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....;)..... non andate mai sulla cattiva strada....
... oppure si? :?...."Alla parata militare
sputò negli occhi a un innocente
e quando lui chiese "Perché "
lui gli rispose "Questo è niente
e adesso è ora che io vada"
e l'innocente lo seguì,
senza le armi lo seguì
sulla sua cattiva strada.Sui viali dietro la stazione
rubò l'incasso a una regina
e quando lei gli disse "Come "
lui le risposte "Forse è meglio è come prima
forse è ora che io vada "
e la regina lo seguì
col suo dolore lo seguì
sulla sua cattiva strada.E in una notte senza luna
truccò le stelle ad un pilota
quando l'aeroplano cadde
lui disse "È colpa di chi muore
comunque è meglio che io vada "
ed il pilota lo seguì
senza le stelle lo seguì
sulla sua cattiva strada.A un diciottenne alcolizzato
versò da bere ancora un poco
e mentre quello lo guardava
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi
adesso è ora che io vada"
l'alcolizzato lo capì
non disse niente e lo seguì
sulla sua cattiva strada.Ad un processo per amore
baciò le bocche dei giurati
e ai loro sguardi imbarazzati
rispose "Adesso è più normale
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto
che io vada "
ed i giurati lo seguirono
a bocca aperta lo seguirono
sulla sua cattiva strada,
sulla sua cattiva strada.E quando poi sparì del tutto
a chi diceva "È stato un male"
a chi diceva "È stato un bene "
raccomandò "Non vi conviene
venir con me dovunque vada,
ma c'è amore un po' per tutti
e tutti quanti hanno un amore
sulla cattiva strada
sulla cattiva strada.
"
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Questa è un inedito.
Un pezzo registrato dal vivo, insomma, in cui Fabrizio "storpiava" il testo di un brano musicale che faceva parte della colonna sonora del bel film di Luigi Magni "Nell'anno del Signore" (1969).
Il testo originale era questo:
"La bella che guarda il mare
lalalà, lalalà, lalalà
aspetta il suo cavaliere
lalalà, lalalà, lalalàLa bella che è prigioniera
lalalà, lalalà, lalalà
ha un nome che fa paura
libertà libertà libertà."La versione "anarchica" di De Andrè, invece:
"La bella che è addormentata,
lalalà, lalalà, lalalà
ha un nome che fa paura
libertà libertà libertàLa bella che è addormentata,
lalalà, lalalà, lalalà
ha un nome che fa paura
libertà libertà libertà."Mi fa venire i brividi ogni volta che la sento...
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Ieri ricorrevano 10 anni dalla dipartita di fabrizio De Andrè.
Sinceramente avrei voluto postarvi qualcosa, ma alla fine non me la sono proprio sentita.
Hanno dato su Raitre una trasmissione con Dori Ghezzi, la moglie.
Commovente, forte, piena di ospiti bravissimi.
O almeno, alcuni degli 'interpreti d'occasione' si sono dimostrati all'altezza.A distanza di 24 ore colgo l'occasione per postare qui alcune delle canzoni che ancora 'mancano' a questa piccola collezione GT.
Per una volta - non credo ricapiterà - faremo cantare Fabrizio con la voce di altri.
Intanto sentiamo Battiato che canta Inverno [da Tutti morimmo a stento].
"**Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo.Ma tu che vai, ma tu rimani
vedrai la neve se ne andrà domani
rifioriranno le gioie passate
col vento caldo di un'altra estate.Anche la luce sembra morire
nell'ombra incerta di un divenire
dove anche l'alba diventa sera
e i volti sembrano teschi di cera.Ma tu che vai, ma tu rimani
anche la neve morirà domani
l'amore ancora ci passerà vicino
nella stagione del biancospino.La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.** "
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Interpretazione soave, veramente da apprezzare.
L'Ave Maria di De Andrè è potente davvero.
Perchè scrivere un Ave Maria per un musicista è ... una sfida di grande portata, un 'classico dei classici'.
E la Maria di Fabrizio è la madonna più umana e più sensuale, più erotica e più vera tra tutte le ave Marie che potrete mai ascoltare.
"**E te ne vai, Maria, fra l'altra gente
che si raccoglie intorno al tuo passare,
siepe di sguardi che non fanno male
nella stagione di essere madre.Sai che fra un'ora forse piangerai
poi la tua mano nasconderà un sorriso:
gioia e dolore hanno il confine incerto
nella stagione che illumina il viso.Ave Maria, adesso che sei donna,
ave alle donne come te, Maria,
femmine un giorno per un nuovo amore
povero o ricco, umile o Messia.Femmine un giorno e poi madri per sempre
nella stagione che stagioni non sente.** "
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Per quanto bravi ... l'originale ha qualcosa di irraggiungibile.
