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    Sono un professionista della comunicazione digitale, con forti esperienze nel settore politico-istituzionale e consumer. Ho conseguito la laurea magistrale in Filosofia e un master in comunicazione e media digitali presso la 24Ore Business School.
    Ho tanto, tantissimo da imparare. La cattiva notizia è che non finirò mai, quella buona è che mi piace un sacco.

    I migliori post di xavy.g

    • Connect.gt, una community che mi rappresenta

      Ciao a tutte e tutti, mi chiamo Xavier e ho 34 anni.
      Mi guadagno da vivere come responsabile della comunicazione digitale (e no, non solo quello) della sindaca di Torino e gestendo alcuni miei clienti privatamente a partita iva.
      Ma, se siete interessati, facciamo un passo indietro.
      Prometto che cercherò di essere breve.

      Un po' di storia

      All'età di circa 16 un docente di nome Nevio mi lanciò una maleficio: mi sarei perdutamente innamorato della Filosofia, cercando in ogni modo segnali di una reciproco interesse.

      Fu così che all'Università mi iscrissi alla Facoltà di Filosofia. Prima triennale poi magistrale.
      Nel frattempo ho sempre fatto tantissimi lavori.
      Danzatore, cameriere, artista di strada (anche qui, si aprono capitoli a parte) fino a quando, a 23 anni circa, entro come dipendente stagionale da Decathlon.

      Alla fine del periodo, di 42 persone, decisero di tenerne due. Io ero uno dei due. Ed eccomi che a 23 anni mi trovavo non ancora laureato con un contratto a tempo indeterminato in un'azienda enorme.

      First reaction: shock! Shock because, in my mind... sarei rimasto sepolto lì per sempre, esattamente come era successo al 70% dei miei colleghi (sì, viva l'ottimismo).

      L'incontro con il digital

      Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, proposi al negozio di aumentare la presenza social.
      Non che Decathlon non ce l'avesse, intendiamoci, ma era principalmente a livello di brand sulle varie country, non a livello di punto vendita.

      Permesso accordato. Si parte.

      Capii quasi subito cosa significa avere tra le mani un brand del genere e non saperlo gestire.
      Dopo gli attacchi terroristici al Bataclan di Parigi, decisi in totale autonomia di fare una card di real time marketing con tanto di logo dell'azienda.

      Quella card, letteralmente esplose (fortunatamente con sentiment positivo). Tuttavia la casa madre fu costretta a inviare una circolare a tutte le filiali del Paese per chiedere di non prendere iniziative simili.

      Fu un errore, per fortuna che portò valore e senza gravi conseguenze, ma mi fece capire subito di cosa si stesse parlando.

      La svolta

      Sempre preso da quegli incubi di immutabilità, e ormai laureato, decisi che dovevo dare tutto quello che potevo.
      Vidi un Master in comunicazione e media digitali al Sole 24 Ore di Milano (io sono di Torino).
      Era la scelta giusta, ma il prezzo era proibitivo. Si parlava di quasi 14mila euro per un full-time con stage.

      C'erano due problemi: il prezzo e il mio contratto a tempo indeterminato (part-time di 24 ore settimanali).

      I problemi si risolvono uno alla volta.

      PREZZO: mi rivolsi alla scuola e dissi che avrei applicato per una borsa di studio. Ottenni il 50%.
      La buona notizia era che avevo dimezzato il costo. Quella cattiva era che in banca avevo circa 1300 euro, e nessuno a cui chiedere aiuto.

      Chiesi un prestito a una banca. Mi venne concesso. Ottimo, adesso ero pure indebitato. Se avete letto fin qui e andrete avanti (eroi!) questo passaggio ricordatevelo.

      CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO: andai da Gabriella, responsabile HR. Le spiegai tutto.

      "Gabri, vi faccio una proposta. Voi non avete nessuno che vuole lavorare nel weekend, giusto? Facciamo che io, per il prossimo anno, lavorerò solo nel weekend. Tutti i sabati e tutte le domeniche, compreso lo scarico del camion, 8 ore al giorno.
      Il resto delle ore che mancano dalla settimana do fondo a ferie e permessi"

      "Xavier, ma sei matto? Perché?"

      "Perché tra due settimane inizio un master full-time a Milano"

      Affare fatto.

      Da quel momento in poi mi sarei svegliato per un anno alle 5 per prendere un regionale veloce (non avevo i soldi per il Frecciarossa) andare a Milano, tornare a casa alle 22 circa. Dal lunedì al venerdì. Sabato e domenica full-time in negozio con il camion da scaricare alle 6,30 di mattina.

