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- Sparisce Internet dai programmi scolastici. Proprio mentre Obama invece...
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Il discorso sulla scuola - specie quella italiana - è di una complessità mostruosa e rischia ad ogni passo di degenerare in un OT perpetuo. Mi permetto di aggiungere qui la mia modestissima opinione al riguardo.
Vengo da una generazione nata senza il computer e sono profondamente convinto che la scuola elementare dovrebbe insegnare ai suoi studenti tre cose soltanto: leggere, scrivere e far di conto (sembra banale, ma se giudicassimo oggi quanti ragazzi sono in grado di interpretare un testo non tecnico di media complessità resteremmo assai sorpresi e terribilmente depressi).
Tutto il resto è semplicemente superfluo; so che tale posizione può sembrare quella di un passatista e so che il mondo dell'Informatica e la lingua Inglese rappresentano il futuro, ma uno studente che non sa parlare Italiano difficilmente sarà in grado di tradurre in e dall'Inglese, né di certo potrà padroneggiare la mole imbarazzante di informazioni che lo schermo di un computer gli riversa addosso ogni giorno. Sarà al contrario facile preda di raggiri ideologici e manipolazioni, narcotizzato dal contorno luccicante ma incapace di andare a fondo e scovare il marcio sotto la patina d'oro.
Le elementari, pertanto, devono fornire ai bimbi una prima, semplice, leggera ma indistruttibile corazza di conoscenze strutturate ed appunto elementari: ortografia, grammatica, sintassi, aritmetica, geometria, un pizzico di logica e tanta abitudine al lavoro duro ma ben ripagato. Credetemi: è molto più complesso di quanto sembri, tanto è vero che quasi nessuno riesce più a preparare allievi decenti.
Se qualcuno pensasse che questo chiuda le porte all'Inglese o all'Informatica (o perfino all'Impresa), ebbene costui si sbaglierebbe: chi sa leggere e capire bene può affrontare tanto una pagina web quanto un libro o un articolo di giornale, e chi sa scrivere correttamente riesce a farlo tanto su una tastiera quanto su un foglio di carta. Il computer è uno strumento che va riempito di contenuti inseriti dall'utente, non il contrario.
Poi ricordo che la Matematica delle scuole elementari contempla alcuni cenni allo studio dei diagrammi di flusso, che sono la base teorica e pratica dell'Informatica: basta migliorare la didattica di quelli per allevare programmatori a iosa.
A partire dalle scuole medie può iniziare la vera rivoluzione: studio contrastivo delle lingue per imparare in fretta e bene un Inglese pulito e solido - non la mediocre e stentata parodia di Sordi che si parla oggi e che è noto come "Globish" - accompagnato da un'immersione nel mondo dell'Informatica più avanzata (hardware e software).
Le vecchie lezioni di Educazione Tecnica potrebbero essere facilmente soppiantate da ore di Informatica dedicate alla programmazione, alla manutenzione e a tutto il resto, con valorizzazione degli "smanettoni" più creativi e geniali. Si lavorerebbe su linguaggi di programmazione, manipolazione di immagini 3D, costruzione di database e applicativi, sistemi e reti.
Di passaggio: sarebbe molto importante lavorare per diffondere al massimo il software libero e open source, bandendo gare e concorsi ad ogni livello per premiare le soluzioni più innovative - magari instradandole in iniziative imprenditoriali opportunamente controllate e regolamentate.
Insomma: le basi devono essere semplici e mettere al sicuro i pochi contenuti essenziali in una cassaforte inespugnabile che sia indipendente dagli strumenti usati in seguito; solo dopo si può passare all'apprendistato specifico e distinguere le sfumature.
So di stare forse pensando a un'utopia, ma temo che se non riusciremo a coniugare il buono che c'era nel passato con le opportunità offerte dal futuro, la nostra scuola sarà destinata al collasso definitivo, ancor peggio di come possiamo immaginarlo oggi (e non vedo alcun segnale positivo all'orizzonte).
Spero vivamente che il programma di Obama vada in questa direzione, ma ho buone speranze a tale proposito: il nuovo Presidente USA ha parlato di biblioteche, scuole e molto altro ancora, segno che mira alla sostanza e non solo alla forma.