Questa è stata trasmessa contemporaneamente da moltissime radio italiane, ieri sera, oltre che da RaiTre.
Celebra quell' "amore per l'amore" che è la vera Musa di qualsiasi poeta sotto qualsiasi cielo, da sempre.
Non l'amore per una donna in particolare, ma il fascino e la potenza dell'innamoramento, l'irresistibile contagio dell'attrazione per l'altro.
Per gli altri.
Per l'amore che ora ci occupa il cuore e per quello che lo farà domani, come sotto altre sembianze lo faceva già ieri.
"**Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me torneraie tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggiraivenuto dal sole o da spiagge gelate
venuto in novembre o col vento d'estate
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai.**"
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Non pensavo avesse così tanti fan! uno dei miei preferiti assieme a branduardi che anche se poeta (come de andrè) fa canzoni diverse.
Una canzone interessante."**Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù.Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia e il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l'amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l'ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.E per quelli che l'ebbero odiato
nel getzemani pianse l'addio
come per chi l'adorò come Dio
che gli disse sia sempre lodato,
per chi gli portò in dono alla fine
una lacrima o una treccia di spine,
accettando ad estremo saluto
la preghiera l'insulto e lo sputo.E morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore
non si può dire non sia servito a molto
perché il male dalla terra non fu toltoEbbe forse un pò troppe virtù,
ebbe un nome ed un volto: Gesù.
Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio. **"
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Confesso di conoscere relativamente poco l'artista che qui celebrate: alcuni pezzi li sto scoprendo proprio qui ed ora, grazie a voi.
Pure, De André ha cantato una delle canzoni che più efficacemente tratteggiano la complessità dell'animo umano e il delicato rapporto tra il singolo, l'ambiente e i volubili ghirigori del Destino.
Alla fine di questo brano ci si chiede inevitabilmente: chi è il cattivo? Chi è davvero il cattivo della storia? Tutti, nessuno, solo qualcuno e solo a volte; chissà. Spesso soltanto un'inquietante indeterminatezza sta alla radice del Male.
Lascio qui il mio contributo: Un giudice, nell'ottimo arrangiamento della PFM.
Cosa vuol dire avere
un metro e mezzo di statura,
ve lo rivelan gli occhi
e le battute della gente,
o la curiosità
d'una ragazza irriverente,
che vi avvicina solo
per un suo dubbio impertinente:vuole scoprir se è vero
quanto si dice intorno ai nani,
che siano i più forniti
della virtù meno apparente,
fra tutte le virtù
la più indecente.Passano gli anni, i mesi,
e se li conti anche i minuti,
è triste trovarsi adulti
senza essere cresciuti;
la maldicenza insiste,
batte la lingua sul tamburo
fino a dire che un nano
è una carogna di sicuro
perché ha il cuore troppo
troppo vicino al buco del culo.Fu nelle notti insonni
vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami
diventai procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d'una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d'un tribunale
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.E allora la mia statura
non dispensò più buonumore
a chi alla sbarra in piedi
mi diceva "Vostro Onore",
e di affidarli al boia
fu un piacere del tutto mio,
prima di genuflettermi
nell'ora dell'addio
non conoscendo affatto
la statura di Dio.
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Intanto vi ringrazio per il contributo.
@Leonov said:
Alla fine di questo brano ci si chiede inevitabilmente: chi è il cattivo? Chi è davvero il cattivo della storia? Tutti, nessuno, solo qualcuno e solo a volte; chissà. Spesso soltanto un'inquietante indeterminatezza sta alla radice del Male.
Hai colto un aspetto moooolto interessante.
Anche alla radice del Bene c'è un'inquietante indeterminatezza, se vuoi.Nietzsche?
Si, forse un po'.
Secondo me nell'autore prima ancora che l'urgenza di un giudizio premeva l'imperativo della 'comprensione'.
Che non ha nulla a che fare con il 'perdono' cristiano.
E' la consapevolezza dei ruoli infimi che il mondo attribuisce agli individui, loro malgrado.
E quindi oggi 'giudice', domani 'nano'; comunque impietosamente 'umano'.Poi in particolare ne "Il giudice" c'è tutta l'atmosfera di Spoon River, in cui ogni giudizio era sospeso in funzione di una più generale rivisitazione delle colpe degli abitanti di un paese 'vero', reale, quindi necessariamente mai univoche o definitive ma inanellate una con l'altra, come tutti i giochi del destino.
