• User

    @Cantodinverno, concordo, paghi per scaricare ci stà, niente di nuovo rispetto a ciò che è applicato su altri contesti, ma per la musica sarebbe un macello una cosa del genere, per comprare musica ci sono gli store, questioni di licenze molto complicate a livello di distribuzione, potrebbe funzionare allo stesso modo della tua logica se le case discografiche stipulassero dei contratti legali anche su youtube, ma youtube non è "ancora" una piattaforma per vendere, per ora, poi vedremmo, magari si espanderà e oltre a pagare ondemand video di qualunque tipo, potrai comprare anche musica, ma non il video di un artista 😉


  • Super User

    Ciao a tutti,

    Sinceramente non avevo ancora pensato alla tipologia di canali da monetizzare. Per adesso mi ero soffermata sugli Original Channel (canali che producono contenuto esclusivamente per YouTube e che quindi non viene distribuito su altre piattaforme, in America alcuni sono finanziati da YouTube stesso: approfondimento qui) e credo che saranno questi a sperimentare la forma di pagamento prima di tutti gli altri.

    Trovo lo spunto di SimoCuba sulla questione musica, molto interessante.

    @SimoCuba said:

    sono contrario al fattore di pagare per abbonarmi ad un canale di musica, legato ad un artista musicale proveniente da una casa discografica, perché la casa discografica ovvero la major in questione, investe e paga tutto all'artista in tutti i campi, produzione studio, dischi, vendita, distribuzione, video e tanto altro...

    Se pensiamo poi a tutta la distribuzione che viene fatta dei video musicali nella rete, non solo su YouTube, effettivamente potrebbe risultare ingiustificato far pagare questo genere di canali ;). Sicuramente ci saranno anche qui delle eccezioni... chissà, vedremo: intanto **

    **si può vedere qual'è la tipologia di contenuto offerto dagli original channels musicali di YouTube. Più che altro sono programmi sulla musica anche se comunque sono presenti anche etichette...

    Ma canali che producono contenuti per YouTube, contenuti originali destinati proprio a YouTube, come quelli di cui parlava Cantodinverno, si riferiscono ad una nicchia e si impegnano a produrre contenuti professionali per quella nicchia su YouTube.

    @Cantodinverno said:

    se voglio approfondimento e video professionali (e magari pago anche 5 euro al mese, più o meno) nel mio settore l'investimento lo faccio.

    In questo caso stiamo infatti parlando di video di uno specifico settore professionale che hanno lo scopo di informare e formare e quindi richiedono un certo impegno nella realizzazione e non sono finanziati da nessuno se non dal singolo o società che li produce. 🙂 Insomma si creerebbe una sorta di scuola online fatta attraverso i video e per la quale paghi l'abbonamento.

    Mi sembrano tutte direzioni molto interessanti :smile5:

    A.


  • User

    @Anna Covone said:

    In questo caso stiamo infatti parlando di video di uno specifico settore professionale che hanno lo scopo di informare e formare e quindi richiedono un certo impegno nella realizzazione e non sono finanziati da nessuno se non dal singolo o società che li produce. 🙂 Insomma si creerebbe una sorta di scuola online fatta attraverso i video e per la quale paghi l'abbonamento.

    Esattamente! Per il resto grazie per i link.

    :gthi:


  • Super User

    Si, infatti. Per quanto riguarda le canzoni, io penso che le case discografiche si devono svegliare un pochino: l'effetto di YouTube sulla vendita dei dischi è innegabile. Se mettessero le canzoni (VEVO) a pagamento, nessuno ascolterebbe più le canzoni: molte persone non saprebbero neanche l'esistenza di una canzone. Possono davvero rischiare così tanto mettendo il contenuto a pagamento?


  • User

    @cantodinverno said:

    Se mettessero le canzoni (VEVO) a pagamento, nessuno ascolterebbe più le canzoni: molte persone non saprebbero neanche l'esistenza di una canzone. Possono davvero rischiare così tanto mettendo il contenuto a pagamento?

