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se l'occasione fa l'uomo ladro, il governo aiuta
Sul supplemento ordinario n. 152 alla Gazzetta ufficiale n. 147 del 25 giugno scorso è stato pubblicato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 recante ?Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione Tributaria? che è già entrato in vigore il 25 giugno.
Riporto, qui si seguito 2 punti della manovra:Contante e assegni: con l?articolo 32 recante ?strumenti di pagamento, il tetto dei 5.000 Euro previsto per i pagamenti in contante o con assegni non trasferibili torna a 12.500 euro. Indietro tutta, dunque, per la norma che aveva rivoluzionato l'uso di assegni e contanti scattata il 30 aprile.
Tracciabilità dei compensi professionali: Sempre con l?articolo 32, sono cancellate le norme sulla tracciabilità dei pagamenti con eliminazione della norma che prevedeva il pagamento di un compenso solo con assegni non trasferibili o bonifici o altre modalità di pagamento bancario o postale, o mediante sistemi di pagamento elettronico, salvo per importi unitari inferiori a 100 euro (art. 35, commi 12 e 12.bis del decreto-legge 223/1996 convertito dalla legge n. 248/2006). La norma eliminata prevedeva per la tracciabilità dei compensi, sino al 30 giugno 2007 un limite di 1.000 euro. Dall?1 luglio 2007 al 30 giugno 2008 il limite era passato a 500 euro e dal prossimo luglio l?importo sarebbe sceso a 100 euro. Altro che carte di credito, monete elettroniche, SIM PosteMobile: sesterzi e dobloni per tutti i furboni.
osservazioni?
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Personalmente ritengo sbagliate entro le recenti modifiche... a meno che non siano previsti meccanismi sostitutivi. In effetti, specie la questione della tracciabilità e dell'obbligo del c/c aveva alcuni aspetti che non mi hanno mai convinto.
Anche per comprare una matita bisognava pagare col Bancomat o mezzi simili, o altrimenti dimostrare che comunque la somma proviene dal c/c... una complicazione unica.
Comunque non c'è dubbio che togliere sic et simpliciter questi paletti senza imporne di nuovi è certo una buona notizia per chi volesse fare il furbo.
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- premesso che, le dichiarazioni dei redditi non rappresentano lo stato patrimoniale reale e/o il tenore di vita del ns paese.
- premesso che, nel ns paese le regole sono in genere "fastidiose" soprattutto se riguardano aspetti fiscali.
- premesso che, anche al McDonald è possibile acquistare il panino con la carta di credito.
- premesso che, se il costo di acquisto di una matita, eseguito con gli spiccioli, non sarà inserita nel libro dei cespiti, non sarà un problema neanche per una nuova attività.
mi pare che obbligare l'uso di moneta elettronica per transazioni di rilevanza fiscale non sia una imposizione vessatoria, ma un "deterrente minimo" per i furbi.
ovviamente:
- è un "deterrente minimo" inutile se poi l'Agenzia delle Entrate non controlla.
- togliere anche il "deterrente minimo" significa togliere anche l'incredibile fantasia di cominciare a fare qualche controllo incrociato.
Ci sono le seguenti modalità di interpretare il rapporto con il fisco ed il lavoro, che non sopporto:
- troppi lavoratori dipendenti non sanno perchè dopo aver timbrato il cartellino al mattino devono aspettare fino a sera per timbrare nuovamente prima di uscire e continuano a chiedersi: perchè non posso timbrare 2 volte subito ed andare a casa... anche per fare un altro lavoro, in genere in nero?
- troppi lavoratori autonomi considerano l'emissione della fattura una anomalia per la loro attività... a dicembre presentano la fattura con numero inferiore a 4 o 5, poichè semplicemente, se fanno fatture, poi le "strappano".
- troppi pensionati che lavorano in nero per arrotondare.
