• Super User

    Semantica poetica; tutte quelle che volete....

    Lo so, lo so, direte che sono poco poetico:

    http://3nt.it/poesie.php

    Paolo


  • User Attivo

    Ciao,
    tutte le tue nuove poesie sono ben accette.. ti andrebbe di postarle e magari spiegarcele così potremo iniziare un interessante discussione..
    dafne


  • Super User

    :surprised:

    Fantastico Paolo, ma lol!

    Qui ancora una volta, grazie al proverbiale link di Paolo, abbiamo la possibilità di tracciare una netta connessione che va oltre quella già citata tra poesia e semantica finalizzata al posizionamento, arrivando a lambire un'inedita area; Poesia e Software 😄

    Intuendo che prima o poi qualcosa del genere sarebbe successo, ci siamo adeguatamente preparati dando per tempo spazio a chi ci sembrava potenzialmente in grado di abbordare l'arcano in modo adeguato: WWW !

    Ora vediamo che dice. :fumato:


  • Moderatore

    Sollecitato dall'amico Andrez intervengo sul punto.
    :sbav: :sbav:
    I2m4y porta alla nostra attenzione una delle frontiere estreme che si sarebbero volute toccare, in qualche modo e prima o poi.
    Frontiera che fronteggia e affronta la crasi tra universi di significato e motivazioni distanti e dificilmente avvivinabili in un unico anelito.
    Ma che non oppone il delirio poetico a quello puramente informatico, forgiando anzi un ibrido di grandissimo interesse in questi lidi del nostro GT Poetry's Corner.

    Eccomi dunque costretto a inaugurare un novissimo genere di recensione letteraria.
    Muovendomi sul doppio piano che si vuol celebrare.
    La seo e la poesia, certo. Ma la semantica, appunto.
    E dunque il senso e la filosofia del poetare, si potrebbe pensare d'un verso.

    Ma l'arcano muove passi da giganti verso nuove frontiere.
    E l'arcano i2m4y ci porta ben più in là di quello che si pensava all'inizio, e vale di sicuro parafrasi e giustapposizioni critiche di un certo tono.
    Ci porta l'esempio online di uno script che compone versi.

    Soave e illuminata Dafne, possano le tue Muse e la tua penna trattenersi dal grido !

    Possano i nostri amatissimi rimatori cogliere l'arcana arte che si cela dietro quel robotico generatore di aulentissime quisquilie.
    Vi assicuro cari, ne vale la pena assai.

    Io sono un amante dell'aforisma e del verso breve.
    Adoro quel gusto ermetico nel voler celare dietro una manciata di caratteri valori universali e incoercibli.
    Ambirei ad una sintesi che stringe l'osso del vero "senso" lasciandolo spoglio di orpelli putrescenti, dando piuttosto vita a rappresentazioni immediate, cioè "non mediate" da troppi significanti ma direttamente infilzate nel significato.
    Insomma ho un debole per l'aforisma e per le poesie brevi, laddove credo che scavar le parole lasciandole in poche a difesa del "senso" sia arte che solo grandi poeti, e solo in certe occasioni, possano manovrare con efficacia.
    Ma qui si combina appunto semantica e artificio, e l'arcano deve essere chiarito.

    Accosto quindi alla stima per gli aforismi, che qui ci vengono offerti, un sorso di disanima tecnica.
    Giusto un accenno, che non si vuol qui trasformar l'arcano in limpido.
    E non sarei certo io il favorito ermeneuta, ma ben altri equestri potrebbero produrre tomi in materi, e senza tema di smentita.
    Mi provo e cimento, adunque, in gloria ai miei letteratissimi amici e agli altri tecno-stra-iper-scrippet-programmatori che naturalmente pascolano nel GT forum ad ogni ora.
    Una semplicissima sintassi php combina componimenti costituiti da tre blocchi di parole.
    Sintassi, appunto. Ma di codice, e non di puro verbo poetico.
    Si parla di artificiale poetica o di artificio sintattico?
    Procedo e illumino, se posso, ciò che potrebbe rimanere in ombra per moltissimi.

    Una delle frontiere più estreme della SEO e del posizionamento sui motori d ricerca è ben piantata sul crinale spinoso e assai affascinante che si raccoglie intorno a due semplici lettere, scarlatte ed equine. AI.
    Artificial Intelligence.
    Intelligenza finta o artificio dell'ingegno?
    Sintetizzo come neanchè un abete fa con la clorofilla, quando alla sera il sole lascia il passo alla luna.