    La musica ha già il suo sistema di distribuzione molto funzionale, sopratutto per gli indipendenti, non ha senso "strizzare" gli utenti ad acquistare su Vevo per ascoltare, perché diversamente questo tipo di idea porta a svantaggiare nel tempo la grande piattaforma "piena si di milioni su milioni di utenti", ma ricordiamoci che internet è un evoluzione che migliora e si rinnova nel tempo con esperti che studiano e con idee innovative e tanta passione, non sia mai che trovino modi migliori, vantaggiosi per loro e migliori per l'utente, vedi recente Sportify vs Itunes. I colossi esistono, ma non dimentichiamoci una cosa, internet ha le sue regole, un suo mercato e per certi versi deve avere delle zone libere di base, come la consultazione dei contenuti e l'ascolto della musica anche all'interno di un video, togliere questo diritto di libertà significa portare il web a ciò che è in parte la vita normale. Tutto si crea, tutto ora fà business in positivo o negativo, ma ricordiamoci sempre che gli utenti siamo noi, e senza di noi, qualunque servizio non avrebbe senso e crescita.

    Ad oggi il contenuto musicale su Youtube e altre piattaforme, lo si ascolta/visualizza, se ritengo opportuno comprare il brano, mi ritrovo un riquadro apposito all'acquisto subito sotto il video alla destra della descrizione, questo grazie al *controllo dei contenuti da parte della piattaforma che comunica con tutti i distributori sul web, e risale tramite un analisi dello spettro sonoro e altri algoritmi al titolo, autore e al suo intero album, riportando i link degli store dove risulta presente, *permettendo così con un click di andare ad acquistare il nostro brano.
    Quindi tutto ben studiato, anche se dovrebbero renderlo più performante su certi aspetti, ma per ora è più che funzionale.
    Ovviamente parlo di rilasci ufficiali e depositati, perché per quanto riguarda youtube, richiede, qual'ora (esempio) nel tuo video amatoriale ci fosse una musica protetta da copyright, l' intervento di concessione dei diritti da parte di terzi, in questo modo si attiva il riquadro di acquisto di cui parlavo sopra.
    Se l'utente nega la conferma del diritto di utilizzo di brani musicali da parte di terzi "nel suo video amatoriale", il video viene come ben sapete rimosso per violazione di copyright, ed è giusto sia così, perché il brano non è suo e sopratutto non supporta ne incentiva la diffusione della musica ne da modo agli utenti che visualizzano quel video di risalire o acquistare quel determinato brano. Ho voluto descrivere questa situazione perché vincola la diffusione e la vendita della musica, sopratutto da parte di acquirenti che sono impostati per avere tutto a porta di click e acquisire la risorsa sul momento in maniera immediata.

    Altri rientri sono da parte dei Disk Jokey "professionisti" e quelli che si avvicinano alla professione, se vogliono "selezionare" e diffondere musica all'interno di un locale, sono obbligati ad acquistare questi brani, e questo và in vantaggio giustamente a tutta la produzione e alle case o etichette discografiche, comprese quelle indipendenti.
    Ed è giusto sia così. Non puoi essere retribuito in questo caso, e dichiararti un professionista, a prescindere dalla tua super preparazione tecnica in consolle, se hai usato musica scaricata da internet. Produrre richiede tempo e molte risorse, ed acquistare la musica è il minimo.

    :ciauz:


  • Super User

    Forse non sono stata chiara io. Non dico che la musica non va acquistata. Dico che chi si trova su YouTube lo fa soprattutto per vedere un video (oppure un clip di una canzone), come metodo di diffusione che invita all'acquisto su iTunes. Se io devo pagare per vedere il video con la canzone, il video non è più una call to action per comprare su iTunes, ma diventa un canale di distribuzione al pari di iTunes. Spero di aver chiarito un po' la mia idea. 😉


  • Super User

    Ciao Simo,

    questo dell'identificazione dei contenuti è un tema che sta a cuore anche a me molto: diciamo che è quello che fa la differenza tra YouTube e le altre piattaforme e permette a YouTube di essere appetibile e competitiva in maniera del tutto originale!

    @SimoCuba said:

    controllo dei contenuti da parte della piattaforma che comunica con tutti i distributori sul web

    L'argomento è molto vasto e ne abbiamo cominciato a parlare in questa discussione, se magari ti va di aggiungere qualcosa ci trovi anche lì :).

    Mentre per quanto riguarda **Itunes ed i link sotto al video **abbiamo provato a raccogliere qualche informazione qui ;).

