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Se i contenuti sono di alta qualità, why not? La gente paga per abbonarsi a Sky e, a quanto mi risulta, il colosso gode di ottima salute. Anche per Google potrebbe essere giunto il momento di monetizzare i contenuti di maggior seguito e interesse.
A fronte di un prezzo equo, ritengo sia giusto che la qualità sia remunerata. Fare reportage, infotainment o anche solo video destinati all'entertainment di livello professionale richiede ingenti risorse finanziarie oltre a competenze altamente specializzate.
Immagino che saranno i canali "ufficiali" tradizionali a diventare a pagamento, anche perché difficilmente un privato o un piccolo network potranno avere la credibilità per esigere un tributo che esuli dall'advertising sui video. Insomma, una sorta di ibrido fra i modelli di business della TV via etere, satellite e cavo.
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Athena dovresti fare l'avvocato, bellissima arringa (ma come comunicatrice sei ancora più fantastica!)
Ci sono delle novità sulla questione. Innanzitutto sembra che sia stato fissato un costo mensile che va da 1 a 6 dollari.
This means that you don’t even have to keep pumping out new videos to bring in a healthy monthly income. The low cost will hopefully encourage viewers to pay for content they once were able to view for free. Fonte.
Quindi questa nuova formula permetterà di concentrarsi meno sulla promozione (anche se poi si dovrà promuovere l'abbonamento :?) e di più sulla realizzazione del video; inoltre YouTube conta sul fatto che il costo esiguo del servizio basterà a non scoraggiare il pubblico.
Quindi la domanda è: convincere il pubblico di internet a pagare per un video è stato finora impossibile, potrà YouTube, grazie alla sua grandissima popolarità, cambiare le cose?
In parte ha già risposto Athena quando parla di qualità e scrive:
@Athena said:
A fronte di un prezzo equo, ritengo sia giusto che la qualità sia remunerata.
Comunque non credo ci saranno repentini cambiamenti ma tutto conferma l'evoluzione di YouTube verso un nuovo modello che, come scrive Athena, risulterà
@Athena said:
una sorta di ibrido fra i modelli di business della TV via etere, satellite e cavo.
Anche il nuovo layout, sia dei canali, sia quello generale, riflette questa direzione.
Hihihi, Angelo...
@AngeloMarolla said:
Io pagherei se togliessero le pubblicità ad inizio video.
Questa cosa l'ho desiderata anche io ma dubito che ci faranno mai questa "grazia"...
@Beatrice 83 said:
se mi fai pagare un video musicale accendo la tv sui canali di musica o cerco un'alternativa.
Mi fa paura YouTube perché con questa mossa non solo entra nel business delle tv private ma, in maniera implicita l'atteggiamento è: "non ho paura dell'alternativa, non ho competitor". Evidentemente non teme nemmeno la rivalità con Vimeo ed è talmente sicuro della fidelizzazione del proprio pubblico rispetto ai contenuti che andrà a rendere a pagamento. Staremo a vedere .
@Jecks said:
finora youtube e gli youtubers sono stati l'emblema della libera espressione.
Non voglio difendere YouTube, non mi interessa: dietro c'è Google e solo e soltanto questioni di profitto, questo lo credo bene. Siamo noi utenti che insieme doniamo un volto umano a YouTube tramite le nostre creazioni che distribuiamo gratuitamente con sacrifici, passione e soprattutto con tanta voglia di condivisione. Gli youtubers, nonostante i canali a pagamento, continueranno ad avere un posto dove caricare e promuovere i propri contenuti perciò continueranno a potersi esprimere liberamente, o almeno questo è il mio fortissimo augurio per il futuro di YouTube: un mix fra gratuito e a pagamento dove puoi trovare dal canale della National Geographic a quello della coppia di videoamatori che ha un canale sul quale pubblica video dei propri viaggi intorno al mondo.
Sono proprio curiosa di seguire l'evoluzione di questo big del video: se pensiamo alla pervasività del media televisione nella nostra società, è facile intuire le potenzialità di espansione di YouTube nei prossimi anni.
