?
grazie mille Bianca
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Posso suggerire delle risposte:
il commercialista non è obbligatorio per legge per gli adempimenti fiscali;
il commercialista fornisce una prestazione di mezzi volta al risparmio fiscale nel rispetto degli obblighi di legge e questo è l'oggetto della sua parcella;
esiste un codice deontologico a cui il commercialista deve attenersi nel quale è previsto un comportamento secondo buona fede e correttezza.E' possibile che contrattualmente nella consulenza fornita dal commercialista al contribuente sia prevista una forma di risarcimento in caso di errori a lui imputabili. Nello stesso contratto dovrebbe essere specificata la natura e l'oggetto della prestazione.
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Grazie Bax.
Ma a questo punto scodello la Domanda3: dovevo fare un contratto con il commercialista?Io gli ho portato le carte relative alla mia attività e ho chiesto: mi segui?
Ha detto si.
Ora mi scodella gli F24 e la sua parcella.
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Ciao naonda,
Il commercialista viene pagato per il suo lavoro quindi farti i conteggi ecc...
Tu puoi sempre chiedere spiegazione dei conteggi se c'è qualcosa che non ti torna e nessuno mai ti negherà risposta.
Solitamente se a causa di errore o dimenticanza del professionista tu non paghi un importo che dovevi la sanzione ti sarà pagata dal professionista (esistono apposite assicurazioni professionali).
Per il fatto se devi capirne o meno è una tua scelta, dipende sa quanto poco ti fidi del commercialista e quanto vuoi controllare quello che fa, ma forse è meglio cambiare consulente allora.Fabrizio
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Ciao Fabrizio e grazie mille per la tua attenzione.
Cambiare consulente non è tutto rose e fiori, nel senso che riducendo ai minimi termini le argomentazioni e modulandole secondo la mia esperienza "so' tutti uguali".
Ce ne sono stati di due tipi nella mia esperienza: quelli che ti fregano e quelli che non ti aiutano.
Nel primo caso ci rimetti dei denari, nell'altro non risparmi quello che lecitamente, invece, potresti.Mi sto interessando di capire le questioni fiscali proprio per via di queste due (estreme, è vero) esperienze e, anche leggendo questo forum, mi sto accorgendo che è una realtà molto bella. Nel senso che fare il commercialista è (dovrebbe essere) un ruolo molto meno asettico e computativo di come pare.
Consigliare (per l'appunto) ad un cliente di fare un acquisto piuttosto che un altro (e/o investimenti di un certo genere piuttosto che altri) è un'attività molto bella e coinvolgente.
Chiusa questa parentesi che mi sta facendo pensare di rimettermi a fare l'universitaria-lavoratrice per imparare a badare bene ai miei conti e a quelli dei miei congiunti, ti (vi) faccio una domanda diretta:
il mio consulente è uno di quelli che se puo scegiere di farti risparmiare o no un soldo, opta per il no a meno che tu non gli stai dietro dietro come un bambino nell'età dei perchè.
Per cui è frenetico nell'ingiungerti di pagare l'ici, salvo poi disinteressarsi del fatto che tu hai dimenticato di portargli il resoconto degli interessi passivi del mutuo (per cui non te li fa scaricare).In questo caso e in casi analoghi (tolto il fatto di cambiare commercialista) l'omissione è "rimborsabile"?
Domanda universale: esistono commercialisti che amano fare il loro lavoro e lo fanno in piena legalità E nell'interesse del cliente?
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L'omissione di cui parli è difficile da valutare. Mi spiego gli interessi sul mutuo non inseriti posso inserirli successivamente inviando una dichiarazione integrativa e ho un anno per farlo quindi posso rimediare alla svista. In generale l'errore deve essere evidente e dimostrabile nel tuo esempio mi sa che si va a finire nel caso la tua parola contro la sua (tu non me lo hai detto, si te lo detto sei tu che ti sei dimenticata).
Commercialisti come in ogni ambito se ne trovano di tutti i tipi, io sono di parte ma di bravi e seri ce ne sono molti.
Fabrizio
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Il mio ragionamento è in questi termini.
Io mi avvalgo di un professionista per tutte le questioni che non ricadono nel mio ambito di specializzazione. Ritengo che siano soldi che mi posso permettere di pagare al fine di "esonerarmi" dall'imparare un altro mestiere.
E al fine di "esonerarmi" dall'avere un certo numero X di preoccupazioni.Ad esempio il notaio mi fa presente che posso usufruire di una serie di agevolazioni fiscali in caso di acquisto di un immobile come prima casa. Lo pago per questo e per una serie di altre tutele che egli mi fornisce.
Poi comunico al consulente che ho acquistato casa grazie anche alla concessione di un mutuo. Per il principio di sovrabbondanza gli porto tutte le scartoffie che mi hanno accompagnato nella compravendita.
Fermo restando che la legge non ammette ignoranza, il fatto di pagare un commercialista mi esonera dal sapere che poso scaricarmi gli interessi passivi del mutuo?