    Tornando alla questione canali a pagamento si, canali a pagamento no, ho trovato nella rete una testimonianza interessante sul sito di reelseo.com.
    L'utente JeffBach ci dice la sua opinione da youtuber, che noi possiamo più o meno condividere. Ma che dobbiamo valutare andando oltre la "parte musicale" del discorso, perché anche se ascoltare musica è uno degli usi che viene maggiormente fatto di YouTube, ce ne sono tantissimi altri: YouTube viene utilizzato dalle persone per informarsi, per imparare, per divertirsi, per comunicare in tantissimi modi e ambiti diversi. Per non dimenticare chi sta utilizzando YouTube per il proprio marketing e perché no, anche la vendita diretta :).

    [Resta comunque il fatto che quello musicale è uno dei temi che interessa di più... aspetteremo per vedere come YouTube si comporterà in questo senso. Intanto Google e VEVO sono in trattativa :)]

    JeffBach è uno di quegli utenti che produce contenuti originali appositamente per YouTube e ci dice qualcosa che provo sommariamente a tradurre ma che potete trovare per intero qui, nei commenti.

    Come produttore di contenuti penso che l'annuncio di YouTube non va tanto contro gli spettatori quanto invece vuole evidenziare il fatto che è impossibile che una produzione video sopravviva soltanto con il supporto del modello basato sulla pubblicità. I creativi di YouTube devono essere in grado di avere delle somme che permettano loro di continuare la produzione video con regolarità. Questo nuovo modello a pagamento offre questa possibilità.

    Inoltre Jeff ci dice che l'attuale modello basato sulla pubblicità funziona... ma funziona solo per lo 0.0003% dei creativi. Quindi Jeff vede questa nuova direzione di YouTube come una possibilità per coloro che attualmente non sono ancora riusciti a fare di YouTube un business - e non un limite.

    In questa infografica realizzata da Fanbridge ci sono alcuni dati utili per avere una visione di quelle che sono oggi le possibilità di business per uno youtuber. La ricerca, che è frutto di un'indagine condotta su 20 youtuber molto attivi su YouTube, rileva come solo il 20% di loro sono riusciti a fare di YouTube una vera e propria professione. Quindi mi chiedo se effettivamente ci sia bisogno di "offrire un aiuto" in questo senso oppure no. Se i soldi che paghiamo per l'abbonamento vanno al canale e non a YouTube forse è il caso, per le produzioni che meritano, valutare questa possibilità oppure no?

    Sempre escludendo il discorso musica che è assai più complesso :).

    Cosa ne pensate?

    A.


  • User Attivo

    Sotto questa ottica è diverso, non ci avevo pensato, ma ci sono le eccezioni.... Se la mia iscrizione va, interamente o in gran parte, allo youtuber per sviluppare le risorse o per poter fare video professionali, o alla piccola etichetta discografica che mi fa vedere e sentire le novità (di qualità) allora mi va bene, se invece devo pagare per iscrivermi al canale della universal music, della MGM, o altre majors, possono anche aspettare in eterno che i miei soldi non li avranno mai


  • User

    Concordo con te Jecks. Per concludere tutto il discorso, ogni caso ha un suo modo di impiego, non ho mai sperato di fare guadagni da youtube, youtube per me ha un altro compito, ovvero quello di avere una vetrina differente di ascoltatori. Per il resto la musica a livello professionale si può monetizzare in svariati modi, cosa che già faccio extra da 6 anni, dipende dalle conoscenze e dagli studi fatti dalla persona.


  • Super User

    Ciao ragazzi,

    su Dailydot mi è capitato sott'occhio un articolo sull'argomento scritto da Jason Schmid, scrittore e regista americano.

    Nell'articolo viene fortemente contestata a YouTube la capacità di possedere canali e programmi in grado di competere con la TV a pagamento: tutt'al più gli si riconosce il fatto di aver raggiunto, con partner della fama di Machinima e company, almeno gli standard della TV free.
    Dopodiché l'autore crede che YouTube abbia fatto male i conti nel pensare che il proprio target sia disposto a pagare per i video online. Divertente la descrizione dell'utente tipo di YouTube:

    An older YouTube consumer is someone who grew up on Napster. For a younger one, who probably started stealing music after Napster shut down in 2001, the idea of paying for online content is just an absurd story old people like to scare them with.

    La riflessione dell'autore verte poi sulla capacità di YouTube di competere/sostituire la televisione: ma la televisione ha una lunga storia di trasmissione free in cambio di pubblicità...

    We tolerated the ads in return for the half hour comedies, the cop shows, the endless hours of housewives of wherever. That was the deal and it largely still is. It’s part of the very soul of television.

