• Super User

    Ma non è che con un sito su una squadra di calcio c'è il rischio di venire bannati da adsense per colpa degli ultras avversari?


  • User Attivo

    @bmastro said:


    E' un ipotesi, ma improbabile, io ho lavorato su siti ufficiali di squadre di serie A e B e devo dire che gli ultras di squadre avversarie difficilmente tentano qualcosa, in realtà sono spesso i tifosi della stessa squadra che combinano guai per strafare ma quello è un discorso a parte da AdSense.


  • User

    Bmastro, spiegati meglio: credi che potrebbero stra-cliccare per fare passare dei guai?


  • Super User

    Sì, e da quel che dice Xander Ares sembrerebbe che anche i tifosi della propria squadra straclicchino


  • User Attivo

    In realtà non è che straclicchino singolarmente, però per molte squadre il tifo viene dalla stessa città della squadra, cioè dalla stessa area geografica e quando la maggior parte del click sugli annunci viene dalla stessa area geografica è facile supporre qualcosa di pilotato ed ecco che adsense si sospende l'account se il numero di click e molto alto o incomincia comunque a fare dei controlli.


  • I siti in lingua inglese possono avere CPC molto elevati, lo so perché ne gestisco alcuni, non solo hanno prospettive maggiori rispetto AdSense, ma anche a tante altre attività offline che si possono attivare (cercare contatti direttamente con aziende... il mercato è talmente vasto e fuori dall'Italia la cultura informatica è decisamente elevata, soprattutto USA, India, Francia-Germania-Paesi scandinavi e ultimamente Spagna).

    Il problema, come giustamente fate notare, è nella gestione di questi progetti, ci si può affidare ad esterni per i testi, ma questo limita molto le prospettive future dei progetti, se si padroneggia bene l'inglese, e si è in grado di scrivere autonomamente dei testi, io lascerei proprio perdere i siti in lingua italiana e mi butterei sull'inglese.

    Conoscere bene l'inglese è importante anche per interagire nei vari social networks, fondamentali (spesso ben più di Google) per portare traffico e fidelizzare gli utenti.

    Insomma... io investirei molto anche sullo studio o sull'approfondimento della lingua inglese... nel tempo libero.

    Comunque non c'è paragone tra il CPC nostrano e quello oltre-penisola.


  • Super User

    L'argomento si sta facendo davvero interessante grazie ai contributi davvero notevoli che sto leggendo.

    Sono d'accordissimo con archeoita sulla renumeratività del mercato inglese.
    In fondo le traduzioni, se non fatte in casa, non costano poi tanto.
    Il problema nasce se gli argomenti trattati, e quindi articoli e quanto altro, sono molti e spesso impattano con altre realtà che non conosciamo a fondo.
    Faccio un esempio : vi immaginate una magazine di gossip in inglese letto da un pubblico statunitense?
    Tutta un altra cosa , ve lo assicuro.
    Resta l'alternativa di padroneggiare bene l'inglese : che significa studiare per svariati mesi se non di più.
    Ovvio che chi conosce l'inglese, perchè magari residente negli states o in Inghilterra , ha terreno fertile e facile.
    E poi resta "il settore" da navigare : non credo sia facile, purtroppo.


  • User Attivo

    L'idea di fare un sito sul Milan sarebbe ottimo ad esempio da fare in inglese, è una squadra molto seguita dagli stranieri e per uno che vive in Italia significa avere molte delle notizie in anticipo. Essendo i termini calcistici molto ridotti con il tempo diventerebbe abbastanza facile farne le traduzioni. Comunque co sarebbe sempre il problema della concorrenza.


  • @bluwebmaster said:

    Sono d'accordissimo con archeoita sulla renumeratività del mercato inglese.
    In fondo le traduzioni, se non fatte in casa, non costano poi tanto.
    Esattamente, gli strumenti per cominciare ci sono (a conoscerli :1: e con alcune decine di euro si possono avere testi di buona qualità per partire, quindi da questo punto di vista non ci sono problemi.

    @bluwebmaster said:

    Il problema nasce se gli argomenti trattati, e quindi articoli e quanto altro, sono molti e spesso impattano con altre realtà che non conosciamo a fondo.
    Faccio un esempio : vi immaginate una magazine di gossip in inglese letto da un pubblico statunitense?

