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@Nimue del Lago said:
Il grafico corretto è questo:
Siiiiii. Ora sì che ci capisco qualcosa.
Certo che avevi barato, era proprio questo il grafico che avevo in mente.
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Fantastico.
L'infinita gamma di opportunità che ci offre questo forum nello sviluppare argomenti non cessa di stupirmi.
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Sapevo che ti sarebbe piaciuto...
Bacetti anche per te
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(Abbasso/abbasso!...)
Se questo è il grafico, Nimue,
che proponi che sia corretto
per te che hai d’angelo il nome
come per vu|vu|vu, amico
esoterico e graz|i|oso,
ti dirò – per conto mio – che
l’altezza mi vale il pensiero,
la lunghezza tutti i miei giorni...
E il dardo che trapassa il cuore
(bisettrice pietosa d’angolo
retto, asciutto e matematico)
m’è valso intero il sentimento.
oggi come domani e allora.
(Non farci caso: son ternario
seppure qui sia in novenari!)
eu.ro
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Forse volevi dirci qualcosa, euro.
Non mi son curato di controllare con quante sillabe tu volessi dirla.
Parlo per me, sia chiaro.
Nonostante diverse riletture, nulla rimase del tuo messaggio, se pure c'era.
Sarà per la forma troppo aulica, oppure per la sostanza del tutto inconsistente?
In italiano comprensibile, per noi idioti, donaci la parafrasi di te stesso.
Te ne sarei assai grato.
Replicare al tuo incomprensibile "nulla" rimane difficile, altrimenti.
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Cavoli Nimue,
l'arte dei numeri sensibilmente applicata all'arte della poesia.
Fantastico, anche per chi come la sottoscritta non ha mai sofferto tanto i numeri:D
Baci che si rincorrono all'infinito, talvolta sfiorandosi appena..
Allora il mio più segreto sogno sarà di rendere finito l'infinito....:)
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Cosa abbiamo qui? Un interessante esperimento letterario; ambizioso, anche. Coniugare Matematica e Poesia è impresa ardua, ma d'altronde è degli impavidi cercare vie che in pochi - o nessuno - hanno già battuto.
Ho ronzato intorno a questa lirica per molti giorni, come un insetto molesto, godendo abusivamente della sua luce. Mi ha fornito molti spunti di ragionamento, innestati su un pur modestissimo bagaglio di conoscenze tecniche.
Qui vorrei soffermarmi su un passo che più degli altri mi ha sorpreso: il primo binomio di righe, all'interno del quale ho trovato qualcosa di davvero notevole.
Vediamo: WWW dice:
@WWW said:
Baciatela per ogni numero che segue la virgola,
in quel dannato PI greco che serve all'ignoto.e in un colpo solo centra il nocciolo della questione, con una precisione impressionante.
L'Amore - maiuscola necessaria - è infatti proprio come il numero pi greco, che nasce da un rapporto ma come rapporto non è esprimibile. Si chiamano numeri "irrazionali" (solo i grandissimi matematici possono permettersi certi ossimori senza far perdere credibilità al proprio lavoro), e niente mi sembra più appropriato per descrivere il sentimento.
Pi greco è un numero infinito, illimitato e non periodico, continuamente irregolare nella sua perfezione; intero e completo pur avendo una coda senza fine di contributi sempre più impercettibili, ma non per questo meno importanti.
Un numero irriducibile ad una frazione: nessun argomento aritmetico può scardinarlo, nessuna struttura elementare riesce a contenerlo.
Di più, pi greco è trascendente: non sfugge solo all'Aritmetica; si ribella gagliardo anche all'Algebra; vola in un Empireo inaccessibile al mondo degli stati finiti, in compagnia della costante di Nepero; ancor più ineffabile della sezione aurea, superato in termini enigmatici solo dall'oscura costante di Eulero-Mascheroni.
Un numero "mostruoso", in senso etimologico, di una bellezza abbagliante, che esige di essere considerato intero, completo, assoluto.
Tuttavia.
Tuttavia il poeta lo scrive subito: esso "serve all'ignoto".