    E come diceva Jecks qualche settimana fa:

    @Jecks said:

    Sono molto scettico sul risultato, visto che in rete è facile trovare qualsiasi cosa tramite "vie traverse".

    Anche l'autore mette in dubbio il fatto che YouTube riuscirà a mantenere privati i contenuti a pagamento:

    Remember, the fact is, any video on YouTube can be ripped, downloaded, and re-uploaded to a subscription-free channel faster than you can say “Hey, whatever happened to SOPA?

    Qui l'articolo completo.

    Insomma rispetto a questo annuncio di YouTube si trovano in rete pareri diversissimi e tutti fanno "supposizioni" perché in realtà qualcosa di certo ancora non c'è ed è pressapoco impossibile fare delle stime su cosa accadrà a meno che non si abbia la sfera di cristallo.
    Non è la prima volta che Google/YouTube "impongono" dei cambiamenti radicali al nostro modo di vivere i loro servizi... ma è anche vero che con YouTube noi ne abbiamo già digerite tante nel giro di un solo anno: account solo gmail, stravolgimento grafico della piattaforma, views eliminate, algoritmo di ricerca modificato e la lista potrebbe continuare.

    Sicuramente il pubblico è stanco; allo stesso tempo però è e resterà attratto da YouTube (almeno ancora per un pò...).

    La cosa impressionante è appunto il cambiamento del modello che colossi come Google possono determinare. Insomma se non è più scontato che i video di YouTube siano gratuiti è come se cambiasse un paradigma: una rivoluzione.

    Ripeto però che dubito che questa cosa toccherà noi o i settecentomila canali di Willwoosh: stiamo sempre parlando di grandissimi produttori di contenuti, non del singolo youtuber ;).

    Quindi senza crearci inutili allarmismi sul fatto che "dovremo pagare" è bello riflettere sulla *"rivoluzione" *che l'idea porta con sè, così tanto per fare due chiacchiere e meditare su come tutto cambi... voi cosa ne pensate?

    :ciaosai: Ciao,
    A.


  • User

    Avevo già anticipato tutto questo cambiamento qualche anno fà, internet riflette su "imprenditori che pensano solo a fare sempre più €/$" e pensare solo a fare tanti soldi porta prima o poi ad un crollo, se ti vuoi riempire velocemente le tasche, sempre di più, sempre di più, prima o poi crolli... solo chi sarà umile e di idee chiare saprà come stare sul web e campare cent'anni con l'essenziale e l'indispensabile fatto bene. Sapete che vi dico, la rete odierna per certi versi è lo specchio dell'inquinamento odierno nella vita reale.. per vivere e stare bene tutti quanti, basterebbe stare con i piedi per terra e non essere troppo ingordi. Quando la semplicità funziona bene, bisogna lasciarla andare.:gthi:


  • Super User

    @SimoCuba said:

    Quando la semplicità funziona bene, bisogna lasciarla andare.

    Sarebbe un'illusione troppo bella pensare che su Internet le cose possano essere radicalmente differenti da come lo sono fuori. Questo perché troppo spesso consideriamo Internet e la vita reale come due dimensioni separate ma non è così.

    Comunque staremo a vedere.
    Per fortuna, miti o non miti del web, la curiosità mi resta sempre e fortissima... quindi, nonostante tutto: **Let's web!!

    **Ciao Simo,

    A.


  • User

    @Anna Covone said:

    Sarebbe un'illusione troppo bella pensare che su Internet le cose possano essere radicalmente differenti da come lo sono fuori.

    Hai dannatamente ragione... :dull:


  • Super User

    Ciao a tutti,

    riprendendo il mio ultimo post, riflettevo su come YouTube potrebbe passare da piattaforma che ha portato all'affermazione nel web dell'idea di uno streaming gratuito di contenuti video, a primo network a distribuire contenuti a pagamento su tutti i device: desktop, mobile, smartphone, playstation e TV!

    Parlando di pochi e selezionati canali sembrerebbe che non ci siano reali cambiamenti ma la prospettiva adottata da quest'articolo pubblicato su Online Video Insider va oltre...

    Innanzitutto se questi canali avranno successo potranno potenzialmente generare molti più profitti con gli abbonamenti che con le pubblicità.
    In secondo luogo, questo potrebbe essere solo il via e portare il modello a pagamento come norma per l'online video. Secondo voi c'è davvero questo pericolo?
    Non lo so, io non credo si possa generalizzare e considerare tutti i contenuti allo stesso modo.