- le grandi industrie alleate con i sindacati che si spalleggiano con l'unico intento: carriere personali e succhiare risorse dalle casse pubbliche (es. Alitalia).
- le transazioni di aziende italiane che per irragionevoli motivi si svolgono in paesi a fiscalità agevolata (es. vendita di Wind).
domande:
- ovviamente ci sono notizie ben più gravi da commentare, ma qualcuno ritiene che questa recente modifica non sia degna di attenzione, almeno tra gli addetti ai lavori?
- per quale ragione il controllo fiscale non può essere accettato come il controllo che si fa all'aeroporto prima di accedere ai gateway?
- se è certo che almeno una o due volte all'anno ci sarà un controllo, potremo pure farci l'abitudine alla Guardia di Finanza, ridurremo gli errori (nostri e loro) e forse un po' di risorse arriverebbero nelle casse dello stato.
non solo per questo, ma anche per questo,
il 25 luglio cercherò di essere a Roma
' 3w.beppegrillo.it/iniziative/gita-su-roma/ '
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buongiorno
A mio modo di vedere, fermo restando il fatto che tra i professionisti ci sarà sicuramente una buona fetta di furboni, non si possono considerare i professionisti come padri di tutti i mali. Perchè la tracciabilità dei compensi vale o valeva solo per i professionisti? Fate un esperimento : riunite un pò di amici e chiedete di alzare la mano a coloro che hanno ricevuto per una volta nella loro vita una ricevuta fiscale da un operaio, un elettricista , da un meccanico, idraulico, elettrauto e via dicendo......... io questo esperimento l'ho fatto: son rimasti tutti con le mani abbassate! Sicuramente il principio della gente onesta vale in queste categorie ma ci sono anche tanti furboni cosi come ci sono fra i professionisti. E non mi si venga a dire che loro fanno un lavoro pesante perchè anche studiare per 10 anni (laurea,praticantato,esami di stato vari) è pesante con tutte le spese che ciò comporta. Aggiungerei anche che queste categorie guadagnano anche molto di più di un professionista! Sono stato a un Caf ho visto che fanno la dichiarazione a 40 ? allora non capisco perchè se chiamo ad es. un operaio per un piccolo lavoro devo dargli come minimo 200 ?.
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Condivido tutto quello che hai scritto, Esco, e tuttavia questi due punti non mi convincono troppo.
@esco said:
- premesso che, anche al McDonald è possibile acquistare il panino con la carta di credito.
- premesso che, se il costo di acquisto di una matita, eseguito con gli spiccioli, non sarà inserita nel libro dei cespiti, non sarà un problema neanche per una nuova attività.
Personalmente devo ancora trovare un benzinaio che accetta un pagamento non in contanti... è anche vero, peraltro, che non l'ho neanche mai cercato. Discorso simile per l'edicolante, il tabaccaio per le marche da bollo ecc.
Quanto alla matita, non ho capito il riferimento al libro cespiti. La defunta normativa parlava di far provenire tutte le spese professionali dal conto corrente, matita compresa.... il libro cespiti non rileva. O sì?
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Un mio parere personale....al di là delle espressioni e giustificazioni che ogni movimento politico o governo mira a giustificare circa le approvazioni di decreti e/o leggi...
vi siete mai chiesti chi ci ha guadagnato dalle condizioni e limiti decisi dal decreto visco-bersani?......le banche.
Ci hanno obbligati a pagare costi occultati mediante l'utilizzo di sistemi tracciabili (ricevere un pagamento con carta cred./bancomat comporta delle commissioni), emissioni di assegni (comporta giochi sulle valute- versare il 16 un assegno nn significa avere la liquidità), doppio c/c (attività e personale ha un costo annualmente), ecc...
Sembra quasi che i personaggi del vecchio governo avevano interessi ad introdurre tali disposizioni....ma che ci guadagnano?
Cercate con google qualche sito che dica chi ha appoggioto alle elezioni Prodi?