    Hai ragione, ma non solo, altri problemi nascono in sede di promozione e sviluppo del progetto.
    Perché se parliamo di blog o di strutture analoghe, non è sufficiente inserire articoli, e segnalarli o spingerli in SERP, ma è fondamentale INTERAGIRE con la blogosfera e soprattutto con il mondo offline, secondo me è imprescindibile tutto questo.
    Ciò richiede padronanza della lingua inglese, non solo a livello di lettura (è sufficiente avere studiato inglese a scuola, e coltivato un po' di cultura informatica in rete, dove tutto o quasi è in lingua inglese), ma soprattutto di scrittura.
    Se devi inserire commenti pertinenti in altri blog o in social networks, devi innanzitutto sapere che che cosa scrivere, e poi scriverlo in modo comprensibile e, ancor più, interessante da leggere (se qualcuno ha trovato delle valide scorciatoie si faccia avanti 🙂 ).

    E' poi molto importante come dicevi, conoscere il settore, e quindi LEGGERE cosa scrivono le fonti principali, ma soprattutto, la cosa più importante, bisogna essere reattivi: esce una notizia, e bisogna essere in grado almeno di rielaborarla (copiare testi altrui o ripubblicarli non è una brillante strategia secondo me, oltre che illegale spesso) e di aggiungerci qualche nota interessante.
    Questo è importante secondo me, non tanto per fare il blog di successo, quello che fa tendenza ed è autorevole - siamo realisti: se tu non sei del settore e non hai un'ottima padronanza della lingua, non ci potrai mai arrivare - ma è necessario almeno per avere quell'autorevolezza in grado di portarti un traffico interessante (e quello interessante molto spesso non è quello dei motori di ricerca), che, e lo ribadisco, se si opera in determinati settori in lingua inglese, può essere sufficiente a produrre un reddito interessante.

    Poi se le cose funzionano e vedi che cominci a guadagnare qualcosa, si può sempre pensare di pagare qualche "esperto" o qualche mente brillante (magari uno studente) del settore per articoli di maggior peso.
    Se poi le cose vanno benissimo, puoi lasciare ai tuoi articolisti il lavoro e tu occuparti solo di pubbliche relazioni e marketing 🙂

    @bluwebmaster said:

    E poi resta "il settore" da navigare : non credo sia facile, purtroppo.

    No, non lo è.


  • @Xander_Ares said:

    L'idea di fare un sito sul Milan sarebbe ottimo ad esempio da fare in inglese, è una squadra molto seguita dagli stranieri e per uno che vive in Italia significa avere molte delle notizie in anticipo. Essendo i termini calcistici molto ridotti con il tempo diventerebbe abbastanza facile farne le traduzioni. Comunque co sarebbe sempre il problema della concorrenza.

    Ma se lo fai in funzione di AdSense devi anche farti un'idea degli inserzionisti ai quali tu farai riferimento. Credi davvero che in lingua inglese questo settore possa essere interessante? Anche andando oltre AdSense, tu ci vedi delle prospettive? Sinceramente io sono un po' perplesso.

    Il settore del futuro secondo me è quello delle energie rinnovabili, del risparmio energetico etc... se proprio uno vuole cominciare da zero, questo settore offre CPC elevati, non solo nel mercato inglese.


  • Super User

    Se farai il sito sul milan piuttosto che adsense è meglio affiliarsi a bet&win o similari, ma dopo che il sito ha già un numero consistente di utenti.


  • Bannato Super User

    Ma non so fino a che punto ti conviene(intendo investire) aprire un blog(o sito), assumere un blogger del settore, creare il sito, un SEO che ti aiuta con il posizionamento e marketing.

    Anche se riusciresti ad arrivare a 1000/2000 euro al mese quanto guadagneresti realmente e personalmente tra l'altro a cifre cosi alte devi aprire anche partita iva.

    Ma l'investimento non garantisce la riuscita è un po rischioso.


  • Super User

    Provatoo credo, salvo miglior interpretazione, che quello che intendeva Archeoita è che occorre un processo graduale.
    Ovvio e scontato che se parti di getto, investi tanto senza un progetto, senza uno schema, senza una direzione ti ritrovi dopo 4 mesi che hai investito 100 e hai un ritorno 5.
    Lo spirito a cui si riferiva Archeoita credo sia quello di ...studiare elavorare, lavorare, lavorare.
    E le cifre, per quanto ne so , potrebbero essere molto superiori a quei 1000/2000 euro che indichi tu.
    Conosco qualcuno che sfiora i 7.000 : ovvio che una parte di questi è reinvestita per produrre quel reddito.
    Parti sempre dalla convinzione e dalla considerazione che nessuno ti regala niente e occorre lavorare lavorare lavorare.
    Ovvio : ne partono 100 ne arrivano 3, forse.


