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Qualche risposta alle domande sulle modalità di lettura:
Tra libri e computer scelgo libri, libri, libri senza pensarci due volte: anche se lo studio richiede sempre più spesso ore passate a sorbirsi schermate su schermate, il piacere tattile della costa (quelle antiche sono meravigliose) e l'odore della carta non hanno eguali. La mia personale funzione "trova", poi, è costituita da striscioline di carta che segnano i passi migliori (non quelle adesive : rovinano il libro, come le orecchie e gli evidenziatori; al massimo note a matita).
Leggo quando ho tempo - che banalità! - e quando rubo il tempo ad altro: se mi appassiono a qualcosa mi perdo nella trama e mi isolo nella pagina; se poi, purtroppo, devo staccare per impegni improrogabili, finisco col distrarmi ripensando a ciò che ho letto e devo ancora leggere. Per tradizione, infine, da molti anni leggo un piccolo libro tutto d'un fiato durante la notte di Capodanno, con pausa nel momento di massima confusione a mezzanotte: il mio personale rito per i dodici mesi futuri, come per altri il trenino sulle note di "Maracaibo".
Leggo in posti tranquilli, silenziosi e comodi, ma quasi mai prima di dormire. Niente mezzi pubblici o spiagge affollate, ma biblioteche (quella del mio Dipartimento è molto silenziosa e luminosa), camerette ben isolate dal caos esterno ed altri ritrovi placidi dove concentrarsi per bene non richiede troppo sforzo.
Quanto alle letture corali, esse sono state un "classico" di tutto il mio passato scolastico. Anche alle superiori, quando abbiamo declamato opere come La locandiera di Goldoni, *Casa di bambola *di Ibsen, o passi dei *Promessi Sposi *(periodo del ginnasio), per approdare poi all'*Antigone *di Anouilh ed altri lavori teatrali al liceo. In quelle occasioni sono stato il Cavaliere di Ripafratta, l'Innominato, Don Abbondio e Creonte (tutte parti da cattivo sconfitto e vagamente sfigato, insomma :?).
Sul problema della quantità: mai tenuto il conto; per ogni libro che finisco, ecco che me ne ritrovo subito quattro o cinque arretrati da iniziare o terminare. Preferisco passare al successivo e via di corsa.
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Beh, da quando sono diventato pendolare leggere sul treno, quando c'è lo spazio fisico di tenere un libro in mano, è divenuto una piacevole abitudine.
Purtroppo altri momenti non ne ho visto che tra un lavoro e l'altro sono praticamente sempre davanti al pc.
Odio i libri guide e manuali on line (tipo pdf); ho bisogno del libro cartaceo su cui sottolineare, evidenziare, ecc...
Per il segnalibro, ora utilizzo un cartoncino con i vecchi appuntamenti del dentista (originale direi :))!
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Un po' come Kyra_00, anche io leggo dappertutto. Ogni momento è buono.
Quando qualcosa mi appassiona lo porto sempre in borsa e lo tiro fuori appena possibile, anche mentre cammino se noto che la strada non è troppo affollata.
Chi mi conosce e mi incontra, fortunatamente, sa che se non rispondo ai saluti malgrado abbia un sorriso ebete sulla faccia ... è solo perchè sono immersa in qualche approfondimento occasionale, magari e appunto dopo aver letto qualche pagina creativa e stimolante.
Ho imparato a far finta di fare tutto mentre medito tra me e me in modo da moltiplicare le occasioni.Ho una fissazione: coprire la copertina del libro che sto leggendo quando lo porto a prendere aria. Sarà perchè leggo cose pensantine con titoli improbabili e temo, quindi, di far preoccupare inutilmente qualche passante magari un po' curioso.
Leggo su internet ma tanto su carta. Scrivo, riporto, sottolineo, metto segni, richiami ... i miei libri non possono essere prestati.
Infatti spendo cifre astronomiche :o.
