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    wichita

    @wichita

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    Post creati da wichita

    • Compilazione modello per richiesta assegni familiari - ANF/DIP

      Buonasera,

      nella pur semplice compilazione del modulo in oggetto mi sono imbattuto in un punto che presenta alcuni dubbi interpretativi, per questo chiedo una vostra opinione.
      Nella pagina 4, sezione "Redditi assoggettabili ad IRPEF", tabella A, devo compilare la colonna 2: "Redditi di qualunque natura, derivanti da lavoro autonomo, da fabbricati, da terreni al lordo dell'eventuale detrazione dell'abitazione principale"
      Da quanto capisco, vanno sommati i redditi soggetti a IRPEF, ma allora visto che sull'abitazione non locata grava l'IMU e non l'IRPEF essa va considerata oppure no? Se un reddito non è assoggettabile ad IRPEF perchè ci si paga l'IMU con quale logica va considerato "REDDITO" al fine della richiesta dell'assegno familiare?
      Io sarei tentato a NON mettere i redditi di abitazioni perchè non soggetti a IRPEF ma altri non la pensano così, voi che dite? :mmm:

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      wichita
    • RE: Passaggio dal regime nuove attività produttive e nuovo regime dei minimi

      @ST_Consulenze said:


      Grazie per l'informazione, il passaggio va fatto chiudendo/riaprendo la P.IVA o è automatico al 1° gennaio o al limite va solo fatta richiesta di variazione del regime fiscale all'AdE? :mmm:

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      wichita
    • Passaggio dal regime nuove attività produttive e nuovo regime dei minimi

      Buongiorno,

      posto il mio quesito nella speranza che qualcuno abbia avuto modo di raccogliere pareri al riguardo.
      Ho aperto la partita IVA come professionista col regime agevolato delle nuove attività produttive nel 2009. Il 2011 è dunque il terzo anno dei 3 previsti da tale regime agevolato. Nel 2012 avrei optato, sviluppando un volume d'affari che soddisfa i requisiti di ammissibilità, per il regime dei minimi.
      Ora il decreto di luglio riforma i regimi fiscali agevolati, eliminando il vecchio regime agevolato per le nuove attività produttive e introducendo un nuovo regime superagevolato di durata 5 anni.
      Io che il 1° Gennaio 2012 ho fuoriuscita naturale dall'ex-regime delle nuove attività produttive rientro nel regime "nuovo" per i rimanenti 2 anni?
      Grazie a chi saprà rispondermi...situazione confusa....:bho:

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      wichita
    • RE: Apertura e chiusura P.iva

      Certamente non conviene chiedere il rimborso IVA, se effettuasse richiesta probabilmente verrebbe notificato un tentativo di elusione.
      Quanto alla chiusura contabile, essendo solo acquisti, non ha particolari problemi.

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      wichita
    • RE: Lavoratore autonomo

      @michelini said:

      Io credo che sia più corretta la qualificazione di "lavoratore autonomo" nel caso di realizzazione di siti web.

      Per quanto riguarda la domanda *"un lavoratore autonomo può assumere collaboratori freelance o occasionali per specifici lavori?" *preciso che questo può essere da ostacolo per l'adozione del regime dei minimi.

      Sì però a patto che non vengano venduti anche spazi su server, nel qual caso si rientra propriamente nel commercio e serve l'iscrizione alla CCIAA.

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      wichita
    • RE: Giovane autodidatta

      Vai in Camera di Commercio, da lì puoi avviare tutto l'iter.
      Occhio che verrai iscritto o come artigiano o come commerciante (ci sono minimi contributivi annui da pagare, anche se fatturi 0)

      In bocca al lupo!

