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Vorrei portare anche la mia testimonianza.
Anche io ho inviato un email all'agenzia delle entrate.
Ve ne riporto il testo:Testo richiesta informazioni:
Salve, sono proprietaria di un sito internet che da 3 mesi mi sta producendo un piccolissimo guadagno. Vorrei regolarizzare le entrate (lavoro giacome dipendente per una azienda)ma non so cosa devo fare. Alcune persone dicono che e
sufficiente dichiarare nel 730 sotto 'altre entrate', altri dicono che devo necessariamente aprire partita iva. Ho scritto alla guardia di finanza, che mi ha indirizzato a voi. Il sito non e` e-commerce, ma guadagno solo con i programmi di affiliazione esponendo banner (come google adsense)...Mi potete aiutare? GrazieTesto risposta:
Gentile signora XXXX,
tutte le operazioni di commercio elettronico diretto, ossia che si realizzano tramite via telematica, sono da considerare sempre prestazioni di servizio a prescindere dai beni o servizi ceduti.La questione merita innanzitutto alcune precisazioni in tema di commercio elettronico, commercio elettronico diretto e indiretto. A differenza di quanto si potrebbe a prima vista pensare, infatti, l'attività di vendita o promozione dei propri beni o servizi via internet non rappresenta di per sé una forma di commercio elettronico in senso stretto. Occorre infatti distinguere tra "commercio elettronico diretto", riguardante la vendita di beni virtuali o di servizi prestati per il tramite di mezzi elettronici (disciplinati a livello normativo dalla direttiva 2002/38/CE), e "commercio elettronico indiretto", in cui rientrano invece tutte le altre attività di compravendita che si servono di internet esclusivamente come mezzo per veicolare o offrire i propri prodotti materiali. Riguardo alla rilevanza ai fini Iva (e ai conseguenti obblighi di fatturazione) delle operazioni di commercio elettronico diretto, poste in essere da operatori Iva residenti in Italia, valgono le regole di cui all'articolo 7 del Dpr 633/72, così come modificate dal Dlgs 273/2003. Esse prevedono che le prestazioni di servizi rese tramite mezzi elettronici (commercio elettronico diretto) sono soggette a regime Iva in Italia se rese a soggetti domiciliati o residenti in Italia. Cordiali salutiLa presente risposta non è resa a titolo di interpello ordinario ai sensi dell'art.11 della legge n.212 del 2000, bensì a titolo di assistenza al contribuente ai sensi della Circolare Ministeriale n.99/E del 18/05/2000.
Scusate, sicuramente sarò ignorante io.... ma non ci ho mica capito nulla!...
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@ForumDonne said:
Scusate, sicuramente sarò ignorante io.... ma non ci ho mica capito nulla!...
No secondo me è il funzionario che non ha capito cosa intendevi, gli dovresti specificare meglio in che modo guadagni con il sito. Cioè gli devi dire che gli utenti visualizzano gli annunci pubblicitari, alcuni cliccano su di essi e vengono riportati al sito dell'inserzionista, per ognuno di questi click tu ricevi un corrispettivo variabile da parte di Google il quale viene a sua volta pagato dall'inserzionista.
Purtroppo non si può pretendere che tutti sappiano come funzionano i banner o AdSense.
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Ho posto la stessa domanda dell'inizio di questa discussione all'agenzia delle entrate ed ecco la risposta che è stata data a me:"Testo risposta:
Gentile contribuente, qualora quella descritta nel quesito sia un'attività abituale e continuativa sarà obbligatorio dotarsi di regolare partita Iva, in modo da fatturare le operazioni pubblicitarie e adottare il regime contabile più consono alla propria attività. Di fatto con la pubblicazione del banner si realizza un contratto di sponsorizzazione con il quale una parte (lo sponsorizzato) si obbliga nei confronti di un altro soggetto (lo sponsor) ad effettuare determinate prestazioni dietro pagamento. La sua attività integrando una prestazione di servizi le imporrà l'obbligo di uniformarsi agli adempimenti Iva. Nell'ipotesi di occasionalità della prestazione i redditi andranno dichiarati nel quadro RL del modello Unico
La presente risposta non è resa a titolo di interpello ordinario ai sensi dell'art. 11 della legge n. 212/2000, bensì a titolo di assistenza al contribuente ai sensi della Circolare Ministeriale del 18/05/2000 n. 99/E , priva pertanto, di effetti vincolanti per l'Amministrazione. Cordiali saluti."ed ecco il mio dubbio:Quando posso essere ritenuta occasionale? In che termini di tempo?
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Ragazzi, non c'è nulla da fare. Non perdete tempo con email, che vi confondono solo le idee.
