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Coda di lupo
"Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei sui fatti tuoie al dio degli inglesi non credere mai.
E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo mutoe al loro dio perdente non credere mai
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa
crocifisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di cremae al loro dio goloso non credere mai.
E forse avevo diciott'anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubaie al dio della scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso- Per la caccia al bisonte - disse - Il numero è chiuso.
E a un Dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tutte blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui non era venuto in pacee a un dio fatti il culo non credere mai.
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoriae a un dio senza fiato non credere mai. "
"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src=" " type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>
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Quando un cavaliere incontra una fanciulla che piange per il suo amore, non importa se questo è un ladro.
La aiuta comunque, anche se la legge [del re, dei potenti, degli uomini] "non può cambiare".Vi propongo prima la versione d'epoca, quella cantata con Joan Baez (serve dire altro?).
"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src=" " type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Poi qui lascio anche la versione riarrangiata e cantata con Luvi De Andrè.
"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src=" " type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>
Non male anche questa versione... anzi... (e non sapendo decidermi... le ho messe entrambe :)).Ah.
"Mentre attraversavo London Bridge
un giorno senza sole
vidi una donna pianger d'amore,
piangeva per il suo Geordie.Impiccheranno Geordie con una corda d'oro,
è un privilegio raro.
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera
sellatele il suo pony
cavalcherà fino a Londra stasera
ad implorare per GeordieGeordie non rubò mai neppure per me
un frutto o un fiore raro.
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso,
non ha vent'anni ancora
cadrà l'inverno anche sopra il suo viso,
potrete impiccarlo alloraNé il cuore degli inglesi né lo scettro del re
Geordie potran salvare,
anche se piangeran con te
la legge non può cambiare.Così lo impiccheranno con una corda d'oro,
è un privilegio raro.
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro."
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Ciao WWW,
il mitico De Andrè ha sempre un posto in prima fila.
Quanti di noi hanno pianto con le sue canzoni in sottofondo, molti hanno compreso come l'amore possa esser dolce seppur condannato ( bocca di rosa) altri come il paradiso possa essere al primo piano e che dai diamanti non nasce niente ma dal letame nascono i fior o ancora nella ballata dell'amor cieco e delle vanità come l'amore possa esser crudele.
Insomma Fabrizio è maestro di vita, più che mai attuale ad anni dalla sua scomparsa.
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L'amore crudele.
Come ignorarlo?
Si Dafne, l'amore cieco è [per molti versi] un divertentissimo balletto della vanità.
Fabrizio c'è l'ha cantato così bene che fa quasi sorridere, ma non è affatto morbido.
E' proprio un Amore crudele...
"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src=" " type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>"Un uomo onesto, un uomo probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò perdutamente
d'una che non lo amava niente.Gli disse portami domani,
tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il cuore di tua madre per i miei cani.Lui dalla madre andò e l'uccise,
tralalalalla tralallaleru
dal petto il cuore le strappò
e dal suo amore ritornò.Non era il cuore, non era il cuore,
tralalalalla tralallaleru
non le bastava quell'orrore,
voleva un'altra prova del suo cieco amore.Gli disse amor se mi vuoi bene,
tralalalalla tralallaleru
gli disse amor se mi vuoi bene,
tagliati dei polsi le quattro vene.Le vene ai polsi lui si tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.Gli disse lei ridendo forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.E mentre il sangue lento usciva,
e ormai cambiava il suo colore,
la vanità fredda gioiva,
un uomo s'era ucciso per il suo amore.Fuori soffiava dolce il vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene. "
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Ciao WWW,
Amore crudele, noi che amiamo essere vittime e carnefici di noi stessi..
Eppure esiste anche questo maleficio, ma se non amassimo allora perchè vivere?
Ma fino a che punto può spingersi un amore? All'irrazioanlità, all'infermità d'amore?
Esiste un limite, in cui il penetrare è solo infierire a se stessi?
Naturalmente sì, accorgersene è il dilemma.
Il buon De Andrè ingigantisce la follia umana, ma ciò che narra non è che la natura umana. Il dare sopra al ricevere e tutto per uno strano incantesimo dal nome di Amore.Dafne
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Siamo sulla stessa lunghezza d'onda.