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      wichita
    • RE: Gestione contributi previdenziali

      Beh ti confesso che la questione non è indifferente.
      Spinto dalla tua risposta ho effettuato ricerche approfondite ed effettivamente è proprio così: se l'attività prevalente è quella di lavoratore dipendente, quella di commercio non porta ad iscrizione nella sezione commercianti e tantomeno alla gestione separata (riservata ai professionisti senza cassa e ai professionisti che svolgono lavoro dipendente).
      Pertanto questo è un buio normativo che porta ad un vero e proprio paradosso e ad una discriminazione..!
      In effetti vige il principio della predominanza delle ore lavorate, ed infatti in caso di full-time come lavoratore dipendente si può chiedere (dopo l'iscrizione d'ufficio fatta dall'INPS da visura della CCIAA) la cancellazione proprio per questo motivo.
      L'INPS effettua un controllo per verificare che lo status sia proprio quello dichiarato (lavoratore full-time) e rigetta l'iscrizione alla gestione commercianti. A questo punto, però, nulla dice su cosa succede (teoricamente servirebbe almeno un'equiparazione alla gestione separata, ed invece non si menziona nulla!) e si rimane come commerciante senza cassa di previdenza.
      INCREDIBILE! Ma tant'è... ma ancora più sorprendenti sono i risvolti per chi vorrebbe iniziare attività di e-commerce o rivendite di beni di consumo al dettaglio mediante internet...ma non solo...

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      wichita
    • RE: Gestione contributi previdenziali

      Incredibbbile!! 😮

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      wichita
    • RE: da COCOPRO a PIVA

      Non cambia un granchè sul netto ante spese, 38000 (+IVA immagino!), in assenza di oneri deducibili vengono tassati (grossomodo) al 23% IRPEF e 25% circa INPS, dunque circa un 48% che riducono i 38000 a 19760, contro i 20400 netti attuali.
      Tuttavia NON puoi iscriverti al regime fiscale dei minimi, con conseguente aggravio di costi legati alle gestioni contabili conseguenti.

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      wichita
    • RE: Gestione contributi previdenziali

      Certamente sarebbe una cosa sensata, ma non è sempre così!
      Infatti chi è lavoratore dipendente full time e svolge attività libero professionali è obbligato ad iscriversi alla gestione separata dell'INPS per fare pervenire i contributi previdenziali derivanti dalla professione in cumulo a quelli da lavoro dipendente. Addirittura è prevista un'aliquota "agevolata" del 17% contro il 25.4% del reddito prodotto.
      Infatti la mia perplessità deriva dal fatto che in questa situazione, se aprissi un'attività, mi troverei agevolato rispetto a chi ha come unica attività quella del commercio, non essendo tenuto a pagare un buon 20% dei guadagni come previdenza INPS. E' ovvio che la pensione sarà inferiore (se e quando ci si arriverà), ma se così fosse conviene aprire paradossalmente attività di commercio (ad es. on-line) proprio quando si è lavoratore dipendente.
      Non è che invece stiamo parlando di una situazione diversa?

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      wichita
    • RE: Gestione contributi previdenziali

      Grazie per la risposta, ma tecnicamente questo avviene perchè l'INPS non mi iscrive oppure perchè non sono tenuto a pagare le cartelle che dovessero arrivare?

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      wichita
    • Gestione contributi previdenziali

      Ciao a tutti, sono lavoratore dipendente a tempo indeterminato, quindi ho posizione previdenziale INPS aperta.

      Ora vorrei avviare un'attività di vendita materiale elettronico, dunque rientrerei nel commercio, aprendo P.IVA come contribuente minimo.

      Il mio dubbio è: si deve aprire una posizione INPS come commerciante? Sicuramente in camera di commercio trasmetteranno i dati all'INPS, ma non capisco se in questo caso è predominante il contributo da lavoro dipendente, della gestione separata o di quella commercianti.
      Se si dovesse aprire posizione come commercio, c'è anche in questo caso un minimale contributivo, o basta che i contributi complessivamente versati (quindi con il lavoro dipendente) siano tali da sovrastare tale minimale?

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      wichita
    • RE: Domandone: attività come studio ingegneria

      Beh la tua domanda è lecita e questo sarebbe il motivo: siccome io sono lavoratore dipendente, il reddito da professione mi va a sommarsi a quello da dipendente e dunque passerei (già dalle prime fatture) allo scaglione contributivo più alto.
      Tuttalpiù, iscrivendomi come contribuente minimo, avrei tassazione secca del 20%, ma non usufruirei della rivalsa IVA.
      Pertanto per i lavori svolti per titolari di P.IVA conviene presentare fattura minima a mia moglie con il minimo tabellare da professione e lei rifatturare al cliente finale l'importo giusto, mentre pre privati potrei fatturare direttamente io.
      Infatti lei, essendo nel regime delle nuove attività di lavoro autonomo, ha una tassazione omnicomprensiva IRPEF del 10%, ben oltre quella dello scaglione IRPEF in cui andreai a finire io!
      Inoltre tale reddito contribuirebbe ad aumentare i contributi da versare alla Gestione Separata a cui lei è iscritta (è ancora giovane come età contributiva), mentre io ho già quella INPS da lavoro autonomo da un discreto numero di anni, quella di Gestione Separata (al 17%) per la libera professione, e la cassa ingegneri (2%).