Chissà...
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bella discussione, in parte mi riguarda e in merito rispondo:
@Athena said:
Fare reportage, infotainment o anche solo video destinati all'entertainment di livello professionale
Su questo sono d'accordo, è giusto perché a livello professionale per quel che ne riguarda il lavoro tecnico ed esecutivo c'è un grande lavoro di pre/post produzione dietro, perciò è giusto abbonarsi a questi canali tematici.
Mentre sono contrario al fattore di pagare per abbonarmi ad un canale di musica, legato ad un artista musicale proveniente da una casa discografica, perché la casa discografica ovvero la major in questione, investe e paga tutto all'artista in tutti i campi, produzione studio, dischi, vendita, distribuzione, video e tanto altro, compresa la cura dei contenuti e della SERP a carico di web agency, guadagnando anche da youtube e dalle varie campagne ads legate alla casa discografica; insomma ragazzi soldi a palate in certi casi, perché qui si parla anche di marketing, e ricordo che qui in italia la maggior parte della musica sceglie appositamente determinati personaggi da cui poi ne crea un marketing ben definito con tanto di rientri. Ricordo inoltre che la famosa Universal non tanto tempo fà, ha preso una denuncia da parte di Youtube, perché aveva tutta una catena di gentaccia che a pagamento gonfiava i click dei suoi artisti italiani ed esteri.
Perciò se youtube vuole fare guadagni da colosso su tutto, ricordando sempre che youtube è di google, devono giocare molto bene le carte, perché se no si finisce per essere come in una tv pubblica e non ci stà bene questa cosa. Speriamo prendano decisioni non solo pensando al fattore monetario, abbiamo già un mondo materiale sporco, anche internet non è molto pulito, ma perlomeno per certi aspetti è meglio di quello fisico.
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Onestamente, se voglio approfondimento e video professionali (e magari pago anche 5 euro al mese, più o meno) nel mio settore l'investimento lo faccio. In cambio non voglio nulla: non voglio gli Adsense, l'ultima Giulietta e voglio, invece, la possibilità di scaricare il video perché ho pagato per vederlo. Non credo che Google alzerà i prezzi più di tanto, quindi il gioco vale la candela.
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@Cantodinverno, concordo, paghi per scaricare ci stà, niente di nuovo rispetto a ciò che è applicato su altri contesti, ma per la musica sarebbe un macello una cosa del genere, per comprare musica ci sono gli store, questioni di licenze molto complicate a livello di distribuzione, potrebbe funzionare allo stesso modo della tua logica se le case discografiche stipulassero dei contratti legali anche su youtube, ma youtube non è "ancora" una piattaforma per vendere, per ora, poi vedremmo, magari si espanderà e oltre a pagare ondemand video di qualunque tipo, potrai comprare anche musica, ma non il video di un artista
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Ciao a tutti,
Sinceramente non avevo ancora pensato alla tipologia di canali da monetizzare. Per adesso mi ero soffermata sugli Original Channel (canali che producono contenuto esclusivamente per YouTube e che quindi non viene distribuito su altre piattaforme, in America alcuni sono finanziati da YouTube stesso: approfondimento qui) e credo che saranno questi a sperimentare la forma di pagamento prima di tutti gli altri.
Trovo lo spunto di SimoCuba sulla questione musica, molto interessante.
@SimoCuba said:
sono contrario al fattore di pagare per abbonarmi ad un canale di musica, legato ad un artista musicale proveniente da una casa discografica, perché la casa discografica ovvero la major in questione, investe e paga tutto all'artista in tutti i campi, produzione studio, dischi, vendita, distribuzione, video e tanto altro...