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@Leonov said:
Vengo da una generazione nata senza il computer e sono profondamente convinto che la scuola elementare dovrebbe insegnare ai suoi studenti tre cose soltanto: leggere, scrivere e far di conto (sembra banale, ma se giudicassimo oggi quanti ragazzi sono in grado di interpretare un testo non tecnico di media complessità resteremmo assai sorpresi e terribilmente depressi).
Condivido in parte. Io ho imparato il computer da solo e l'inglese viaggiando.
Quando descrive infatti Leonov andrebbe bene, in un'altro contesto forse. Lo vedo come un bel progetto di partenza. Non è tanto la sua idea che mi non riesco a condividere in todo, ma il sistema che ci sta portando da un'altra parte.
Provo a descrivere quello che penso, anche se faccio fatica e parto da lontano.
Qui vicino a me mentre ti scrivo ho mio nipote di tre anni. Parla il Thailandese in modo corretto e gli stanno insegnando l'Inglese. Ogni tanto prova a cantare qualche canzoncina. Arriverà a 5 anni e parlerà l'inglese meglio di me.
Mi rimase impressa una frase del Presidente dell'Associazione Collodi:
Ricevo da tanti anni lettere ed email da tutto il mondo di bambini che, con il loro inglese, mi scrivono per Pinocchio. Distinguevo molto facilmente il bambino francese, quello cinese, quello americano o altri ancora. Oggi scrivono tutti allo stesso modo e non riesco a capire da quale parte del mondo mi arrivano le lettere o le email.Noi siamo terribilmente indietro e stiamo sprofondando.
Il nostro sistema di apprendimento è antiquato. Il futuro credo che sia qui.
Oggi, quella "I", viene tolta non solo dalle scuole elementari, ma anche da quelle superiori.
Molti ragazzi, quando arrivano alle scuole medie, navigano già su internet.
Spero proprio che la risposta sia quella di insegnarlo come parte importante della nostra vita e non dare la patente solo a 18 anni come fosse una macchina.
Thomas ha inziato a scrivere in 4a Elementare. E risponde agli zii anche in inglese.
Internet e l'Inglese sono il presente.
Il Futuro invece è fatto di interazione. Di quando i ragazzi, dopo un'informazione ricevuta, iniziano a cercare, informarsi, interagire, formarsi.
E non solo interagendo sugli argomenti con ragazzi della propria età, ma interagendo secondo i propri interessi.
Un altro esempio è il fratello di Juanin. Il prossimo anno farà il primo superiore, naviga sul web, partecipa ai forum. Per cosa? E' un patito di piante grasse, a casa ha un laboratorio. Quando lo chiamavamo dalla Thailandia per trovargli delle piante conosceva così bene l'argomento da farmi vergognare. Ci ha indicato i sistemi per conservare le piante comprate e portarle in Italia senza farle morire. Ogni pianta un sistema diverso. Sono tutte vive nel suo laboratorio.
L'avessi avuta io questa opportunità alle elementari, alle medie o alle superiori!
Avrei approfondito un sacco di cose a me care, invece di perdere un sacco di tempo in quelle che conoscevo già a memoria!
Mi ricordo che i compiti per l'estate li facevamo in una settimana insieme con Cosmano
Il compito di matematica, circa 10 minuti di orologio.
Mi piaceva la matematica, garibaldi, le guerre mondiali. I miei ormoni mi dicevano corri, fai casino, divertiti!
Invece ci costringono a fare il contrario. Ed ora ci vogliono sempre più ignoranti
Questo proprio mi fa rabbia. Ho una visione molto pessimistica, spero sinceramente che non corrisponda alla realtà.
E badate bene, non c'è l'ho mica con una sola parte politica.
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La carne al fuoco è tantissima e, come supponevo, il discorso può andare molto lontano. Però è tutto collegato ed è per me un onore raccogliere alcuni spunti dall'intervento del Grande Capo (cui sempre mi ).
@Giorgiotave said:
...il sistema ci sta portando da un'altra parte.
Vero, indubbiamente. Però il sistema, come un Forum, si muove in base a due semplici regole:
- Si va dove vanno gli utenti.
- Si va nella direzione tracciata dagli amministratori.
Per restare all'esempio citato dei bambini che sempre più presto fanno la conoscenza con l'Inglese e Internet, gli "utenti" in questo caso sono i popoli del mondo, in cui la lingua che una volta si parlava solo in Inghilterra sta diventando l'idioma universale.
