Non penso che il tema sia di fare concorrenza ad Amazon.
Se guardi al panorama dei marketplace italiani e vai a prendere i bilanci di alcuni degli ultimi due anni, capisci che l'impresa è complessa e molto costosa. I bilanci sono tutti in perdita, con perdite che superano il capitale sociale. Questo vuol dire che, ogni anno, bisogna recuperare investitori che coprono le perdite e aggiungono fascine sul fuoco.
Fino a quando? L'era del finanziamento delle startup è ormai alla fine.
Greenweez.com è di proprietà del gruppo Carrefour dal 2016, ha acquisito Sorgente Natura in Italia nel 2019 e nel 2014 ha raccolto un finanziamento iniziale di 800K per partire. Poi dal 2016 ci pensa Carrefour.
Il 96% del traffico è ancora in Francia, secondo Semrush, anche se cerca di espandersi in altri paesi.
Questo vuol dire che è impossibile fare un progetto di marketplace?
Sostanzialmente no, non è impossibile. Oggi c'è una richiesta che parte anche da aziende produttrici, che vedono nella costruzione di un marketplace collegato alla loro azienda una cosa interessante.
Prima di pensare alla soluzione, si dovrebbe pensare alla organizzazione e alla definizione dell'ambito di riferimento, ai problemi di gestione delle presenze, alla gerarchia delle informazioni, al modello di funzionamento, ai vincoli che sono necessari.
In passato ho lavorato ad un progetto di marketplace legato al mondo dei gioielli che è un caso interessante di aggregazione di imprese.
Adesso, sto mettendo la testa in una situazione simile, su una merceologia diversa.
Ma prima di passare alla fase di execution è bene delineare i problemi e la loro soluzione.
Sul tema del budget.
Un conto sono i costi della soluzione rapportata al prodotto, al numero di partecipanti, alla infrastruttura di gestione.
Un conto diverso è l'investimento in traffico per alimentare il marketplace.
Un conto è partire con un numero limitato di guerrieri, un altro è definire un piano di raccolta di venditori e non è facile per nulla.
A margine.
È molto interessante capire che quando si affronta il tema della remunerazione del marketplace, si scopre come le fee di Amazon siano il punto di riferimento importante di cui tener conto e che è difficile ipotizzare tariffe variabili inferiori al 15%,