      Questo scherzo mi costò, alla fine dell'anno, un'operazione d'urgenza per appendicite nervosa.

      Si inizia a fare sul serio

      A farmi appassionare al digital fu soprattutto un'agenzia di Milano che curava proprio il brand Decathlon, durante un corso di formazione interna.

      Quando li vidi decisi che volevo lavorare in quell'agenzia.
      Applicai proprio lì per lo stage, e ce la feci. Si chiamava Ambito5. Una delle più belle esperienze della mia vita.

      Imparai tantissimo e, alla fine dello stage, ancora una volta, fui l'unico assunto (oh, non sono un genio eh, tutt'altro, sia chiaro).

      Dopo Ambito 5 passai a Saatchi&Saatchi, sempre a Milano.

      Poi tornai in terra sabauda, Bitmama, gruppo Reply, all'epoca ex-Armando Testa.

      L'incontro con la Politica

      Qui vado veloce perché a molti potrà risultare noioso, ma è senza dubbio tra gli ambiti che mi interessa di più e su cui sono più skillato.

      Da sempre ho avuto grande passione e attivismo politico. Avevo un'amicizia con l'attuale sindaca di Torino, Chiara Appendino.
      In prossimità delle elezioni 2016, da pazzi, decidemmo di sfidare il sindaco uscente, Piero Fassino.

      Ci trovammo in 4 intorno a un tavolo. Partimmo, io mi occupai di tutto il campaign management (nel frattempo avevo seguito corsi di comunicazione politica).

      Non sto a tirarla troppo per le lunghe: dopo quasi un anno, a giugno 2016, contro ogni pronostico, vincemmo le elezioni.

      Chiara Appendino era la nuova sindaca, il suo responsabile comunicazione digitale, anche se, ve lo assicuro, è giusto un titolo, dietro c'è un mondo.

      Ah, quasi dimenticavo, ricordate del finanziamento? Andai a estinguerlo dopo pochi mesi. Ancora oggi una delle più grandi soddisfazioni della mia vita.

      E adesso?

      Seguo Giorgio da molto tempo, credo proprio sia stato il mio primo vero riferimento in rete. Non ho molto tempo di guardare video ma i suoi podcast sono una compagnia costante nei miei tragitti in bici o quando vado a correre. Infatti il ritardo di questa presentazione è un po' colpevole.

      Con Giorgio e con questa community condivido l'interesse e l'inclinazione all'approfondimento, ma soprattutto condivido la ferma convinzione che internet possa essere un posto meraviglioso, ma per fare ciò bisogna prendersene cura e aiutare le gli altri utenti, le altre persone, in qualsiasi modo ci sia possibile.

      Grazie Giorgio, e grazie a tutti voi di Connect.gt

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      xavy.g
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    • RE: FB Business Manager, pagine aziendali, account pubblicitari caos!!!

      @dedolab ciao!

      In realtà, una volta che ti ci immergi, diventa tutto molto chiaro.

      L'importante è ragionare su livelli, questo vale per tutto l'universo Facebook "Business", e credo il principio sia il medesimo in Google ADS.

      Non so se ho capito bene la domanda però provo a darti alcuni riferimenti:

      Pagine: non sono "intestate" ma hanno dei ruoli, che fanno sempre capo ad account personali (ovvero associati a un utente). Possono anche essere più di uno, con privilegi diversi (admin, editor, analyst, etc...)

      Account pubblicitari: sono intestati a uno e un solo utente, che ne è il proprietario. Questa cosa è molto importante. Per ogni utente c'è un account pubblicitario. Si tratta di una "posizione aperta" nei confronti di Facebook attraverso cui fare pubblicità. Ribadisco l'importanza di fare aprire l'account pubblicitario al proprietario del business perché sua è la responsabilità.

      Business Manager : è semplicemente il contenitore di tutto. E quando dico tutto intendo tutto. O meglio, tutto ciò che serve, appunto, al business.
      Facciamo degli esempi? Pagine, account pubblicitari, pixel, domini, e così via.

      Si, ma perché parli al plurale?

      Perché in ogni Business Manager possono esserci più asset. Ad esempio, si possono gestire più campagne pubblicitarie di diversi account, o gestire più pagine, o più account Instagram.
      O addirittura diversi metodi di fatturazione.

      Nel tuo caso devi capire esattamente qual è il tuo obiettivo. Il Business Manager potrebbe non essere necessario 🙂

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    • RE: Connect.gt, una community che mi rappresenta

      @giulio-marchesi grazie infinite 🙂

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