So bene che ormai il fenomeno così com'è risulta inarrestabile e irreversibile - e non è certo mia intenzione oppormi al flusso della corrente: sarei stupido, quando non addirittura anti-storico.
Qui però intervengono gli "amministratori", cioè governanti, insegnanti, politici (tutto l'arco costituzionale, in ogni Paese) e tutti coloro nelle cui mani stanno le leve del potere: a loro tocca correggere la rotta e fare delle scelte, decidendo non tanto che cosa far studiare, ma soprattutto come.
E qui torniamo ad un tema caldo:
@Giorgiotave said:
Noi siamo terribilmente indietro e stiamo sprofondando.
Il nostro sistema di apprendimento è antiquato. Il futuro credo che sia qui.
Sottoscrivo: la didattica va rivista in modo a dir poco radicale, sebbene a mio parere le direttrici da seguire siano due: da un lato semplificare radicalmente e andare all'essenziale, specie quando si è piccoli ("leggere, scrivere e far di conto" non come modo di dire, ma come concreto programma di istruzione su vasta scala, a partire dai più piccoli), dall'altro integrare in modo profondo le tecnologie nella scuola, rendendo computer e informatica elementi quotidiani della divulgazione scolastica.
L'ho detto e lo ripeto: il computer, internet, la Rete... sono prima di tutto strumenti, poi - ma sempre in secondo luogo - nuovi assetti ontologici e sociologici: per gestirli occorre gente con una solida preparazione di base, cresciuta in un ambiente in cui la tecnologia sia parte integrante dell'insegnamento ma non soppianti le fondamenta.
Ciò premesso, è sacrosanto che anche i più piccoli, dopo aver appreso le basi, siano subito indirizzati alla fruizione consapevole ed all'interazione critica con il nuovo mondo, fatto di html, php, joomla e mysql.
@Giorgiotave said:
E non solo interagendo sugli argomenti con ragazzi della propria età, ma interagendo secondo i propri interessi...
Altro punto centrale: lo spazio offerto dalla Rete alle peculiarità, al talento, all'esperienza personale e all'autorevolezza conquistata solo grazie al merito è forse la più grande opportunità offerta dal mondo in cui viviamo.
La tua storia personale, Giorgio, ci induce tuttavia alla meditazione finale: tu hai seguito le tue inclinazioni ed hai coltivato un sogno fino a farlo diventare realtà, e per fare ciò hai dovuto andare fuori da alcune vie maestre per addentrarti in un terreno inesplorato.
Nel farlo, però, non hai mai trascurato le basi (compiti delle vacanze compresi), perché sapevi probabilmente che c'era del buono anche lì dentro e che quelle cose - che certamente avrebbero potuto essere insegnate meglio e spiegate in un modo più vicino alle esigenze del mondo esterno, o perfino sostituite con altre - avrebbero dato un contributo positivo alla tua formazione.
Se insomma oggi esiste GT è perché il sogno di un ragazzo ha trovato un edificio solido in cui andare ad abitare, fatto di pilastri forti e basi stabili (e perfino con qualche soprammobile apparentemente superfluo, ma che magari si è rivelato utile dopo o lo farà fra qualche anno).
"Per fare un tavolo, ci vuole il legno": un buon tavolo esige ottimo legno, un falegname capace e poche semplici regole per la stabilità; poi su quel tavolo si può cucinare la ricetta più raffinata o disegnare il circuito elettronico più complesso del mondo, ma sotto quello che resta è un buon pezzo di legno.
È sempre un piacere e un onore.
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Mi inserisco in questa discussione, che trovo interessantissima, per proporre uno spunto di riflessione rispetto all'utilizzo delle tecnologie informatiche (da ora in poi IT) applicate alla didattica. Sono una pedagogista e, sia nel mio percorso di studi, che in quello professionale, ho avuto modo di verificare e confermare come l'utilizzo delle IT siano cruciali nella formazione del pensiero critico e della strutturazione del sapere dei ragazzi che vivono nell'attuale società.
Informatica non è solo "uso del computer" ma può rappresentare una metologia di pensiero adeguata alla formazione delle competenze necessarie alla gestione dei molteplici linguaggi del nostro tempo. Se mi consentite vorrei citare Umberto Margiotta (Pedagogista) che nel suo libro "Pensare in rete" (CLUEB editori) a pagina 168 dice "il problema che l'informatica oggi pone agli insegnanti, è di decidere quale sia il modo migliore per insegnare a distinguere, ordinare, suddividere le conoscenze, utilizzando dell'informatica tutto ciò che aiuta a selezionare tra dati di conoscenze e programmi di sviluppo della conoscenza".