L'abrogazione di tali disposizioni con il nuovo d.l. non potrebbe significare danneggiare gli interessi di qualcuno?
Cmq tutto questo raggionamento nn ha alcun fine politico ma è solo razionale, per quanto i riguarda furbi o non per me significa risparmiare dei soldini onestamente.
CC
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Calma ragazzi questa zona è eminentemente tecnica e possibilmente scevra da giudizi politici.
Tecnicamente costringere un professionista (solo lui) al versamento su conto corrente di ogni somma (anche un euro) sol perchè l'ha incassato in contanti è tecnicamente un obrobrio.
Peraltro si tratta di un obrobrio incongruente: l'obbligo era infatti per i soli lavoratori autonomi e NON, assolutamente NON, per le imprese.
Prendiamo il caso del webmaster (visto il luogo). Abbiamo altrove spiegato che egli può inquadrarsi sia come libero professionista che come impresa individuale. Bene. Perchè consentire all'imprenditore qualsiasi incasso in contanti senza tracciarlo e costringere invece libero professionista a recarsi in banca depositare il contante e poi riprelevarlo per comprare una gomma dal cartolaio????!!!!!
Tecnicamente dunque una norma discriminatoria... direi razzista.
La pari fattispecie trattata diversamente (come dimostrato) è palesemente anticostituzionale.
Tecnicamente potreicontinuare a "smontare" quella norma con ulteriori considerazioni.
Sul puro tecnicismo possiamo continuare a parlarne qui.... se invece vogliamo farne un discorso più generale, sociale e/o politico chiudiamo questo topic e lo spostiamo nella sezione adatta non fiscale.
Paolo
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Prima di chiudere, vorrei un chiarimento da Esco sul punto che ho sottolineato!!!
Mi pare di capire, Paolo, che anche tu per la tua gomma fai lo stesso che faccio io con la mia ormai celeberrima matita!!Cioè, io mi sono sempre fatto un mazzo per rispettare la regola (e per spiegarla trecento volte ai clienti) e non vorrei scoprire ora che per le spese di piccolo importo c'era qualche esenzione!
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Nella conformazione della norma era possibile in realtà ammettere quello che teoricamente si voleva negare: le spese con piccola cassa, ma se il denaro era prima comunque prelevato (per tale piccola cassa) dal c/c.
Peraltro la norma aveva fatto fiorire gli utili delle banche con aperture a raffica di conti correnti prima inutili.
Paolo
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Infatti io ho sempre fatto così. Una piccola cassa (esistente solo contabilmente) finanziata esclusivamente da prelievi in c/c e stando sempre ben attento a fare sì che il suo saldo non fosse mai negativo.
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Certo tu ti sei mosso applicando onestamente logica, ragionevolezza, e parità di trattamento.
La norma portava a ben altro risultato se semplicemente applicata come era scritta.
Paolo
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A mio parere la norma non rendeva aiutava a rintracciare i compensi non fatturati e rappresentava solo un ulteriore adempimento in più per i professionisti senza nessun beneficio per le casse del fisco.
Peraltro sottolineo solo che i maggiori contribuenti in Italia dopo i calciatori sono proprio i professionisti (notai, commercialisti, avvocati ecc..).Fabrizio
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per evitare la burocrazia, si potrebbero evitare le registrazioni in contabilità delle spese minime, in modo semplice: pagando di tasca propria; senza vivere la tensione di dover "scaricare" tutto ciò che si spende dal giornale al francobollo.
si può evitare, come ha fatto qualcuno, di inserire in contabilità l'abito della sartoria: "scusa, ma se l'operaio può scaricare la tuta da lavoro, io scarico l'abito... ci lavoro con l'abito..."
