• User Attivo

    Credo che nel tuo caso (e come il caso di molti altri), potresti accontentarti di inserire un tasto donazione.
    Potrebbe essere una soluzione alternativa, che ti fa stare a posto con il fisco.
    Ma che sicuramente ti rende molto molto meno di Adsense.... 😉


  • User

    C'è già, ma nessuno ha mai cacciato una lira.
    Ho capito, con queste leggi che non aiuta i piccoli siti e con la oramai conglomerazione di tutti gli utenti verso FACEBOOK, i piccoli portali spariranno.


  • User

    Ciao a tutti,
    io la penso così e spero che nessuno storca il naso. Sono convinto che molti saranno d'accordo con me. Partendo dal fatto che per aprire una partita iva, impresa con adsense bisogna guadagnare una discreta somma per averci realmente un ritorno, per chi guadagna 200/300 dollari al mese (e forse anche di più), la soluzione è non fare assolutamente nulla. Come ho letto in questa discussione, le probabilità di un accertamento sono pari a 0 per quelle somme, visto che l'agenzia delle entrate va a stanare evasioni milionarie e non dei "poveracci". Da un articolo del Corriere della Sera, la media di accertamenti è di una ogni 16 anni per cittadino.
    Scusate lo sfogo, ma per molti versi i piccoli webmaster sono obbligati a questo. Spero non offendere nessuno, nè provocare reazioni indignate. Chi ha sempre fatturato il 100% dei propri ingressi scagli la prima pietra (ripeto il 100%)!
    C'è un'altra soluzione, cambiare nazione di residenza...


  • User Attivo

    Posso darti ragione che non ha senso che uno studente o un qualsiasi cittadino che guadagna 200 euro al mese grazie ad AdSense per un suo sito "amatoriale" debba fare tutti sti casini (partita IVA, INPS, ecc...) per dichiarare il proprio reddito: dovrebbe essere tutto più semplice e giusto (se fossimo un paese civile).

    Però devi anche capire che se tu guadagni 200 euro al mese con Adsense in un anno ti metti in tasca 2'400 euro PULITI (netti, esentasse, che ti puoi spendere) invece chi paga le tasse per intascarsi 2'400 euro PULITI ne deve guadagnare almeno 5'000 (+ IVA). Quindi fa il doppio del tuo lavoro, il doppio della fatica e guadagna come te....e nemmeno questo è giusto.


  • User

    Hai ragione 🙂
    Il mio era uno sfogo per la complessità del tutto. La legge è indietro rispetto alla realtà e i risultati sono due e in entrambi i casi lo stato ci perde:

    • O non si genera ricchezza (ho adsense, guadagno poco, ma per paura del fisco e visto che se mi metto in regola non ci guadagno nulla o ci perdo, lascio stare)
    • O si evade
      La comunità ci perde in ogni caso.

  • User

    @Phate said:

    Posso darti ragione che non ha senso che uno studente o un qualsiasi cittadino che guadagna 200 euro al mese grazie ad AdSense per un suo sito "amatoriale" debba fare tutti sti casini (partita IVA, INPS, ecc...) per dichiarare il proprio reddito: dovrebbe essere tutto più semplice e giusto (se fossimo un paese civile).

    Però devi anche capire che se tu guadagni 200 euro al mese con Adsense in un anno ti metti in tasca 2'400 euro PULITI (netti, esentasse, che ti puoi spendere) invece chi paga le tasse per intascarsi 2'400 euro PULITI ne deve guadagnare almeno 5'000 (+ IVA). Quindi fa il doppio del tuo lavoro, il doppio della fatica e guadagna come te....e nemmeno questo è giusto.

    si, ma come per me e il mio sito se ne guadagnano 200 euro in 2 anni (che servono per coprire le spese) è ancora maggiormente un'ingiustizia. Anche perchè ho un lavoro dipendente e non mi serve lucrare con il mio sito.


  • Super User

    @eXoduS90s said:

    in questo caso credo li si possa denunciare..comunque io ho incassato almeno 4-5 pagamenti di 200-350$ da adsense senza avere partita iva..rischio molto?
    Non puoi denunciare nessuno. La legge non ammette ignoranza e paghi tu anche se a darti il consiglio è il tuo commercialista.


  • User

    Ravvivo il thread per postare la risposta che ho ricevuto io dall'agenzia delle entrate.
    Ho chiesto se per l'utilizzo di Adsense fosse necessaria obbligatoriamente la p.IVA o se c'era una soglia sotto la quale non era da considerarsi necessaria.

    Ecco la risposta.
    **Gentile Contribuente,
    il quesito da Lei proposto non può avere risposta tramite questo servizio di posta elettronica dell'Agenzia delle Entrate, poiché prevede una specifica interpretazione normativa o coinvolge problematiche particolarmente complesse.
    Il servizio è riservato alle questioni non interpretative e che possono essere soddisfatte con risposte brevi: ciò per dare modo al maggior numero di contribuenti di servirsene.