    **E' possibile che le macchine abbiano mai capacità di discernimento e comprensione?
    **Fino a che punto è possibile "programmare" le capacità intellettive di un software?
    Uno dei lettori più avidi mai esistiti sulla terra da Gutenberg in poi, Google, legge e regola significati di senso e corpi di testo. Di più.
    Valuta.
    Determina e incasella trilioni di pagine, in tutto il mondo e in tutte le lingue.
    Valuta l' "argomento" del nostro scrivere, stabilendo gerarchie ed attinenze.
    Ricorda e sanziona le stesse "parole" da noi utilizzate sui nostri fogli, ponderando il loro peso all'interno di un "discorso".
    Stabilisce, in ultimo, le posizioni relative. Disegnando una corte di "senso" fatta di inerenze latenti e nodi semantici in continuo rimodellamento.

    Insomma Google, come i minori cugini, è un essere artificialmente intelligente in grado di leggerci e valutarci.
    I più sensibili potranno qui inorridire.
    Parlo dei poeti, che i tecnocrati spero siano assai più indulgenti nei miei confronti. Sono solo un umile Caronte che traghetta come può, in questo caso e in questo luogo, significati di ordine così diverso tra loro eppure, per altri versi, così interconnessi.

    Naturalmente gli scettici e gli avveduti ben sanno che un'intelligenza "programmatica" (e programmata) è un'utopia tanto grossa come quella del mondo di fratelli, come la befana che porta le caramelle.
    Del resto in questi tempi di Napoleoni nani e ponti costruiti sugli abissi il senso della proiezione mitica è assai incerto per tutti, me ne rendo conto.
    Ergo la sfida va ulteriormente chiarita.
    Tanto più le capacità di un Engine sono sviluppate e affinate, tanto più sembreranno intelligenti le sue scelte automatiche (artificiali, appunto).
    Tanto più sarà possibile e credibile, quindi, il suo uso di massa per determinare il peso e l'influenza di un determinato testo a proposito di un determinato argomento.
    Scusate il gioco delle parole e perdonate l'approssimazione con la quale mi accosto a tale arcano. Tento mio malgrado di procedere per binari e strade interpretative non sempre parallele.

    Diciamo che per gli addetti ai lavori Google è il censore massimo, uno dei pochi arbitri che conta veramente nel "mercato delle parole online".
    Vengono versati miliardi di dollari ogni anno per far imparare l'abbicci ad uno stupidissimo insieme di algoritmi matematici.
    Leggere, scrivere e fare di conto, questo è ancora il livello a cui si aspira.
    Naturalmente i numerosissimi elaboratori che sostengono l'impalcatura globale di Google sono eccelsi nel fare i conti.
    Ma pare che già da un po' le letture del "bambinone cretino" si siano evolute.
    Pare che dottori in semiologia e filosofi del linguaggio stiano copulando con fervore negli uffici di Mountain View. E si accoppiano con ignegneri e matematici teorici.
    Ecco adunque compagni che lo scabroso e l'arcano appare appena meno ignoto.

    Perchè la poesia è contaminata e contaminabile da tali e tanti artifizi?
    Perchè da che il mondo è mondo essa sembra essere la forma d'espressione più carica di "senso" in assoluto, laddove dietro un verso brevissimo possono celarsi significati ed allusioni capaci di riempire libri e libri di parafrasi ed esegesi critiche.

    Voglio dire.
    L'allegoria e la metafora sono algoritmi di assai difficile interpretazione per la nostra macchina "stupida e infantile".
    Non di meno sono una delle frontiere verso cui mira.
    Leggevo in codesto forum una discussione ora seppellita dai post, ma che certamente merita di essere citata, a riprova che quanto dico non è del tutto campato in aria.

    Scriveva Agoago nell'ultimo giorno dell'anno 2005 di nostro signore GT.

    @agoago said:

    Un sito, un libro, un' opera d'arte e' fatta di elementi (se unici) che non possono e devono dipendere od essere giudicati per cio' che sono ma da cio' che emanano-rappresentano.
    Se cerco soldati devo trovare: si sta come d'autunno sugli alberi le foglie, e viceversa.
    Anche se soldati non e' presente nella frase, anche se quella pagina non fosse lincata per la key soldati.