Ha ragione: chi sarà in grado di reggere il confronto con l'infinito? Chi resterà a fissare per sempre il sole meridiano dritto nel centro della sua luce? Chi si confronterà con la trascendenza?
Nessuno temo, così come nessun cuore è in grado di reggere a lungo il peso dell'Amore nella sua totalità senza venirne lacerato, frantumato e spezzato.
Dunque noi prendiamo l'infinito pi greco e lo mutiliamo; tagliamo la sua coda che si perde nell'orizzonte, gettandola nel nulla; riportiamo l'assoluto al mondo meccanico dei nostri stati finiti e limitati.
Pensiamo "pi greco", ma scriviamo 3,1416 (e gli ho già regalato due cifre più dell'ordinario), o comunque qualcosa di non molto dissimile.
Sfiguriamo l'infinito per farne materia accessibile, il cui maneggio sia alla nostra portata.
Atroce? Probabilmente. Gratuito? No, non credo. Non ci anima una forma di subdola cattiveria (anche se è urente l'invidia per un'altezza che siamo certi non potremo mai raggiungere); è solo la disperata necessità di sfruttare qualche briciola di polvere d'infinito per poter sopravvivere.
Così, armati ora di bisturi, ora di mannaia, noi sfiguriamo la perfezione e ne strappiamo il pezzo più polposo, la mano guidata dalla cieca necessità.
Credo - a volte temo - che sia cosi anche con l'Amore: è un sole troppo abbagliante, una sfera troppo perfetta, un'altezza inaccessibile. Nessuno potrebbe sostenerne con continuità la grandezza e farla convivere placidamente con le miserie della nostra vita limitata, finita, periodica, a tratti perfino insulsa.
Così noi cerchiamo l'Amore pur consci della nostra cronica incapacità di gestirlo; alla fine ci accontentiamo di un morso (anche qui, spesso il sapore è dolce e delicato, molto vicino a quello dell'assoluto, che ha però una nota amarostica insostenibile) e con quello costruiamo la nostra felicità.
Troppo poco? Perché mai? Chi si contenta gode, e nessuno ci garantisce che saremmo in grado di abbracciare l'infinito: gli indizi tendono anzi a sostenere il contrario.
I brandelli dell'Amore, cioè gli amori, cementano le nostre relazioni così come i vari 3,1416 mantengono in piedi la nostra Matematica: un trespolo dall'equilibrio precario, ma sufficientemente stabile per il tempo di una vita.
Poi esistono anche alcuni (s)fortunati che arrivano a lambire il punto apicale, ma in quel caso ogni ritorno al mondo ordinario ha il sapore di una sottile tortura, come gli Spiriti Magni del Limbo, che lontani dalla luce di Dio non soffrono meno degli altri dannati.
Invidio la loro audacia, non la loro condizione di esuli dal Paradiso.
Ultima postilla: un "memento" per me e non per i lettori. Quello che io ho detto in un profluvio elefantiaco e farraginoso di paragrafi, WWW l'ha sintetizzato in due sole righe: la differenza incolmabile tra la prosa - cui appartengo - e la poesia, che amo ma non domino. Rileggendo l'originale, il confronto diventa imbarazzante.
La lentezza della prosa, tuttavia, consente distacco, pause, respiri: la calda massa gorgogliante che la poesia ha evocato, nel lento procedere delle proposizioni, diventa più duttile e meno incandescente. L'unico modo che io conosca per esaminare una bomba senza farmi sopraffare dalla paura che mi esploda dritta in faccia.
[In tema di resami e rielaborazioni: i miei complimenti a Nimue del Lago ed al suo impeccabile studio di funzione; ho visto molti grafici nella mia vita, parecchi di una bellezza commovente: il suo cuore trafitto dalla bisettrice fa ora parte della collezione, tra la Spira Mirabilis dei Bernoulli e la Falsa Concoide di Dührer, proprio accanto alla sinuosa Lossòdroma della Sfera e all'Elica Cilindrica.]
Ora torno svolazzando al mio cantuccio, dopo aver regolato la mia temperatura al sole della lirica; perdonate l'invasione.
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Oggi il mio animo di scriba si riempie di gioia.