Non si tratta più di considerare l'informatica come una materia da inserire nei curricula scolastici, piuttosto di un metodo di lavoro per apprendere.I desolanti risultati che gli studenti delle scuole italiane raggiungono nelle ricerche internazionali continua a dirci che qualcosa non va.
Forse è colpa degli studenti che guardano troppa televisione? Forse è colpa delle famiglie troppo prese da loro stesse da non riuscire più a fornire ai figli le motivazioni per studiare ed andare bene a scuola? Forse è colpa della società che non attribuisce più il giusto valore al sacrificio nello studio e invia continuamente messaggi contraddittori a questi studenti disorientati? E gli insegnanti nel complesso, quando cominceranno ad interrogarsi sui loro metodi, sulle loro lezioni frontali, sulla didattica uguale per tutti, sull'esigenza di una reale integrazione (e non il semplice inserimento) della diversità nelle loro classi? Ci sono ottimi insegnanti che si impegnano come veri avanguardisti per dare ai loro studenti ciò che è adeguato per loro, ma probabilmente nel complesso, essi sono la manifestazione del disagio e della melanconia della nostra scuola.:bho:
La società muta, si trasforma e la scuola.... mette le pezze sul suo vecchio vestito.
Queste sono le mie riflessioni, ma sarei contenta di considerare altri punti di vista sull'impatto che possono avere le IT sul modo di pensare dei bambini e sull'importanza che l'informatica non esca dalla scuola, non solo come materia, ma tanto più come metodologia di pensiero.Marseb
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Personalmente sono molto dispiaciuta di questa sparizione.
I nostri figli, hanno sicuramente bisogno di basi come dice Leonov però tutto questo per loro arriva prima di quanto previsto e da noi vissuto.Le regole della convivenza le imparano gia nei tre anni di materna, imparano così ad ascoltare, ad aspettare, a parlare con ordine, a fare un coro, una rappresentazione, la differenza dei momenti di insegnamento, il movimento ... di solito l'ultimo anno di materna imparano anche a scrivere leggere e far di conto :).
Nel frattempo a casa gia a quell'età cominciano ad usare tutto: computer, console, ma anche solo sky e skype. Così l'età della scelta si anticipa (nei limiti della libertà lasciata dai genitori).
Personalmente ho preferito insegnare ad usare le cose invece di vietarle, così ho fatto con coltelli e scale e così con televisione e computer.Mi trovo molto daccordo con Marseb quando dice:
Informatica non è solo "uso del computer" ma può rappresentare una metologia di pensiero adeguata alla formazione delle competenze necessarie alla gestione dei molteplici linguaggi del nostro tempo
e credo sia un bene cominciare fin da subito con questo approccio.
La voglia di utilizzare i vari strumenti tecnologici favorisce e stimola la voglia di capire l'inglese, (alcune parole giocando rimangono impresse: il loading dei giochi ad esempio così come il play), a me ha aiutato a far capire l'ordine (finestre da chiudere, altre da aprire, salvare in una cartella le cose da ritrovare, parole -anzi frasi- da usare nelle ricerche su google), la manualità e la coordinazione ma anche tanto la voglia e la possibilità di relazionarsi ad altri.
Non è -secondo me- la tecnologia a poter creare problemi e squilibri (parlo delle problematiche legate al troppo tempo passato di fronte al computer anziche all'aria aperta) ma la mancanza di stimoli vari da parte dei genitori.
Un abbraccio non si sostituisce e i bambini lo sanno però è inutile negare che hanno a disposizione tantissimi strumenti e che li vogliono usare.Ecco perchè mi sarebbe piaciuto un aiuto e una guida da parte della scuola.
Sono andata a cercare qualcosa sul Pedagogista indicato da Marseb: Margiotta. Ho trovato interviste molto interessanti specie sul mondo universitario, estremamente concrete ... per arrivare a quello che descrive e che condivido, bisogna partire dalle basi e credo che i genitori andrebbero supportati fin dall'inizio.
Come sempre, sarà la rete a supportare i genitori in mancanza di direttive statali adeguate. Da quando sono mamma ho trovato aiuto, sostegno, condivisione, confronto, possibilità di scelta e informazioni vere, più dalla "rete" che dalle istituzioni preposte. Ed è su questo aspetto, maggiormente quindi sulle possibilità in più che la tecnologia può fornire, che focalizzo con mio figlio il discorso.
