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- Riconoscere la truffa dei falsi dofollow
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@daniwebmaster beh sì, sono sempre stato piuttosto scettico sulla cosiddetta "attività di link building" ma ti do ragione che in alcuni casi effettivamente la cosa ripaga... Guardando anche le varie SERP, devo ammettere che in alcuni casi è così.
1 Risposta -
@giulio-marchesi Nel senso che riesci facilmente a comprendere quali dei siti in serp ha fatto link building?
1 Risposta -
@daniwebmaster beh non direttamente dalla SERP, ma se ad esempio è un tuo competitor o qualcuno che vuoi studiare, con un tool/suite che fa un'analisi dei backlink puoi trovare ad esempio portali generalisti (che magari riescono ad avere anche una discreta DA), con un articolo palesemente fatto ad-hoc (contenuto del tipo "i migliori prodotti/servizi zona X, su nome_brand"), magari anche con la keyword principale come anchor text; quindi un articolo che lo leggi e in realtà non ti dice nulla, capisci che è stato creato per un altro scopo. Va beh, questo è un esempio, altrimenti tool che mostrano la crescita dei backlink nel tempo, andamenti decisamente poco naturali (e il traffico potrebbe, dico potrebbe, adeguarsi a ciò in modo positivo o negativo), quindi se periodicamente si notano dei picchi assurdi rispetto al background, è quasi sicuro che l'attività non sia naturale.
1 Risposta -
@giulio-marchesi Si certo, anche a me capita di vedere cose assurde. Che poi, i post "autocelebrativi" e palesemente pubblicitari google semplicemente non li considera. Nel senso che non penalizza nessuno, ma neppure ti concede dell'autorità, ed il risultato è che hai speso soldi per niente. Lo dico per esperienza in quanto ci sono cascato anch'io. Altra cosa da non fare è mettere più di un link per articolo, e non esagerare con le frasi chiave, ma preferire il nome di dominio e delle semplici url. Comportarsi cioè, come si comporterebbe un blogger disinteressato ed anche un po' imbranato, oppure un semplice utente all'interno di un forum. Poi vanno bene anche le collaborazioni e lo scambio post, anche se lì puoi incorrere in un fattore di reciprocità che inficia il tutto, ma credo che in un opera di link popularity che si rispetti, per variare un po' la minestra ci stia bene pure questo ..Di link naturali che arrivano da soli invece, neanche l'ombra, neppure in direzione di siti veramente innovativi e dagli ottimi contenuti.. Pare proprio che in Italia, in mancanza di un qualche tipo di tornaconto economico, ognuno tenda soltanto a curare il proprio orticello, mantenendolo bello recintato finché non bussa qualcuno con i soldi in mano..
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@daniwebmaster Semrush, ad esempio, ti permette di fare l'upload di una lista csv di pagine che dovrebbero contenere un BL al tuo sito. Se il link esiste, Semrush, ma anche aHrefs, lo scansiona e ti dice in pochi minuti se il link è follow, nofollow e se è potenzialmente pericoloso.
Ti suggerirei di utilizzare questi tools per verificare, anche nel tempo, i tuoi acquisti.
1 Risposta -
Comunque le principali PBN mettono in esclusione i tool nel robots.txt... quindi non li troverai mai rendicontati.
A maggior riprova di quanto tutta sta faccenda sia fumosa e oggettivamente basata su leggende metropolitane...
Secondo me se acquisti dei link, fai un atto di fede. Fallo fino in fondo e prega.
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@fabrizio70 Grazie Fabrizio, in realtà ne utilizzo già le versioni free, vedrò di approfondire
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@kal Ciao Kal.. Beh di fede fino a un certo punto, perché vedo di postare articoli belli su siti buoni già molto apprezzati da google, quindi non vedo proprio perché dovrebbero nuocermi. Piuttosto, senza che io lo voglia, ogni giorno mi ritrovo linkato da siti spazzatura gestiti da robot, e non posso star sempre lì a fare disavow.. tanto lo faccio, e mentre lo faccio se ne stanno già presentando altri.. Con quelli allora come la mettiamo?
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@daniwebmaster non serve fare Disavow per i siti spam.
1 Risposta -
@daniwebmaster i controlli da fare sono:
- meta robots
- x-robots-tag
- robots.txt
- formato del link nel DOM non nel sorgente
Sulla diatriba pro/contro link building, mi spiace deludere ma non c'è alcuna diatriba.
Ci sono settori in cui non ci sono alternative: la concorrenza è talmente alta e il livello medio dei backlink profile così elevato, che stiamo veramente parlando di un mondo diverso da quello teorico.La link building esiste e probabilmente esisterà sempre, perché l'algoritmo è ancora pesantemente legato al Page Rank.
Qualcosa è cambiato, ci vuole più accuratezza, molti tipi di link non hanno più valore, bisogna puntare alla qualità, ma parlare di raggiungere risultati senza link building è utopico e irrealistico.
1 Risposta -
@merlinox Purtroppo, e ripeto purtroppo devo darti ragione. Anche perché i contenuti buoni ed originali, oltre ai favori di google, per logica dovrebbero assicurarti link naturali da parte di altri webmaster, che come dovrebbe essere nello spirito del web arrivano e ti linkano DISINTERESSATAMENTE. O meglio, con l'unico interesse di mostrare alla loro utenza i buoni contenuti di altri siti. Invece, nonostante persino durante l'ottimizzazione con YOAST ti venga detto di aggiungere link a siti esterni, lo si fa RARISSIMAMENTE. Presumo che google faccia riferimento al mercato americano, dove questo forse avviene davvero, agli altri paesi dove ognuno è abituato a curare il proprio orticello, rimane la linkbuilding a pagamento.. E GLI STA BENE, così imparano come diciamo in Veneto, ad essere meschini
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@kal Grazie Kal, sono felice di sapere che per i siti spam non occorra il disavow.