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- Ulteriori considerazioni per Adsense e impresa
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@i2m4y said:
Come esattamente fanno gli editori quando tipografano tecnicamente una pagina pubblicitaria su incarico di una agenzia pubblicitaria e non direttamente dal committente di questa (es. Nike).
O come fa canale 5 quando modula la frequenza per mandare in onda lo spot per incarico dell'agenzia pubblicitaria e non direttamente del committente (es. Nike).
Nel caso Google agisce da agenzia pubblicitaria che agisce in nome proprio per conto altrui e vi fa sottoscrivere un contratto di servizi pubblicitari, per la cui realizzazione serve incidentalmente il javascript.
Dovresti trovarla la informazione che cerchi, ho spiegato in questo topic forse 10 volte che non esiste un limite minimo di fatturato, ricavi, compensi, guadagni, lucro, utile, ecc. per essere definirsi impresa sotto il profilo giuridico.
Paolo
Per capire il ruolo del webmaster che usa adsense o un qualunque altro banner basterebbe chiedersi:
1)il codice adsense è o non è l'analogo dell'antenna televisiva installato sul tetto di una casa? Chi installa l'antenna? Chi è l'imprenditore?
2)Il codice Adsense è o non è il manifesto pubblicitario installato su uno spazio mio (tipo terreno o casa).
3) Chi gestisce i contratti e chi mette solo spazio a disposizione?
Possibile che non venga colta questa differenza? Come si fa a paragonarci ad un'editore (gestore dei contratti) con una semplice messa a disposizione di spazio.
Come è possibile non vedere che installando il codice, svolgiamo il ruolo dell'attacchino?
Sul nostro spazio, è vero, ma il ruolo rimane quello.
A mio avviso è impossibile, senza imposizione, essere dichiarati impresa, fermo restando che non si svolga effettivamente azioni da imprenditore.
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Non svolgete affatto il ruolo degli attacchini, ma nemmeno lontanamente.... svolgete invece il ruolo dell'editore... sareste attacchini se foste i tecnici che istallano il javascript su siti di terzi e foste pagati una tantum per questa consulenza/programmazione.
Invece voi attacchinate si, ma su siti vostri, da cui traete lucro volontario continuativo non per il gesto di attacchinare, ma per il gesto di diffondere il messaggio pubblicitario come ultimo anello della campagna pubblicitaria e per questo avete sottoscritto un contratto e per questo venite pagati.... fate servizi pubblicitari e non certo prestazioni di attacchinaggio.
Possibile semmai che non si colga questa che è la vera sostanza, ma si tenti ancora di nascondersi dietro un dito?!
Paolo
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@lodiablo said:
2)Il codice Adsense è o non è il manifesto pubblicitario installato su uno spazio mio (tipo terreno o casa).
3) Chi gestisce i contratti e chi mette solo spazio a disposizione?
Possibile che non venga colta questa differenza?...
Come è possibile non vedere che installando il codice, svolgiamo il ruolo dell'attacchino?
Sul nostro spazio, è vero, ma il ruolo rimane quello.Il mio punto di vista è ancora più lontano: mi oppongo con fermezza all'idea che starei pubblicando pubblicità, infatti:
- colui che ha in affitto il mio terreno vi installa il proprio cartellone, ed è su quel cartellone che l'affittuario appende la pubblicità (e quindi non direttamente sul mio terreno)
- non sono l'attacchino, ma peggio: sono colui che vende la colla o il martello all'attacchino (e quindi non posso vedere quali banner questi appende - a meno che di seguirlo nel suo lavoro - ma ho di meglio da fare nel mio tempo libero)Io fornisco un mezzo, un veicolo a Google. È poi Google che utilizza questo veicolo a propria discrezione (di solito per trasportavi pubblicità, ma non sempre).
Altro che impresa, altro che servizio pubblicitario!
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@i2m4y said:
... traete lucro volontario continuativo non per il gesto di attacchinare, ma per il gesto di diffondere il messaggio pubblicitario come ultimo anello della campagna pubblicitaria e per questo avete sottoscritto un contratto e per questo venite pagati.
Ma l'hai letto il contratto con Google?!?