quando è necessario acquistare la cancelleria, è possibile acquistare tutto ciò che è necessario per un trimestre/semestre, il fornitore porta tutto in ufficio, fattura inclusa. Se poi manca la matita, quando si passa dalla cartoleria si compra e basta, lo scontrino di 0,5 centesimi si può evitare di metterlo in contabilità o nella "piccola cassa"... ed evitare queste questioni di burocrazia minore e soprattutto... la "piccola cassa".
i valori bollati possono essere acquistati a pacchetti, le spedizioni possono essere acquistate ad abbonamenti (anche con lo sconto) dalle Poste Italiane pagando con POS, Postepay, Carte Ricaricabili, quando è necessario pagare un francobollo dimenticato in ufficio... sarà così problematico pagare senza la complicazione della "piccola cassa"?
i giornali necessari alla attività in genere sono sotto abbonamento, fatturati e pagati con sistemi tracciabili (nel mio caso il Sole24Ore) ma se la mattina si vuole leggere il Corriere ed acquistarlo in edicola... è proprio necessario/corretto metterlo in contabilità o nella "piccola cassa"?
la benzina può essere acquistata senza denaro contante, credo ormai ovunque. Non avete mai osservato la moltiplicazione dei timbri dal benzinaio sulle carte carburanti? E' una tipica libertà di coloro che intendono le "regole" come "suggerimenti", ovvio che pagare con sistema tracciabile eviterebbe questi comportamenti, non vedo quale sia la complicazione: disporre della carta carburanti aziendale o del POS/carta di credito/carta ricaricabile del conto corrente professionale;
il dato tecnico è: eseguire movimenti di denaro senza lasciare traccia è certamente una possibile via per commettere infrazioni e non essere "rintracciati" che si associa alla diffusa l'abitudine italiana di allargare eccessivamente le categorie di spese "scaricabili" approfittando della scarsa efficacia di controllo della Agenzia delle Entrate.
la norma per il tracciamento delle transazioni non è discriminatoria: se applicata a tutte le P IVA, società incluse, dunque non riservata ai soli professionisti.
la norma non favorisce le banche: poichè diffusione dei sistemi elettronici di pagamento consente, più di ieri, la corretta gestione del denaro elettronico, semmai stimola le banche ad innovarsi ed offrire conti-corrente on-line (più carte bancomat/credito per meglio organizzare le spese non sono un costo elevato, esistono inoltre gli assegni, le carte ricaricabili, postepay, paypal, sistemi cioè in grado di assicurare la tracciabilità e la flessibilità).
alcune norme sono comunque costose: tenere i fari accesi di giorno è costoso, non per questo si tengono spenti, adeguare le canne fumarie è costoso, non per questo si evita l'adeguamento, ecc; Non credo che il governo doveva favorire le lampadine cinesi e gli spazzacamino.
per arginare lo sbando fiscale che viviamo in questo paese, ritengo necessario, in questo caso, non difendere vecchie modalità di operare che a quanto pare consentono troppi varchi per i furbi, ma opportuno sollecitare un sistema di controllo automatico delle movimentazioni di denaro dei conti correnti di tutte le P IVA.
il controllo fiscale dovrebbe essere come l'autovelox o il tutor in autostrada (foto dell'infrazione e sanzione): un controllo incrociato, l'evidenza oggettiva dell'errore fiscale commesso e la sanzione proporzionata all'importo dell'errore fiscale commesso.
la ricetta sopra indicata potrebbe funzionare meglio se accompagnata con una progressiva riduzione dell'IRPEF.
Ci sono in discussione altre proposte fiscali per arginare i "furbi" e sollecitarli sulla retta via?
L'ordine dei Commercialisti ha mai raccomandato proposte fiscali operative, tecniche, applicabili per affrontare questo problema?comunque è possibile che qualcuno desideri pagare in prosciutti: "dotto' va bene se te li porto di prosciutti..." l'importo era piccolo, ma 2.500 euro di prosciutti erano forse eccessivi e poi per l'F24 come li avremmo affettati? Il mio collega ha dovuto rispondere: "Eh no che non puoi! Ma due etti da assaggiare me li regali!"