    **In pratica... non si sa.


  • User Attivo

    Che bella risposta....:lol:


  • User Attivo

    mettiamo che per i guadagni adsense servisse la partita iva.....

    come mi inquadro come partita iva? (intendo il codice ateco x chi è del mestiere) e soprattutto se sono inquadrato come professionista, non iscritto ad albo...posso ricevere pagamenti da google adsense?


  • User Attivo

    @rev said:

    Ecco la risposta.
    **Gentile Contribuente,
    il quesito da Lei proposto non può avere risposta tramite questo servizio di posta elettronica dell'Agenzia delle Entrate, poiché prevede una specifica interpretazione normativa o coinvolge problematiche particolarmente complesse.
    Il servizio è riservato alle questioni non interpretative e che possono essere soddisfatte con risposte brevi: ciò per dare modo al maggior numero di contribuenti di servirsene.
    **

    A me sembra più seria questa risposta delle altre...


  • User

    @444523 said:

    A me sembra più seria questa risposta delle altre...

    Probabilmente hai ragione.
    Però che una situazione piuttosto semplice diventi un inferno da comprendere per mancanza di regole specifiche e soprattutto adatte alla situazione è assurdo.


  • User Attivo

    @i2m4y said:

    Sarebbe davvero interessante capire attraverso quale percorso di analisi tecnica e normativa siano giunti a quella (a mio giudizio erronea) conclusione non curandosi ad esempio di una nota sentenza della Corte di Giustizia UE, immediatamente applicabile in Italia.

    Mi riferisco in particolare a questo: Corte di Giustizia CEE decisione n. 68/92 del 17 novembre 1993 ha affermato come nelle "prestazioni pubblicitarie" debba intendersi ricompresa ogni attività indirizzata alla trasmissione di un messaggio promozionale, relativo a beni e servizi, purché le prestazioni rese siano riconducibili ad un "unicum", rappresentato dalla prestazione principale(e prevalente), qualificabile come attività pubblicitaria.?

    Secondo me, tu dai di questa sentenza un'interpretazione aberrante.

    Mi spiego con due esempi concreti:

    • volantinaggio, regolato come "collaborazione saltuaria", o "lavoro a chiamata": il singolo (studente, extracomunitario o altro) distribuisce volantini, incassa un corrispettivo, gli viene detratta una ritenuta d'acconto.
      Secondo la tua lettura, ciò è impossibile. Essendo la distribuzione di volantini indubbiamente attività pubblicitaria, per farlo diventa indispensabile la partita IVA. caro il mio Abdul, corri all'ADE con la tua bicicletta ad aprirti la partita IVA, e solo dopo potrai distribuire volantini.

    • un mio anziano ex-vicino di casa, fortunato proprietario di un ente immobiliare anomalo: una ex-portineria come la potevano inventare solo negli 'anni 30, costituita da una sorta di corridoio largo un metro e lungo 10. 10 metri che, per qestioni architettoniche, hanno tre ampie finestre. In pieno centro.
      Quanto valgono tre vetrine in centro?
      Ed infatti lui ha affittato i locali ad una società, che vende quegli spazi pubblicitari: allestendo vetrine, o appiccicando semplici manifesti. A loro gradimento.
      Proprio come adsense, solo che la cosa avviene nel ondo reale e non virtuale.
      Il tipo ha affittato una parte di casa sua ad un'azienda, e questa azienda (quando gli pare, ad ogni ora del giorno e della notte, secondo criteri solo a lei noti) ci mette la pubblicità di terzi che più le aggrada.
      Ovviamente c'è un normalissimo contratto di affitto registrato.
      Ed altrettanto ovviamente il mio ex-vicino denuncia il relativo reddito come semplice reddito da immobile, senza partita IVA o altro.
      Ah, ovviamente le cifre di cui si parla sono confrontabili a quelle di un buon stipendio annuo per un dipendente, e di molto superiori alla sua magra pensione di ex-artigiano.
      Secondo te, dovrebbe immediatamente aprirsi partita IVA?


  • User Attivo

    Un modo per ottenere definitiva chiarezza dall'ADE c'è, e si chiama "interpello":

    www1.agenziaentrate.it/documentazione/comunicatistampa/decreti/index.htm

    Quindi, non telefonate, email, chiacchiere da bar: si prende carta e penna, e si scrive una bella raccomandatina:

    "Cara ADE, cosa devo fare per mettere annunci adsense ed essere in regola? Secondo me non occorre fare una mazza, e quello che incasso lo inserirò tra gli altri redditi nel 730. Se non mi rispondi in tempo, così mi comporterò e sarò in una botte di ferro."