Li c'è scritto chiaro e tondo, che per la partecipazione al programma Adsense il nostro lavoro consiste nel inseririmento di un codice Javascript nelle pagine web.
Mai e poi mai Google scrive che siamo noi ad offrire servizi pubblicitari.
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@kruk said:
Li c'è scritto chiaro e tondo, che per la partecipazione al programma Adsense il nostro lavoro consiste nel inseririmento di un codice Javascript nelle pagine web.Mi sarebbe suonato strano il contrario... è quella l'azione materiale che dovrà fare... chi? Ma quello che Google nel suo contratto chiama "publisher", ovvero editore in italiano. Più chiaro di così...
@i2m4y said:
Possibile semmai che non si colga questa che è la vera sostanza, ma si tenti ancora di nascondersi dietro un dito?!
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Opponetevi pure, io non ho certo la verita in mano.
Forse, più di me, può la Corte di Giustizia UE: sentenza n. 68/92 del 17.11.1993 (in relazione alla Direttiva n.77/388 del 1977) la quale ha affermato che per ?prestazione pubblicitaria? debba intendersi ogni operazione che costituisca parte indissolubile di una più vasta campagna pubblicitaria e che, pertanto, concorra alla diffusione del messaggio pubblicitario (facendo l?esempio della fabbricazione di supporti per la diffusione di messaggi pubblicitari).
Più indussolubile che rendere possibile la visualizzazione finale del messaggio non capisco cosa possa esservi.
Dunque l'ente superiore di giustizia europea si è già espresso nel merito: chiaramente spiegandolo.
I principi della Corte sono immediatamente applicabili in Italia.
Venendo a dire cosa sia Adsense:
è ben scritto qui che il publisher pubblica.
é ben scritto che "Il programma è gratuito e combina la pubblicità pay-per-click e pay-per-impression......"
E torno a dire che mi sembra che qui ci si stia nascondendo dietro un dito.
Paolo
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@rigby76 said:
Mi sarebbe suonato strano il contrario... è quella l'azione materiale che dovrà fare... chi? Ma quello che Google nel suo contratto chiama "publisher", ovvero editore in italiano. Più chiaro di così...
Ci caschi anche tu...
Io "pubblico" codice Javascript, cioè sono colui che pubblica. Come posso anche pubblicare i miei dipinti o il software che scrivo... Ma non divento per quello editore.@i2m4y said:
... per ?prestazione pubblicitaria? debba intendersi ogni operazione che costituisca parte indissolubile di una più vasta campagna pubblicitaria e che, pertanto, concorra alla diffusione del messaggio pubblicitario.
Più indussolubile che rendere possibile la visualizzazione finale del messaggio non capisco cosa possa esservi.Rendo possibile la visualizzazione finale del messaggio in quanto fornisco il mezzo per farlo, **ma non **nel senso che sono io a trasmetterlo. Non penso che il legislatore o la corte UE abbia inteso la mera fornitura dei mezzi accessori come "azione concorrente alla diffusione".
Inoltre proprio sulla pagina che citi, Google parla di "website publisher", cioè pubblichiamo pagine web, ma mai Google scrive che stiamo pubblicando messaggi pubblicitari. Il lavoro di pubblicare le pubblicità lo lasciamo interamente a Google.
(Non ho letto il giudizio della corte UE - ma lo farò)
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No, ma adesso mi pare paradossale non leggere quanto ho scritto in rosso.... lo dice google, lo scrive addirittura nella primissima pagina di spiegazione, non in una remota paginetta nascosta chissà dove: "pubblicità".... state facendo quello, vi prestate a quello, come ultimo anello della campagna pubblicitaria.
Siete Voi eccome a trasmetterlo, esattamente come una TV:
- il sito su cui si materializzano (con artifici javascript) è vostro;
- voi volontariamente li mandate in onda;
Ma soprattutto e risolutivamente:
- i ricavi si materializzano nelle vostre tasche non certo come affitto di un mezzo (in base dunque al trascorrere del tempo), ma in maniera direttamente ed unicamente proporzionale alla funzione pubblicitaria assunta volontariamente da Voi (pay per click o pay per impression);
Basterebbe non mettere "in onda" il vostro sito o metterlo "in onda" senza adsense per non compiere quelle azioni.