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Dolce, morbida. Di una bellezza struggente, Sally.
"**Mia madre mi disse "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco"
Mia madre mi disse "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco"
Ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello
ma il bosco era scuro l'erba già alta
dite a mia madre che non torneròAndai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino d'oro
Andai verso il mare senza barche per traversare
spesi cento lire per un pesciolino cieco.
Gli montai sulla groppa e sparii in un baleno
andate a dire a Sally che non tornerò
Gli montai sulla groppa e sparii in un momento
dite a mia madre che non torneròVicino alla città trovai Pilar del mare
con due gocce d'eroina si addormentava il cuore
Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli
bocca sporca di mirtilli un coltello in mezzo ai seni
Mi svegliai sulla quercia l'assassino era fuggito
dite al pesciolino che non tornerò
Mi guardai nello stagno l'assassino si era già lavato
dite a mia madre che non torneròSeduto sotto un ponte si annusava il re dei topi
sulla strada le sue bambole bruciavano copertoni
Sdraiato sotto il ponte si adorava il re dei topi
sulla strada le sue bambole adescavano i signori
Mi parlò sulla bocca mi donò un braccialetto
dite alla quercia che non tornerò
Mi baciò sulla bocca mi propose il suo letto
dite alla quercia che non torneròMia madre mi disse "Non devi giocare
con gli zingari nel bosco"
ma il bosco era scuro l'erba già verde
lì venne Sally con un tamburello**..."
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Ma questo topic è magnifico!
Ero certo che la comunità GT fosse speciale, ma non pensavo fino a questo punto.
Vorrei proporre anch'io un piccolo capolavoro, per iniziare:
S'i fossi foco
Cecco Angiolieri secondo De AndrèPurtroppo non posso ancora inserire il video, se volete ascoltarla è qui:
S'i fossi foco
S'ì fosse foco, arderei 'l mondo;
s'ì fosse vento, lo tempesterei;
s'ì fosse acqua; ì' l'annegherei;
s'ì fosse Dio, mandereil'en profondo
s'ì fosse papa, sarè allor giocondo,
che tutt'i cristiani imbrigherei;
s'ì fosse 'mperator, sa che farei?
a tutti mozzerei lo capo a tondos'ì fosse morte, andarei da mio padre;
s'ì fosse vita, fuggirei da lui:
similmente faria da mi'madre
s'ì fosse Cecco, come sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre :
e vecchie e laide lassarei altrui.
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Dallo stesso album (se non ricordo male) ecco una canzone sulla gelosia.
Una FANTASTICA e divertentisima canzone sulla gelosia.
"Il re fa rullare i tamburi
Il re fa rullare i tamburi
vuol sceglier fra le dame
un nuovo e fresco amoreed è la prima che ha veduto
che gli ha rapito il cuore
marchese la conosci tu
marchese la conosci tu
chi è quella graziosa ?ed il marchese disse al re
"maestà è la mia sposa"tu sei più felice di me
tu sei più felice di me
d'aver dama si bella
signora si compitase tu vorrai cederla a me
sarà la favorita
signore se non foste il re
signore se non foste il rev'intimerei prudenza
ma siete il sire siete il re
vi devo l'obbedienza
marchese vedrai passerà
marchese vedrai passeràd'amor la sofferenza
io ti farò nelle mie armate
maresciallo di Francia""addio per sempre mia gioia "
"addio per sempre mia bella "
"addio dolce amore"
"devi lasciarmi per il re"
"ed io ti lascio il cuore"la regina ha raccolto dei fiori
la regina ha raccolto dei fiori
celando la sua offesa
ed il profumo di quei fiori
uccise la marchesa. "
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Quando la mia ragazza la sente ("il re fa rullare i tamburi") impreca in tutte le lingue contro quel pusillanime del marchese... in pratica mi fa capire che in una situazione simile dovrei comportarmi in modo moooolto diverso
Comunque, davvero divertentissima secondo me è questa (forse è già stata postata), scritta non a caso con Paolo Villaggio in un momento di particolare ispirazione comica :D:CARLO MARTELLO RITORNA DALLA BATTAGLIA DI POITIERS
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color
ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor
"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore
chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"
così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior
lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor
Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor
nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
"Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella"
disse Re Carlo scendendo veloce di sella
"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"
Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò
ma più dell'onor potè il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò
codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà
alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà
"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,
ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"
Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì
e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir
veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"
"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"
Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò
frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitorPs: la mia fonte per i testi è il sito "viadelcampo. com" che ringrazio vivamente per tutti gli spunti di riflessioni che mi ha dato sui testi del maestro
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Allora questa è dedicata alla tua innamorata.