Se pensiamo poi a tutta la distribuzione che viene fatta dei video musicali nella rete, non solo su YouTube, effettivamente potrebbe risultare ingiustificato far pagare questo genere di canali ;). Sicuramente ci saranno anche qui delle eccezioni... chissà, vedremo: intanto **
**si può vedere qual'è la tipologia di contenuto offerto dagli original channels musicali di YouTube. Più che altro sono programmi sulla musica anche se comunque sono presenti anche etichette...Ma canali che producono contenuti per YouTube, contenuti originali destinati proprio a YouTube, come quelli di cui parlava Cantodinverno, si riferiscono ad una nicchia e si impegnano a produrre contenuti professionali per quella nicchia su YouTube.
@Cantodinverno said:
se voglio approfondimento e video professionali (e magari pago anche 5 euro al mese, più o meno) nel mio settore l'investimento lo faccio.
In questo caso stiamo infatti parlando di video di uno specifico settore professionale che hanno lo scopo di informare e formare e quindi richiedono un certo impegno nella realizzazione e non sono finanziati da nessuno se non dal singolo o società che li produce. Insomma si creerebbe una sorta di scuola online fatta attraverso i video e per la quale paghi l'abbonamento.
Mi sembrano tutte direzioni molto interessanti
A.
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@Anna Covone said:
In questo caso stiamo infatti parlando di video di uno specifico settore professionale che hanno lo scopo di informare e formare e quindi richiedono un certo impegno nella realizzazione e non sono finanziati da nessuno se non dal singolo o società che li produce. Insomma si creerebbe una sorta di scuola online fatta attraverso i video e per la quale paghi l'abbonamento.
Esattamente! Per il resto grazie per i link.
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Si, infatti. Per quanto riguarda le canzoni, io penso che le case discografiche si devono svegliare un pochino: l'effetto di YouTube sulla vendita dei dischi è innegabile. Se mettessero le canzoni (VEVO) a pagamento, nessuno ascolterebbe più le canzoni: molte persone non saprebbero neanche l'esistenza di una canzone. Possono davvero rischiare così tanto mettendo il contenuto a pagamento?
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@cantodinverno said:
Se mettessero le canzoni (VEVO) a pagamento, nessuno ascolterebbe più le canzoni: molte persone non saprebbero neanche l'esistenza di una canzone. Possono davvero rischiare così tanto mettendo il contenuto a pagamento?
La musica ha già il suo sistema di distribuzione molto funzionale, sopratutto per gli indipendenti, non ha senso "strizzare" gli utenti ad acquistare su Vevo per ascoltare, perché diversamente questo tipo di idea porta a svantaggiare nel tempo la grande piattaforma "piena si di milioni su milioni di utenti", ma ricordiamoci che internet è un evoluzione che migliora e si rinnova nel tempo con esperti che studiano e con idee innovative e tanta passione, non sia mai che trovino modi migliori, vantaggiosi per loro e migliori per l'utente, vedi recente Sportify vs Itunes. I colossi esistono, ma non dimentichiamoci una cosa, internet ha le sue regole, un suo mercato e per certi versi deve avere delle zone libere di base, come la consultazione dei contenuti e l'ascolto della musica anche all'interno di un video, togliere questo diritto di libertà significa portare il web a ciò che è in parte la vita normale. Tutto si crea, tutto ora fà business in positivo o negativo, ma ricordiamoci sempre che gli utenti siamo noi, e senza di noi, qualunque servizio non avrebbe senso e crescita.
Ad oggi il contenuto musicale su Youtube e altre piattaforme, lo si ascolta/visualizza, se ritengo opportuno comprare il brano, mi ritrovo un riquadro apposito all'acquisto subito sotto il video alla destra della descrizione, questo grazie al *controllo dei contenuti da parte della piattaforma che comunica con tutti i distributori sul web, e risale tramite un analisi dello spettro sonoro e altri algoritmi al titolo, autore e al suo intero album, riportando i link degli store dove risulta presente, *permettendo così con un click di andare ad acquistare il nostro brano.
Quindi tutto ben studiato, anche se dovrebbero renderlo più performante su certi aspetti, ma per ora è più che funzionale.