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Ciao esco,
quello che proponi, a mio avviso, avrebbe senso e sarebbe utile solo se si evitasse in ogni campo la possibilità di effettuare acquisti in contanti.
Mi spiego: se io sono un professionista o un imprenditore e non fatturo 500 euro di ricavi e poi con quei 500 euro ci faccio la spesa, mi spieghi cosa controlla il fisco?
Chi percepisce soldi in nero li utilizza per spese dello stesso colore ed è impossibile controllare tali movimentazioni con la tracciabilità dei compensi e delle spese.
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Scusate se intervengo ma credo che la questione vada distinta tra principio e applicazione.
Per principio se io lavoro e pago tutte le tasse come mi arrivano i soldi e come me li gestisco (parlo di un professionista) sono cose che allo stato non devono interessare. Lavoro, guadagno, pago le tasse e poi sono problemi miei. Il problema nasce dal fatto che si fa a livello statale secondo me una presunzione di evasione. Tu sei professionista e si sa, "lo dicono tutti" che metà reddito lo nascondi mentre io che sono dipendente pago tutto. E i media pubblicando i dati statistici alimentano questa idea senza considerare tanti parametri (sicurezza, orario, continuità, rapporti con le banche ecc). Senza considerare che oggi molti professionisti sono tali non per vocazione "imprenditoriale" ma perchè è l'unico modo in cui le aziende ti danno lavoro.
Per quanto riguarda l'applicazione io mi comporto in questo modo (tenendo conto che tutti i pagamenti che ricevo sono documentati ed arrivano via bonifico, e per tutti intendo proprio tutti); uso un solo c/c intestato a me da dove sposto periodicamente del denaro su un altro c/c di famiglia effettuando giroconti con dicitura "prelievo per spese personali". Dal conto
intestato a me pago le poche fatture via bonifico e il carburante tramite bancomat. Per le piccole spese faccio prelievi da 50 euro periodicamente segnandoli come "da banca a cassa". Ho una carta prepagata per gli acquisti on line. Le ricariche le faccio direttamente on line dal conto. Per le spese on-line se sono personali registro in prima nota "spese carta prepagata personali" altrimenti se sono per lavoro riporto la fattura. Sinceramente non vedo problemi anzi mi semplifica la contabilità perchè sono "costretto" a tenere conto di tutto senza accumulare fatture pagate di tasca e poi far tornare i conti. Ma il mio è un caso in cui ricevo pochi pagamenti sostanziosi, credo sia diverso per chi riceve molti pagamenti di piccolo importo.Saluti
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Io ragiono su quella norma che esisteva e non su quella che è nei sogni.
Quella norma era assolutamente razzista: colpiva solo una categoria tacciandola da sola di essere la responsabile dell'evasione italiana.
Quella norma ha moltiplicato i conti correnti a solo discapito di una categoria che vi ha dovuto far ricorso obbligatoriamente.
Quella norma è stata a ragione dunque abolita.
Inutile dire che io ho il diritto sancito per legge di poter dedurre dal reddito tutto quanto è deducibile in quanto inerente alla produzione dello stesso (DPR 917/86).
Devo poter dedurre 1.000.000 di euro così come 0,01 centesimi. E se per pagare 0,01 centesimi devo sobbarcarmi costi per tempi e per servizi finanziari non indifferenti dovuti ad una norma che di fatto non consente di esercitare un diritto sancito per legge allora quella norma deve essere rimossa.Questo per quanto attiene alla norma che era vigente.
Inutile dire che reputo valide le argomentazioni se estese a tutti i contribuenti solo se privati compresi. Essi sono infatti spesso "complici" volontari degli evasori, ingolositi dagli sconti.
