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- Lovvare, flaggare, addare etc. Servono davvero queste parole?
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Sulla storia del "single", proporrei di spostare la discussione in questa pagina, dove appunto solo di Inglese e sue traduzioni trattiamo, non di italianizzazione di termini stranieri (differenza sottile, lo so, chiedo scusa).
Ops... Non è sottile affatto! Mi scuso ma presa dal discorso non ho pensato abbastanza. Grazie.
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@Nimue del Lago said:
Ops... Non è sottile affatto! Mi scuso ma presa dal discorso non ho pensato abbastanza. Grazie.
Ci mancherebbe, stai tranquillissima. Grazie invece a te per le preziose intuizioni.
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Secondo me la traduzione letterale per "bannati" è "banditi", nel senso di "esclusi da una comunità".
Il problema è che questa parola ha anche accezioni "latamente" positive.
Per una visione "di sinistra" sulle radici storiche del fenomeno del banditismo rimando al volume di Eric Hobsbawn, I banditi, edito da Einaudi.
"Linkare" credo che sia del tutto insostituibile, in ambito tecnico.
"Generare un collegamento ipertestuale" è troppo lungo.
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@WWW said:
Secondo me la traduzione letterale per "bannati" è "banditi", nel senso di "esclusi da una comunità".
Sì, piace molto anche a me *banditi *nel senso di espulsi da una comunità: ha un sentore vagamente medievale e il giusto peso sulla sfumatura di infamia che solitamente rende qualcuno oggetto di una procedura di ban.
*Linkare *è una bella sfida: c'è da pensarci ancora...
E spammare? Come lo sostituiamo?
Di passaggio: perché tutti questi verbi sono della prima coniugazione e non delle altre due? Come mai diciamo spammare e non spammìre, *flaggare *e non flàgghere?
Misteri dell'italianizzazione...
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@Leonov said:
**Lovvare **[da to love], ovvero il capolavoro assoluto. Tutti lo sappiamo che *love *è *Amore *in Inglese, né più né meno. Anche qui: perché *ti lovvo *è più bello, forte, potente, incisivo di ti amo?
Mai sentito e spero di non sentirlo mai Un **ti amo **è davvero un'altra cosa...soprattutto sentirselo dire@Leonov said:
Avete qualche idea in mente?
Proprio qualche giorno fa parlando di un qualcosa, il mio interlocutore mi ha detto googlerò invece di "cercherò su internet"...la cosa mi ha lasciata sconcertata :():Mi piace assai RIMOSSO un pugno e via di qua! Sinonimo perfetto
@Nimue del Lago said:
Sotto questo aspetto siamo uno dei popoli - forse IL popolo - più baciati dalla fortuna: possediamo la Lingua più amata al mondo, per musicalità, per i mille termini che possiede.
Daje!@Nimue del Lago said:
Così come non mi passa per la testa di dire a mia madre o a mio fratello: ti amo.
Nemmeno a me, però anche in Italia c'è chi lo dice:?@Nimue del Lago said:
Perdonate la digressione ma non chiuderei rivoli estemporanei del pensiero perché potrebbero essere sorgenti di nuove idee.
@Leonov said:
diciamo pure "stile-tvb", che almeno riveste con una patina di affetto l'abiezione ortografica.
Ho sentito anche dire "Come sei sucre" per dire "Come sei dolce"
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Purtroppo sono molti i termini provenienti dall'informatica che stroppiano la lingua italiana.
Ce ne sono alcuni ad esempio che, anche se non propri dell'universo collegato ad internet, sento quotidianamente da colleghi (generalmente della generazione precedente alla mia):Trimmare : da trim > taglia
Stretchare: da stretch > allunga
Hatchare o semplicemente** Hatch** > invece che retinare - retinoPersonalmente credo che alcuni termini siano ormai entrati nel nostro vocabolario (ad esempio link); già linkare mi disturba un pò di più (potrei magari sopportare di più* lincare*). Penso che potrebbe essere un buon punto di partenza l'evitare le forzature; sinceramente di lovvare, addare, trimmare, ecc ecc non ne sento proprio il bisogno.
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Se poi scappa un link... è come andare la sera al pub*
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@WWW said:
"Linkare" credo che sia del tutto insostituibile, in ambito tecnico.
"Generare un collegamento ipertestuale" è troppo lungo.Forse è qui (o per me) l'empasse
Quando è ambito tecnico e quando no o non solo? Possono coesistere due o molte più estensioni diverse di espressione (della stessa cosa) in diversi anfratti di uno stesso ambito (come qui nel Forum)? Oppure una deve prima o poi cedere il passo e l'altra avere il sopravvento?
Il "troppo lungo" è infatti un concetto relativo.
C'è l'area tecnica, quella poetica e c'è la fetish
Il "Contenitore" ha in questa fusione la sua qualità ulteriore e cioè l'adattabilità/flessibilità ed anche il suo limite.Tra la coesistenza e la supremazia di una, credo nella terza via della reciproca influenza continua e trasformatrice di tutto e di ciascuno.
Generare un collegamento ipertestuale a me piace, ti da il tempo di respirare mentre segui le parole. Apprezzo molto l'approfondimento, i tempi morti, i lunghi respiri, i ritmi, però allo stesso tempo mi rendo conto che non sarebbero efficaci "al momento sbagliato o nel posto sbagliato".