PS Ti informo che la "edizione di software" è una vera attività economica codificata addirittura dall'Istat e dal fisco. Se lo fai per lucro e non occasionalmente fai impresa.
Paolo
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@i2m4y said:
No, ma adesso mi pare paradossale non leggere quanto ho scritto in rosso.... lo dice google, lo scrive addirittura nella primissima pagina di spiegazione, non in una remota paginetta nascosta chissà dove: "pubblicità".... state facendo quello, vi prestate a quello, come ultimo anello della campagna pubblicitaria.
Siete Voi eccome a trasmetterlo, esattamente come una TV:
- il sito su cui si materializzano (con artifici javascript) è vostro;
- voi volontariamente li mandate in onda;
Ma soprattutto e risolutivamente:
- i ricavi si materializzano nelle vostre tasche non certo come affitto di un mezzo (in base dunque al trascorrere del tempo), ma in maniera direttamente ed unicamente proporzionale alla funzione pubblicitaria assunta volontariamente da Voi (pay per click o pay per impression);
Basterebbe non mettere "in onda" il vostro sito o metterlo "in onda" senza adsense per non compiere quelle azioni.
PS Ti informo che la "edizione di software" è una vera attività economica codificata addirittura dall'Istat e dal fisco. Se lo fai per lucro e non occasionalmente fai impresa.
Paolo
Per la verità sei tu che non leggi Termini e condizioni. Infatti sta scritto chiaramente chi pubblica. Ora se siamo noi a pubblicare non è Google e viceversa.
E però Google chiede di pubblicare sul nostro sito.
Infatti dice:
<<Iscrivendovi al programma, dichiarate di avere almeno 18 anni di età e approvate che Google POSSA PUBBLICARE annunci di terzi e/o annunci forniti da Google (quali gli annunci pubblicati da Google, denominati collettivamente "Annunci"), le relative query di ricerca di Google e/o le caselle di ricerca degli annunci (denominati collettivamente "Collegamenti"), risultati di ricerca di Google WebSearch e/o SiteSearch (denominati collettivamente "Risultati di ricerca") e/o annunci referral di Google (?Pulsanti Referral? ) in relazione al sito/ai siti Web da voi designato/i e ai feed Atom, RSS o altri feed distribuiti tramite tali siti Web (ognuno di essi denominato "Sito").>>In base a questo sembra proprio un contratto di fitto di spazio, pagato non a tempo, ma su eventuali click.
Ma questo a mio avviso era così ovvio che non serviva dirlo, tanto è che Google ha i contratti e non Noi.
Ma quanto riportato non è fondamentale, perchè anche se noi parteciamo al Programma, non svolgiamo attività d'impresa. E questo è fondamentale.
Ma comunque, non siamo almeno editori. Poi vediamo che altro siamo. Poi vediamo quale altra attività ci dai.
Per chiarezza indicaci l'attività che svolgiamo e ti faccio vedere che non svolgiamo quella attività.
Infine, far parte di una catena di distribuzione di pubblicità non basta a qualificarti come impresa (Editore), altrimenti tutti i proprietari di terreni che fittano per cartelloni diventerebbero Editori.
Ti stai sbagliando alla grande, a mio avviso, volendo applicare Leggi e cose Europee che non si addicono alla situazione. Sei "accecato", si fa per dire, dalla trasmissione del messaggio da dimenticare tutto il resto.
Nessuno sostiene che non ci siano utili, quando ci sono, ma si sostiene che non si svolge attività d'impresa.
Per avere ragione dovresti tirare fuori una Legge che più o meno dice così: Se partecipi a trasmettere un messaggio pubblicitario, in qualunque modo e in qualsiasi modo, e anche senza essere impresa (in base a quanto detto finora dalla Legge), sei IMPRESA.
Questa è la realtà.
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Non siamo editori perchè non pubblichiamo noi e quindi i contratti non li gestiamo noi.
Questo è ovvio.
Inoltre, viene ribadito anche dall'interpretazionie data dall'Ufficio delle Entrate, affermando che si può rientrare nei Contribuenti Minimi (gli Editori sono esclusi).