    Ora.
    Molti sapranno qui chi è Ungaretti.
    Quel verso è assai noto, e spesso viene riciclato dimenticando il contesto originale che riusciva a dare la forza necessaria al poeta per arrivare a tale intensità.
    Molti sanno che d'autunno le foglie sono solite abbandonare i rami per raggiungere con gaudio la terra e i vermi.
    Quindi in moltissimi ritengono giustamente che quella poesia esprima il senso della precarietà della vita.
    Ma i colti sanno anche che la poetica ungarettiana nasce nel pieno di un disagio esistenziale tutt'altro che privato o "intimo", ma piuttosto da un'esperienza di vita cogente e materiale.
    In guerra, come l'aveva conosciuta il poeta, sono i soldati le foglie secche prossime alla caduta.

    La poesia è del 1918, prima che finisse la guerra più grande tra quelle allora combattute sul suolo terrestre.
    L'esperienza della morte sembrava esattamente "la cosa più comune al mondo" agli occhi di un soldato. Come il rinnovarsi delle foglie nell'eterno ciclo vegetale e vegetativo delle stagioni.
    Già oggi abbiamo difficoltà nell'immedesimarci in un orore del genere, la poesia sola può aiutarci in un tale percorso della fantasia.

    Quindi

    "Si sta come
    D?autunno
    Sugli alberi
    Le foglie"

    è una condizione sì universale, ma che acquista un senso storico ANCORA più forte se semplicemente consideriamo il titolo del componimento.
    Soldati.

    Potrebbero ALTRE nove parole descrivere meglio il "senso" dell'esperienza umana di trovarsi ad essere soldati durante una guerra?
    Forse potrebbero, ma di Ungaretti non ce ne sono spesso.

    Ma devo invece spiegare perchè cito Agoago che cita Ungaretti, e tentare di giungere a capo di questo post esegetico-transculturale.

    Agoago è un SEO tra i più noti (quindi giustamente del tutto ignoto al di fuori del suo nick).
    Uno di quelli che studia l'AI per "meglio capire" google, detto in estrema approssimazione. Uno che ha a che fare con algoritmi e formule e variabili e processori di calcolo.
    Eppure uno che sa bene che se cerco "soldati" una macchina veramente colta mi risponderebbe di certo parlando di foglie ed alberi in autunno.

    E' l'intelligenza artificiale che dovrebbe-vorrebbe imparare a citare Ungaretti, per così dire.

    Agoago è non-artificialmente intelligente, e non ha bisogno che sia Google a suggerirgli determinate letture.
    Piuttosto ambisce, come tutti i seo, a suggerire lui alcune letture a Google, e a tutti i lettori che sull'Engine cercano informazioni, testi e suggestioni di vario tipo.

    E sa che le frontiere dell' "intelligenza" di una macchina sono direttamente proporzionali a quella di coloro che tale macchina hanno creato.

    Lo sanno anche in California, ovviamente.
    Per questo ora ingaggiano linguisti, facendoli pomiciare lungamente con ingegneri e topi di laboratorio vari.

    Se il "bambino cretino" Google deve imparare a leggere è giusto che dopo le scuole elementari faccia le medie, d'altra parte.
    Anche perchè altri, non a Mountain View, hanno pensato che un'intelligenza che può leggere può anche scrivere.

    E se chi scrive è più "furbo" di chi legge ecco che si giunge all'armageddon.

    "Se devo essere censito da un ammasso di chip è giusto che sia un altro ammasso di chip a scrivere al posto mio, che la penna non si muove senza sforzo e anche i tasti del pc hanno un loro peso in fase di battitura."

    Sacrosanto.

    Soprattutto se si pensa che dietro alle posizioni in Serp (search engine results pages) si nascondono numeri e traffico.

    E subito appresso vengono dunque i soldi, mediati appena dalle nuove forme di pubblicità e promozione (banner, ads pubblicitari di ogni tipo e fattura, affiliazioni etc etc etc).

    Quindi la frontiera "black hat" per i SEO è stata ed è legata anche a macchine capaci di produrre testo artificialmente, volendo e per farla molto breve.