Già mi ero fatto capire e seguire opportunatamente dall'Economista, che puntualmente e con zelo aveva reso la filastrocca attraverso strumenti grafici del "settore", come io non avrei assolutamente potuto fare, tanto sono digiuno di "razionalizzazioni matematiche"...
@Nimue del Lago said:
Senza troppi teoremi.
Ora, però, ricevo il conforto della Fisica Teorica, e del dottissimo compagno Leonov che nè è custode, in questo arcano e caleidoscopico forum GT.
E Leonov sviluppa il mio umile assioma seguendo esattamente quelle che erano le mie intenzioni originali.
@Leonov said:
L'Amore - maiuscola necessaria - è infatti proprio come il numero pi greco, che nasce da un rapporto ma come rapporto non è esprimibile. Si chiamano numeri "irrazionali" (solo i grandissimi matematici possono permettersi certi ossimori senza far perdere credibilità al proprio lavoro), e niente mi sembra più appropriato per descrivere il sentimento.
[...]
Così noi cerchiamo l'Amore pur consci della nostra cronica incapacità di gestirlo; alla fine ci accontentiamo di un morso (anche qui, spesso il sapore è dolce e delicato, molto vicino a quello dell'assoluto, che ha però una nota amarostica insostenibile) e con quello costruiamo la nostra felicità.
La Scienza mi segue, dunque, e mi capisce. Di più.
Interpretandomi meglio di come avrei potuto fare io stesso, sviluppa le suggestioni proposte, le raffina e le dipana concettualmente.
Sommo Leonov, mai parafrasi fu più precisa e ben accetta come questa tua.
La prosa non è necessariamente meno esplosiva della lirica.
Anche se la adoperi per precauzione, sei comunque sopraffatto dai ritmi e dalle figure che il cuore stesso ti suggerisce.
@Leonov said:
La lentezza della prosa, tuttavia, consente distacco, pause, respiri: la calda massa gorgogliante che la poesia ha evocato, nel lento procedere delle proposizioni, diventa più duttile e meno incandescente. L'unico modo che io conosca per esaminare una bomba senza farmi sopraffare dalla paura che mi esploda dritta in faccia.
Da buon scienziato tenti di adoperare i guanti bianchi, quelli in lattice, usa e getta.
Come è necessario fare in tutti gli 'esperimenti', nel vostro ambiente.
Come biasimarti?Le "donne" (vale per noi che scriviamo, Leonov; valga "gli uomini" per le ninfee e le fate che ci leggono e che vorranno semmai partecipare) sono assai più instabili e pericolose di un nocciolo d'uranio in piena fissione, sono decisamente 'un'esperimento infinito'; una pozione in cui coraggiosamente immergiamo le nostre vite senza nemmeno sospettare quale sarà l'esito.
In questo senso, siamo tutti cavie l'uno dell'altro.
E sicuramente hai ben presente la soddisfazione dello scienziato che guarda il suo esperimento riuscito; come pure la voglia di ritentare quand'anche la formula risulti non del tutto perfetta.
Da scriba, non posso far altro che essere lieto della discussione animata dalla filastrocca iniziale.
Perchè le varie speculazioni successive sono assai più "romantiche", se vogliamo; sia quelle messe in prosa da Leonov che quelle graficamente suggerite da Nimue.Perchè le Muse hanno convocato il Fato, in questa corte GT, unendo fruitori e protagonisti - e commentatori - nel medesimo spazio discorsivo.
Per "voi" era pensata la filastrocca, e spero non sia evidente solo per me.
"Voi" romanticissimi scienziati, "voi" delicate e fragranti "elaboratrici di bilanci 'emotivi'".
Proprio voi, insomma.
Scusatemi l'ardire, ovviamente la mia presunzione non meritava tanta fortuna.
Ma con vera GIOIA vi vedo qui confabulare di formule amorose, mischiando trasgressivamente numeri e sentimenti, seguendo il mio gioco con il massimo della spontaneità e dell'intelligenza.
Regalate un sorriso enorme al vostro scriba, così facendo.
Un unico appunto avrei da fare. E lo faccio, mio malgrado.
