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- "Adottiamo le Parole Dimenticate" - Un'iniziativa della Biblioteca di GT
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@Pretty Heron said:
Gaudio, giubilo, letizia...sinonimi di gioia non molto usati oggi [...]
Vero: sarà l'impoverimento del lessico, sarà la crisi economica, sarà il fatto che la depressione è il male del secolo, però non si sentono spesso i sinonimi di "gioia" (a meno che non si parli di gioielli, monili e altri beni materiali).
Ai citati gaudio, giubilo, letizia (grazie Pretty!) accodo qui altri termini pescati nel medesimo ventaglio semantico - alcuni di questi sembrano provenire da un altro universo e da tempi remotissimi:
- allegria, beatitudine, conforto, estasi, delizia, diletto, dolcezza, felicità, appagamento, completezza, nirvana, paradiso, pasqua, gaiezza, piacere, tripudio, contentezza, benessere, soddisfazione, godimento, solluchero (o sollucchero), gratificazione, sollazzo...
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Leggo e riporto da un'altra discussione in area Musica all'interno della quale si parla di testi di canzoni.
In un brano dei Modena City Ramblers ho trovato il termine tragattino - accento sulla "i", sostantivo o aggettivo.
Sembra che significhi qualcosa come "imbroglione", "bugiardo", "truffatore", ma non sono riuscito a trovarla né sui dizionari cartacei né sui repertori on-line.
Forse è un'espressione dialettale della zona di Modena, ma non so se sia peggiorativa dei significati proposti o riesca a moderare l'asprezza di certi giudizi morali insiti nella lista di parole di prima.
Qualcuno ha informazioni in merito?
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Altre parole "dimenticate", per non dimenticare (appunto) questa discussione.
Parole come ampolla, ormai poco usata, ma bellissima e "alchemica"; oppure come morione, l'elmo tipico dei soldati spagnoli del Seicento.
Termini ormai svaniti come panciotto - concorrente lessicale del moderno gilet - oppure solo accantonati, come crogiuolo (anche crogiolo), che periodicamente ritorna quando si parla di temi multietnici.
Ci sono poi le parole che la Storia ingoia, letteralmente, facendone scomparire la memoria (e tutte le straordinarie vicende associate): piroscafo, tombolo, lisciviatrice, arcolaio, tramoggia...
Altri termini, invece, sopravvivono solo in stretti ambiti tecnici (il radimadia del fornaio, il cinerario del becchino), oppure si "riciclano" in nuovi mondi, cambiando il proprio significato: i sergenti del falegname diventano le virgolette «» del tipografo, e via dicendo.
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"Speglio" che vuol dire specchio. L'ho sentita per puro caso due giorni fa.
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Speglio Pika? Ma che lingua è?!
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@pikadilly said:
"Speglio" che vuol dire specchio. L'ho sentita per puro caso due giorni fa.
Ciao, Pika! Che piacere rileggerti qui!
E con quale straordinario contributo, per di più! Sono molto piacevolmente impressionato.
@Pretty Heron said:
Speglio Pika? Ma che lingua è?!
È italiano, sebbene l'uso sia ormai piuttosto raro, forse con prevalenze dialettali.
"Specchio" e "Speglio" (pronuncia: spèglio) derivano dalla medesima radice: il latino speculum. Il primo ha subito fenomeni fonetici di raddoppiamento e variazione (anche se in ambito medico sopravvivono lo speculo per l'esplorazione delle cavità corporee e lo specillo con la medesima funzione ma foggia ben diversa; poi in italiano corrente abbiamo l'aggettivo speculare e il sostantivo specola, 'luogo di osservazione', 'osservatorio').
Il secondo forse deriva da un passaggio attraverso il tedesco - lì si dice Spiegel - o attraverso il portoghese - il termine è espelho -, approdato poi in Italiano con una latinizzazione della parola straniera.
Altre varianti dal Dizionario Etimologico: in spagnolo espejo, in catalano espelh, in provenzale espelhs, in friulano spieli e in sardo ispiju, che ricorda più da vicino la matrice latina, dal verbo "specio / spicio", 'guardare'.
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Un breve passaggio in questo filone un po' negletto per citare qualche altro termine "dimenticato".