Non è che gliel'ho detto o no.... non lo sapevo che potevo scaricarli.
Inoltre per una serie di catastrofi è successo che la certificazione della banca non mi è pervenuta...altrimenti avrei almeno chiesto cos'era.Risultato è che non sono stati computati.
Pur auto-biasimando la mia ignoranza, secondo questa esperienza... quante sono le cose che mi posso detrarre e di cui nessuno (neanche il mio remunerato commercialista) mi da notizia?
Sono certa che ne esistano di bravi di consulenti, intendiamoci. Proprio frequentando questo forum, infatti, mi sono accorta che la mia insoddisfazione aveva ragione di essere.
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ok allora la mia domanda universale è a cosa [...] serve pagare un commercialista tanto poi se sbaglia sono sempre e unica,ente [...] tuoi?????????????????????
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Ciao Leoncino77 e benvenuto nel Forum GT.
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Il Forum GT e' pubblico, mette a disposizione degli utenti, in forma gratuita, uno spazio per lo scambio di opinioni, esperienze, test e informazioni utili per scopi legittimi, con cortesia, tolleranza e rispetto delle persone...
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@leoncino77 said:
ok allora la mia domanda universale è a cosa [...] serve pagare un commercialista tanto poi se sbaglia sono sempre e unica,ente [...] tuoi?????????????????????
Post come questi penso che siano utili solo per sputtanare un forum. Esiste altresì un problema serio che è quello della responsabilità professionale. Altre considerazioni tipo "il commercialista sbaglia e il notaio no" sono solo prive di fondamento e basate unicamente sull'esperienza individuale.
Credo che il problema di cui si discuteva nei post precedenti fosse realmente non tanto di tipo contrattuale, ma che ci fosse un deficit di comunicazione tra commercialista e suo assistito. L'errore è dare per scontato. Tutto questo genera una certa frustrazione nel cliente. Dall'altra parte a volte ci sono clienti che credono che andare dal commercialista sia come andare da un'entità disumanizzata in grado di conoscere tutte le tecniche di elusione ed evasione, privo di qualsiasi impulso emotivo e morale, il cui cervello è in grado di elaborare solo numeri e norme astruse. E il contribuente non concepisce come quella macchina (il commercialista) non abbia ridotto significativamente il livello esagerato di imposizione fiscale a cui egli è sottoposto, soprattutto se questo sarebbe stato possibile in modo totalmente legittimo. A quel punto il commercialista imbarazzato trova molto fatiscoso dover spiegare che non era a conoscenza di circostanze che avrebbero permesso un risparmio fiscale, ancorchè non di grande entità e il cliente invece è rabbioso perchè si sente poco considerato e le sue aspettative sono state tradite. Forse il quadro è un attimo iperrealistico, me ne rendo conto. Tuttavia questo è semplicemente per dire che il commercialista (e tutti i professionisti lo sanno) deve essere anche psicologo. Su questo potrei portare tanti esempi ed aneddoti. Da un lato un cliente vorrebbe essere consapevole dello stato delle cose (non è ammessa ignoranza) dall'altro se il commercialista si perde in una elencazione di tutto quello che sta dietro ai conteggi effettuati e norme richiamate rischia di essere preso per pazzo. Allora io credo che il compito del commercialista sia anche quello di cercare di semplificare le cose al proprio cliente e di comprendere le sue ragioni e la sua situazione a priori. Credo che sia comunque sbagliato partire dal presupposto che il commercialista abbia sbagliato. Un omissione non è detto che sia un errore, se e nel momento in cui al commercialista un fatto non era stato comunicato. L'errore potrebbe essere piuttosto un deficit di comunicazione e informazione tra le parti.
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@Bax said:
se il commercialista si perde in una elencazione di tutto quello che sta dietro ai conteggi effettuati e norme richiamate rischia di essere preso per pazzo. Allora io credo che il compito del commercialista sia anche quello di cercare di semplificare le cose al proprio cliente e di comprendere le sue ragioni e la sua situazione a priori.
Parole sante. All'inizio della mia attività avevo compilato un dettagliatissimo documento da inviare a tutti i clienti in cui indicavo uno per uno tutte le forme di detrazione e deduzione di cui al quadro RP, specificando limiti, franchigie, condizioni, ammissibilità per i familiari a carico ecc.
E per redigerlo ci avevo messo parecchio, ma l'avevo fatto con piacere pensando di offrire un buon servizio!Risultato: sono ragionevolmente certo che non l'ha letto nessuno, proprio perchè era fin troppo abbondante di informazioni. E infatti mi sono sentito successivamente dire: "Ah, ma le spese delle medicine si possono scaricare? Non lo sapevo!".
Così adesso mi limito a fornire un elenco di voci (spese sanitarie, interessi sul mutuo ecc.) scrivendo che se si prevede di sostenere spese di queste categorie bisogna contattarmi preventivamente per conoscere la singola procedura, spiegando che per ogni tipologia di onere esistono condizioni specifiche da rispettare.
Dopodichè, il cliente non può certo dire di non essere stato informato.