Ovviamente parlo di rilasci ufficiali e depositati, perché per quanto riguarda youtube, richiede, qual'ora (esempio) nel tuo video amatoriale ci fosse una musica protetta da copyright, l' intervento di concessione dei diritti da parte di terzi, in questo modo si attiva il riquadro di acquisto di cui parlavo sopra.
Se l'utente nega la conferma del diritto di utilizzo di brani musicali da parte di terzi "nel suo video amatoriale", il video viene come ben sapete rimosso per violazione di copyright, ed è giusto sia così, perché il brano non è suo e sopratutto non supporta ne incentiva la diffusione della musica ne da modo agli utenti che visualizzano quel video di risalire o acquistare quel determinato brano. Ho voluto descrivere questa situazione perché vincola la diffusione e la vendita della musica, sopratutto da parte di acquirenti che sono impostati per avere tutto a porta di click e acquisire la risorsa sul momento in maniera immediata.Altri rientri sono da parte dei Disk Jokey "professionisti" e quelli che si avvicinano alla professione, se vogliono "selezionare" e diffondere musica all'interno di un locale, sono obbligati ad acquistare questi brani, e questo và in vantaggio giustamente a tutta la produzione e alle case o etichette discografiche, comprese quelle indipendenti.
Ed è giusto sia così. Non puoi essere retribuito in questo caso, e dichiararti un professionista, a prescindere dalla tua super preparazione tecnica in consolle, se hai usato musica scaricata da internet. Produrre richiede tempo e molte risorse, ed acquistare la musica è il minimo.
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Forse non sono stata chiara io. Non dico che la musica non va acquistata. Dico che chi si trova su YouTube lo fa soprattutto per vedere un video (oppure un clip di una canzone), come metodo di diffusione che invita all'acquisto su iTunes. Se io devo pagare per vedere il video con la canzone, il video non è più una call to action per comprare su iTunes, ma diventa un canale di distribuzione al pari di iTunes. Spero di aver chiarito un po' la mia idea.
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Ciao Simo,
questo dell'identificazione dei contenuti è un tema che sta a cuore anche a me molto: diciamo che è quello che fa la differenza tra YouTube e le altre piattaforme e permette a YouTube di essere appetibile e competitiva in maniera del tutto originale!
@SimoCuba said:
controllo dei contenuti da parte della piattaforma che comunica con tutti i distributori sul web
L'argomento è molto vasto e ne abbiamo cominciato a parlare in questa discussione, se magari ti va di aggiungere qualcosa ci trovi anche lì :).
Mentre per quanto riguarda **Itunes ed i link sotto al video **abbiamo provato a raccogliere qualche informazione qui ;).
Tornando alla questione canali a pagamento si, canali a pagamento no, ho trovato nella rete una testimonianza interessante sul sito di reelseo.com.
L'utente JeffBach ci dice la sua opinione da youtuber, che noi possiamo più o meno condividere. Ma che dobbiamo valutare andando oltre la "parte musicale" del discorso, perché anche se ascoltare musica è uno degli usi che viene maggiormente fatto di YouTube, ce ne sono tantissimi altri: YouTube viene utilizzato dalle persone per informarsi, per imparare, per divertirsi, per comunicare in tantissimi modi e ambiti diversi. Per non dimenticare chi sta utilizzando YouTube per il proprio marketing e perché no, anche la vendita diretta :).[Resta comunque il fatto che quello musicale è uno dei temi che interessa di più... aspetteremo per vedere come YouTube si comporterà in questo senso. Intanto Google e VEVO sono in trattativa :)]
JeffBach è uno di quegli utenti che produce contenuti originali appositamente per YouTube e ci dice qualcosa che provo sommariamente a tradurre ma che potete trovare per intero qui, nei commenti.
Come produttore di contenuti penso che l'annuncio di YouTube non va tanto contro gli spettatori quanto invece vuole evidenziare il fatto che è impossibile che una produzione video sopravviva soltanto con il supporto del modello basato sulla pubblicità. I creativi di YouTube devono essere in grado di avere delle somme che permettano loro di continuare la produzione video con regolarità. Questo nuovo modello a pagamento offre questa possibilità.
