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    Sono un Consulente SEO, mi occupo di ottimizzazione per i motori di ricerca, ma anche di campagne pubblicitarie sui motori di ricerca. I miei campi di interesse sono il web semantico e i dati strutturati.

    Post creati da giuplata

    • Fondo pensione complementare

      Ciao a tutti e tutte. Immagino che tanti, in questo forum, siano consulenti con partita iva (magari forfettari). Domanda schietta: cosa fate con la pensione integrativa? A quali società vi appoggiate, come vi trovate, che consigli dareste a chi comincia a guardarsi in giro per la pensione integrativa?

      Grazie a chiunque voglia partecipare alla discussione!

      postato in Consulenza Fiscale
      giuplata
      giuplata
    • RE: SEO semantica : esiste davvero ?

      @MaxxG ricordo una meravigliosa invettiva, su Twitter, del buon Bill Slawski, contro un blog post di un importante tool SEO internazionale (di cui non faccio il nome) che citava l'uso delle LSI keyword nell'ambito della SEO "semantica", riprendendo a sua volta un altro contenuto di Brian Dean, che poteva in effetti essere considerato come fuorviante 🙂

      La mia idea è che l'utilizzo di questi termini, tecnicamente scorretti, da parte dei divulgatori abbia il solo scopo di comunicare un concetto che ai più (anche addetti ai lavori probabilmente) potrebbe suonare molto astratto e di difficile interpretazione. Tuttavia è giusto che qualcuno faccia chiarezza. Il punto per me è: quanti significati di contesto riusciamo a declinare coerentemente attorno una specifica keyword, tra loro correlati? Come diceva @kal, senza fare voli pindarici, si tratta semplicemente di focalizzare l'argomento. Parlare di una argomento specifico senza divagare, e magari creare collegamenti con altri contenuti che hanno un nesso semantico. Parlare "fortemente" di una cosa e al massimo approfondirla con altri contenuti ad essa correlata.

      @MaxxG ha detto in SEO semantica : esiste davvero ?:
      ma quindi questo tipo di microdati possono avere una reale influenza al fine del posizionamento?

      Secondo me: teoricamente e ufficialmente no, almeno non direttamente. Poi c'è tutta la questione dei vettori di contesto, della metodologia di catalogazione dei contenuti da parte del motore di ricerca in fase di indicizzazione, e allora magari qui possono esserci ricadute indirette sul posizionamento, ma solo in ottica di interpretazione di un contenuto in base ad una determinata query. Quindi la risposta sarebbe no, ma meglio usarli il più possibile.

      postato in SEO
      giuplata
      giuplata
    • RE: SEO semantica : esiste davvero ?

      @gfiorelli1 Oh no, il mio intento non era questo, ma era per semplificare il concetto di web semantica applicata alla SEO 😄 perché c'è tutto un mondo complesso dietro, che forse trascende dalla SEO di per sé. Per il resto, sottoscrivo parola per parola.

      postato in SEO
      giuplata
      giuplata
    • RE: SEO semantica : esiste davvero ?

      SEO "semantica" = dati strutturati. In sé e per sé la SEO "semantica" non esiste, al massimo è il web semantico. È un terreno di discussione piuttosto spinoso perché come già detto da @kal si fa moltissima confusione con gli argomenti relativi alle "keyword semantiche", ai "contenuti semantici" e quant'altro, ma sono concetti che non hanno alcun significato in realtà. La semantica applicata alla SEO riguarda l'utilizzo dei dati strutturati, o markup semantico, che, semplicisticamente parlando, ha una duplice funzione:

      • l'attivazione dei cosiddetti "rich snippets" in SERP (prendi come riferimento assoluto il mondo delle ricette, per esempio... una SERP di una ricetta è piena di risultati organici che usano dati strutturati, fondamentali anche per la voice search);
      • la comprensione delle relazioni tra diverse entità di un contenuto... sempre semplicisticamente parlando, "lasagna" può essere due cose, il cibo o l'attaccante dell'udinese. Tramite i dati strutturati puoi dire al motore di ricerca che il tuo "lasagna" su cui hai costruito un contenuto non è il primo piatto, ma è l'attaccante dell'udinese, che magari nella stagione 2018 ha fatto X gol in Serie A. Metti in relazione queste due entità, così il motore di ricerca sa che stai parlando di Kevin Lasagna, e non della lasagna vegetariana, per esempio. E se su Google cerchi "attaccante udinese che nella stagione 2018 ha fatto X gol in Serie A", lui saprà risponderti Kevin Lasagna. È un esempio semplicistico, perché naturalmente Google non necessita di un'etichetta di dati strutturati per capire questa cosa, ma è per farti capire 🙂