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      wichita
    • RE: partita iva e inps..HELP!!!

      Dunque, se ti escrivi in Camera di Commercio, essa trasmette in automatico all'INPS la tua posizione con conseguente apertura di posizione come Commerciante, e dunque hai un minimale annuo da pagare anche se il fatturato è 0.

      Teoricamente se ti devi iscrivere in Camera di Commercio, NON puoi avere come attività principale una che non è iscrivibile (ad es. le attività da libero professionista). Puoi averla come SECONDARIA.

      Nel tuo caso, in tanti ovviano il problema tenendo le due gestioni SEPARATE (cioè usano una posizione come libero professionista e una come commerciante). Pertanto non è vero che paghi due volte l'INPS: paghi la tariffa Gestione Separata per l'attività libero professionale (basandosi sui guadagni netti, senza minimale, al 17%) e paghi la contribuzione Commercianti (con minimale, al 20% e rotti) per gli introiti relativi al commercio.

      Inoltre in sede di Dichiarazione dei redditi si compilano due quadri distinti, appunto.

      Diciamo che in questo caso (a parte lo scaglione) paghi al max il 20% di INPS, non il 37% !

      Ciao

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      wichita
    • RE: Partita IVA individuale per un lavoratore dipendente

      Ciao, solo se si riferiscono a due attività diverse (ad esempio, la tua ditta vende carpenteria al cliente e tu ti offri di tener la contabilità).
      Se sono equisettoriali, no (si parla di concorrenza sleale, sancita dal principio di lealtà del dipendente nei confronti dell'azienda).
      Comunque in questi specifici casi ti serve una liberatoria da parte della tua azienda in cui si dettaglia lo scopo del tuo lavoro autonomo prestato al cliente in questione.

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      wichita
    • RE: Domandone: attività come studio ingegneria

      Grazie delle informazioni, ho deciso che a scanso di errori apro la P.IVA col codice attività degli Studi di Ingegneria.
      In tutto ciò mi manca l'ultimo anello: se io fatturo a mia moglie le attività libero professionali, lei a sua volta deve registrarle sul medesimo codice attività, no? Ovvero: deve avere un codice attività secondaria "Attività degli studi di Ingeneria" a cui imputare le mie fatture?

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      wichita
    • RE: Domandone: attività come studio ingegneria

      Intanto grazie per la risposta e per il documento: l'ho stampato e al più presto mi voglio recare all'AdE per sentire la loro versione.

      Comunque i dati che citavo, oltre che dall'Agenzia, li ho estrapolati dal sito dell'Ordine degli ingegneri della provincia di Firenze. Non riesco a mettere il link diretto ("non sono un utente premium") ma se vuoi darci un'occhiata è:

      www ordineingegneri fi it/contents/previdenza.php

      come vedi è una veria e propria Babele.... :mmm:

      Ciao

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      wichita
    • RE: Domandone: attività come studio ingegneria

      Mi spiace deluderti, ma stai prendendo una cantonata.
      La fonte è l'Agenzia delle Entrate, nella quale mia moglie ha il tutoraggio.
      Dunque il discorso sarebbe questo: se un libero professionista svolge attività per soli privati, può emettere semplice ricevuta, se essa è "una tantum", cioè UNA UNICA in ogni anno, e in questo caso NON C'ENTRA NEMMENO L'IMPORTO (=potrebbe essere anche 100.000 euro).
      Se invece si effettua l'emissione di più documenti durante l'anno fiscale, e la cadenza è mensile o quasi, si perde lo stato di "occasionalità" e BISOGNA possedere P.IVA. Rientreresti nello stesso caso anche con 2 ricevute per un totale superiore ai 5000 euro.
      Se invece fai 3 ricevute da 1000 euro in un anno, rientri nella casistica di occasionalità entro il massimale di 5000 euro per cui NON è obbligatorio possedere la partita IVA.