    Unico neo: la risposta all'interpello non vale, strettamente, per tutti ma solo ed esclusivamente per il singolo che lo ha eseguito.
    C'è da dire però che, in una certa misura, fanno comunque giurisprudenza, ed un funzionario dell'ADE è sempre restio a disapplicare una risposta ad interpello formulata da altri... e l'unico modo efficace per scardinare una risposta all'interpello è attraverso una risoluzione ufficiale, che nel caso lo smentisca.
    Da notarsi che però anche in quel caso, per chi l'interpello lo ha presentato ed ha in mano la risposta (o il silenzio assenso), comunque non si applica neppure la eventuale successiva risoluzione...


  • User Attivo

    @ForumDonne said:

    E si, SERVE LA PARTITA IVA PER ESPORRE ADSENSE, in quanto i banner sono un "lavoro continuativo".

    Il fatto che un'attività sia continuativa non è assolutamente sufficiente per configurare la necessità di partita IVA.
    Potrei sommergerti sotto montagne di esempi di attività "continuative" per le quali non serve partita IVA: dalla locazione di immobili, alla levata di protesti, alla cessione di brevetti, alla registrazione di atti da parte dei segretari comunali, il prestito di garanzie, l'attività sportiva dilettantistica.

    Viceversa, ad esempio la partita IVA è necessaria quando un'attività di servizio viene svolta per una pluralità di soggetti diversi e distinti: se io lo stesso servizio lo presto per UN SOLO soggetto, la partita IVA non serve... ed esistono altre forme per rendere comunque il rapporto regolarissimo ed alla luce del sole.
    Ed adesso rispondi alla domanda: Google è uno o una pluralità? :mmm:


  • User

    Guarda Archimede, io non sono preparato come te sul piano fiscale, ma ti posso tranquillamente dire che secondo TUTTI i commercialisti che ho interpellalto (ci sono andato di persona, non sto parlando di quelli che scrivono nei forum) mi hanno detto che ospitare banner 24 ore su 24 sul sito è considerata un'attività continuativa, ed è considerata attività d'impresa per la quale è necessaria la partita iva.

    Alcuni commercialisti non conoscendo bene la materia si sono informati all'agenzia delle entrate, e la risposta è sempra stata in linea con quello che ho scritto sopra (se cerchi in questo forum troverai risposte simili dell' A.E. che non hanno valore legale certo, ma significano sempre qualcosa).

    E' ovvio che se uno guadagna poco dica che non è giusto, che non conviene, che non ne vale la pena, ma c'è poco da fare, se si vuole essere in regola bisogna aprire partita iva. E' ovvio che uno cerca di trovare mille scappatoie ed esempi, ma non ci si scappa, se l'A.E. ritiene che sia indispensabile p.iva e tu non ce l'hai, ad un eventuale controllo verrai sanzionato.

    Ripeto, io non sono un esperto, ma se 4 commercialisti mi hanno detto la stessa cosa, se la stessa agenzia delle entrate mi ha detto la stessa cosa, un motivo ci sarà no?

    Gli esempi che hai citato di attività continuative, anche se sono continuative non costituiscono "attività d'impresa" mentre invece la vendita di banner pubblicitari (o di link nel caso di AdSense) lo è.

    Come hai già detto tu, l'unica strada certa sarebbe l'interpello, che però secondo me non è così semplice da fare, e probabilmente richiede la consulenza di un commercialista.


  • User Attivo

    @Archimede2007 said:

    Un modo per ottenere definitiva chiarezza dall'ADE c'è, e si chiama "interpello":

    www1.agenziaentrate.it/documentazione/comunicatistampa/decreti/index.htm

    Quindi, non telefonate, email, chiacchiere da bar: si prende carta e penna, e si scrive una bella raccomandatina:

    "Cara ADE, cosa devo fare per mettere annunci adsense ed essere in regola? Secondo me non occorre fare una mazza, e quello che incasso lo inserirò tra gli altri redditi nel 730. Se non mi rispondi in tempo, così mi comporterò e sarò in una botte di ferro."

    Unico neo: la risposta all'interpello non vale, strettamente, per tutti ma solo ed esclusivamente per il singolo che lo ha eseguito.
    C'è da dire però che, in una certa misura, fanno comunque giurisprudenza, ed un funzionario dell'ADE è sempre restio a disapplicare una risposta ad interpello formulata da altri... e l'unico modo efficace per scardinare una risposta all'interpello è attraverso una risoluzione ufficiale, che nel caso lo smentisca.
    Da notarsi che però anche in quel caso, per chi l'interpello lo ha presentato ed ha in mano la risposta (o il silenzio assenso), comunque non si applica neppure la eventuale successiva risoluzione...
    Confermo questa cosa, che mi è stata suggerita addirittura da un impiegato dell'agenzia delle entrate.
    Hanno l'obbligo di rispondere entro 90 giorni dal ricevimento della raccomandata, se non lo fanno, o non lo fanno per tempo, vale la possibile "soluzione" che noi abbiamo suggerito loro.
    Rimane di fatto una cosa; si sa che è necessario avere partita Iva.... quindi questa soluzione può essere utile solo per chi non la vuole aprire, ed è disposto a rinunciare al 40% delle entrate.... (- 20% ritenuta d'acconto, -20% tasse nella dichiarazione dei redditi)....