      Come detto da Martino, il contenuto deve essere comprensibile per gli utenti, in base al tuo target. Implementando i dati strutturati puoi "aiutare" il motore di ricerca a determinare specifiche relazioni tra le entità, nel caso ce ne fosse bisogno. In questo caso ne trarrebbe vantaggio l'indicizzazione del contenuto.

      postato in SEO
      giuplata
      giuplata
    • RE: I Segnali Web Essenziali come fattori di ranking

      @applem said:

      dubito che google faccia tutto questo lavoro per analisi velocità e poi non ne tenga conto per il ranking

      No, infatti le nuove metriche entreranno a far parte dei segnali di ranking, nel 2021, insieme a tutti quegli elementi citati nel primo post di Giorgiotave.

      postato in SEO
      giuplata
      giuplata
    • RE: Google shopping Gratis è arrivato in Italia. Correte ad attivarlo!

      Ancora purtroppo non sembra esserci una data stabilita.

      Ti consiglio di impostare tutto correttamente dal Merchant, attivare il programma Piattaforme Google e attendere... potrebbe capitare da un momento all'altro 🙂

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      giuplata
      giuplata
    • RE: I Segnali Web Essenziali come fattori di ranking

      Mi chiedo se questa può essere una cosa che cozza con i cookie banner, che di fatto è come se fossero dei pop-up. Ho provato a fare un test sul mio sito, che ha mediamente buone prestazioni.

      Da mobile il cookie banner occupa quasi tutto lo schermo, di fatto oscurando i contenuti della homepage (lo stesso non vale per il destkop, dove gli score sono nettamente migliori e il cookie banner occupa solo la porzione inferiore dello schermo).

      Ho sempre dato tantissima importanza all'aspetto privacy e considero un valore aggiunto dare un'informativa privacy dettagliata ai miei utenti.

      Però da quando hanno aggiunte queste nuove metriche, lo score è leggermente peggiorato.

      Magari proverò a fare un test accorciando il testo del cookie banner, vediamo quello che succede!

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      giuplata
      giuplata
    • RE: L'autore dei contenuti senza markup specifico

      È tutto estremamente interessante, queste tematiche mi affascinano molto. E trovo i contributi di Bill Slawski particolarmente illuminanti.

      Senza scendere nei meandri dei tecnicismi (che sono davvero molto affascinanti e andrebbero studiati attentamente per comprendere il funzionamento dei meccanismi che compongono la ricerca e il recupero delle informazioni - o IR), in fondo la tendenza dei motori di ricerca è (sempre più) quella di comprendere i significati e le relazioni tra i contenuti. Ecco, secondo me chi non è ancora entrato in quest'ottica, dovrebbe cominciare a farlo.

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      giuplata
      giuplata
    • RE: Pagine privacy e cookie policy

      Sinceramente? Non vedo un concreto fattore negativo nel NON indicizzarle. In fondo, perché no? 🙂

      La mia opinione è che potresti farlo come potresti non farlo. Non è controproducente e nello stesso non comporta un vantaggio.

      postato in SEO
      giuplata
      giuplata
    • RE: L?importanza della tassonomia degli url

      Verissimo. Lì bisogna personalizzare necessariamente il permalink, altrimenti addio 🙂

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      giuplata
      giuplata
    • RE: L?importanza della tassonomia degli url

      E per quanto riguarda un blog?

      image

      Dal blog di Yoast (https://yoast.com/seo-friendly-urls/)

      In sintesi, se un blog presenta diversi argomenti distinti tra loro, è sensato utilizzare le categorie nei permalink.