Allora ti propongo una delle più struggenti canzoni del nostro poeta genovese, anche se sicuramente tra le meno note.
Magari non l'hai mai sentita...
[.. okkio che è proprio tra le più tetre... ]
"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src=" " type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>"Caro amore
nei tramonti d'aprile
caro amore
quando il sole si uccide
oltre le onde
puoi sentire piangere e gioire
anche il vento ed il mare.Caro amore
così un uomo piange
caro amore
al sole, al vento e ai verdi anni
che cantando se ne vanno
dopo il mattino di maggio
quando sono venuti
e quando scalzi
e con gli occhi ridenti
sulla sabbia scrivevamo contenti
le più ingenue parole.Caro amore
i fiori dell'altr'anno
caro amore
sono sfioriti e mai più
rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben più tristi sono le foglie.Caro amore
così un uomo vive
caro amore
e il sole e il vento e i verdi anni
si rincorrono cantando
verso il novembre a cui
ci vanno portando
e dove un giorno con un triste sorriso
ci diremo tra le labbra ormai stanche
"eri il mio caro amore". "
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Ciao WWW,
mi era totalmente sconosciuta..
Struggente e bellissima...Mannaggia, ne ho in mente una ma non riesco a tirar fuori il titolo, magari puoi aiutarmi...
" Sono tornati cento a mille i guerrieri di Falluois ( penso si scriva così), sono tornati alle famiglie ai palazzi, alle città. Ma la dama abbandonata non ritroverà il suo amore e di certo il gran ceppo non varrà a scaldarle il cuore..."
Adoravo questa canzone di De Andrè ma ho dimenticato il titolo
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Era la guerra di Valois.
"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src=" " type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>"Nella guerra di Valois
il Signor di Vly è morto,
se sia stato un prode eroe
non si sa, non è ancor certo.Ma la dama abbandonata
lamentando la sua morte
per mill'anni e forse ancora
piangerà la triste sorte.Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore
apri le pagine al suo dolore.Son tornati a cento e a mille
i guerrieri di Valois,
son tornati alle famiglie,
ai palazzi alle città.Ma la dama abbandonata
non ritroverà il suo amore
e il gran ceppo nel camino
non varrà a scaldarle il cuore.Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore
apri le pagine al suo dolore.Cavalieri che in battaglia
ignorate la paura
stretta sia la vostra maglia,
ben temprata l'armatura.Al nemico che vi assalta
siate presti a dar risposta
perché dietro a quelle mura
vi s'attende senza sosta.Fila la lana, fila i tuoi giorni
illuditi ancora che lui ritorni,
libro di dolci sogni d'amore
chiudi le pagine sul suo dolore. "Che è la traduzione di una ballata francese di Robert Marcy, File la laine.
"Dans la chanson de nos pères
Monsieur de Malbrough est mort
Si c'était un pauvre hère
On n'en dirait rien encore
Mais la Dame à sa fenêtre
Pleurant sur son triste sort,
Dans mille ans, deux mille peut-être
Se désolera encore.File la laine, filent les jours,
Garde ma peine et mon amour,
Livre d'images des rêves lourds
Tourne la page à l'éternel retourHennins au ruban de soie,
Chanson bleue des troubadours,
Regret des festins de joie
Ou fleur du joli tambour,
Dans la grande cheminée
S'éteint le feu du bonheur
Car la dame, abandonnée,
Ne retrouvera son coeur.File la laine, filent les jours,
Garde ma peine et mon amour,
Livre d'images des rêves lourds
Tourne la page à l'éternel retourCroisés des grandes batailles,
Sachez vos lances manier,
Ajustez cottes de mailles,
Armures et boucliers ;
Si l'ennemi vous assaille,
Gardez-vous de trépasser
Car derrière vos murailles
On attend sans se lasser.File la laine, filent les jours,
Garde ma peine et mon amour,
Livre d'images des rêves lourds
Tourne la page à l'éternel retour."L'episodio storico da cui trae spunto è legato alla guerra dei Cent'anni, e in particolar modo alla guerra di successione bretone (1361-1364).