Il gioco tra matematica e sentimenti, le rincorse tra equazioni e baci, i grafici le cui bisettrici trafiggono cuori.... tutto fantastico, meraviglioso.
Ma nel fondo della filastrocca c'era meno Fisica Teorica e più 'fisico pratico'.
Perdonatemi lo squallido gioco di parole.
Ma nel dire "baciatela" si intendeva esattamente l'operazione che si fa con le labbra.
E non era un invito qualsiasi, ma un vero e proprio imperativo declinato al presente.
Un invito perentorio, me ne rendo conto.
Ma le componenti irrazionali dell'Amore richiedono, a volte, di sovvertire le imprenscindibili 'regole di sicurezza' tipiche dei laboratori.
A volte è necessario che la Fisica dei Corpi prenda il sopravvento sulle speculazioni teoriche.[Che poi, se posso permettermi, si tratta di un'operazione tutt'altro che spiacevole....]
Il bacio è un test pericoloso, certamente, ma non quanto il rimpianto di avervi rinunciato per eccesso di prudenza.
Anche l'Amore tra matematici non può sottrarsi ad un test del genere: per scoprire ben presto che, appunto, si tratta di esperimento da ripetere all'infinito, sempre perfettibile e sempre foriero di scoperte e conferme.
Sempre piacevole, comunque, mai intossicante o mortale.
Ogni tanto, quindi, togliamoci i camici e mettiamo da parte i calcolatori.
Baciatevi senza riserve, o meglio, senza troppi teoremi.
Il rischio massimo che vi pavento (e prometto) è l'innesco di una reazione a catena incontrollabile, dirompente e 'ad alta temperatura'.
Una fusione tutt'altro che 'fredda', insomma.
Come in tutti gli esperimenti servono dei corpi da usare come cavie.
Dato che nessuno qui è favorevole agli esperimenti sugli animali siamo costretti a ricorrere direttamente ai test sull'uomo.In casi come questi, secondo me, lo Scienziato che conduce i test non può sottrarsi dall'essere il primo a sottoporsi al 'rischio'.
Purtroppo, amico Leonov, sei il più titolato qui dentro, che il forum GT è pieno di praticoni ignoranti come me.
Ti 'tocca', quindi, non puoi rifiutarti.
Per il bene della Scienza, sia inteso.
Quanto alla "donatrice volontaria di baci".... beh, avrei una mezza idea.... ma non posso mica fare tutto io che sono lo scriba.....
[( Ahem. Siate buoni con www, quando si concede tali peripezie discorsive. Non è mai in 'mala fede' e non vuole realmete molestare nessuno; ha bisogno però, spesso, di ispirarsi a "fatti realmente accaduti".
O a fatti che "dovrebbero accadere realmente".
Che è la stessa cosa, basta fregarsene della consecutio temporum e dello scarto tra fantasia e realtà.
Che è quello che devono fare, per forza, i narratori di storie.In ogni caso le mie sono storie 'leggere', appena pronunciate sul filo di labbra e sussurrate appena, quasi come faresti in privato.
Se non vi piacciono, non prendetele troppo sul serio.
Se invece la vostra fantasia le segue e le apprezza, allora prendetemi assolutamente sul serio.
Non ve ne pentirete mica.
Non in questo caso, almeno.)]
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[Invoco un cucchiaino che mi recuperi dall'ondata di caldo piacere che mi sommerge nel leggere le vostre parole..... Siete meravigliosi!!!]
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Al poeta che così rapidamente si è degnato di rispondere al suo improvvisato critico non posso che replicare con pari celerità.
Caro WWW, sono lieto di aver almeno in parte "centrato" qualcuna delle sfumature della lirica, insinuandomi tra le sue pieghe senza smarrire la strada: con certi temi è fin troppo facile perdere l'equilibrio.
Altre piccolissime osservazioni, in ordine sparso:
- Giochi con le parole del mio mondo, ma lo fai con rispetto e cura, seguendo il loro significato: non so se sei un profano del mio campo o un esperto, ma so che difficilmente ho trovato persone che trattavano il lessico specifico della Fisica con tanto garbo.