      Se invece il blog in questione ha una coerenza di argomenti, è consigliato utilizzare una struttura più snella del tipo sito.it/nome-articolo per semplificare quanto più possibile le URL.

      In realtà questo aspetto va molto ad interpretazione.

      Finché si parla di siti di notizie generici, è assolutamente sensato suddividere in categorie la struttura dei permalink (per esempio, "politica" e "sport" sono due argomenti distinti).

      Ma ci sono tanti altri blog che hanno una differenziazione di argomenti per così dire borderline. In questo caso sta alla libera interpretazione del possessore del blog: se per lui ha senso dare a Google e agli utenti una struttura dei permalink suddivisa per categorie o meno.

      La domanda finale per quanto mi riguarda è sempre: che valore porto agli utenti facendo così?

      E voi che ne pensate?

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      giuplata
      giuplata
    • RE: Problema Indicizzazione Sito Multilingua nelle diverse SERP nazionali

      Ciao Davide, grazie mille davvero per i consigli preziosi.

      Implementerò anche l'x-default.

      Per quanto riguarda l'hreflang delle pagine canonicalizzate, ho capito. Io come dicevo l'ho implementato - vedremo come andrà.

      Nel frattempo ho già notato dei miglioramenti, specialmente nelle SERP in lingua inglese e spagnola.

      Ho effettuato un'analisi sulla sitemap e ho notato delle anomalie a livello di indexing. Ho provato a "forzare" l'indicizzazione a Google e adesso va già meglio, per lo meno il sito comincia ad indicissarsi per le chiavi in lingua sulle varie SERP, anche se spesso rimane il problema dell'inglese.

      Vediamo come prosegue.

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    • RE: Problema Indicizzazione Sito Multilingua nelle diverse SERP nazionali

      Grazie mille Davide!

      Nello specifico, l'x-default cosa comporta?

      Va differenziato per lingua?

      Ammetto di non aver mai utilizzato questo tag.

      PS: ho eliminato hreflang dalle pagina canonicalizzate, come suggerito da Federico Sasso in questo post.

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    • RE: Problema Indicizzazione Sito Multilingua nelle diverse SERP nazionali

      Ciao,

      sì, è impostato così come nella struttura di seguito:

      <link rel="alternate" hreflang="en" href="ht tps: //w ww. nomesito.com/en/" />
      <link rel="alternate" hreflang="it" href="ht tps: //w ww. nomesito.com" />
      <link rel="alternate" hreflang="es" href="ht tps: //w ww. nomesito.com/es/" />
      <link rel="alternate" hreflang="de" href="ht tps: //w ww. nomesito.com/de/" />
      <link rel="alternate" hreflang="fr" href="ht tps: //w ww. nomesito.com/fr/" />
      <link rel="alternate" hreflang="pt-br" href="ht tps: //w ww.nomesito.com/pt-br/" />
      <link rel="alternate" hreflang="ru" href="ht tps: //w ww. nomesito.com/ru/" />

      Ciascuna pagina ha poi il canonical nella propria lingua, per esempio per quanto riguarda la homepage in spagnolo:

      <link rel="canonical" href="ht tps: //w ww. nomesito.com/es/" />

      Chiedo scusa per gli spazi ma avendo ancora meno di 10 post non posso inserire link.

      Qualche suggerimento a riguardo?

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      giuplata
    • RE: Problema Indicizzazione Sito Multilingua nelle diverse SERP nazionali

      Grazie mille a entrambi!

      Seguirò Federico Sasso! 🙂

      Comunque il consiglio generale a quanto pare è quello di togliere i reindirizzamenti degli utenti per lingua.

      postato in SEO
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      giuplata
    • Problema Indicizzazione Sito Multilingua nelle diverse SERP nazionali

      Ciao ragazzi!

      Sto seguendo un progetto che ha un problema di indicizzazione "internazionale".

      Mi spiego meglio.

      Questo sito è un sito multilingua dall'estensione ".com" che utilizza la tecnologia wordpress con wmpl.

      I problemi di indicizzazione riguardano quelle pagine in lingua che non siano l'inglese (nello specifico italiano, francese, tedesco, spagnolo).