So che il tema era più complesso e tecnico la mia è solo un'esperienza ..
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Benvenuta Marseb nel forum gt
Grazie per aver arricchito questa discussione portando il tuo punto di vista da persone che si occupa dell'argomento in prima linea.
Nel mondo IT, ed in particolare su Internet (per quanto riguarda l'Italia), c'è una nazione che viene sottovalutata e che invece ha costruito basi solide per il futuro: l'India.
Porto un estratto di Wikipedia.
Più recentemente l'India è riuscita a capitalizzare l'istruzione in lingua inglese di molte persone, diventando un'importante meta di outsourcing per le società multinazionali e una popolare meta per il turismo medico. L'India è diventato anche grande esportatrice di software e finanza, ricerca e servizi tecnologici. Le sue risorse naturali comprendono seminativi, bauxite, cromite, carbone, diamanti, minerali di ferro, calcare, manganese, mica, gas naturale, petrolio, titanio.
Nel 2007 le esportazioni erano stimate in 140 miliardi di $ e le importazioni erano pari a 224,9 miliardi di $. Tessuti, gioielli, prodotti dell'ingegneria e software erano le principali voci dell'esportazione; mentre il petrolio greggio, macchinari, concimi, prodotti chimici e lo erano fra le importazioni. I più importanti partner commerciali dell'India sono Stati Uniti, l'Unione Europea e la Cina.
Molti pensano che gli indiani vengono scelti per i bassi costi, mentre in realtà loro sono dei veri geni in programmazione.Le aziende di primo livello, come Google ad esempio, hanno anche queste persone in ruoli importanti.
Questo è dovuto proprio all'approccio scolastico, dove appunto Inglese e Informatica non vengono trattate "come una materia da inserire nei curricula scolastici, *ma come *un metodo di lavoro per apprendere".
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Cercando approfondimenti su bambini ed internet ho trovato questo:
Altro che maestro unico! In Giappone i maestri rischiano il posto di lavoro per colpa di un robot. Saya, la prima maestra-robot, ha cominciato a fare lezione in una scuola elementare di Tokyo.
La maestra Saya parla diversa lingua e, grazie a 18 motori nascosti dietro alla sua faccia di plastica, è in grado di esprimere diverse emozioni, tra cui la rabbia per spaventare i bambini più indisciplinati. Sono stati necessari 15 anni di lavoro per costruire la prima maestra-robot.Gli eccessi sono sempre importanti, quanto meno per capire i limiti delle cose stesse.
Perdonate l'inciso scherzoso in una discussione seria ma la faccia di quel robot è ... imperdibile.
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E' stato molto interessante per me riflettere sugli spunti di Cherryblossom e Giorgiotave: l'una nel microcosmo dell'apprendimento infantile e l'altro sul macrocosmo della forma mentale che sviluppa una società nel suo complesso. Credo infatti che, comprendere meglio l'impatto che l'uso del computer può avere sulla mente sia la chiave di lettura che va data a fatti come quelli oggetto della nostra discussione.
Voi avete fatto degli esempi concreti su come l'uso metodico (intendo con metodo) delle IT possa aiutare ad apprendere l'ordine (attraverso le finestre e le cartelle), sviluppare strategie di ricerca e problem solving (attraverso la formulazione di strighe da inserire nei motori di ricerca) o favorire il progresso di una società fino a ieri tra le più disastrate, a diventare leader nella produzione di software e quant'altro.Io per quanto mi riguarda ho notato come il giusto uso del computer possa impattare sul metodo di studio e modificare la strutturazione del sapere. Le forme ipertestuali, ad esempio, aiutano i ragazzi a comprendere che il sapere non si struttura a compartimenti stagni e cioè in materie, periodi storici, parti del libro da studiare relative ad un'interrogazione, che una volta passate, si staccano dalla mente con la stessa facilità con cui un post-it si stacca da una parete solo dopo qualche ora.
... Nella mia scuola ideale, ci sono invece insegnanti che lavorano in cooperative-learning con i loro studenti; dove si fa storia in aula informatica, andando alla ricerca (guidata) di documenti storici, informazioni di autori che la pensano diversamente; la mia è una scuola dove il materiale raccolto viene selezionato, discusso e rielaborato su supporto informatico per essere modificato, ampliato e migliorato nel tempo e da altri; è una scuola dove il lavoro di storia si collega con link ipertestuali a matematica, filosofia, letteratura, disegno tecnico ... insomma dove mentre si studia si impara ad apprendere.