Altri credono che le "nostre" parole, essendo più fredde e tecniche, valgano di meno di quelle della Letteratura o della Storia; tu no. Ti ringrazio tanto da (aspirante) scienziato, quanto da cultore della lingua, in ogni sua sfumatura o ambito.
- Non mi è sfuggito l'impeto sanguigno, "biologico" e "termodinamico" delle parole, che in effetti ben poco avevano degli elicoidi astratti in cui mi sono avvolto.
Tuttavia, un po' in ragione del carattere, un po' a causa di quella che potrei definire "deformazione professionale", ho prediletto la Metafisica alla Fisica, almeno stavolta.
Certi topi di laboratorio sono così abituati a guanti doppi in lattice, tenaglie per maneggiare i campioni, camici di sicurezza e maschere antischizzo, che finiscono col considerare quelle armature quali parti integranti del loro vestiario o del loro essere. Un lorìca per difendersi da torrenti di emozioni ingestibili.
Meschinamente, un modo "scientifico" - ma non meno subdolo - per non soffrire.
- Non sono contrario a fare da cavia io stesso per certi esperimenti (ci mancherebbe), ma di solito tendo a dilatare un po' (leggi: tanto) i tempi; se l'Amore è una forza attrattiva che spinge i corpi gli uni verso gli altri, allora la mia personale modalità di avvicinamento non è la traiettoria netta del proiettile balistico, ma un estenuante spiraleggiare reciproco.
Una danza siderale di masse che si studiano e si appropinquano pian piano, lasciandosi sempre una via di fuga lungo una tangente la traiettoria curva.
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Prendo sempre molto, molto sul serio i bardi che mi raccontano storie nuove, qualunque sia l'oggetto della vicenda. Se non loro, chi dovrei ammirare?
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Le cose che "dovrebbero accadere realmente" è un'idea straordinaria, un'utopia deliziosa, un'iperbole delicata. Anche se il mio compito è arrendermi senza riserve all'immutabile *status quo *del mondo, questa frase mi accompagnerà con la sua pacata ostinazione.
In tema di cose che "dovrebbero realmente accadere": non penso che stasera farò in tempo a trovare qualcuno da baciare - troppo poco spazio per mettere in moto un pianeta anchilosato, fargli trovare la giusta compagna e arrivare insieme al connubio delle labbra - dunque delego il compito a chi è più fortunato o ardito di me.
Per questa volta toccherà ad altri l'onere, l'onore e il piacere della prova, ma l'idea non mi affligge; verrà di nuovo anche il mio turno, prima o poi: non è certo un tipo di attività di ricerca, quella, che voglio far mancare alla mia carriera di sperimentatore...
Prendo congedo. Saluti a tutti .
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... entro in punta di piedi ...
Sono un po' intimidita nel postare in quest'area, per me interessantissima ma assolutamente sconosciuta.
Non so di poesia ne di prosa, mi diletto nel trovare in ogni cosa che mi circonda, segnali e spunti di meditazione personale o, come in questo caso, con persone.
Leggendovi e un po' perdendomi tra le squisite righe, ho rievocato passaggi conosciuti.
Il sottile dolore che si respira nel cercar di raggiungere qualcosa che è di per se irraggiungibile ... impermanente sopratutto.L'impermanenza ... nel nick, nell'avatar, negli stessi fiori di ciliegio che nella cultura giapponese la rappresentano.
Da questi ho preso spunto, questi hanno evocato un'emozione.
L'unica possibilità di trovare la bellezza è nell'amare la sua impermanenza!?
Bellezza = Impermanenza
L'uomo -per natura- tende a chiudere il piacere nel fermare qualcosa. Tenerlo con se per poterlo ripetere uguale all'infinito.
Piacere = PermanenzaEcco forse perchè non ci si incontra mai. Sono due rette parallele.
[CENTER]_______
_______[/CENTER](perdonate la rozzezza della grafica a supporto)
Su una, quella della permanenza, scorre la ricerca umana, seppur subliminata; sull'altra, la bellezza misteriosa dell'eterno movimento...Di questa dicotomia (credo si capisca) mi sono innamorata
Come sono entrata, esco.
Sperando di non aver interrotto l'armonia delle vostra sequenza.