Meno male che da quando sono cresciuta mi viene sempre chiesto che tipo di regalo vorrei ... ehm grazie un buono nella mia libreria preferita rispondo quando posso! Leggo tanti libri insieme.
Prima di aprirli, a seconda dei momenti: leggo prima la fine o apro pagine a caso per capire cosa principalmente il libro vuole dirmi. Lo ammetto, a volte li abbandono..L'abitudine di Leonov di leggere lo stesso libro mentre attraversa fine e inizio d'anno ... la trovo interessantissima
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Io leggo soprattutto la sera,a letto prima di addormentarmi..
Poi per modo di dire perche se mi piace vado dritto e leggo dalle 30 alle 40 pagine e faccio tardi !!!
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Molto spesso mi capita di leggere la mattina appena svegliata, seduta sul mio letto ancora avvolta tra le lenzuola.
PS. Adoro i romanzi di narrativa!
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Ciao Arianna el e benvenuta nel Forum GT.
È capitato anche a me e in effetti è davvero piacevole ma raramente me lo sono potuto concedere; è un tipo di colazione a letto (per la mente) che spero di potermi riservare almeno una domenica ogni tanto.
Grazie tante per esser passata di qui.
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Quante donne hanno riposto, se si facesse una statistica dei post chissà cosa ne verrebbe fuori.
Io leggo libri, sono appassionato di libri, ne ho di nuovi e di antichi, ne prendo in biblioteca, sono un fanatico e come ha detto Leonov mi piace sentirne l'odore.
Ma non sono come lui! Io un libro lo distruggo, sia chiaro, in realtà li lascio intonsi ma non riesco a usare oggetti come segnalibro, no mi danno fastidio, preferisco riporlo su un piano aperto al contrario.
Mia moglie, bibliotecaria, me li tirerebbe in testa per questo se non fosse che ama i libri più di me.
Quando leggo?
Solitamente la sera, a letto, ma alle volte se ho bisogno di un libro tecnico me lo metto sul bancone accanto al PC, aperto, e studio; ovviamente questo è un caso limite, in realtà se abitassi accanto al mare uno scoglio sarebbe il mio luogo ideale.
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Ti ringrazio di aver condiviso la tua esperienza con noi. E poi mi fa sempre un gran piacere sentir parlare così dei libri.
Certo lo scoglio sarebbe davvero fantastico, magari la mattina presto, tra una posizione joga e l'altra.
@MarcoGrazia said:
Mia moglie, bibliotecaria, me li tirerebbe in testa per questo se non fosse che ama i libri più di me.
Questa frase, non so come mai, ma mi piace.
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@Nimue del Lago said:
Ti ringrazio di aver condiviso la tua esperienza con noi. E poi mi fa sempre un gran piacere sentir parlare così dei libri.
Certo lo scoglio sarebbe davvero fantastico, magari la mattina presto, tra una posizione joga e l'altra.
La vedo dura e scomoda, ma accomodati pure
Questa frase, non so come mai, ma mi piace. :DPerché sei una donna
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@MarcoGrazia said:
Perché sei una donna
O magari perché ama i libri dal profondo del cuore.
Quanto al libro lasciato aperto... È più forte di me, proprio non ci riesco: si sfaldano i fascicoli e si allentano le cuciture (sia al centro che vicino alla copertina), con deperimento globale dell'oggetto e perdita di uniformità della costa - che si riempie di piegoline e asimmetrie, quando non addirittura si rompe in due.
Così, anche se per pochi secondi, chiudo e ripongo sul piano di lettura.
Dico di più: al limite, potrei tollerare le orecchie con i margini delle pagine, ma non il volume sfaldato.
Ad ognuno le proprie idiosincrasie. Absit injuria verbis.
Di passaggio: i miei rispetti alla moglie Bibliotecaria; è una professione, la sua, oggi molto svilita, che però io adoro e che aspirerei a conoscere dall'interno, passando da "Bibliotecario gt" (virtuale) a reale custode di scaffali, manoscritti e collezioni.