    Naturalmente non sappiamo fin dove si siano spinti quelli di Mountain View, nè tantomeno so dirvi quanto e come si siano approfonditi gli studi degli illustri che popolano codesto Forum.

    Non di meno il "senso" dello script proposto da i2m4y è del tutto legato a ragionamenti simili a quelli fatti finora.
    MOOOLto in piccolo, è ovvio. Solo in forma artigianale, diremo.

    Anche perchè quello script non è il vero poeta. Le singole righe sono state scritte da mano umana, solo la loro ricombinazione casuale è frutto di artifizio.
    L'esito "tecnico" è che agli occhi dello spider (ovvero il lettore che presta a Google gli occhi per "leggere" e incamerare i testi dei siti) quella pagina ospita ogni volta un aforisma diverso, che sembra aggiornato di volta in volta.
    Il random text è un escamotage non proprio recente.

    Ma come si può vedere nel caso citato proprio la forma poetica consente maggiori libertà.
    Da qualche annetto si usa dire che il poeta ha varie "licenze" che altri scrittori non hanno.
    Inoltre il senso di una poesia breve potrebbe in molti casi non essere precluso dalla ricombinazione.

    **Se fate tentativi ed avete fantasia **scoprirete come alcuni degli aforismi generati dallo script siano "tutto sommato" credibili.
    Come possano sembrare scritti "veramente in quel modo".

    Noi sappiamo che giocando con le parole si possono produrre frasi "generiche" capaci di portare diversi significati, a seconda del contesto in cui queste vengono inserite.
    Solo la ricombinazione è artificiale in questo caso, dunque l'insieme di possibilità è proporzionalmente limitato dal numero delle "singole frasi poetiche" inserite nel sistema.
    La qualità è determinata dalla capacità di scrivere quelle frasi di modo che siano "facilmente combinabili e sensate" nei vari casi.
    Ma la qualità di una poesia è anche nell'occhio del lettore, nelle sue capacità ermeneutiche.

    Fare una parafrasi di una poesia "assemblata" da uno script è operazione assai perversa, concedetemelo.
    Eppure quello script e quelle frasi meritano TUTTA l'attenzione dei rimatori di questi lidi.

    Sappiamo quanto la retorica e la metrica siano semplici tecniche espressive.
    Di più. Sono trucchi.

    E spesso usati per affabulare e costringere e coartare l'altrui volontà, inducendo pianti, sorrisi, riflessioni. Per le poesie.
    Ma estendiamo un attimo il concetto legato alla "produzione di parole" (e di senso, si vorrebbe dire).

    Sappiamo quanto "potere" nasconda la "parola", e sappiamo quanto "potere" sia oggi in mano alla "tecnica" nella sua accezione più universale possibile.

    Ergo credo che ciascuno abbia interesse ad accettar la sfida, o quantomeno abbia necessità di confrontarsi con quest'estremo.
    Potranno le macchine maneggiar le parole meglio di noi?
    Saranno mai capaci di soppiantare Dante e scrivere in rima il 34° canto dell'inferno?
    E ce ne accorgeremo, nel caso?
    Quale limite possiamo porre oggi a quell'inconscio bisogno poetico che ci spinge a leggere frivoli componimenti come anche poemi epici e romanzi di prosa?

    Il dualismo tra uomo e macchina è giunto fino a questo, e so che il cuore dei più sensibili è già avvolto di sconforto.

    Ma dietro la macchina si cela ancora l'uomo.

    E i miei complimenti vanno all'autore di quelle frasi, accorto giocoliere di lemmi e sentenze brevi.
    I latini con Marziale ti sarebbero quasi fratelli, direi.
    E badate che Marziale (se la cerebra non mi tradisce) fu il primo copy della storia del mondo.

    Ergo provate a danzare per qualche minuto con i versi proposti da quell'arcano congegno. Fatelo con animo consapevole ma sgombro da pregiudizi.
    Che il poeta-hacker è di fattura assai più romantica di quanto il php concederebbe normalmente.
    Che la "poesia" in fondo è da sempre un "trucco" per dipingere fantasie e deliri.

    In quest'ottica - e alla luce della contaminazione generale a cui vogliamo esporci dal momento che si verseggia sulle pagine di uno dei più grandi forum tecnici del nostro paese - lo script proposto da i2m4y e le sue risultanze poetiche sono senza dubbio una delle frontiere più stimolanti tra quelle che si potevano toccare, come già scrissi all'inizio del post.