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Si suona "musica per organi caldi", per dirla con Bukowsky.
@Leonov said:
non penso che stasera farò in tempo a trovare qualcuno da baciare [...] ma l'idea non mi affligge.
Anche la Scienza ha i suoi tempi, per carità.
Occorre studio, dedizione. Buona l'idea delle spirali che si avvitano.
Vie di fuga, ahimè, se ne trovano sempre.
Ma è sempre una fuga provvisoria, e siamo tutti chiamati ad essere degli "animali sociali".
Possiamo illuderci di scegliere la nostra spirale, possiamo sperare che sia "quella giusta", per una volta.Ma mica dipende veramente da noi, e le spirali, come tutte le figure geometriche, sono tutte uguali eppure nessuna veramente "giusta" (- leggi 'perfetta' -).
Gli Amori sono solo trasposizioni concrete di 'un'idea', che in qualche modo ci 'prende' e invade quando magari meno ce l'aspettiamo.
Da Scienziati (ma qui veramente uso il termine in maniera 'larga', quindi impropria) sappiamo tutti quanto la cosa sia aleatoria - concretamente irrazionale, necessariamente precaria.
Eppur ci piace, e ne cantiamo i fasti. ( E celebriamo i riti).
Ne siamo sopraffatti, in ultimo.
CherryBlossom, nella sua grazia, viene a confermare l'indicibile potenza di tali 'teoremi del cuore'.@cherryblossom said:
Il sottile dolore che si respira nel cercar di raggiungere qualcosa che è di per se irraggiungibile ... impermanente sopratutto.
[...]
L'unica possibilità di trovare la bellezza è nell'amare la sua impermanenza!?
Bellezza = Impermanenza
L'uomo -per natura- tende a chiudere il piacere nel fermare qualcosa. Tenerlo con se per poterlo ripetere uguale all'infinito.
Piacere = PermanenzaEcco forse perchè non ci si incontra mai. Sono due rette parallele.
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[...]Su una, quella della permanenza, scorre la ricerca umana, seppur subliminata; sull'altra, la bellezza misteriosa dell'eterno movimento...
Di questa dicotomia (credo si capisca) mi sono innamorata
Ecco risolta in poche righe l'equazione che rende gli Innamorati quello che sono.
Permanentemente attratti dal piacere, permanentemente sopraffatti dalla scoperta di nuove bellezze.
Dicotomicamente felici, perchè mai paghi, sempre alla ricerca di 'qualcosa'.
Pronti ad accettare il fatto che 'qualcuno' irrompa nella nostra vita.
[OFF-TOPIC]
Ancora in estasi per la lettura di voi stessi, voglio assolutamente rompere tutti i vostri indugi sul vostro postare in questi lidi GT.
Pensate semplicemente una cosa.
Il Forum GT è un "forum per webmaster", sicuramente il più importante forum tecnico per chi si occupa di SEO e Web Marketing in Italia.Questo "di base e in origine".
La cultura eclettica e gli interessi trasversali degli Admini hanno allargato - nel corso degli anni - gli scopi e i servizi che questo forum è in grado di offrire.
Per esempio l'area legale-fiscale è una tra le più importanti e serie, ora.
Per me (forse anche per alcuni di voi) è mooooolto più imbarazzante pensare di inserirsi davvero -senza dire troppe fesserie- in una discussione sul 'regime dei minimi', o sulle regole di URL Rewrite in Joomla 1.5.
Proprio per quelle discussioni hanno senso gli 'esperti', perchè lì gli errori possono risultare imperdonabili.
MA QUI.... gli 'esperti' non esistono affatto, oppure lo siamo veramente tutti.
Forse Dafne studia davvero qualcosa di scientificamente qualificante in tal senso (filologia, letteratura - se non ho capito male...).
Ma la sua autorevolezza è comunque sopraffatta dalla limpidezza d'animo con cui ci risponde, essendo lei del tutto coinvolta e partecipe delle stesse nostre passioni, delle nostre stesse 'debolezze di penna'.
Per il resto, quindi, siamo tutti 'esperti e novellini' parimenti, e si può postare senza imbarazzo nè censure, credo.