... Ma poi mi sveglio e mi dicono che l'informatica sarà tolta dai programmi scolastici e allora anche l'incubo della maestra robot
... beh! ... mi sembra meno aberrante.
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Buongiorno Marseb, sempre navigando ... ho letto e visto alcuni video di Seymour Papert e gli approcci formali e informali allo studio (ad esempio) della matematica a lui ispirati, che mi sono sembrati molto interessanti e che un po' si avvicinano (forse) a quello che descrivi della scuola che vorresti tu (la vorremmo anche noi, almeno io :)). Posso chiederti se conosci, immagino di si e che ne pensi?
Che tu sappia esistono al di fuori della scuola, posti e persone con cui i bambini possono fare ed imparare questo tipo di approccio alla tecnologia e quindi al conoscere?
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@Marseb said:
... Nella mia scuola ideale, ci sono invece insegnanti che lavorano in cooperative-learning con i loro studenti; dove si fa storia in aula informatica, andando alla ricerca (guidata) di documenti storici, informazioni di autori che la pensano diversamente; la mia è una scuola dove il materiale raccolto viene selezionato, discusso e rielaborato su supporto informatico per essere modificato, ampliato e migliorato nel tempo e da altri; è una scuola dove il lavoro di storia si collega con link ipertestuali a matematica, filosofia, letteratura, disegno tecnico ... insomma dove mentre si studia si impara ad apprendere.
Ho messo dei grassetti.
In giro porto sempre due mie opinioni per far capire il cambiamento epocale che stiamo vivendo:
- nel futuro un bambino del Burindi potrà accedere allo stesso livello di insegnamento di un Bambino di New York (anche di possibilità economica).
- magari avessi avuto la possibilità di sapere che cosa pensava mio nonno o cosa pensavano le persone che hanno vissuto sulla propria pelle la 2° Guerra Mondiale.
Il secondo punto è quello che mi interessa portare nella discussione perchè è proprio quando hai detto tu: "dove si fa storia in aula informatica, andando alla ricerca (guidata) di documenti storici, informazioni di autori che la pensano diversamente".
Quando discutevo di questi argomento ancora Google non si era così evoluto e mi ricordo che dissi che proprio lui applicherà dei filtri che ci faciliteranno la raccolta delle informazioni storiche.
Più il web crescerà nel suo sviluppo tecnologico, più avremo a disposizione strumenti di ricerca migliori in grado di estrapolare dati di vario tipo; avremo inoltre strumenti per l'immisione di contenuti sempre migliori (immagino già Twitter che permetterà di geolocalizzare ogni singolo post).
Ad oggi è possibile fare delle ricerche molto interessanti.
Per fare un esempio, dovendo fare delle ricerche sugli eventi di repressione in Birmania il percorso potrebbe essere questo:
- Andare su Wikipedia nella scheda della Birmania per rintracciare le date in cui si sono svolti questi avvenimenti.
- Trovate le date è possibile andare su Google Search e richiedere documenti creati tra quelle date e su Google Blog Search e richiedere gli articoli creati durante quelle date.
- Trovare le foto caricate durante quel periodo su Flickr.
- In futuro sarà possibile cercare anche su Twitter i post tra quelle date in modo più preciso (lo strumento non è preciso oggi).
- Sono convinto che presto anche la ricerca avanzata di YouTube ci permetterà di ricercare quei video caricati durante quel periodo.
- E' possibile inoltre usare Archive.org per provare a rintracciare le home page dei vari siti all'epoca e prelevare informazioni, link ect. Anche se non la ricerca di Archive.org non raggiunge sempre una precisione giornaliera, ma con un pò di fortuna...
- Senza contare gli aggregatori di news che ci sono in giro e altri servizi del genere.
Magari appena ho tempo faccio un video dove tratto proprio questo argomento portando l'esempio con qualche evento accaduto di recente per mostrare come funzionano.
Chiudo con una mia frase: una volta bisognava saperle le cose; oggi è importante saperle cercare.
@Marseb said:
... Ma poi mi sveglio e mi dicono che l'informatica sarà tolta dai programmi scolastici e allora anche l'incubo della maestra robot
... beh! ... mi sembra meno aberrante.