Inoltre, Google stesso dichiara di pubblicare gli annunci sui nostri siti.
Non credo che possano esistere due editori, e poi, in caso contrario sarei contentissimo di andare a spartire la Torta con Google (dovendomi mostrare i contratti, se sono Editore).
Mi viene da sorridere!Noi siamo impresa, perchè non svolgiamo attività d'impresa. Diamo uno spazio.
Ma forse alla fine non ci sono nemmeno le tante preoccupazioni sollevate. Infatti, l'Iva è assolta dall'Editore, e visto che pubblica Google, come dichiara in Termini e Condizioni, al massimo potrà essere Google stesso l'evasore.
Di certo non evadiamo noi l'Iva. Visto che non la incassiamo, non ci paga dicendo 0,05 a clic + iva (cosa dimostrata anche dal fatto che alcuni sono stati, su richiesta, rimborsati dell'Iva. E un precedente basta e avanza a dimostrare le intenzioni di Google).Riceviamo un compenso per i click ricevuti, un guadagno, e su tale guadagno bisogna pagare le tasse.
Tutto qui. Attività d'impresa non la svolgiamo (fatto salvo chi invece la svolge) e quindi non vedo di cosa ci dobbiamo preoccupare.
A fine anno facciamo il rendiconto di quanto incassato e dichiariamo. Punto.
Mi viene da pensare, come al solito, ...meglio un'impresa che un occasionale!
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@i2m4y said:
Siete Voi eccome a trasmetterlo, esattamente come una TV:
- il sito su cui si materializzano (con artifici javascript) è vostro;
- voi volontariamente li mandate in onda;
Continui a interpretare in modo sbagliato: - le pubblicità vengono inviate ai computer dei visitatori direttamente da Google, e si "materializzano" sullo schermo del visitatore (quindi non sul mio sito!)
- io mando in onda le mie pagine web, ma non le pubblicità (ri-ri-ripeto: le pubblicità le manda in onda Google)
PS Ti informo che la "edizione di software" è una vera attività economica codificata addirittura dall'Istat e dal fisco. Se lo fai per lucro e non occasionalmente fai impresa.Infatti anche per il software e la sua manutenzione emetto fattura. Scrivere software è il mio mestiere. Ma non sono contemporaneamente programmatore ed editore. I 100 Euro guadagnati con AdSense li metto sotto "altro".
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Confondete le acque di nuovo e sgomberiamo di nuovo il campo:
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Non siete editori come inteso dalla L. 62/01 e dal fisco (regime iva particolare), quindi non c'entra alcunchè il divieto del regime dei minimi
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lo devo mettere in firma o cosa: ho spiegato che la locazione di immobili è regolata in maniera completamente differente e non calzante al caso.... non continuamo dunque a farvi riferimento perchè è lontana e non applicabile.
Posso infine capire la vostra confusione nel leggere Google dire che prima siete voi i publisher, poi che lui pubblica, poi che si tratta di pubblicità, ma tanto non è lui a rischiare, siete Voi.... a lui non interessa ben chiarire le cose.....
I vostri guadagni come detto si materializzano per la funzione pubblicitaria per cui siete l'anello finale fondamentale e non certo per un affitto, che è invece un guadagno certo a fronte del semplice passare del tempo per la messa a disposizione di qualcosa. Questo non succede, non è così.
Si deve guardare la sostanza.
Voi dunque, a mio giudizio, restate l'anello finale di una campagna pubblicitaria, con lucro direttamente derivante dalla funzione svolta........ prestazioni pubblicitarie e null'altro.
Paolo
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@i2m4y said:
ho spiegato che la locazione di immobili è regolata in maniera completamente differente e non calzante al caso.
Possiamo allora paragonarlo all'affitto di altri spazi/mezzi? Come già proposto, ho paragonato l'affitto dello spazio web all'affitto di un monitor: io noleggio il monitor ad un negoziante, ed il negoziante espone questo monitor nella propria vetrina e vi fa apparire messaggi pubblicitari...