[/OFF-TOPIC]
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(Arrivo tardi: avevo scritto ieri...)
Un uomo di rispetto mi dice che se divido la lunghezza della circonferenza d?un cerchio qualsiasi per la lunghezza del suo raggio o del suo diametro ottengo due numeri identici/sempre gli stessi, che sono rispettivamente 6,28 per il raggio o 3,14 per il diametro. Di seguito lo stesso (ma confermato da altri) mi dice che questi due numeri ? denominati pittorescamente ?pi greco? e ?due/pi greco? dai matematici ? hanno finito col prendersi il merito/demerito di ?irrazionali?. ?Perché ? dico ? non hanno ragione d?essere o d?apparire o d?esistere?? ?No/non andare subito a spasso per la tua circonferenza!... ? mi tronca ? Le parole che i matematici usano sono di altro tenore: li chiamano irrazionali ? questi due numeri ed altri ? perché per tutti/per ognuno le cifre che vedi/vedresti dopo la virgola (2 e 8 nel caso del raggio e 1 e 4 nel caso del diametro) sono inarrestabili, smisurate, infinite, perpetue, eterne, forse trascendenti?? ?Ah? ? esclamo ? che scoperta bella: mi piace!? ?Beh insomma ? seguita sbrigativo ? considera questo rapporto inesprimibile che nasce da un rapporto?? Ora sono io a interromperlo. ?Non capisco!? ?Io invece ho capito ? ri/seguita lui ? che sei un uomo elementare: considera allora ? te lo dico in altri termini ? il rapporto/quoziente (?Ad esempio pi/greco? ? penso) che nasce dal rapporto/dividendo (?La lunghezza d?una circonferenza qualsiasi? ? penso) divisa in tante parti uguali al suo rapporto/divisore (?La lunghezza del suo diametro? ? penso)?? ?Beh ? dico ? allora?? E lui: ?Come!...non capisci?... Se questo rapporto irregolare e perfetto, intero e sfumato, irriducibile eppure contenuto o ? se vuoi ? deducibile ad augurarselo sempre e mai contenuto a volerselo davvero, lo rapporti ? ad esempio ? all?amore e alle carezze, allo sbaciucchiamento, ai toccamenti e alle linguate, a tutti gli orgasmi di tutti gli esseri di tutto il mondo (non solo sessuali, ma visivi, uditivi, virtuali, ideologici, anche inconsci e perfino nirvanici)?? ?Eh, bene/ti seguo: che vuol dire?? ? faccio. E lui: ?Ma sei proprio un testone, tu. Senza speranza.? A questo punto, disgraziatamente l?uomo mi si fila e fila via: cioè tace, di botto. Io aspetto un po?? Intanto penso alla mia tridimensione: da una parte c?è la mia circonferenza invisibile ? il mio ego/il mio dio come LOGOS; dall?altra parte c?è il mio raggio visibile ? la mia vita terrena ed io al computer come ETHOS? Divido e ri/divido, rapporto, intrappolo, sfoglio dizionari e prontuari perché mi mancano le parole sante? Mi paio un forsennato: cerco il mio pi greco come PATHOS... ?Non trovo niente, accidenti!? Ho deciso: ?Smetto/chiudo.? E vado a tirarmi una? eu.ro
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Due rapide osservazioni a proposito delle parole di chi mi ha preceduto.
Per: cherryblossom
La tua congettura geometrica è decisamente affascinante; le rette parallele che disegni sembrano offrire un insolubile paradosso, un problema quintessenziale di comunicazione. Mi permetto di offrire una modesta rassicurazione.
Due rette parallele, a vederla da un altro punto di vista, sono solo due rette incidenti il cui punto d'incontro sta all'infinito: forse noi, nella nostra ingenuità, pur non vedendo mai all'orizzonte il loro incrocio, *sentiamo *che esse prima o poi si troveranno, facendo coincidere in un unico istante bellezza, impermanenza, permanenza, trascendenza - insomma tutto.
Il nostro cuore, paradossale, sa che la soluzione a un problema insolubile non può che essere paradossale, e l'infinito è il luogo magico in cui le regole non esistono, vigendo una deroga perpetua e rigorosa ad ogni legge così faticosamente costruita.