Innamoriamoci di tutto e ad un dio a lieto fine... non crediamoci, mai.
"Quando ero piccolo m'innamoravo di tutto correvo dietro ai cani
e da marzo a febbraio mio nonno vegliava
sulla corrente di cavalli e di buoi
sui fatti miei sui fatti tuoie al dio degli inglesi non credere mai.
E quando avevo duecento lune e forse qualcuna è di troppo
rubai il primo cavallo e mi fecero uomo
cambiai il mio nome in "Coda di lupo"
cambiai il mio pony con un cavallo mutoe al loro dio perdente non credere mai
E fu nella notte della lunga stella con la coda
che trovammo mio nonno crocifisso sulla chiesa
crocifisso con forchette che si usano a cena
era sporco e pulito di sangue e di cremae al loro dio goloso non credere mai.
E forse avevo diciott'anni e non puzzavo più di serpente
possedevo una spranga un cappello e una fionda
e una notte di gala con un sasso a punta
uccisi uno smoking e glielo rubaie al dio della scala non credere mai.
Poi tornammo in Brianza per l'apertura della caccia al bisonte
ci fecero l'esame dell'alito e delle urine
ci spiegò il meccanismo un poeta andaluso- Per la caccia al bisonte - disse - Il numero è chiuso.
E a un Dio a lieto fine non credere mai.
Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn
capelli corti generale ci parlò all'università
dei fratelli tutte blu che seppellirono le asce
ma non fumammo con lui non era venuto in pace**e a un dio fatti il culo non credere mai.
**
E adesso che ho bruciato venti figli sul mio letto di sposo
che ho scaricato la mia rabbia in un teatro di posa
che ho imparato a pescare con le bombe a mano
che mi hanno scolpito in lacrime sull'arco di Traiano
con un cucchiaio di vetro scavo nella mia storia
ma colpisco un po' a casaccio perché non ho più memoriae a un dio senza fiato non credere mai. "
-
Ahhh, bellissima!
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Sarà per il caldo opprimente di oggi, ma ho in mente una sola canzone :D:
AVVENTURA A DURANGO
Peperoncini rossi nel sole cocente
polvere sul viso e sul cappello
io e Maddalena all'occidente
abbiamo aperto i nostri occhi oltre il cancelloho dato la chitarra al figlio del fornaio
per una pizza ed un fucile
la ricomprerò lungo il sentiero
e suonerò per Maddalena all'imbrunire.Nun chiagne Maddalena Dio ci guarderà
e presto arriveremo a Durango
Stringimi Maddalena 'sto deserto finirà
tu potrai ballare o fandangoDopo i templi aztechi e le rovine
le prime stelle sul Rio Grande
Di notte sogno il campanile
e il collo di Ramon pieno di sangueSono stato proprio io all'osteria
a premere le dita sul grilletto
Vieni mia Maddalena voliamo via
il cane abbaia quel che è fatto è fattoNun chiagne Maddalena Dio ci guarderà
e presto arriveremo a Durango
Stringimi Maddalena 'sto deserto finirà
tu potrai ballare o fandangoAlla corrida con tequila ghiacciata
vedremo il toreador toccare il cielo
All'ombra della tribuna antica
dove Villa applaudiva il rodeoIl frate pregherà per il perdono
ci accoglierà nella missione
Avrò stivali nuovi un orecchino d'oro
e sotto il velo tu farai la comunioneLa strada è lunga ma ne vedo la fine
arriveremo per il ballo
e Dio ci apparirà sulle colline
coi suoi occhi smeraldi di ramarroNun chiagne Maddalena Dio ci guarderà
e presto arriveremo a Durango
Stringimi Maddalena 'sto deserto finirà
tu potrai ballare o fandangoChe cosa è il colpo che ho sentito
ho nella schiena un dolore caldo
siediti qui trattieni il fiato
forse non sono stato troppo scaltroSvelta Maddalena prendi il mio fucile
guarda dove è partito il lampo
miralo bene cercare di colpire
potremmo non vedere più DurangoNun chiagne Maddalena Dio ci guarderà
e presto arriveremo a Durango
Stringimi Maddalena 'sto deserto finirà
tu potrai ballare o fandango
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@ Guter:
Sperando di fare cosa gradita, ho aggiunto un po' di note alle parole.