Sempre però lasciando la possibilità anche sostanziale e non solo formale di dedurre convenientemente gli importi di 0,01 centesimi. Dunque fissando un limite di imporyto oltrepassato il quale l'operazione debba essere canalizzata (al di la dunque di questioni di antiriciclaggio).
Per quanto attiene invece la collaborazione della categoria cui appartengo alle elaborazioni legislative devo dire che è uno dei pochi punti in cui ho condiviso l'azione del nostro consiglio nazionale. Si possono leggere i comunicati stampa degli ultimi anni in cui si vede come l'allora viceministro Visco ha sempre rifiutato qualsiasi parere.
Vedere qui:
http://www.cndcec.it/PORTAL/home/jsp/comunicati.jsp?cndct=0000003268&cndcp=0000000217
e fare ricerca qui per gli anni passati:
http://www.cndc.itQui invece un evidente esempio del contributo di un ordine locale come il mio al dibattito:
xttp://www.commercialistacomo.com/documenti/CORRIERE-DI-COMO-12-10-2006.pdf
peraltro anche con mio intervento
(sostituire la x iniziale con una h)Paolo
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Ciao Fab
ovviamente non sono così presuntuoso da ritenere che la grave situazione dell'evasione fiscale in Italia possa risolversi con una regoletta...cerco di applicare il buon senso per immaginare qualche soluzione e mi aspetto che tutti possano offrire il loro contributo, su un forum fiscale, anche più professionale del mio.
mi permetto di commentare il tuo esempio: non è possibile non fatturare 500 euro di ricavi poichè dovrebbero non comparire 500 euro di movimentazione tra le 2 parti acquirente/venditore, dunque:
Caso 1: l'evasione è "in associazione" di entrambi i soggetti in accordo decidono di commettere l'infrazione ed in accordo non lasciano traccie documentali e/o di pagamento della loro relazione.
Caso 2: l'evasione non è "in associazione", ma solo di uno dei 2 soggetti, desidera commettere l'infrazione e quindi non spariscono le traccie documentali e/o di pagamento della relazione avvenuta.
Secondo me, la tua osservazione è corretta per tutti i Casi 1 "evasione in associazione" (non so se il termine è corretto), e spero che per questi casi, più complessi da scovare/provare, siano previste sanzioni superiori.
L'approccio teorico del controllo incrociato delle transazioni, potrebbe però rilevare l'anomalia delle transazioni di tutti i Casi 2 ed emettere le relative sanzioni.
Ritengo inoltre che la maggior parte dei casi sia proprio costituita dal "Caso 2" poichè ritengo e spero che non ci siano così tanti soggetti che desiderano rischiare l'assenz aqdi registrazioni nelle transazioni commerciali e/o nei contratti; l'interesse contrapposto tra i soggetti di una transazione è la regola, ad esempio se paghi qualcosa, per evitare che il tuo interlocutore possa dimenticarle il pagamento, una ricevuta te la fai dare e magari la conservi pure, non si sa mai, poi la garanzia, ecc.
Ritieni che ci siano proposte tecniche di gestione/controllo fiscale delle transazioni più semplici/efficaci di questa?
Ovviamente me lo auguro, ma data la situazione, spero converrai con me che una terapia d'urto potrebbe essere salutare in questo periodo storico nel nostro paese.
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Ma perchè accanirsi su regole procedurali e su complicazioni ?
Non sarebbe più utile potenziare i controlli ? Far uscire gli impiegati dai loro uffici e mandarli in giro a controllare ?
La standardizzazione di trattamento, l'eccessiva normazione, le procedure complesse e spesso rigide sono uno dei nemici della nostra economia.... i controlli fiscali analitici sarebbero l'unica vera arma democratica e rispettosa della capacità contributiva stabilita dalla costituzione.
Paolo
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da diverso tempo seguo questo forum, leggo abbastanza anche se partecipo/contribuisco meno di quanto vorrei alle discussioni e per la prima volta sono in disaccordo con il buon i2m4y sulla questione di 0,01 cent euro.