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@Giorgiotave said:
Chiudo con una mia frase: una volta bisognava saperle le cose; oggi è importante saperle cercare.
Questo Forum infatti, anche per chi come me non ha trascorsi di studi informatici, ti aiuta proprio in questo ed a capire questo.
Attraverso l'osservazione e lo scambio con persone come gli utenti Gt, ho scoperto tanti nuovi modi di cercare, ho imparato a discernere fra questi, ad utilizzare i vari strumenti in momenti diversi ...
Tutto questo essendo poi quotidianamente applicato (e probabilmente facendo parte del mio modo d'essere seppur fin'ora inesplorato) è entrato anche nel mio modo di pensare e di comunicare, soprattutto di ascoltare.
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Concordo in ordine sparso con alcune cose lette sopra, con altre meno. La verità è che la nostra povera Italia è in mano a persone che non sanno cosa fanno, o forse lo sanno bene, purtroppo.
Confrontarsi con gli USA è deleterio, nonostante io non approvi molte cose che avvengono lì (prima di tutto la sanità e l'istruzione), è indubbio che negli USA ci si è volti verso la rete con l'intenzione di usarla e sfruttarla al meglio. Basti pensare che le maggiori aziende del mondo che giganteggiano nella rete sono proprio americane.
In realtà l'istruzione negli USA non è proprio il massimo, come risulta da recenti prove realizzate da enti non governativi. E' un dato di fatto che negli USA si utilizzano molti studiosi stranieri. Ad esempio vanno per la maggiore i matematici indiani. E qui andiamo sul concreto.
I paesi che di recente hanno avuto un vero e proprio boom economico, anche in tempi di crisi, sono la Cina e l'India. Guarda caso due paesi che hanno profondamente riformato il loro sistema scolastico, producendo in un paio di generazioni un folto gruppo di giovani dotati di avanzata istruzione, specialmente nelle nuove tecnologie e materie collegate. Sono famosi, come dicevo sopra, i matematici e gli ingegneri indiani.
E l'Italia ?
Secondo il famoso test P.I.S.A. dell'OCSE gli studenti italiani sono agli ultimi posti, mentre in Europa i laureati sono il 21%, il Italia solo il 12%. 2 italiani su 3 non leggono più nulla dopo le scuole, andando a rimpinguare le statistiche degli analfabeti di ritorno (pare che l'Italia sia prima in questa particolare classifica).
E da parecchio che i governi italiani fanno a gara a riformare il sistema scolastico, ma alla fine il tutto si limita ad un taglio di fondi e al cambio di nome di qualche cosa. Niente di serio. Se adesso davvero eliminiamo anche tutto ciò che ha a che fare con internet, allora penso che l'Italia farà ben presto la fine dell'Argentina. Del resto il commissario europeo Viviane Reading asserisce che il 40% del PIL viene dalla rete e tecnologie collegate. In Italia, invece, stiamo ancora alla produzione di tessuti, quando i cinesi li producono a metà prezzo. Non siamo più concorrenti con loro, e abbiamo perso il treno delle nuove tecnologie.
La scuola deve prima di tutto dare le basi, ma soprattutto deve educare l'individuo. Il resto non ha importanza, viene dall'esperienza. L'Italiano un italiano che vive in Italia lo impara per strada, volendo. La scuola deve formare la mente, dare tutti gli strumenti agli alunni perchè sappiano come studiare qualsiasi cosa, come incasellarla nella loro mente, come affrontare i problemi, qualunque essi siano. Poi su tutto ciò si innestano, in una seconda fase, le cose utili, e lì si intende che devono essere utili non solo per l'individuo, ma anche per il paese. Quindi l'inglese che si parla ovunque nel mondo, i computer, che si usano dappertutto, internet che ti consente di raggiungere una quantità di conoscenza prima impensabile.
Non sono cose inutili, ma oserei dire indispensabili, perchè senza queste conoscenze minime un essere umano oggi è tagliato fuori, sia dal mondo del lavoro che dalla società.
Infatti, oggi le informazioni viaggiano in rete. In un mondo pesantemente controllato e censurato, se non sei in rete non hai le informazioni di base, non sai le cose, non hai le notizie, hai solo le opinioni di chi esce ogni giorno nella TV. In poche parole sei controllato e controllabile!