      Inoltre non consideri che sto parlando di lavoratore DIPENDENTE, cioè che svolge in maniera prevalente un'attività subordinata, non la professione. Infatti saprai che taluni ambiti di lavoro del professionista (ad es. il responsabile tecnico) sono incompatibile con qualunque altra forma di lavoro subordinato, dunque si sancisce la predominanza del lavoro dipendente da quello professionale (com'è ovvio!)

      Questo è certo, così come credo tu stia fraintendendo il concetto di lavoro occasionale SUBORDINATO (cioè in cui il professionista svolge lavoro per uno studio o un terzo quale committente del lavoro). Se invece lo svolge in qualità di lavoratore autonomo, non si rientra neanche minimamente nelle categorie che enunciavi e che prefigurerebbero alcune eccezioni circa il lavoro a progetto.
      Se ti rivolgi a qualunque segreteria dell'ordine, inoltre, ti confermeranno la NON obbligatorietà della P.IVA nei casi che ti citavo e in più la questione previdenziale (=inarcassa).

      Ciao

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      wichita
    • RE: Domandone: attività come studio ingegneria

      Beh da quello che sapevo NON è necessaria l'apertura della partita IVA se i lavori sono occasionali. Potrei emettere semplicemente ricevuta. Infatti la normativa recita (sono dipendente e svolgerei attività professionali extra):

      [LEFT]INGEGNERE DIPENDENTE[/LEFT]

      [LEFT]se esercita anche attività libero professionale ?in maniera abituale?:[/LEFT]
      − deve possedere partita IVA;
      − non deve iscriversi a Inarcassa e deve iscriversi alla gestione separata INPS (art. 2, comma 26, L. 335/1995);
      − deve versare a Inarcassa il contributo integrativo sui corrispettivi percepiti per prestazioni professionali, rientranti nel volume di affari IVA.

      [LEFT]se esercita anche attività professionale in maniera ?saltuaria e del tutto occasionale?:[/LEFT]
      − non deve iscriversi a Inarcassa e deve iscriversi alla gestione separata INPS, se il reddito annuale derivante dall?attività professionale è superiore a ?. 5.000,00 (cfr. art. 44, comma 2, D.Lgs 269/2003);
      − se è titolare di partita IVA., deve versare a Inarcassa il contributo integrativo sui corrispettivi percepiti per prestazioni professionali, rientranti nel volume di affari IVA.

      [LEFT]Dunque da quanto detto sembrerebbe che NON è richiesta la P.IVA per le attività occasionali (è il mio caso). [/LEFT]

      [LEFT]Ma non è quì il punto: anche se l'attività fosse abituale, dovrei sì possedere P.IVA, ma figurando noi come azienda familiare potrebbe averla, con codice attività secondaria, anche mia moglie, perchè questa non è attività predominante rispetto a quella di mia moglie (ovviamente in quanto io ho anche il lavoro da dipendente e quindi molto meno tempo da dedicare alla libera professione). Inoltre ad Inarcassa andrebbe versato solo il contributo relativo alle fatturazioni da me svolte, dunque è una quota proporzionale e non ha minimale. Fra l'altro questo è chiaro dal fatto che sono iscritto (essendo lav. dipendente) sia all'INPS che alla Gestione Separata.[/LEFT]

      [LEFT]Ma il punto nodale di questo discorso è proprio se ci sono precedenti di una simile situazione. Perchè non vorrei aprire io la P.IVA? Semplicemente perchè scorporerei i miei redditi da professionista da quelli dell'impresa familiare, cosa che non vorrei fare.[/LEFT]

      [LEFT]Grazie a chi potrà darmi ragguagli in merito...[/LEFT]

      postato in Consulenza Fiscale
      W
      wichita
    • RE: Domandone: attività come studio ingegneria

      I requisiti li avrebbe, nel senso che figuriamo come impresa familiare. Io svolgerei i lavori, saltuari, di ingegneria, lei quelli prevalenti relativi allo sviluppo di software. Ecco perchè i 2 codici attività. Ma dunque devo aprire una P.IVA apposta?

      @fab75 said:


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      wichita