    Un esempio opportuno di quell'amplesso micidiale tra semantica e informatica.

    Su cui si voleva, in queste umili righe e senza alcuna pretesa di esaustività, gettare un primo sguardo consapevole e comune.

    Proprio qui in quest'angolo della poesia, che non a caso è la sezione che in questo forum si occupa di "senso" e di "forme" delle parole; proprio qui mi si volle porre come eunuco vestale di quel predetto coito - nè poeta nè scienziato - invitandomi a moderare con la bella Dafne questa piccola fabbrica di "sentimenti scritti".

    Possano le Muse perdonare il mio ardimento, possano gli Dei risparmiare agli admini le pene dell'inferno letterario - che pure meriterebbero.

    Da parte vostra sappiate che Google vi teme e vi spia.
    Vi ammira, cari giocolieri di penne, vi studia.

    Finchè siete in questa compagnia di giro non avete di che preoccuparvi, dato che arcane vestali proteggono le vostre rime dalla fame e dalla ferocia degli spider e dei bot, che si aggirano come druidi nella rete.

    I vostri componimenti non finiranno nel girone dantesco dei bannati, nè saranno clonati da feroci intelligenze animate da perfidi tornaconti e metallici contorni esistenziali.

    Qui su GT, e non altrove, ogni tipo di artifizio è nobilitato dall'intelligenza e dalla spontaneità.

    Ogni sortilegio diventa sapere condiviso, nei tempi e nelle forme possibili, e non ci sono fattucchiere in grado di coartare le nostre/vostre penne, o peggio escluderci dal mondo "pubblico" della rete.

    Solo dove i saperi si mescolano nasce il bambino in grado di accorgersi e dire che il "Re è nudo".
    Ed ogni volta che qualche "Re della rete" scopre le sue carni ecco che qualcuno dei "bambini GT" viene a gridare l'oscena frase.

    Nei casi migliori si offrono pareri credibili e consapevoli ai "sovrani più illuminati".
    Negli altri non si esita a puntare il dito indice del popolo, come una freccia diretta contro il Tiranno.

    Su Gt se il "Re è nudo" è nudo, che è assai difficile far tacer e tener buona tanta prole vispa, indocile e feconda.

    Ecco il motivo per cui, secondo il mio modesto parere, molto spesso in questi lidi anche il più losco artifizio è da accogliersi con benevolenza.

    Perchè in molte circostanze anche un artifizio, se ha una buona causa e una natura sublime, ha buone probabilità di trasformarsi in Arte.


  • Super User

    ...ma ti rendi conto Paolo quale mostruoso vespaio sei andato a stuzzicare? :rollo:


  • Moderatore

    @Andrez said:

    ...ma ti rendi conto Paolo quale mostruoso vespaio sei andato a stuzzicare? :rollo:

    Chiedo venia per il post "eccessivo". :D.

    Come uno spam engine "organicamente naturale per la serp".

    😄

    D'altra parte da queste parti si mastica poco php, credo.

    Mi sembrava corretto dare qualche elemento di comprensione ai rimatori "old style", che certo potrebbero trovar piacere ad avvicinarsi a tali diavolerie. E ispirazioni poetiche "post-post-post moderne" (non post - post nel senso di postare sul forum.... :lol:).

    Arte post-industriale, sicuramente.

    E ancora.

    Ti è capitato, caro Andrez, di imbatterti in Delicious Poetry, durante il contest pagerank patatrak?

    Ora, come sai non sono una cima in materia.
    E non mi azzardo a linkare "quella" pagina (che sospetto non sia proprio considerata una "buona" risorsa da GG...).

    Ma al di là dell'hack e di suoi risvolti mi è sembrata una cosa "parzialmente" artistica, in effetti.

    Diciamo.... con un occhio critico particolarmente "aperto alla sperimentazione".

    🙂


  • Super User

    @Andrez said:

    ...ma ti rendi conto Paolo quale mostruoso vespaio sei andato a stuzzicare? :rollo:

    .... te, Andrea, a saperlo non mi sarei certo permesso.......... :giggle:


  • Super User

    Questo è uno degli aspetti che fa grande questo Forum.