Non è un rimedio contro il caldo, ma ci terrà più allegri.
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Grazie Leonov.
E grazie a Guter, che ne tira fuori una piuttosto rara: mi compiaccio davvero!
Allora replico con la traduzione (musicale, il testo è originale..) fatta da Faber per Desolation Road di Bob Dylan.
"Il Salone di bellezza in fondo al vicolo
è affollatissimo di marinai
prova a chiedere a uno che ore sono
e ti risponderà "non l'ho saputo mai".Le cartoline dell'impiccagione
sono in vendita a cento lire l'una
il commissario cieco dietro la stazione
per un indizio ti legge la sfortunae le forze dell'ordine irrequiete
cercano qualcosa che non va
mentre io e la mia signora ci affacciamo stasera
su via della Povertà.Cenerentola sembra così facile
ogni volta che sorride ti cattura
ricorda proprio Bette Davis
con le mani appoggiate alla cintura.Arriva Romeo trafelato
e le grida "il mio amore sei tu"
ma qualcuno gli dice di andar via
e di non riprovarci piùe l'unico suono che rimane
quando l'ambulanza se ne va
è Cenerentola che spazza la strada
in via della Povertà.Mentre l'alba sta uccidendo la luna
e le stelle si son quasi nascoste
la signora che legge la fortuna
se n'è andata in compagnia dell'oste.Ad eccezione di Abele e di Caino
tutti quanti sono andati a far l'amore
aspettando che venga la pioggia
ad annacquare la gioia ed il doloree il Buon Samaritano
sta affilando la sua pietà
se ne andrà al Carnevale stasera
in via della Povertà.I tre Re Magi sono disperati
Gesù Bambino è diventato vecchio
e Mister Hyde piange sconcertato
vedendo Jeckyll che ride nello specchio.Ofelia è dietro la finestra
mai nessuno le ha detto che è bella
a soli ventidue anni
è già una vecchia zitellala sua morte sarà molto romantica
trasformandosi in oro se ne andrà
per adesso cammina avanti e indietro
in via della Povertà.Einstein travestito da ubriacone
ha nascosto i suoi appunti in un baule
è passato di qui un'ora fa
diretto verso l'ultima Thule,sembrava così timido e impaurito
quando ha chiesto di fermarsi un po' qui
ma poi ha cominciato a fumare
e a recitare l'A B Ced a vederlo tu non lo diresti mai
ma era famoso qualche tempo fa
per suonare il violino elettrico
in via della Povertà.Ci si prepara per la grande festa
c'è qualcuno che comincia ad aver sete
il fantasma dell'opera
si è vestito in abiti da prete
sta ingozzando a viva forza Casanova
per punirlo della sua sensualità
lo ucciderà parlandogli d'amore
dopo averlo avvelenato di pietàe mentre il fantasma grida
tre ragazze si son spogliate già
Casanova sta per essere violentato
in via della Povertà.E bravo Nettuno mattacchione
il Titanic sta affondando nell'aurora
nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati
e il capitano grida "ce ne stanno ancora",e Ezra Pound e Thomas Eliot
fanno a pugni nella torre di comando
i suonatori di calipso ridono di loro
mentre il cielo si sta allontanandoe affacciati alle loro finestre nel mare
tutti pescano mimose e lillà
e nessuno deve più preoccuparsi
di via della Povertà.A mezzanotte in punto i poliziotti
fanno il loro solito lavoro
metton le manette intorno ai polsi
a quelli che ne sanno più di loro,i prigionieri vengon trascinati
su un calvario improvvisato lì vicino
e il caporale Adolfo li ha avvisati
che passeranno tutti dal camino
e il vento ride forte
e nessuno riuscirà a ingannare il suo destino
in via della Povertà.La tua lettera l'ho avuta proprio ieri
mi racconti tutto quel che fai
ma non essere ridicola
non chiedermi "come stai",questa gente di cui mi vai parlando
è gente come tutti noi
non mi sembra che siano mostri
non mi sembra che siano eroi
e non mandarmi ancora tue notizie
nessuno ti risponderà
se insisti a spedirmi le tue lettere
da via della Povertà."
-
Ezra Pound e Thomas Eliot
fanno a pugni nella torre di comando Bellissimo testo, geniale direi.