Io noleggio il mezzo, la pubblicitá appare sul mio mezzo, ma non sono colui che pubblica...Posso infine capire la vostra confusione nel leggere Google dire che prima siete voi i publisher, poi che lui pubblica, poi che si tratta di pubblicità...Se leggi attentamente i termini di contratto con Google (non le pagine di help, che sono tradotte male), vedrai, che Google parla sempre di "website publisher" quando si riferisce a noi, e specifica che noi "permettiamo" a Google di pubblicare le pubblicità. Noi siamo responsabili per il contenuto del nostro sito, non per le pubblicità - le pubblicità non fanno parte del "contenuto" del nostro sito.
Quindi chiaramente è Google colui che pubblica le pubblicità - non c'è altro modo di interpretazione.
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Scusate, io da tempo leggo questi interminabili post dove si "scontrano" sostanzialmente due linee di pensiero diverse, per quanto mi riguarda, purtroppo, sono ignorante in materia e mi sembra sempre che abbiate ragioni entrambi.
Cè chi interpreta la legge in maniera "rigorosa" (tra i quali uno stimato professionista come Paolo) perchè alla fine si percepiscono compensi derivati da una prestazione pubblicitaria, punto.
Mentre cè chi argomentando la questione attraverso dei tecnicismi (il webmaster inserisce solo codice javascript... ecc ecc) si sofferma sul fatto che è google che in qualche modo pubblica gli annunci e non il WM.
Ora, tutte queste discussioni vanno benissimo, ma mi sembra che mai nessuno si voglia smuovere (giustamente) dalle proprie convinzioni, questo comporta che alla fine, dopo tante parole e tempo speso, la questione rimane sempre aperta e non solo qui, anche nel "mondo reale" ci sono commercialisti che la pensano in maniera completamente opposta...e questo mette molto in confusione gli ignoranti in materia fiscale come me.
Da quel che ho capito l'unico sistema per "tagliare la testa al toro" sarebbe quello di fare un interpello all'agenzia delle entrate, ora io non so se ha dei costi, se lo può fare chiunque, se poi può essere reso pubblico, ma....non lo possiamo fare questo benedetto interpello? pagando chi ce da pagare s'intende, e magari dividendoci le spese per poi rendere pubblica qui sul forum la risposta o la conclusione finale.
Probabilmente l'interpello ha valore legale solo per chi lo richiede e non per tutti, ma se in qualche modo, detta in soldoni, si riesce a chiedere:
la partecipazione di un WM al programma AdSense dal quale vengono ricavati degli utili (qualsiasi essi siano) è considerata attività d'impresa?
penso che la risposta valga per molti, no?
Chiedo questo perchè credo che altrimenti la discussione andrebbe avanti all'infinito visto che giustamente tutti difendono le proprie idee o i propri interessi (in buonafede) ma senza portare a nessuna conclusione certa.
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@Web-experiments said:
Scusate, io da tempo leggo questi interminabili post dove si "scontrano" sostanzialmente due linee di pensiero diverse, per quanto mi riguarda, purtroppo, sono ignorante in materia e mi sembra sempre che abbiate ragioni entrambi.
Cè chi interpreta la legge in maniera "rigorosa" (tra i quali uno stimato professionista come Paolo) perchè alla fine si percepiscono compensi derivati da una prestazione pubblicitaria, punto.
Mentre cè chi argomentando la questione attraverso dei tecnicismi (il webmaster inserisce solo codice javascript... ecc ecc) si sofferma sul fatto che è google che in qualche modo pubblica gli annunci e non il WM.
Ora, tutte queste discussioni vanno benissimo, ma mi sembra che mai nessuno si voglia smuovere (giustamente) dalle proprie convinzioni, questo comporta che alla fine, dopo tante parole e tempo speso, la questione rimane sempre aperta e non solo qui, anche nel "mondo reale" ci sono commercialisti che la pensano in maniera completamente opposta...e questo mette molto in confusione gli ignoranti in materia fiscale come me.
Da quel che ho capito l'unico sistema per "tagliare la testa al toro" sarebbe quello di fare un interpello all'agenzia delle entrate, ora io non so se ha dei costi, se lo può fare chiunque, se poi può essere reso pubblico, ma....non lo possiamo fare questo benedetto interpello? pagando chi ce da pagare s'intende, e magari dividendoci le spese per poi rendere pubblica qui sul forum la risposta o la conclusione finale.