    L'interazione sinergica tra le sue tante differenti e colte realtà a volte appare detonante e dopo tanti anni non cessa di stupirmi 🙂


  • Moderatore

    🙂

    Dolce amico Andrez.

    Ti replico con tre aforismi, brevissimi [che le palpebre di eventuali sventati lettori potrebbero anche averne a male, altrimenti e a 'sto punto..), e una citazione "colta" sull'intelligenza artificiale.

    Rigorosamente NON è farina del mio sacco...

    Anche perchè... più che colto nel senso di "cultura" direi "colto sul fatto", in piena fragranza di delirio.... 😄

    D'altra parte con Confucio....

    "Belle parole e una vistosa apparenza raramente sono associate alla vera virtù."

    E infatti vi sono due categorie di poeti.
    Gli artisti del metro e i vati della rima, i maestri della lingua insomma.
    Studiano e coltivano la conoscenza, questi.

    Poi ci sono gli invasati, e a questi mi lego ben volentieri.
    "Invasati" nel senso greco e classico del termine, rapiti dalla divinità e colti (appunto) dal tipico invasamento dionisiaco.

    Ero invasato quando scrissi cotanto post...

    E per tornare all'intelligenza artificiale e alla mia concretissima ignoranza, cito il Lemma di Sullivan (da La legge di Murphy)...

    "L'intelligenza artificiale non può battere la stupidità naturale."

    E d'altra parte occorre tutelarsi contro chi potrebbe accusarci di pedanteria, o vanagloria....e allora uso Einstein....

    "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. "

    E sottolineo la permanente differenza tra il computer e l'uomo, a scanso di equivoci e per bocca del più grande scrittore scienziato di tutti i tempi...

    "La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta."
    [RIGHT]Isaac Asimov[/RIGHT]

    E concludo con una dichiarazione breve di un illustrissimo filosofo-matematico italiano, scomparso nel 1999, Giancarlo Rota.

    Proprio sull'Intelligenza Artificiale...

    "DOMANDA: L'intelligenza artificiale utilizza il calcolatore per simulare e spiegare capacità e comportamenti umani. Prof. Rota, cosa pensa di questo approccio delle scienze cognitive? "

    "E' un mito molto diffuso sviluppatosi con l'avvento del computer, che la gente considera come una macchina pensante. E' sorto addirittura un nuovo campo della scienza, denominato intelligenza artificiale, esplicitamente dedicato al problema di costruire un computer simile ad una macchina pensante.
    Questo nuovo settore scientifico presenta un lato positivo ed uno negativo. Il lato negativo è una sofisticata variante del vecchio mito scientifico del robot, ovvero della macchina pensante; esso ha creato nel pubblico la pericolosa aspettativa di avere, in pochi anni, robot indistinguibili dagli esseri umani, in grado di adempiere ad ogni compito attualmente svolto da operatori umani. Esistono molti altri aspetti negativi, ma in questa sede voglio limitarmi a questo.
    Non voglio trascurare l'aspetto positivo presente nello sviluppo dell'intelligenza artificiale. Nel tentativo di costruire macchine che eseguano specifici compiti, precedentemente di competenza umana, scienziati e ingegneri sono stati costretti ad analizzare dettagliatamente tali compiti. L'approfondimento raggiunto da tali analisi non può essere paragonato ad alcun precedente tentativo, in quanto essi sono stati costretti a chiedersi che cosa significhi pensare, scrivere e leggere, affrontando problematiche che nel passato sarebbero state definite filosofiche.
    Questo è uno sviluppo estremamente positivo perché nel dare queste precise descrizioni, che noi chiamiamo descrizioni fenomenologiche, gli scienziati hanno scoperto l'inadeguatezza delle loro teorie riguardanti processi come il pensare e il vedere. In questo modo l'ingegnere, l'informatico e lo specialista nell'intelligenza artificiale sono diventati i migliori alleati della fenomenologia al fine di distruggere il punto di vista della filosofia positivista ed empirista, che sfortunatamente fino ad oggi ha vissuto un periodo di grande fulgore.
    Esiste una strana alleanza tra l'informatico e il filosofo non empirista; un'alleanza che riveste una straordianaria importanza soprattutto per la fenomenologia. Paradossalmente questo sviluppo dell'intelligenza artificiale sta conducendo gli scienziati verso la completa dissoluzione dell'ingenua credenza che concepisce il cervello come macchina pensante."