Io la settimana scorsa ho smosso il sederino, e mi sono recata di persona all'agenzia delle entrate.
E si, SERVE LA PARTITA IVA PER ESPORRE ADSENSE, in quanto i banner sono un "lavoro continuativo".
Non ci sono scusa, non ci sono eccezioni. La partita iva serve.
Per chi ha pensato di dichiarare i soldi nel 730... ma fatevi 2 conti!!
Non potendo fatturare (perchè non avete la partita iva), vi viene trattenuto il 20% di iva dal compenso... poi li dichiarate nel 730... e vi trattengono il 20% di iva. Morale della favola 20%+20% uguale 40% delle entrate andate in fumo! Oltre ad essere COMUNQUE non in regola con il fisco.
APRITE LA PARTITA IVA, VI BASTA ANDARE ALL'AGENZIA DELLE ENTRATE E NON PAGATE NULLA PER FARLO.
Poi, se ne avete necessità, trovatevi un commercialista che vi segua almeno inizialmente.
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Complimenti per l'iniziativa!
(ed evito battute su come hai mosso il sederino ;):D)
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Mi pare ci sia stata dimostrazione in questo (ed in altri altrove) che l'Agenzia delle Entrate forse non ha così chiare le idee su cosa si stia parlando. Meglio i vari funzionari dell'A.d.E. non hanno questa chiarezza..... le risposte, oltre a non vincolarli, suscitano certo perplessità e potrebbero condurre a comportamenti non corretti che resterebbero sanzionabili, nonostante l'e-mail.
Attenzione dunque.
Paolo
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@wanttobefree said:
Ciao, ho scritto all'Agenzia delle Entrate per chiedere come attivare la partita iva, siccome pareva necessario per utilizzare Adsense. Invece mi rispondono che non è così. Che ne pensate?
Testo richiesta informazioni:
Buongiorno,..Sono uno studente universitario di 22 anni, senza reddito e senza partita iva, mantenuto dai genitori. Ho un sito internet con un discreto successo di visite e cosivorrei farlo fruttare un po' inserendo la pubblicita
di Google Adsense o simili...La mia domanda e` quindi: cosa e come devo fare per essere in regola con il fisco?Testo risposta:
Gentile contribuente,
per quanto riguarda il discorso della pubblicità su internet (per es. programma GOOGLE Adsense di Google Inc), non deve fare niente di particolare. I corrispettivi sono minimi e i compensi le verranno certificati con ritenuta d'acconto 20 %, se erogati da società italiane, tassate in altro modo se erogati da società straniere. In ogni caso tali redditi vanno dichiarati nel quadro RL del modello Unico al rigo 16: si tratta di redditi derivanti da "obblighi di fare, non fare o permettere" e non percepiti "nall'esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali o da società, nè in relazione alla qualità di lavoratore dipendente".Magari fosse così.... io nel dubbio ho tolto i banner adsense sul mio sito. Aspetto che qualcuno a livello nazionale faccia chiarezza.
Cmq per chi come me guadagnava 100 euro in 2 anni...per coprirci le spese sul sito, è una bella pezza, avrei voglia di remunerare lo stato per una percentuale di competenza ma capite che aprire una p.iva nel mio caso non converebbe, andrei in perdita. Le leggi sono sbagliate ma le rispetto, addio adsense.
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Credo che nel tuo caso (e come il caso di molti altri), potresti accontentarti di inserire un tasto donazione.
Potrebbe essere una soluzione alternativa, che ti fa stare a posto con il fisco.
Ma che sicuramente ti rende molto molto meno di Adsense....
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C'è già, ma nessuno ha mai cacciato una lira.
Ho capito, con queste leggi che non aiuta i piccoli siti e con la oramai conglomerazione di tutti gli utenti verso FACEBOOK, i piccoli portali spariranno.
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Ciao a tutti,
io la penso così e spero che nessuno storca il naso. Sono convinto che molti saranno d'accordo con me. Partendo dal fatto che per aprire una partita iva, impresa con adsense bisogna guadagnare una discreta somma per averci realmente un ritorno, per chi guadagna 200/300 dollari al mese (e forse anche di più), la soluzione è non fare assolutamente nulla. Come ho letto in questa discussione, le probabilità di un accertamento sono pari a 0 per quelle somme, visto che l'agenzia delle entrate va a stanare evasioni milionarie e non dei "poveracci". Da un articolo del Corriere della Sera, la media di accertamenti è di una ogni 16 anni per cittadino.