Ieri ho scoperto l'esistenza dell'aggettivo equoreo, che significa "marino"; proprio la ricerca sul dizionario, in una citazione letteraria, mi ha riproposto un altro aggettivo: aprico, cioè "aperto", "esposto al sole".
Altro aggettivo che adoro: chelante. È nato in ambito scientifico (Chimica Organica) per indicare molecole che si possono legare ad altre mediante dei gruppi che somigliano alle chele dei granchi. Non è precisamente una parola perduta: solo poco nota - ma forse è lo stesso.
Ormai dimenticato - e per di più regionale - è invece l'aggettivo squarquoio. È toscano e vuol dire "decrepito, cascante"; usato una volta nell'espressione "gioventù squarquoia" - decisamente meglio di "gioventù bruciata" - per indicare ragazzi invecchiati prima del tempo a furia di bruciare le tappe.
In un forum dedicato all'Italiano più puro e ricercato ho trovato infine una sezione intitolata Grafematica: un ramo della linguistica che non si occupa solo di ortografia, ma anche di trascrizioni delle parole straniere e in generale studia le unità funzionali di un sistema grafico. Si dice anche indifferentemente Grafemica.
Di questo, però, parliamo un altro giorno: la "Settimana della Lingua Italiana" è appena cominciata...
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Salve a tutti. Un piccolo contributo da parte mia:
abbacare (calcolare, computare) affannone (trafelato, ansioso; gerg.: schizzato) afroroso (puzzolente; volg.: puzzone) bàbbio (sciocco, volg.: pirla) faloppa (bugiardo, infido freniatra (psichiatra; volg.: strizzacervelli) granciporro (errore, svista) missiva (e. mail, messaggio, lettera, sms) ribotta (baldoria, rave party, orgia) rumentiera (cassonetto) senapismo (persona noiosa; pop. volg.: rompic.) ricoglitore (saggista, intellettuale) pipita (pellicina attorno alle unghie)
Ciao a tutti
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Un contributo incantevole per la nostra collezione, Domenico_82.
Grazie di cuore, davvero: ogni parola che ricompare dal gorgo dell'oblio e si affaccia qui per una spolverata e per lasciarsi un po' ammirare dai lettori è una piccola gemma dimenticata che ci scalda il cuore con i suoi colori sgargianti.
Procurerò di inserire un po' di queste perle squisite nei miei futuri messaggi: magari mi prenderanno per un tipo compassato e un po' bizzarro (più del solito, almeno), ma che divertimento nel rievocare suoni tanto piacevoli e antichi...
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No so se sia da considerare "in disuso" ma dalle mie parti il verbo "imporre" è in via d'estinzione. Al suo posto si usano frasi poco "decorose" come "Bisognerebbe che te ne facessi fare quindici di problemi di matematica." piuttosto che un semplice "Bisognerebbe importi quindici problemi." . Forse è dovuto al fatto che imporre da alla frase un tono più imperativo, come se si stesse dando un'ordine imperativo e quindi si è più cauti ad usarlo...
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Due contributi.
Una parola triste, ma dal suono quasi "buffo" che nessuno usa più:
- Obito (accento sulla prima "o").
Significa morte, decesso, trapasso.
Un'altra che calza a pennello con questo piccolo "gioco":
- Oblivione.
Significa "dimenticanza assoluta", oblio completo.
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@Leonov said:
Vi piacciono le parole?
Che ne pensate di quelle un po' strane, poco note o che sembrano venire dritte dritte da un passato remoto?
Personalmente, le adoro; soprattutto alcune che nessuno cerca più. Hanno un fascino tutto speciale. Dunque mi sembra naturale preoccuparmi affinché certe espressioni siano difese e diffuse.
Mi spiego meglio.
Tutte le parole, così come le storie, hanno bisogno di una voce che le diffonda e le raccolga, che le gridi e le sussurri, che le strapazzi e le coccoli.
Ognuna non fa che chiedere silenziosamente cura, dedizione ed attenzione da parte delle ugole e delle corde vocali di coloro che ne fanno uso. Anche l'inchiostro con cui sono scritte è un cibo prelibato, e perfino i bit dei computer si sono rivelati, di recente, ottime culle in cui nutrire, coltivare ed allevare parole vecchie e nuove.