Sono proprio meravigliato perchè se non fosse per lui, per i suoi interventi e per la sua preparazione, forse neanche parteciperei al forum stesso. Ritengo che il tecnicismo di i2m4y, che in altri casi ho sempre molto apprezzato, sia eccessivo in questo caso.
Limitare gli importi minimi di spesa da inserire in contabilità ritengo sia infatti una esigenza per la semplificazione di questo sistema che è ormai troppo farraginoso e complicato, stabilire che non potranno essere computate in contabilità e non saranno soggette a controllo le transazioni di importo minore non mi pare una violazione dei diritti del contribuente, visto che sistemi forfetari già sono inclusi nel nostro sistema.
Mi pare anomalo che un addetto della GdF debba dedicare il proprio lavoro manuale a controllare le ricevute annuali della "piccola cassa", mi auguro che in futuro possa stare dietro una postazione informatica per eseguire controlli "digitali" non solo "analogici".
Dunque se la norma il DPR 917/86 non contiene una "franchigia" o un "tetto" per limitare le complicazioni fiscali, data la situazione, ritengo sia il caso di proporne una modifica, se il diritto di "scaricare" 1 euro si scontra con il diritto di eseguire controlli efficaci. Per essere pratico, ad esempio: nessuna registrazione di documenti con importo inferiore ad 1 euro. Ovviamente se questa "regoletta" comporta una reale semplificazione del sistema e della vita dei controllori e dei controllati.
Per quanto riguarda la questione di estendere ai privati i sistemi di pagamento tracciabili, sono ovviamente d'accordo con i2m4y, ma se da qualche parte è necessario iniziare, forse è opportuno iniziare dalle P IVA (tutte). Per il futuro ovviamente non credo che ai nostri figli apparirà sconveniente pagare con monete elettroniche e tracciabili, i problemi al momento sono immaginabili per i nostri genitori, o i nostri nonni, molti dei quali ragionano ancora in lire...
La posizione di Viking-FI potrebbe non essere corretta, poichè proprio sulla questione "di come arrivano e si gestiscono i denari" ci sono i sospetti di scorrettezza fiscale, non solo per i professionisti ovviamente, ma per tutti. Ho attivato questa piccola discussione proprio per discutere serenamente di quali metodi tecnici sono possibili per limitare lo sfascio del sistema fiscale che viviamo, dove l'Agenzia delle Entrate registra una situazione fiscale ufficiale molto difforme da quella reale, nel 2004 è stata così riassunta:
- 15 milioni di italiani (il 37%) ai fini Irpef ha dichiarato un reddito inferiore ai 10 mila euro/anno;
- 1 italiano su 3 vive con poco più di 800 euro al mese;
- il 95% della popolazione ha dichiarato di aver percepito nel 2004 meno di 40 mila euro;
- l'1,7% ha dichiarato più di 70 mila euro l'anno;
- lo 0,7% dei contribuenti ha dichiarato di aver percepito più di 100 mila euro.
ma all'estero hanno sistemi di controllo più evoluti?
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Io sono convinto che l'evasione del tipo 1) sia la maggiore e che si configuri prevaletemente quando la controparte è un privato.
Tra le aziende per assurdo la mancata fatturazione può anche non generare danni fiscali se pensiamo che c'è un soggetto che non fattura (e non paga imposte) ma un'altro che non si deduce il costo (quindi paga più imposte), l'IVA poi è neutra.
Non permettere la deduzione di costi di modico importo per ragioni di ottimizzazione dei controlli non mi sembra una soluzione.
I controlli dovrebbero essere più efficienti e più frequenti ed in grado, oltre che di scovare l'evasione, anche e soprattutto di recuperare gli importi evasi.Negli Stati Uniti, mi dicono, i privati scaricano tutto e quindi si fanno fare tutte le ricevute non so però se così risolvano la questione.
Fabrizio