La battaglia di Valois è un episodio storico vero. Il "Signore di Vly" invece è un personaggio di fantasia, la traduzione fatta da Faber del "Monsieur de Malbrough" dell'originale francese.
La canzone di Fabrizio è datata 1965.
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....;)..... non andate mai sulla cattiva strada....
... oppure si? :?...."Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese "Perché "
lui gli rispose "Questo è niente
e adesso è ora che io vada"
e l'innocente lo seguì,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada.Sui viali dietro la stazione
rubò l'incasso a una regina
e quando lei gli disse "Come "
lui le risposte "Forse è meglio è come prima
forse è ora che io vada "
e la regina lo seguì
col suo dolore lo seguì
sulla sua cattiva strada.E in una notte senza luna
truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.A un diciottenne alcolizzato
versò da bere ancora un poco
e mentre quello lo guardava
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi
adesso è ora che io vada"
l'alcolizzato lo capì
non disse niente e lo seguì
sulla sua cattiva strada.Ad un processo per amore
baciò le bocche dei giurati
e ai loro sguardi imbarazzati
rispose "Adesso è più normale
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto
che io vada "
ed i giurati lo seguirono
a bocca aperta lo seguirono
sulla sua cattiva strada,
sulla sua cattiva strada.E quando poi sparì del tutto
a chi diceva "È stato un male"
a chi diceva "È stato un bene "
raccomandò "Non vi conviene
venir con me dovunque vada,
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada
sulla cattiva strada.
"
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Questa è un inedito.
Un pezzo registrato dal vivo, insomma, in cui Fabrizio "storpiava" il testo di un brano musicale che faceva parte della colonna sonora del bel film di Luigi Magni "Nell'anno del Signore" (1969).
Il testo originale era questo:
"La bella che guarda il mare
lalalà, lalalà, lalalà
aspetta il suo cavaliere
lalalà, lalalà, lalalàLa bella che è prigioniera
lalalà, lalalà, lalalà
ha un nome che fa paura
libertà libertà libertà."La versione "anarchica" di De Andrè, invece:
"La bella che è addormentata,
lalalà, lalalà, lalalà
ha un nome che fa paura
libertà libertà libertàLa bella che è addormentata,
lalalà, lalalà, lalalà
ha un nome che fa paura
libertà libertà libertà."Mi fa venire i brividi ogni volta che la sento...
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Ieri ricorrevano 10 anni dalla dipartita di fabrizio De Andrè.
Sinceramente avrei voluto postarvi qualcosa, ma alla fine non me la sono proprio sentita.
Hanno dato su Raitre una trasmissione con Dori Ghezzi, la moglie.
Commovente, forte, piena di ospiti bravissimi.
O almeno, alcuni degli 'interpreti d'occasione' si sono dimostrati all'altezza.A distanza di 24 ore colgo l'occasione per postare qui alcune delle canzoni che ancora 'mancano' a questa piccola collezione GT.
Per una volta - non credo ricapiterà - faremo cantare Fabrizio con la voce di altri.
Intanto sentiamo Battiato che canta Inverno [da Tutti morimmo a stento].
"**Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.** "
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Interpretazione soave, veramente da apprezzare.
L'Ave Maria di De Andrè è potente davvero.
Perchè scrivere un Ave Maria per un musicista è ... una sfida di grande portata, un 'classico dei classici'.
E la Maria di Fabrizio è la madonna più umana e più sensuale, più erotica e più vera tra tutte le ave Marie che potrete mai ascoltare.
"**E te ne vai, Maria, fra l'altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.Sai che fra un'ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso.Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.Femmine un giorno e poi madri per sempre
nella stagione che stagioni non sente.** "
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Per quanto bravi ... l'originale ha qualcosa di irraggiungibile.
Questa è stata trasmessa contemporaneamente da moltissime radio italiane, ieri sera, oltre che da RaiTre.
Celebra quell' "amore per l'amore" che è la vera Musa di qualsiasi poeta sotto qualsiasi cielo, da sempre.
Non l'amore per una donna in particolare, ma il fascino e la potenza dell'innamoramento, l'irresistibile contagio dell'attrazione per l'altro.