      In sintesi: viene indicizzata solo la versione inglese del sito, che si cerchi su google.it, google.fr o google.es. Invece io vorrei che le pagine si indicizzassero correttamente con i contenuti in lingua per ogni serp nazionale.

      Search Console mi dà un numero consistente di pagine (praticamente tutte quelle non in inglese) esclude dall'indice perché catalogate come "URL duplicato e inviato non selezionato come canonico".

      Nelle impostazioni di wpml, come consigliato da loro stessi, ho disattivato la funzione di reindirizzamento del navigatore in base alla lingua del browser attiva, appunto perché i crawler di google vengono spesso identificati come utenti per la lingua inglese.

      Il punto è che...

      I canonical, nel codice sorgente, sono impostati correttamente, nonostante Search Console dica il contrario, rilevando la pagina stessa come URL canonico, e non la versione in inglese (cioè: nomesito.com/en/pagina-articolo).

      Abbiamo escluso gli user agent dal reindirizzamento della lingua, nel senso che sono presenti i redirect per la lingua ma sono esclusi i bot del motore di ricerca:

      /bot|google|baidu|bing|msn|duckduckbot|teoma|slurp|yandex|spider|is_archive|crawl|googlebot|robot|crawling/i

      Ma il problema persiste: sembra che i redirect non riescano a stabilizzare il motore di ricerca.

      Quale può essere la soluzione? So che nelle guide Google c'è scritto di non utilizzare i redirect, però...

      Qualcuno ha suggerimenti/consigli/spunti/esperienze simili?

      Spero di essere stato chiaro.

      Grazie.

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    • RE: Gli Strumenti dei SEO

      Ciao a tutti! 🙂

      Ho recentemente scoperto I Search From e da allora non riesco più a farne a meno. È utile sia per la SEO che per l'advertising nel caso facciate attività all'estero.

      Non solo: io lo uso anche per "studiare" le SERP degli altri paesi, per esempio quella degli USA e dello UK che a livello di novità e aggiornamenti sono sempre avanti a noi.

      In breve, cosa è: un tool online gratuito che, direttamente dalla poltrona di casa vostra o del vostro ufficio, vi porta a fare un viaggio nelle SERP del mondo, come se foste utenti localizzati in quello specifico paese.

      Non male direi!

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    • RE: Buongiorno a tutti e grazie!

      Grazie mille Marco!

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    • RE: Titoli (libri, ebook, articoli e paper) relativi allo studio degli intenti di ricerca

      Ciao Giorgio, grazie mille per il contributo!

      Io allego due articoli che ho trovato molto interessanti sull'argomento.

      Uno è una ricerca di Google, uno è un articolo di approfondimento di un SEO che scrive per il Search Engine Journal:

      • www thinkwithgoogle.com/consumer-insights/consumer-needs-and-behavior/

      • www searchenginejournal.com/latent-question/

      In sintesi, si parla dei bisogni latenti delle persone, che hanno un profondo impatto sulle ricerche che effettuano sul motore di ricerca. È a questi bisogni - queste domande latenti, che vanno oltre le semplici parole chiave - che Google vuole rispondere.

      Google ha classificato questi bisogni in 6 categorie.

      1. Divertimi
      2. Sorprendimi
      3. Impressionami
      4. Educami
      5. Rassicurami
      6. Aiutami

      image
      Qui si sta andando oltre il concetto di "intento di ricerca". Si sta andando oltre le definizioni di ricerca transazionale, navigazionale, comparativa e informativa. D'ora in poi si deve cominciare a parlare di bisogni nascosti e domande latenti che guidano i percorsi di ricerca. E Google, col suo algoritmo, sta riclassificando i contenuti sulle SERP di tutto il mondo in questa ottica. Non è più SOLO una questione di parole chiave: ma di rispondere nella maniera più completa possibile al bisogno latente di una ricerca. Col contenuto migliore per quel contesto.

      Per maggiori approfondimenti vi invito davvero a leggere i due articoli e i loro correlati!

      postato in SEO
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    • RE: Buongiorno a tutti e grazie!

      Ciao Giorgio,

      grazie! 🙂

      postato in Presentati alla Community
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