Inoltre Jeff ci dice che l'attuale modello basato sulla pubblicità funziona... ma funziona solo per lo 0.0003% dei creativi. Quindi Jeff vede questa nuova direzione di YouTube come una possibilità per coloro che attualmente non sono ancora riusciti a fare di YouTube un business - e non un limite.
In questa infografica realizzata da Fanbridge ci sono alcuni dati utili per avere una visione di quelle che sono oggi le possibilità di business per uno youtuber. La ricerca, che è frutto di un'indagine condotta su 20 youtuber molto attivi su YouTube, rileva come solo il 20% di loro sono riusciti a fare di YouTube una vera e propria professione. Quindi mi chiedo se effettivamente ci sia bisogno di "offrire un aiuto" in questo senso oppure no. Se i soldi che paghiamo per l'abbonamento vanno al canale e non a YouTube forse è il caso, per le produzioni che meritano, valutare questa possibilità oppure no?
Sempre escludendo il discorso musica che è assai più complesso :).
Cosa ne pensate?
A.
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Sotto questa ottica è diverso, non ci avevo pensato, ma ci sono le eccezioni.... Se la mia iscrizione va, interamente o in gran parte, allo youtuber per sviluppare le risorse o per poter fare video professionali, o alla piccola etichetta discografica che mi fa vedere e sentire le novità (di qualità) allora mi va bene, se invece devo pagare per iscrivermi al canale della universal music, della MGM, o altre majors, possono anche aspettare in eterno che i miei soldi non li avranno mai
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Concordo con te Jecks. Per concludere tutto il discorso, ogni caso ha un suo modo di impiego, non ho mai sperato di fare guadagni da youtube, youtube per me ha un altro compito, ovvero quello di avere una vetrina differente di ascoltatori. Per il resto la musica a livello professionale si può monetizzare in svariati modi, cosa che già faccio extra da 6 anni, dipende dalle conoscenze e dagli studi fatti dalla persona.
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Ciao ragazzi,
su Dailydot mi è capitato sott'occhio un articolo sull'argomento scritto da Jason Schmid, scrittore e regista americano.
Nell'articolo viene fortemente contestata a YouTube la capacità di possedere canali e programmi in grado di competere con la TV a pagamento: tutt'al più gli si riconosce il fatto di aver raggiunto, con partner della fama di Machinima e company, almeno gli standard della TV free.
Dopodiché l'autore crede che YouTube abbia fatto male i conti nel pensare che il proprio target sia disposto a pagare per i video online. Divertente la descrizione dell'utente tipo di YouTube:An older YouTube consumer is someone who grew up on Napster. For a younger one, who probably started stealing music after Napster shut down in 2001, the idea of paying for online content is just an absurd story old people like to scare them with.
La riflessione dell'autore verte poi sulla capacità di YouTube di competere/sostituire la televisione: ma la televisione ha una lunga storia di trasmissione free in cambio di pubblicità...
We tolerated the ads in return for the half hour comedies, the cop shows, the endless hours of housewives of wherever. That was the deal and it largely still is. It’s part of the very soul of television.
E come diceva Jecks qualche settimana fa:
@Jecks said:
Sono molto scettico sul risultato, visto che in rete è facile trovare qualsiasi cosa tramite "vie traverse".
Anche l'autore mette in dubbio il fatto che YouTube riuscirà a mantenere privati i contenuti a pagamento:
Remember, the fact is, any video on YouTube can be ripped, downloaded, and re-uploaded to a subscription-free channel faster than you can say “Hey, whatever happened to SOPA?
Insomma rispetto a questo annuncio di YouTube si trovano in rete pareri diversissimi e tutti fanno "supposizioni" perché in realtà qualcosa di certo ancora non c'è ed è pressapoco impossibile fare delle stime su cosa accadrà a meno che non si abbia la sfera di cristallo.