Accade davvero di tutto, laggiù: mondi interi che diventano punti, e viceversa; direzioni incompatibili che si accordano; livelli lontani che combaciano. Un hellzapoppin' assurdo e misterioso nel quale, a voler andare con il bilancino, si resta puniti, sbeffeggiati ed esiliati. Molti matematici lo hanno provato sulla loro pelle, battendo in ritirata.
Per usare un'immagine cara al mondo orientale che tanto ti affascina, forse l'infinito è un giardino vuoto in una primavera perenne, dove rette parallele da ogni dove si incontrano nell'oceano dei ciliegi in fiore e finalmente, con reciproca soddisfazione, si toccano e si baciano tra gli studenti in festa.
Oppure, alternativamente, il nostro cuore percepisce una verità alla quale l'uomo è giunto con fatica solo di recente, ovvero che lo spazio e il tempo sono curvi e liquidi, sensibili alla nostra presenza e piegati dalla nostra semplice esistenza.
Nel lago ondivago dello spazio-tempo scivoliamo come tappi di sughero alla deriva, dunque le rette che oggi ci sembrano parallele, distanti, inavvicinabili, un domani potranno curvare per seguire la corrente e incrociarsi a mezza strada.
Per Euro Roscini
Il lessico dei Matematici e dei Fisici è assai infelice, a volte, lo ammetto. In Matematica, ad esempio, non esistono solo numeri irrazionali e trascendenti, ma addirittura iper-reali, surreali, complessi e *bi-complessi *(puoi immaginare le mie emicranie e cefalee quando me li sono trovati davanti per la prima volta). In Fisica, poi, c'è chi parla con leggerezza di "fantasmi"...
Tuttavia, quelle parole sono solo etichette che celano proprietà: quando si svelano le proprietà, le targhette cessano di avere alcun valore ed il lessico non dà più problemi.
Un numero irrazionale è solo un numero illimitato non periodico (infinite cifre dopo la virgola, senza schemi ripetuti), il che vale per pi greco, la radice quadrata di due, la costante di Nepero etc.; un numero trascendente è tale solo perché non è mai soluzione di un'equazione algebrica - dio e il logos non c'entrano più di tanto - e un numero complesso è affine (non identico) a un punto su un piano con la griglia della battaglia navale.
Sciolto il mistero, come vedi, la potenza dei termini crolla e le parole non fanno più paura.
Allo stesso tempo, queste parole possono rivestirsi di una patina deliziosa e brillante quando unite alla potenza dell'immaginario: si forzano un po' i significati tecnici, si concede qualcosa alla fantasia, ma non si fa nulla di male (non siamo ad un convegno di Geometria Differenziale, almeno credo) ed il gioco è sempre scoperto e dichiarato.
Le similitudini qui trovate sono soltanto dei "divertimenti letterari"; alla fine della discussione, Matematica, Fisica e Poesia riprenderanno ciascuno le rispettive strade, incuranti del nostro irrilevante contributo dialogico.
Loro, dunque, non avranno perso serietà o credibilità; noi, nel frattempo, ci saremo divertiti per un po', ma sempre con rispetto. Non ci trovo davvero alcun lato negativo, ma è sicuramente un mio limite personale.
Vi leggo sempre tutti con interesse e piacere. Bye!
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Nuovamente ciao Leonov.
Me lo hai spiegato anche partendo dalla mia passione e punto di vista, lo apprezzo molto.Ti seguo perfettamente in quello che dici, non ho le parole giuste e tecniche per spiegarlo ma ho approfondito la questione sotto tanti punti di vista soprattutto quelli più lontani e difficili per me che parto da formazione tipicamente umanistica.
Quella possibilità che descrivi all'infinito è infatti la meta a cui rivolgere sempre lo sguardo per elevarsi nel tempo ma anche oltre (forse) quello spazio/tempo.
L'uomo essendo posto al centro, nel tra di quelle parallele, potrebbe com-prenderle entrambe, magari annullarle nel porle in equilibrio e fare il salto ... ora