Leggendo queste tue parole è d'uopo intervenire e quindi.
All'uopo: all'occorrenza
Una piccola ciliegina Leonov, questa tua iniziativa così poeticamente descritta assomiglia ad un bel film per ragazzi: "Neverending Story" (la storia infinita") e quindi potremmo anche chiamarla "la parola infinita".
ciao
marlomb
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Ciao Marlomb.
Molto bello il tuo "all'uopo": tempismo perfetto e suono melodioso.
Grazie del contributo e del commento ().
A presto con altri termini dimenticati.
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A un'amica tedesca che stava imparando l'italiano avevo insegnato cicisbeo e salamelecco, cercava di utilizzarli ad ogni occasione e faceva restare tutti allibiti. Come sinonimo del secondo mi piace anche molto convenevoli. I ragazzi non sanno cosa significa.
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@bettacam said:
Come sinonimo del secondo mi piace anche molto convenevoli. I ragazzi non sanno cosa significa.
Come no
Non sono le cose giuste e buone ?"Veramente dunque bella
e convenevole comparazione
fu del cielo all'umana nobilitade"
Convivo - DanteValerio Notarfrancesco
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Ah, i "salamelecchi", che parola deliziosa...
Soprattutto, è uno di quei rari termini che nella vita (intendo la mia) ha avuto una sua evoluzione. È infatti passato da una fase in cui, semplicemente, mi faceva ridere il suono - come non pensare al salame? Da leccare, per giunta - ad una più matura in cui l'ho finalmente ricondotta alla sua etimologia piena e ne ho riscoperto il significato fondamentale di augurio di pace.
Viene infatti dall'arabo "salaam 'alaïk", "la pace sia sopra di te", in stretta relazione con l'ebraico "shalom", "pace".
Una parola molto più profonda e complessa di quanto il suo significato italiano ('saluto sdolcinato e cerimonioso, ossequio smanceroso, complimento esagerato') lasci trapelare.
Grazie a entrambi per i convenevoli interventi.
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Ma questa discussione è FANTASTICA! .
Qualche anno fa avevo un quadernino in cui mi scrivevo tutte le parole strane e belle che incontravo, ma l'ho perso
Qui però ce ne sono tante!
Contribuisco, dai!Invigliacchito = Reso o divenuto vigliacco
Borborigma = rumore che si fa con lo stomaco quando si ha fame
Capruggine = Intaccatura nella quale incastrare un sostegno
Deboscia = Comportamento scellerato (da cui la parola "debosciato")
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Ciao Zami.
Lieto che ti piaccia la nostra campagna di recupero delle parole dimenticate; l'avevo un po' lasciata andare io stesso, e tu me l'hai provvidenzialmente rammentata.
Aggiungo un po' di termini alla serie, pescando qua e là tra memoria e vocabolario:
? Obrizzo; aggettivo (e relativo sostantivo derivato) che denota l'oro di crogiolo, purissimo, senza mondaglia.
? Gnorri; nella locuzione familiare "fare lo gnorri", ignorare, fingere di non capire.
? Quinterno; meno noto del collega quaderno, indica un "insieme di cinque fogli di carta piegati in due e messi uno dentro l'altro".
? Balausta (a volte balaustra); il nome del fiore e del frutto della pianta di melograno.
Alla prossima e grazie del contributo.
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Uhm... rilancio con:
-miriagrammo: unità di misura fra il chilogrammo e il quintale.
-zazzera: ciuffo abbondante e disordinato di capelli.
-cartapecora: tipo di carta ricavata dalla pelle delle pecore messa a disseccare (forse ci si fanno i quinterni!).
C'era poi un'altra parola che denotava le attività leggere e prive di scopo, fatte al solo fine di passare una noiosa domenica pomeriggio scansando doveri quali lo studio del PHP...
Mi pare che questa parola cominciasse per finisse per -eggio...
Forse era "taleggio"?
Boh, quando mi ricordo la posto ù_ù
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Vorrei anche io inserirmi con una "corbelleria".
Queste sezioni mi stanno ridando il gusto "intrepido" di amare di nuovo la nostra "vetusta" lingua.