Non è la prima volta che Google/YouTube "impongono" dei cambiamenti radicali al nostro modo di vivere i loro servizi... ma è anche vero che con YouTube noi ne abbiamo già digerite tante nel giro di un solo anno: account solo gmail, stravolgimento grafico della piattaforma, views eliminate, algoritmo di ricerca modificato e la lista potrebbe continuare.Sicuramente il pubblico è stanco; allo stesso tempo però è e resterà attratto da YouTube (almeno ancora per un pò...).
La cosa impressionante è appunto il cambiamento del modello che colossi come Google possono determinare. Insomma se non è più scontato che i video di YouTube siano gratuiti è come se cambiasse un paradigma: una rivoluzione.
Ripeto però che dubito che questa cosa toccherà noi o i settecentomila canali di Willwoosh: stiamo sempre parlando di grandissimi produttori di contenuti, non del singolo youtuber ;).
Quindi senza crearci inutili allarmismi sul fatto che "dovremo pagare" è bello riflettere sulla *"rivoluzione" *che l'idea porta con sè, così tanto per fare due chiacchiere e meditare su come tutto cambi... voi cosa ne pensate?
Ciao,
A.
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Avevo già anticipato tutto questo cambiamento qualche anno fà, internet riflette su "imprenditori che pensano solo a fare sempre più €/$" e pensare solo a fare tanti soldi porta prima o poi ad un crollo, se ti vuoi riempire velocemente le tasche, sempre di più, sempre di più, prima o poi crolli... solo chi sarà umile e di idee chiare saprà come stare sul web e campare cent'anni con l'essenziale e l'indispensabile fatto bene. Sapete che vi dico, la rete odierna per certi versi è lo specchio dell'inquinamento odierno nella vita reale.. per vivere e stare bene tutti quanti, basterebbe stare con i piedi per terra e non essere troppo ingordi. Quando la semplicità funziona bene, bisogna lasciarla andare.
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@SimoCuba said:
Quando la semplicità funziona bene, bisogna lasciarla andare.
Sarebbe un'illusione troppo bella pensare che su Internet le cose possano essere radicalmente differenti da come lo sono fuori. Questo perché troppo spesso consideriamo Internet e la vita reale come due dimensioni separate ma non è così.
Comunque staremo a vedere.
Per fortuna, miti o non miti del web, la curiosità mi resta sempre e fortissima... quindi, nonostante tutto: **Let's web!!**Ciao Simo,
A.
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@Anna Covone said:
Sarebbe un'illusione troppo bella pensare che su Internet le cose possano essere radicalmente differenti da come lo sono fuori.
Hai dannatamente ragione...
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Ciao a tutti,
riprendendo il mio ultimo post, riflettevo su come YouTube potrebbe passare da piattaforma che ha portato all'affermazione nel web dell'idea di uno streaming gratuito di contenuti video, a primo network a distribuire contenuti a pagamento su tutti i device: desktop, mobile, smartphone, playstation e TV!
Parlando di pochi e selezionati canali sembrerebbe che non ci siano reali cambiamenti ma la prospettiva adottata da quest'articolo pubblicato su Online Video Insider va oltre...
Innanzitutto se questi canali avranno successo potranno potenzialmente generare molti più profitti con gli abbonamenti che con le pubblicità.
In secondo luogo, questo potrebbe essere solo il via e portare il modello a pagamento come norma per l'online video. Secondo voi c'è davvero questo pericolo?
Non lo so, io non credo si possa generalizzare e considerare tutti i contenuti allo stesso modo.Nell'articolo però si parla di contenuti specifici come sport, concerti e grandi show; la domanda è: se YouTube offrirà questi contenuti a basso prezzo online, ci saranno ancora motivi per abbonarsi a TV private tipo Sky, etc...?
Why pay a monthly fee on top of the pay-per-view price, when the same video is available online for a lower rate, and available for viewing anywhere?
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Concorrenza magari le pay-per-view abbasserebbero i prezzi per essere concorrenziali.
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@Jecks said:
magari le pay-per-view abbasserebbero i prezzi per essere concorrenziali.
Esatto! Magari... o chissà ;).