Un giorno, chissà.
Saluti a tutti i lettori.
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@Nimue del Lago said:
Ti ringrazio di aver condiviso la tua esperienza con noi. E poi mi fa sempre un gran piacere sentir parlare così dei libri.
Certo lo scoglio sarebbe davvero fantastico, magari la mattina presto, tra una posizione joga e l'altra.
Questa frase, non so come mai, ma mi piace.
@Leonov said:
O magari perché ama i libri dal profondo del cuore.
Quanto al libro lasciato aperto... È più forte di me, proprio non ci riesco: si sfaldano i fascicoli e si allentano le cuciture (sia al centro che vicino alla copertina), con deperimento globale dell'oggetto e perdita di uniformità della costa - che si riempie di piegoline e asimmetrie, quando non addirittura si rompe in due.
Così, anche se per pochi secondi, chiudo e ripongo sul piano di lettura.
Dico di più: al limite, potrei tollerare le orecchie con i margini delle pagine, ma non il volume sfaldato.
Ad ognuno le proprie idiosincrasie. Absit injuria verbis.
Di passaggio: i miei rispetti alla moglie Bibliotecaria; è una professione, la sua, oggi molto svilita, che però io adoro e che aspirerei a conoscere dall'interno, passando da "Bibliotecario gt" (virtuale) a reale custode di scaffali, manoscritti e collezioni.
Un giorno, chissà.
Saluti a tutti i lettori.
Leonov credo che la frase di Nimue si riferisse più al fatto che mi doveva "legnare2 per il mio comportamento che all'amore per i libri.
Comunque ti assicuro che ho ancora integri sia i circa 200 Salgari della Fabbri regalatami da mio padre e letti tutti più vole e una copia di David Copperfield, praticamente intonsa, in effetti non sono mai riuscito a leggerla, mentre mi sono letto "I Miserabili" nella copia scolastica di mio padre, e sì ai suoi tempi non si leggevano i "Promessi sposi" ma altro.
Ai quali ho sempre preferito "La colonna infame".
Ma no io i libri devo odorarli, sentirli toccarli e il mio apparente trattarli male si rifà all'amore che ripongo in essi; nonostante ciò ho libri di 200 anni circa che amo e custodisco, guai ad avvicinarcisi, potete togliermi quasi tutto ma non i libri.PS perché svilita la professione di bibliotecario? Ti assicuro che vista dal di dentro non mi ha dato affatto questa impressione.
Purtroppo invece è svilente la Pubblica Amministrazione periferica anche qui al nord che usa la biblioteca come luogo di non lavoro per i cosiddetti fannulloni, un po' come si mettevano in difesa nelle squadrette dei tempi di scuola quelli che erano meno capaci in attacco.
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@MarcoGrazia said:
[...] Io i libri devo odorarli, sentirli toccarli e il mio apparente trattarli male si rifà all'amore che ripongo in essi; nonostante ciò ho libri di 200 anni circa che amo e custodisco, guai ad avvicinarcisi, potete togliermi quasi tutto ma non i libri.
Se è l'affetto a guidarti in un rapporto più "carnale" con i testi a stampa, allora ben venga anche qualche spiegazzatura.
Poi, come ammetti tu stesso, ci sono libri che si possono "strapazzare" e piccoli grandi tesori che vanno soltanto vezzeggiati, coccolati ed accuditi come bimbi, ai quali non riserveremmo mai orecchie, stropicciature e altre piccole "violenze" librarie.
@MarcoGrazia said:
PS perché svilita la professione di bibliotecario? Ti assicuro che vista dal di dentro non mi ha dato affatto questa impressione.
Non intendevo che fosse una professione sterile o deludente (non l'avrei eletta ad aspirazione personale, in un caso del genere); sono al contrario convinto che sia una scelta di lavoro estremamente interessante e capace di arricchire molto chi la pratica, regalando momenti di pura emozione.