  • User Attivo

    @bmastro said:

    Personalmente vi sconsiglio di avventurarvi in argomenti ultraspecialistici se non avete una preparazione specifica. Tanto meno creare dei siti ad informazione medica se non siete medici, si potrebbe andare incontro a grosse grane.

    Famoso il caso di quel medico che curava i malati di cancro con il bicarbonato. Su usenet se ne parlò moltissimo.


  • User Attivo

    @extrabyte said:


    In realtà le cose sono su due piani diversi, perchè quando è un medico a dire qualcosa del genere e una truffa.
    Il creare invece un sito in cui si danno consigli medici se non si ha la giusta preparazione (quindi laurea in medicina, iscrizione all'albo e via dicendo) equivale a esercitare illegalmente la professione medica (non sto scherzando, per la legge italiana anche se consigli ad un amico un antidolorifico senza essere medico puoi essere passibile di questo reato).


  • Bannato Super User

    Ovvio che sia un processo graduale ma non è detto che ci sia successo. Il rischio è altissimo.


  • Super User

    @extrabyte said:

    Famoso il caso di quel medico che curava i malati di cancro con il bicarbonato. Su usenet se ne parlò moltissimo.

    C'è anche su wikipedia.
    E' stato radiato dall'ordine e condannato per truffa e omicidio colposo.
    http://it.wikipedia.org/wiki/Il_cancro_è_un_fungo


  • User

    @Xander_Ares said:

    Il creare invece un sito in cui si danno consigli medici se non si ha la giusta preparazione (quindi laurea in medicina, iscrizione all'albo e via dicendo) equivale a esercitare illegalmente la professione medica (non sto scherzando, per la legge italiana anche se consigli ad un amico un antidolorifico senza essere medico puoi essere passibile di questo reato).

    anche nel caso di un sito sull'utilizzo degli integratori naturali, come quello che ho in firma? La cosa mi preoccupa, perché anche se si tratta di divulgare integratori vitaminici e simili, il confine con il mondo farmacologico è sottile.

    Comunque ho letto questo:

    ordinemedicilatina.it/481

    e qui si parla di prescrizioni di farmaci....


  • User Attivo

    In teoria il reato di esercizio abusivo della professione medica sussiste quando si fa le veci dei un medico ad esempio operando, o prescrivendo medicinali, ma anche in caso di azioni più semplici come consigliando qualcuno di interrompere un trattamento o di seguirne un altro sia che per farlo si vada in farmacia con una prescrizione o si usi solo bicarbonato o si faccia preparare una tisana di erbe.
    Ovvero se nel tuo sito dici per guarire dal diabete, per eliminare la cellulite non fate ciò che vi dicono i medici ma fate questo e quest'altro allora sei passibile di reato. Se invece questo prodotto fa questo, questo e quest'altro senza lasciare intendere che sei un medico e senza fare promesse sui risultati non dovresti essere passibile di reato.


  • User

    @Xander_Ares said:

    Ovvero se nel tuo sito dici per guarire dal diabete, per eliminare la cellulite non fate ciò che vi dicono i medici ma fate questo e quest'altro allora sei passibile di reato. Se invece questo prodotto fa questo, questo e quest'altro senza lasciare intendere che sei un medico e senza fare promesse sui risultati non dovresti essere passibile di reato.

    Nella maggior parte dei post del mio blog, parlo esclusivamente di alimentazione biologica. È ovvio che bisogna poi accennare al contenuto nutritivo dei singoli alimenti, quindi si parlerà ad esempio, delle proprietà antiossidanti del licopene, che secondo recenti studi è in grado di prevenire l'infarto (si parla di studi pubblicati su riviste autorevoli). Ma di certo non scriverò mai una frase del tipo: "il tuo medico ti ha prescritto le statine? Non prenderele, hanno troppi effetti collaterali. Meglio il riso rosso fermentato".
    La stessa frase può essere riscritta nel seguente modo: "per abbassare il colesterolo è necessaria una terapia elaborata da un medico specialista. Però si è visto che il riso rosso fermentato ha un'ottima capacità di abbassare il colesterolo"

    In ogni caso, ho specificato lo scopo del blog in questa pagina:

    integratori-dietetici.net/info/