Probabilmente l'interpello ha valore legale solo per chi lo richiede e non per tutti, ma se in qualche modo, detta in soldoni, si riesce a chiedere:
la partecipazione di un WM al programma AdSense dal quale vengono ricavati degli utili (qualsiasi essi siano) è considerata attività d'impresa?
penso che la risposta valga per molti, no?
Chiedo questo perchè credo che altrimenti la discussione andrebbe avanti all'infinito visto che giustamente tutti difendono le proprie idee o i propri interessi (in buonafede) ma senza portare a nessuna conclusione certa.
Sarebbe un'idea interessante. La domanda deve essere però formulata bene, perchè non sempre chi è tenuto a dare una risposta capisce il problema; bisogna metterlo in condizioni di non dare un parere affrettato del tipo: << appare un messaggio pubblicitario e quindi sei impresa>>.
Purtroppo, molti commercialisti (non tutti e ne conosco altri che stanno considerando il problema per bene) stanno prendendo il classico palo, e forse, ormai, lo hanno capito. Ma la situazione italiana è tale da stare sempre attenti a colpi di coda, e quindi magari hanno un atteggiamento iperprudente, o magari è solo la voglia di non ammettere l'errore.
Il fatto che il fisco, così avido, non metta le mani sui piccoli webmaster potrebbe essere proprio l'indicazione che non si tratta di imprese da spremere, ma di pochi spiccioli da recupeare sulle tasse.
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@i2m4y said:
Confondete le acque di nuovo e sgomberiamo di nuovo il campo:
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Non siete editori come inteso dalla L. 62/01 e dal fisco (regime iva particolare), quindi non c'entra alcunchè il divieto del regime dei minimi
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lo devo mettere in firma o cosa: ho spiegato che la locazione di immobili è regolata in maniera completamente differente e non calzante al caso.... non continuamo dunque a farvi riferimento perchè è lontana e non applicabile.
Posso infine capire la vostra confusione nel leggere Google dire che prima siete voi i publisher, poi che lui pubblica, poi che si tratta di pubblicità, ma tanto non è lui a rischiare, siete Voi.... a lui non interessa ben chiarire le cose.....
I vostri guadagni come detto si materializzano per la funzione pubblicitaria per cui siete l'anello finale fondamentale e non certo per un affitto, che è invece un guadagno certo a fronte del semplice passare del tempo per la messa a disposizione di qualcosa. Questo non succede, non è così.
Si deve guardare la sostanza.
Voi dunque, a mio giudizio, restate l'anello finale di una campagna pubblicitaria, con lucro direttamente derivante dalla funzione svolta........ prestazioni pubblicitarie e null'altro.
Paolo
Più che leggere le pagine di Help bisogna leggere Termini e Condizioni, magari in inglese. Termini e condizioni indica le condizioni di contratto e non le pagine pubblicitarie del sistema Adsense o le pagine di aiuto. Più chiaro di così, si muore: Google chiede di pubblicare i suoi annunci.
Ma.....
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Da fiscooggi.it
<<In particolare, quest'ultima sentenza viene richiamata dalla risoluzione n. 323/E del 11/10/2002 per quanto riguarda la definizione di servizio di "prestazione pubblicitaria", nella quale si deve includere "...ogni azione di promozione (quale ad esempio le vendite di merci a prezzo ridotto, la distribuzione ai consumatori di beni mobili venduti al cessionario da un'agenzia di pubblicità, ovvero la prestazione di servizi a prezzi ridotti o a titolo gratuito o all'organizzazione di cocktails, di banchetti) che comporti la trasmissione di un messaggio destinato ad informare il pubblico dell'esistenza e delle qualità del prodotto e del servizio che sono oggetto di questa azione, con lo scopo di aumentarne le vendite (...) Le stesse osservazioni possono essere fatte per ogni altra operazione che faccia parte indissolubilmente di una campagna pubblicitaria e che concorra, per l'effetto, alla trasmissione di un messaggio pubblicitario".Bene, leggiamo attentamente cercando capire soggetti impliciti.
Si dice: ... ogni azione ... che comporti la trasmissione di messaggi pubblicitari.