Puoi anche esprimerti nell'italiano più forbito e corretto, ma non hai gli strumenti per capire la realtà che ti circonda, quindi non sei in grado di partecipare alla vita pubblica.
Il problema sta tutto qui. In Italia, specialmente in questo momento storico, c'è la tendenza a controllare i cittadini, e ad impedire loro di assumere coscienza della realtà che ci circonda. La gente vuole sapere e vuole capire, ma soprattutto vuole partecipare alla gestione della res publica, perchè ha capito che è cosa sua, di noi cittadini. E questo Obama lo ha capito bene, appellandosi alla rete, e facendosi supportare dalla rete.
Forse proprio per questo in Italia la rete fa paura, internet fa paura, perchè Obama, ma anche altri avvenimenti, altre persone prima, hanno fatto capire chiaramente che un uso corretto della rete porta ai cittadini le informazioni essenziali per capire come funzione la nostra società. E quando il cittadino capisce come funziona la società, si rende conto che certe scelte dei politici non sono dettate da interessi pubblici, ma da egostici, biechi, interessi personali.
Non è un caso che l'Italia è l'unico paese al mondo dove l'accesso alla rete diminuisce (42% oggi a fronte del 43% dello scorso anno), mentre nel resto del mondo si arriva anche al 96% (se non sbaglio Svezia). Non è un caso che in Italia solo negli ultimi 2, 3 mesi, ci sono stete ben 4 proposte di legge per mettere un sostanziale bavaglio alla rete, addirittura asupicando una censura preventiva messa in mano all'esecutivo (nemmeno alla magistratura). Non è un caso che l'Italia sia al 56 posto nella classifica della libertà di stampa redatta da freedom House. Non è un caso che..... potrei continuare all'infinito.
La scuola serve per creare dei cittadini, per educare questi cittadini e per farli partecipare, consapevoli, alla vita pubblica al fine di migliorare le condizioni di vita di tutti. Per fare questo sono necessari strumenti, principalmente conoscitivi, e internet, piaccia o meno, è il più potente di questi strumenti, oggi, libero, pervasivo, multiculturale, anarchico anche se si vuole, ma di sicuro il più efficace strumento di diffusione di cultura e libertà. Si anche libertà, perchè la Cina ci insegna che internet è l'unico strumento che consente alle voce imbavagliate del dissenso di esprimersi in qualche modo. Certamente la TV e i giornali non lo consentono. Ecco, sotto questo profilo la Cina è indicativa, come metodologia di controllo della popolazione. Quegli stessi giovani istruiti per far correre l'economia cinese, talvolta si oppongono alla compressione delle libertà del regime cinese. E lo fanno in rete.
Allora la rete è anche uno strumento di libertà.
Ma internet è ancora di più, è uno strumento di tolleranza. Grazie alla rete io posso parlare con amici negli USA, ma allo stesso tempo posso dialogare con chi si trova nello Sri Lanka, leggere un blog cinese, insomma leggere e capire le usanze, le aspettative, le opinioni, capire la società e il modo di essere di un altro popolo, di un'altra nazione. E così posso capire che in fondo tutto il mondo è sostanzialmente uguale, tutti abbiamo più o meno le stesse speranze, le stesse paure, le stesse idee. Possiamo conoscere lo straniero e capire che non dobbiamo averne paura. Possiamo conoscere il diverso e capire che non dobbiamo rinchiuderlo in ghetti o scacciarlo.
Cose che, purtroppo, nel 2009 ancora si vedono. Italiani che assaltano un campo ROM (nella fattispecie i ROM erano italiani da 3 generazioni almeno!) per incendiarlo, al grido di "dagli allo straniero!". Sono pronto a scommettere che quegli esaltati non avevano mai nemmeno provato a parlarci con quei ROM, non li conoscevano.
Ecco che internet ci consente di ovviare a tutto ciò, conoscendo gli altri, capendo gli altri, imparando a rispettare gli altri.
Ecco perchè internet è essenziale. Ed ecco perchè internet viene osteggiato pensantemente dai nostri governi. Non è solo un mezzo per acquisire informazioni, come non lo era il libro a stampa, inventata da Gutenberg (che mi pare fu scomunicato per questo), oppure il treno (che fu accusato di essere pericoloso perchè metteva in comunicazione genti di paesi diversi).
Internet è un mezzo di conoscenza, democrazia, rispetto, libertà.