    Nell'articolo però si parla di contenuti specifici come sport, concerti e grandi show; la domanda è: se YouTube offrirà questi contenuti a basso prezzo online, ci saranno ancora motivi per abbonarsi a TV private tipo Sky, etc...?

    Why pay a monthly fee on top of the pay-per-view price, when the same video is available online for a lower rate, and available for viewing anywhere?


  • User Attivo

    Concorrenza 🙂 magari le pay-per-view abbasserebbero i prezzi per essere concorrenziali.


  • Super User

    @Jecks said:

    magari le pay-per-view abbasserebbero i prezzi per essere concorrenziali.

    Esatto! Magari... o chissà ;).


  • Super User

    Da un tweet sono arrivata a quest'articolo che parla di come nell'aggiornamento della app di YouTube sia presente un codice che conferma l'arrivo dei canali a pagamento.

    image
    Come sono curiosa :sbav:!!!


  • Super User

    Il famoso giorno è arrivato...
    e la rete non sta tremando. Sono solo 50 canali, per adesso il pericolo è scampato e la sopravvivenza è garantita! 😄

    Ma ricostruiamo bene il quadro...

    Dopo una settimana in cui giornali e blog vociferavano sull'imminente arrivo dei "paid channels" ecco che YouTube irrompe nella scena con un bel comunicato pubblicato ieri sul blog ufficiale.

    Già il titolo la dice lunga: completamente diverso dai titoli utilizzati dai media, YouTube parte subito con l'evidenziare non il carattere "a pagamento" del nuovo servizio, bensì il fatto che questa novità rappresenta *"una nuova forma di supportare i canali di YouTube che producono contenuti di valore".

    *Quindi si vuole evidenziare come questa nuova iniziativa non è stata pensata per ingrassare i profitti di YouTube ma per permettere ai partner che producono contenuti professionali esclusivamente per YouTube di riuscire ad avere delle entrare regolari che permettano loro di essere competitivi.
    Credo infatti che una delle motivazioni principali che ha portato all'adozione di questo nuovo sistema sia stata proprio la necessità per YouTube di garantirsi una posizione competitiva nei confronti di importanti networks americani a pagamento come Netflix e Hulu.

    Il nuovo servizio di YouTube, fa notare il Financial Times, sarà in diretta concorrenza con Netflix, il servizio di streaming che ha più di 30 milioni di iscritti, e con Hulu, di proprietà della Disney, che la settimana scorsa ha superato i 4 milioni di iscritti.Fonte.

    Inoltre si aggiungono le previsioni di eMarketer sul video advertising online che stimano una crescita della raccolta pubblicitaria dai 2,93 miliardi del 2012 ai 4,14 miliardi nell'anno corrente.

    La raccolta pubblicitaria di YouTube è cresciuta, ma rimane una piccola parte del budget raccolto dalle reti televisive. Fonte.

    Un modo dunque per competere con i networks televisivi, sia online che offline. Avere abbonati significa avere un pubblico fisso del quale gli inserzionisti andranno ghiottissimi!! In questo articolo di Reelseo si evidenzia infatti come YouTube pur essendo tra i giganti della pubblicità video online, in America abbia dei validi competitor che incassano delle belle fette del mercato del video online. Non c'è nulla di sbagliato, anzi sembra piuttosto naturale ma sappiamo che "Google vuole tutto" o almeno "sempre di più"...


  • Super User

    Ecco come viene indicato un canale a pagamento:

    image

    Ed ecco come lo visualizziamo noi in Italia, non essendo questa formula ancora accessibile per noi :(.

    image


  • Super User

    A questo link YouTube offre in maniera ufficiale la lista di tutti i canali che per ora potranno usufruire della formula a pagamento, che comunque renderà disponibile per coloro che sono interessati 2 settimane gratuite di prova :).

    Among the test partners are several kids channels including Sesame Street, DHX Junior and Jim Henson Family TV; niche sports players like UFC and SportsSkool Plus; and hard-to-find fare like Digital Theatre (offering the best of British theater). Fonte.

    C'è anche un form che i partner interessati possono compilare per richiedere di aderire al programma a pagamento:
    https://docs.google.com/forms/d/1vOgLrhP7v7KU1i9qu8jptkLA4e4mc1PPQP1hpS4kK-I/viewform