Mi riferivo invece all'aspetto che hai opportunamente evidenziato dopo:
@MarcoGrazia said:
Purtroppo invece è svilente la Pubblica Amministrazione periferica anche qui al nord che usa la biblioteca come luogo di non lavoro per i cosiddetti fannulloni, un po' come si mettevano in difesa nelle squadrette dei tempi di scuola quelli che erano meno capaci in attacco.
Fenomeni del genere sminuiscono non la professione di Bibliotecario, che resta stupenda, ma la sua percezione da parte della società.
Di passaggio, c'è un ulteriore aspetto: oggi si va sempre più verso l'informatizzazione dei centri di sapere, biblioteche comprese; i libri vengono digitalizzati e messi in Rete, i patrimoni cartacei perdono importanza rispetto alle banche dati, tutto si trasferisce molto lentamente (ma inesorabilmente) nel virtuale.
L'utente finale ne ricava senza dubbio grandi vantaggi: invece di attraversare l'oceano per studiare un manoscritto, si collega ad un sito e ne stampa una copia - o magari la osserva su uno schermo ad alta risoluzione.
Ciò non di meno, a me che sono nato nella Civiltà del Libro e non in quella del Computer questo processo storico mette un po' di tristezza: l'idea che i libri assumano sempre più il ruolo di reperti archeologici o pezzi di arredamento mi spaventa, poiché credo che siano oggetti splendidi da vivere, non da rimirare in un museo.
I miei figli e nipoti, che avranno accesso a tutte le opere del mondo con un clic, forse non capiranno mai davvero il mondo meraviglioso che ruotava attorno ad ogni singolo testo, il che, dal mio punto di vista, è molto amaro.
In tal senso si trasforma anche la figura del Bibliotecario, sempre più "tecnico informatico" di stampo archivistico e sempre meno "lettore", "custode" di patrimoni fisici, conoscitore di suddivisioni e sfumature.
Dal modello-Borges, vorace ed onnivoro consumatore di opere ("consumatore" anche in termini "sensoriali" rispetto alle copie cartacee), al modello "operaio specializzato" che interagisce con macchine e traffica con numeri, senza più alcun contatto con la realtà dei libri, degli ingombri volumici, della polvere (ah, la polvere! Croce e delizia del Bibliotecario), dei labirinti formati dall'intrecciarsi di opere vicine o lontane.
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Ben vengano i computer invece, purtroppo anche lì c'entra sempre più spesso il business da parte di chi li produce, ed è anche giusto così, e molto le politiche di chi li fa o non li fa usare.
I libri digitalizzati sono un'immensa risorsa per chi non può leggerli altrimenti e sono pochi i siti che permettono di usufruire di queste risorse e ancora meno lo sono le italiche (e non solo purtroppo) biblioteche, tranne sporadiche isolette in mezzo al mar... (oggi mi sento poetico).
Ma tu immagino ti riferissi agli e-books, quelli sono una favola se gestiti bene, darebbero la possibilità a chi oggi non legge per mancanza di tempo di farlo.
Io non vedo che il bene nei computer è come spesso li si usa che è sbagliato, amare i libri è giusto man on deve essere una mania, amare la lettura è molto più importante e te lo dice un maniacoOra scusami, scappo, devo andare a Cervignano del Friuli a ritirare una copia della consorte
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Io leggo in genere più di un libro contemporaneamente; cerco di mischiare i generi, leggendo, magari, un saggio e un testo di narrativa.
Leggo quando ne ho l'occasione: sul treno, mentre aspetto qualcuno, sul divano di casa, prima di andare a letto.
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@Lunabee said:
[***]
Eeeh pure io leggo quando c'é niente altro da fare: sul treno, prima di andare a dormire ma anche a scuola (non ascolto il prof.)