Ma a proposito delle follie dei "Via della povertà", mi permetto di proporre anche le follie venute fuori "Parlando del naufragio della London Valour"...I marinai foglie di coca digeriscono in coperta
il capitano ha un'amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra
il pasticcere di via Roma sta scendendo le scale
ogni dozzina di gradini trova una mano da pestare
ha una frusta giocattolo sotto l'abito da tè.E la radio di bordo è una sfera di cristallo
dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo
il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto
ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto.E le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli
i marinai uova di gabbiano piovono sugli scogli
il poeta metodista ha spine di rosa nelle zampe
per far pace con gli applausi per sentirsi più distante
la sua stella sì e oscurata da quando ha vinto la gara del sollevamento pesi.E con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva
ruba l'amore del capitano attorcigliandole la vita
il macellaio mani di seta si è dato un nome da battaglia
tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia
ha un grembiule antiproiettile tra il giornale e il gilè.E il pasticciere e il poeta e il paralitico e la sua coperta
si ritrovarono sul molo con sorrisi da cruciverba
a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi
e il pomeriggio a dimenticarlo con le sue pipe e i suoi scacchi
e si fiutarono compatti nei sottintesi e nelle azioni
contro ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni
e il macellaio mani di seta distribuì le munizioni.
-
Ahh, ma allora sei un intenditore!
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Grazie! Detto da te è davvero un gran complimento, visto il topic che hai aperto e i gioielli di Faber che hai tirato fuori
Allora direi di festeggiare la domenica e questo topic con un bel ballo in maschera...
Pezzo tratto da uno dei miei dischi preferiti in assoluto, in realtà per apprezzarlo appieno (il pezzo) andrebbe contestualizzato nel resto del disco; infatti l'album in questione (Storia di un impiegato) è un album con una storia ben definita che si sviluppa dal primo all'ultimo brano.
Negli anni 70 si usava fare dischi del genere; oggi purtroppo anche la musica deve essere per lo più d'impatto e fast, mentre quel genere di dischi era ed è da gustarsi in modo molto slow... quindi, mio consiglio spassionato ai lettori del topic (escluso WWW che sono sicuro lo abbia già :D), se vi piace il singolo, compratevi l'intero album, non ve ne pentirete.**AL BALLO MASCHERATO **
Cristo drogato da troppe sconfitte
cede alla complicità
di Nobel che gli espone la praticità
di un'eventuale premio della bontà.
Maria ignorata da un Edipo ormai scaltro
mima una sua nostalgia di natività,
io con la mia bomba porto la novità,
la bomba che debutta in società,
al ballo mascherato della celebrità.Dante alla porta di Paolo e Francesca
spia chi fa meglio di lui:
lì dietro si racconta un amore normale
ma lui saprà poi renderlo tanto geniale.
E il viaggio all'inferno ora fallo da solo
con l'ultima invidia lasciata là sotto un lenzuolo,
sorpresa sulla porta d'una felicità
la bomba ha risparmiato la normalità,
al ballo mascherato della celebrità.La bomba non ha una natura gentile
ma spinta da imparzialità
sconvolge l'improbabile intimità
di un'apparente statua della Pietà.
Grimilde di Manhattan, statua della libertà,
adesso non ha più rivali la tua vanità
e il gioco dello specchio non si ripeterà
"Sono più bella io o la statua della Pietà"
dopo il ballo mascherato del celebrità.Nelson strappato al suo carnevale
rincorre la sua identità
e cerca la sua maschera, l'orgoglio, lo stile,
impegnati sempre a vincere e mai a morire.
Poi dalla feluca ormai a brandelli
tenta di estrarre il coniglio della sua Trafalgar
e nella sua agonia, sparsa di qua, di là,
implora una Sant'Elena anche in comproprietà,
al ballo mascherato della celebrità.Mio padre pretende aspirina ed affetto
e inciampa nella sua autorità,
affida a una vestaglia il suo ultimo ruolo
ma lui esplode dopo, prima il suo decoro.
Mia madre si approva in frantumi di specchio,
dovrebbe accettare la bomba con serenità,
il martirio è il suo mestiere, la sua vanità,
ma ora accetta di morire soltanto a metà
la sua parte ancora viva le fa tanta pietà,
al ballo mascherato della celebrità.Qualcuno ha lasciato la luna nel bagno
accesa soltanto a metà
quel poco che mi basta per contare i caduti,
stupirmi della loro fragilità,
e adesso puoi togliermi i piedi dal collo
amico che m'hai insegnato il "come si fa"
se no ti porto indietro di qualche minuto
ti metto a conversare, ti ci metto seduto
tra Nelson e la statua della Pietà,
al ballo mascherato della celebrità.