Per gli altri.
Per l'amore che ora ci occupa il cuore e per quello che lo farà domani, come sotto altre sembianze lo faceva già ieri.
"**Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me torneraie tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggiraivenuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai.**"
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Non pensavo avesse così tanti fan! uno dei miei preferiti assieme a branduardi che anche se poeta (come de andrè) fa canzoni diverse.
Una canzone interessante."**Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù.Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.E per quelli che l'ebbero odiato
nel getzemani pianse l'addio
come per chi l'adorò come Dio
che gli disse sia sempre lodato,
per chi gli portò in dono alla fine
una lacrima o una treccia di spine,
accettando ad estremo saluto
la preghiera l'insulto e lo sputo.E morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore
non si può dire non sia servito a molto
perché il male dalla terra non fu toltoEbbe forse un pò troppe virtù,
ebbe un nome ed un volto: Gesù.
Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio. **"
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Confesso di conoscere relativamente poco l'artista che qui celebrate: alcuni pezzi li sto scoprendo proprio qui ed ora, grazie a voi.
Pure, De André ha cantato una delle canzoni che più efficacemente tratteggiano la complessità dell'animo umano e il delicato rapporto tra il singolo, l'ambiente e i volubili ghirigori del Destino.
Alla fine di questo brano ci si chiede inevitabilmente: chi è il cattivo? Chi è davvero il cattivo della storia? Tutti, nessuno, solo qualcuno e solo a volte; chissà. Spesso soltanto un'inquietante indeterminatezza sta alla radice del Male.
Lascio qui il mio contributo: Un giudice, nell'ottimo arrangiamento della PFM.
Cosa vuol dire avere
un metro e mezzo di statura,
ve lo rivelan gli occhi
e le battute della gente,
o la curiosità
d'una ragazza irriverente,
che vi avvicina solo
per un suo dubbio impertinente:vuole scoprir se è vero
quanto si dice intorno ai nani,
che siano i più forniti
della virtù meno apparente,
fra tutte le virtù
la più indecente.Passano gli anni, i mesi,
e se li conti anche i minuti,
è triste trovarsi adulti
senza essere cresciuti;
la maldicenza insiste,
batte la lingua sul tamburo
fino a dire che un nano
è una carogna di sicuro
perché ha il cuore troppo
troppo vicino al buco del culo.Fu nelle notti insonni
vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami
diventai procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d'una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d'un tribunale
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.E allora la mia statura
non dispensò più buonumore
a chi alla sbarra in piedi
mi diceva "Vostro Onore",
e di affidarli al boia
fu un piacere del tutto mio,
prima di genuflettermi
nell'ora dell'addio
non conoscendo affatto
la statura di Dio.
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Intanto vi ringrazio per il contributo.
@Leonov said:
Alla fine di questo brano ci si chiede inevitabilmente: chi è il cattivo? Chi è davvero il cattivo della storia? Tutti, nessuno, solo qualcuno e solo a volte; chissà. Spesso soltanto un'inquietante indeterminatezza sta alla radice del Male.
Hai colto un aspetto moooolto interessante.
Anche alla radice del Bene c'è un'inquietante indeterminatezza, se vuoi.Nietzsche?
Si, forse un po'.
Secondo me nell'autore prima ancora che l'urgenza di un giudizio premeva l'imperativo della 'comprensione'.
Che non ha nulla a che fare con il 'perdono' cristiano.
E' la consapevolezza dei ruoli infimi che il mondo attribuisce agli individui, loro malgrado.
E quindi oggi 'giudice', domani 'nano'; comunque impietosamente 'umano'.Poi in particolare ne "Il giudice" c'è tutta l'atmosfera di Spoon River, in cui ogni giudizio era sospeso in funzione di una più generale rivisitazione delle colpe degli abitanti di un paese 'vero', reale, quindi necessariamente mai univoche o definitive ma inanellate una con l'altra, come tutti i giochi del destino.
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Dolce, morbida. Di una bellezza struggente, Sally.
"**Mia madre mi disse "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco"
Mia madre mi disse "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco"
Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello
ma il bosco era scuro l'erba già alta
dite a mia madre che non torneròAndai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino d'oro
Andai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino cieco.