  • User Attivo

    @ForumDonne said:

    Rimane di fatto una cosa; si sa che è necessario avere partita Iva.... quindi questa soluzione può essere utile solo per chi non la vuole aprire, ed è disposto a rinunciare al 40% delle entrate.... (- 20% ritenuta d'acconto, -20% tasse nella dichiarazione dei redditi)....

    :?:?:?:?:?:?
    Scusa ma:

    • le tariffe adsense sono al netto di IVA, ed in ogni caso l'IVA per un soggetto IVA è una partita di giro: quindi, che tu abbia o meno la partita IVA, non cambia nulla su quanto ti viene in tasca
    • Google non ti versa la ritenuta d'acconto, in quanto azienda estera (ed anche se fosse italiana, sarebbe tutto da vedere se questo tipo di prestazione è soggetta a ritenuta d'acconto).
    • comunque, la ritenuta è appunto un acconto: se poi non dovevi pagarci le imposte (ad esempio perchè il tuo imponibile è minimo), in fase di dichiarazione annuale dei redditi (730 o Unico) recupererai questo importo; se invece devi pagarci le imposte, in realtà saranno probabilmente un po' più alte e tu, sempre in fase di dichiarazione, andrai a pagare la differenza.

    Nota che io sostengo che non è indispensabile avere la partita IVA, non che non bisogna pagare le imposte!!!!!!


  • User Attivo

    @infoman said:

    Guarda Archimede, io non sono preparato come te sul piano fiscale, ma ti posso tranquillamente dire che secondo TUTTI i commercialisti che ho interpellalto (ci sono andato di persona, non sto parlando di quelli che scrivono nei forum) mi hanno detto che ospitare banner 24 ore su 24 sul sito è considerata un'attività continuativa, ed è considerata attività d'impresa per la quale è necessaria la partita iva.

    Ed è proprio qui che, secondo me, casca l'asino!
    Su cosa sia "attività d'impresa" sono stati spesi fiumi di inchiostro; e secondo questi fiumi:

    • un'attività non organizzata, personale, per un sito amatoriale che ospita pubblicità adsense NON è attività d'impresa
    • mentre invece un'attività coordinata, organizzata, stabile, condivisa magari tra più persone ovviamente lo è.

    Precisamente, l'attività d'impresa è definita dal C.C. come "un'attività economica organizzata, al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi".
    Quindi una attività "d'impresa" deve rispettare tutti i seguenti punti:

    a) deve essere svolta in modo professionale, continuativo e abituale;
    b) con un fine economico;
    c) attraverso un'organizzazione dei fattori produttivi impiegati;
    d) orientata al mercato attraverso lo scambio di beni o servizi.

    Adesso: il privato che si gestisce un blog, magari su una piattaforma gratuita, aggiornandolo quando gli capita, inserendoci quello che ha voglia e quando ne ha voglia e se ne ha voglia, anche se ci mette la publicità adsense non rispetta almeno 3 dei 4 punti sopra citati.
    Quindi, solo un funzionario ubriaco oserà avanzare l'ardita ipotesi che si tratti di "attività d'impresa".

    Come hai già detto tu, l'unica strada certa sarebbe l'interpello, che però secondo me non è così semplice da fare, e probabilmente richiede la consulenza di un commercialista.

    No, l'interpello è facile (almeno, relativamente facile) e non serve il commercialista. Sul link che ho postato trovi tutte le istruzioni.
    Anzi, quasi quasi appena ho dieci minuti presento personalmente un interpello a questo proposito e poi vediamo cosa rispondono.


  • User Attivo

    Io personalmente concordo con Archimede2007 su quanto dice e aggiungo che sarebbe davvero PREOCCUPANTE se l'AdE si occupasse dei guadagni realizzati da un blog amatoriale di uno studente....

    Quindi concordo che il codice civile, la legislazione fiscale, il buon senso e mere considerazioni sull'attività di controllo dell'AdE e della GdF (mi conviene sprecare tempo e risorse per dimostrare che quella persona che dichiara 2/3 mila euro all'anno doveva aprire partita IVA??) portano a pensare che effettivamente per questo tipo di attività non sia necessaria la partita IVA.

    Ma badate bene: ciò comunque non vuol dire non pagare le tasse!!!