  • Moderatore

    🙂

    Dolce amico Andrez.

    Ti replico con tre aforismi, brevissimi [che le palpebre di eventuali sventati lettori potrebbero anche averne a male, altrimenti e a 'sto punto..), e una citazione "colta" sull'intelligenza artificiale.

    Rigorosamente NON è farina del mio sacco...

    Anche perchè... più che colto nel senso di "cultura" direi "colto sul fatto", in piena fragranza di delirio.... 😄

    D'altra parte con Confucio....

    "Belle parole e una vistosa apparenza raramente sono associate alla vera virtù."

    E infatti vi sono due cateogorie di poeti.
    Gli artisti del metro e i vati della rima, i maestri della lingua insomma.
    Studiano e coltivano la conoscenza, questi.

    Poi ci sono gli invasati, e a questi mi lego ben volentieri.
    "Invasati" nel senso greco e classico del termine, rapiti dalla divinità e colti (appunto) dal tipico invasamento dionisiaco.

    Ero invasato quando scrissi cotanto post...

    E per tornare all'intelligenza artificiale e alla mia concretissima ignoranza, cito il Lemma di Sullivan (da La legge di Murphy)...

    "L'intelligenza artificiale non può battere la stupidità naturale."

    E d'altra parte occorre tutelarsi contro chi potrebbe accusarci di pedanteria, o vanagloria....e allora uso Einstein....

    "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio. "

    E sottolineo la permanente differenza tra il computer e l'uomo, a scanso di equivoci e per bocca del più grande scrittore-scienziato di tutti i tempi...

    "La disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta."
    [RIGHT]Isaac Asimov[/RIGHT]

    E concludo con una dichiarazione breve di un illustrissimo filosofo-matematico italiano, scomparso nel 1999, Giancarlo Rota.

    Proprio sull'Intelligenza Artificiale...

    "DOMANDA: L'intelligenza artificiale utilizza il calcolatore per simulare e spiegare capacità e comportamenti umani. Prof. Rota, cosa pensa di questo approccio delle scienze cognitive? "

    "E' un mito molto diffuso sviluppatosi con l'avvento del computer, che la gente considera come una macchina pensante. E' sorto addirittura un nuovo campo della scienza, denominato intelligenza artificiale, esplicitamente dedicato al problema di costruire un computer simile ad una macchina pensante.
    Questo nuovo settore scientifico presenta un lato positivo ed uno negativo. Il lato negativo è una sofisticata variante del vecchio mito scientifico del robot, ovvero della macchina pensante; esso ha creato nel pubblico la pericolosa aspettativa di avere, in pochi anni, robot indistinguibili dagli esseri umani, in grado di adempiere ad ogni compito attualmente svolto da operatori umani. Esistono molti altri aspetti negativi, ma in questa sede voglio limitarmi a questo.
    Non voglio trascurare l'aspetto positivo presente nello sviluppo dell'intelligenza artificiale. Nel tentativo di costruire macchine che eseguano specifici compiti, precedentemente di competenza umana, scienziati e ingegneri sono stati costretti ad analizzare dettagliatamente tali compiti. L'approfondimento raggiunto da tali analisi non può essere paragonato ad alcun precedente tentativo, in quanto essi sono stati costretti a chiedersi che cosa significhi pensare, scrivere e leggere, affrontando problematiche che nel passato sarebbero state definite filosofiche.
    Questo è uno sviluppo estremamente positivo perché nel dare queste precise descrizioni, che noi chiamiamo descrizioni fenomenologiche, gli scienziati hanno scoperto l'inadeguatezza delle loro teorie riguardanti processi come il pensare e il vedere. In questo modo l'ingegnere, l'informatico e lo specialista nell'intelligenza artificiale sono diventati i migliori alleati della fenomenologia al fine di distruggere il punto di vista della filosofia positivista ed empirista, che sfortunatamente fino ad oggi ha vissuto un periodo di grande fulgore.
    Esiste una strana alleanza tra l'informatico e il filosofo non empirista; un'alleanza che riveste una straordianaria importanza soprattutto per la fenomenologia. Paradossalmente questo sviluppo dell'intelligenza artificiale sta conducendo gli scienziati verso la completa dissoluzione dell'ingenua credenza che concepisce il cervello come macchina pensante."