Gli montai sulla groppa e sparii in un baleno
andate a dire a Sally che non tornerò
Gli montai sulla groppa e sparii in un momento
dite a mia madre che non torneròVicino alla città trovai Pilar del mare
con due gocce d'eroina si addormentava il cuore
Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli
bocca sporca di mirtilli un coltello in mezzo ai seni
Mi svegliai sulla quercia l'assassino era fuggito
dite al pesciolino che non tornerò
Mi guardai nello stagno l'assassino si era già lavato
dite a mia madre che non torneròSeduto sotto un ponte si annusava il re dei topi
sulla strada le sue bambole bruciavano copertoni
Sdraiato sotto il ponte si adorava il re dei topi
sulla strada le sue bambole adescavano i signori
Mi parlò sulla bocca mi donò un braccialetto
dite alla quercia che non tornerò
Mi baciò sulla bocca mi propose il suo letto
dite alla quercia che non torneròMia madre mi disse "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco"
ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello**..."
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Ma questo topic è magnifico!
Ero certo che la comunità GT fosse speciale, ma non pensavo fino a questo punto.
Vorrei proporre anch'io un piccolo capolavoro, per iniziare:
S'i fossi foco
Cecco Angiolieri secondo De AndrèPurtroppo non posso ancora inserire il video, se volete ascoltarla è qui:
S'i fossi foco
S'ì fosse foco, arderei 'l mondo;
s'ì fosse vento, lo tempesterei;
s'ì fosse acqua; ì' l'annegherei;
s'ì fosse Dio, mandereil'en profondo
s'ì fosse papa, sarè allor giocondo,
che tutt'i cristiani imbrigherei;
s'ì fosse 'mperator, sa che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondos'ì fosse morte, andarei da mio padre;
s'ì fosse vita, fuggirei da lui:
similmente faria da mi'madre
s'ì fosse Cecco, come sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre :
e vecchie e laide lassarei altrui.
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Dallo stesso album (se non ricordo male) ecco una canzone sulla gelosia.
Una FANTASTICA e divertentisima canzone sulla gelosia.
"Il re fa rullare i tamburi
Il re fa rullare i tamburi
vuol sceglier fra le dame
un nuovo e fresco amoreed è la prima che ha veduto
che gli ha rapito il cuore
marchese la conosci tu
marchese la conosci tu
chi è quella graziosa ?ed il marchese disse al re
"maestà è la mia sposa"tu sei più felice di me
tu sei più felice di me
d'aver dama si bella
signora si compitase tu vorrai cederla a me
sarà la favorita
signore se non foste il re
signore se non foste il rev'intimerei prudenza
ma siete il sire siete il re
vi devo l'obbedienza
marchese vedrai passerà
marchese vedrai passeràd'amor la sofferenza
io ti farò nelle mie armate
maresciallo di Francia""addio per sempre mia gioia "
"addio per sempre mia bella "
"addio dolce amore"
"devi lasciarmi per il re"
"ed io ti lascio il cuore"la regina ha raccolto dei fiori
la regina ha raccolto dei fiori
celando la sua offesa
ed il profumo di quei fiori
uccise la marchesa. "
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Quando la mia ragazza la sente ("il re fa rullare i tamburi") impreca in tutte le lingue contro quel pusillanime del marchese... in pratica mi fa capire che in una situazione simile dovrei comportarmi in modo moooolto diverso
Comunque, davvero divertentissima secondo me è questa (forse è già stata postata), scritta non a caso con Paolo Villaggio in un momento di particolare ispirazione comica :D:CARLO MARTELLO RITORNA DALLA BATTAGLIA DI POITIERS
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color
ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor
"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore
chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"
così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior
lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor
Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor
nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
"Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella"
disse Re Carlo scendendo veloce di sella
"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"
Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò
ma più dell'onor potè il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò
codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà
alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà
"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,
ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"
Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì
e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir
veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"
"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"
Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò
frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitorPs: la mia fonte per i testi è il sito "viadelcampo. com" che ringrazio vivamente per tutti gli spunti di riflessioni che mi ha dato sui testi del maestro