Scusate lo sfogo, ma per molti versi i piccoli webmaster sono obbligati a questo. Spero non offendere nessuno, nè provocare reazioni indignate. Chi ha sempre fatturato il 100% dei propri ingressi scagli la prima pietra (ripeto il 100%)!
C'è un'altra soluzione, cambiare nazione di residenza...
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Posso darti ragione che non ha senso che uno studente o un qualsiasi cittadino che guadagna 200 euro al mese grazie ad AdSense per un suo sito "amatoriale" debba fare tutti sti casini (partita IVA, INPS, ecc...) per dichiarare il proprio reddito: dovrebbe essere tutto più semplice e giusto (se fossimo un paese civile).
Però devi anche capire che se tu guadagni 200 euro al mese con Adsense in un anno ti metti in tasca 2'400 euro PULITI (netti, esentasse, che ti puoi spendere) invece chi paga le tasse per intascarsi 2'400 euro PULITI ne deve guadagnare almeno 5'000 (+ IVA). Quindi fa il doppio del tuo lavoro, il doppio della fatica e guadagna come te....e nemmeno questo è giusto.
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Hai ragione
Il mio era uno sfogo per la complessità del tutto. La legge è indietro rispetto alla realtà e i risultati sono due e in entrambi i casi lo stato ci perde:- O non si genera ricchezza (ho adsense, guadagno poco, ma per paura del fisco e visto che se mi metto in regola non ci guadagno nulla o ci perdo, lascio stare)
- O si evade
La comunità ci perde in ogni caso.
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@Phate said:
Posso darti ragione che non ha senso che uno studente o un qualsiasi cittadino che guadagna 200 euro al mese grazie ad AdSense per un suo sito "amatoriale" debba fare tutti sti casini (partita IVA, INPS, ecc...) per dichiarare il proprio reddito: dovrebbe essere tutto più semplice e giusto (se fossimo un paese civile).
Però devi anche capire che se tu guadagni 200 euro al mese con Adsense in un anno ti metti in tasca 2'400 euro PULITI (netti, esentasse, che ti puoi spendere) invece chi paga le tasse per intascarsi 2'400 euro PULITI ne deve guadagnare almeno 5'000 (+ IVA). Quindi fa il doppio del tuo lavoro, il doppio della fatica e guadagna come te....e nemmeno questo è giusto.
si, ma come per me e il mio sito se ne guadagnano 200 euro in 2 anni (che servono per coprire le spese) è ancora maggiormente un'ingiustizia. Anche perchè ho un lavoro dipendente e non mi serve lucrare con il mio sito.
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@eXoduS90s said:
in questo caso credo li si possa denunciare..comunque io ho incassato almeno 4-5 pagamenti di 200-350$ da adsense senza avere partita iva..rischio molto?
Non puoi denunciare nessuno. La legge non ammette ignoranza e paghi tu anche se a darti il consiglio è il tuo commercialista.
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Ravvivo il thread per postare la risposta che ho ricevuto io dall'agenzia delle entrate.
Ho chiesto se per l'utilizzo di Adsense fosse necessaria obbligatoriamente la p.IVA o se c'era una soglia sotto la quale non era da considerarsi necessaria.Ecco la risposta.
**Gentile Contribuente,
il quesito da Lei proposto non può avere risposta tramite questo servizio di posta elettronica dell'Agenzia delle Entrate, poiché prevede una specifica interpretazione normativa o coinvolge problematiche particolarmente complesse.
Il servizio è riservato alle questioni non interpretative e che possono essere soddisfatte con risposte brevi: ciò per dare modo al maggior numero di contribuenti di servirsene.**In pratica... non si sa.
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Che bella risposta....
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mettiamo che per i guadagni adsense servisse la partita iva.....
come mi inquadro come partita iva? (intendo il codice ateco x chi è del mestiere) e soprattutto se sono inquadrato come professionista, non iscritto ad albo...posso ricevere pagamenti da google adsense?
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@rev said:
Ecco la risposta.
**Gentile Contribuente,
il quesito da Lei proposto non può avere risposta tramite questo servizio di posta elettronica dell'Agenzia delle Entrate, poiché prevede una specifica interpretazione normativa o coinvolge problematiche particolarmente complesse.
Il servizio è riservato alle questioni non interpretative e che possono essere soddisfatte con risposte brevi: ciò per dare modo al maggior numero di contribuenti di servirsene.
**A me sembra più seria questa risposta delle altre...
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@444523 said:
A me sembra più seria questa risposta delle altre...
Probabilmente hai ragione.
Però che una situazione piuttosto semplice diventi un inferno da comprendere per mancanza di regole specifiche e soprattutto adatte alla situazione è assurdo.