Spammare è difficile: Infastidire, rende l'idea della reazione ma è troppo generico sulla causa. Invadere, riempire fastidiosamente, occupare indebitamente (furtivamente) anzi non eticamente la posta elettronica altrui
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Un po' di repliche a chi ha così gentilmente onorato la discussione con un contributo.
@ Pretty:
Sull'espressione "come sei sucre" per dire "come sei dolce" ho un'ipotesi. La persona che lo diceva era magari il tipo che, dopo molti anni di vita all'estero, trova difficoltà nel tornare a parlare con scioltezza l'idioma originario ed inizia a creare degli ibridi che corrispondono ad una fase di assestamento del pensiero nel passaggio tra due mondi linguistici diversi.
Penso agli italo-americani che dicono "facciamo il bisinìss" o "vivo a brucc'lìn", o a certi amici che sono finiti a vivere in Spagna ed ora salutano con "besitos".
Non solo: l'intero sistema espressivo dello Yiddish è fondato su prestiti del genere tenuti insieme da una fragile rete di regole linguistiche, a loro volta mutuate da altri idiomi. Una macedonia che, secondo il punto di vista, può risultare straordinariamente creativa (secondo me lo è) o molto confusionaria.
@ Lorenzo:
Trimmare, *stretchare *ed *hatchare *sono credo casi tipici di italianizzazioni ridondanti: abbiamo i sinonimi perfetti con una consolidata tradizione, ma per darsi un tono alcuni preferiscono una - brutta - imitazione ad un sereno ricorso alla norma.
Per cose come link, mouse, e *pub *diventa molto difficile trovare un termine con traduzione efficace; ciò che mi disturba, in ogni caso, non è l'uso di tali parole ormai "di casa" in Italiano, quanto il loro abuso, che potrebbe essere combattuto con una periodica immersione negli equivalenti italiani (nel tuo caso, rispettivamente, collegamento, *puntatore *e localino).
@ Cherry:
Saggia Cherry, tu ci indichi la via giusta, che passa per maggiori respiri e più calma; una strada più impervia e complessa di quanto si possa credere.
Sono d'accordo con te: spesso è questione di ambiti e contesti; una parola breve e "tecnica" può salvare una persona che deve compiere certi gesti specifici e non può permettersi il lusso di cercare sinonimi, mentre altrove ci possiamo ben concedere uno sguardo al vocabolario ed un secondo di tempo in più per pronunciare una bella locuzione.
Inoltre, non me ne vogliano gli iniziati, ma "link" - parola degnissima - non racconta la storia che sta in "collegamento ipertestuale" e la scelta fra "mouse" e "puntatore" può far intraprendere strade molto diverse.
Per spammare, infine, suggerirei intasare: forse non rende l'idea del gesto tecnico, ma almeno comunica tutta la molesta sensazione di vedere la propria casella di posta elettronica oberata da comunicazioni superflue.
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Riguardo questi verbi o nomi in inglese "italianizzati" vorrei segnalarne uno che ho sentito qualche giorno fa.
"Skillare" = da "skill", cioè competenza, ovvero acquistare praticità, competenza in un determinato ambito, termine soprattutto usato nel campo informatico, da cui deriva anche l'aggettivo skillato...:)
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Ultimamente sento spesso: "ho un po' di impegni schedulati". Il tutto è pronunciato così come si scrive...forse simile alla forma americana ma totalmente lontano dall'inglese...
Secondo me è orribile ma molti lo usano...
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Due repliche, con annesso benvenuto a Gaetanoc nella Biblioteca di GT; è un piacere riceverti: spero tornerai presto a trovarci per aggiungere altri contributi.
@ Gaetanoc: Anch'io ho sentito il termine "skillato", che trovo abbastanza inutile e per giunta non particolarmente piacevole all'orecchio.
Se appunto si parla di competenze acquisite, basterebbe usare uno dei tantissimi vocaboli che il nostro idioma ha a disposizione per indicare qualcuno che ha maturato espereinza in un campo, imparando a padroneggiarlo: esperto, perito, pratico, capace, dotato di conoscenza, bravo in, dotto, edotto, istruito, consumato, qualificato, provetto, conoscitore, valente, vissuto, rodato, ferrato... (si potrebbe continuare a lungo).
Quanto al verbo, basta spesso un banale "fare esperienza" o "concludere l'apprendistato"; in fin dei conti, si tratta solo di imparare ciò che viene insegnato ed eseguirlo poi correttamente, ma non sono così tanti quelli che oggi hanno davvero voglia di imparare.
@ Pretty: Il termine inglese "schedule" denota semplicemente un programma, o scaletta, o palinsesto in ambito televisivo.
Gli impegni "schedulati" (mah) sono semplicemente quelli in agenda, cioè gli appuntamenti: il fatto di mettere dopo la parola italiana un inutile aggettivo mal ricalcato dall'Inglese non credo ci possa aiutare a sbrigare più in fretta alcun tipo di commissione.
Sulla pronuncia non mi pronuncio - perdonate il bisticcio di parole - perché si aprirebbe una voragine talmente profonda da farci cadere tutti dentro senza possibilità di uscirne più.
Magari altrove, in un altro momento.
Alla prossima; grazie delle segnalazioni.