Chi trasmette il messaggio pubblicitario in un blog con Adsense? A mio parere il messaggio lo trasmette chi lo possiede. Un blog non possiede niente, dunque non lo può trasmettere. Lo trasmette Google, come infatti richiede in Termini e Condizioni, che per trasmetterlo ha bisogno di "un'antenna" per così dire, cioè il nostro codice. Queste "antenne=codice" devono essere posizionate da qualche parte, devono essere posizionate nei siti (o dove se non nei siti?)
Per quanto riguarda poi l'ultimo rigo "operazione indissolubilmente legata alla campagna pubblicitaria..." , bisogna chiarire i termini e di sicuro non siamo legati indissolubilmente alla campagna pubblicitaria, tanto è che Google mette in atto la sua trasmissione anche senza il mio codice. Anzi quest'ultimo rigo, a mio avviso, rafforza il paragone fatto con il proprietario di un terreno su cui viene installato un cartellone.
Proprio come un tale proprietario, il webmaster padrone di un sito, mette a disposizione lo spazio per l'antenna/manifesto/codice.
Infatti vi sono due condizioni da verificare: 1) essere indissolubilmente legati; 2) concorre alla trasmissione.
Non facciamo nè la prima cosa, nè la seconda (poichè non trasmettiamo, ma subiamo la trasmissione)
Ancora una volta mi sembra di capire che non siamo imprese. Forse abbiamo alzato un polverone che non esiste.
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Da Fiscoitaliano.
fiscoitaliano.altervista.org/AgenziaEntratelink.htm
Agenzia delle Entrate
Risoluzione 18.11.2003, n. 209/E
[...]
...Il link con il sito XY rappresenta, infatti, lo strumento concreto per la"raccolta di proposte di contratti o di ordinazioni" e, quindi, non costituisce l'oggetto della prestazione, ma una modalità per la sua esecuzione. Si ritiene, inoltre, che l'utilizzo di diversi mezzi di comunicazione attraverso cui far conoscere ai soci K il prodotto non costituisce autonoma e distinta attività di pubblicità, ma solo un sistema di divulgazione della proposta commerciale finalizzata ad indurre i soci K a concludere il contratto con la XY secondo le modalità indicate. ..[]
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Reputo infatti si stia alzando un polverone per mascherare la vera sostanza dell'operazione che un publisher di Adsense compie:
metter in condizione il messaggio pubblicitario di arrivare al destinatario.
Per questa sua funzione egli viene pagato e per nell'altra del tipo locativo (come già spiegato più sopra due volte).
Senza questa sua azione nessun messaggio pubblicitario arriverebbe a destinazione nonostante gli sforzi di google.
Il publisher dunque con le sue azioni di programmazione ed ospitalità dunque veicola definitivamente il messaggio, rappresentandone l'indissolubile e finale punto di contatto con il destinatario e dunque il punto di chiusura della campagna pubblicitaria.
Tecnicamente lo fa esattamente come lo fanno gli editori di carta stampata o di Tv o di radio.
Chi possiede un blog come detto più sopra ha messo in piedi una organizzazione che volendo può produrre lucro o volendo può evitarlo.
Conosco la circolare di fiscoitaliano perchè il sito è mio, ve l'ho pubblicata io e l'ho anche citata nel mio topic in rilievo qui, ma non è calzante in quanto riguardante altra tipologia di business sul web in quanto non si sostanziava in meri link o banner.... procacciamento d'affari.
Paolo
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@i2m4y said:
...Senza questa sua azione nessun messaggio pubblicitario arriverebbe a destinazione nonostante gli sforzi di google.
E su questo sbagli di grosso: Infatti Google non ha bisogno di noi o dei nostri siti. Semplicemente mettiamo a disposizione di Google un'ulteriore spazio, dove questi può pubblicare gli annunci dei propri clienti inserzionisti.
Quando AdSense non esisteva ancora, AdWords invece esisteva! Google semplicemente pubblicava gli annunci tra i risultati di ricerca.Il publisher dunque con le sue azioni di programmazione ed ospitalità dunque veicola definitivamente il messaggioE di nuovo non vuoi capire: noi, web-publisher o web-master non "veicoliamo" affatto il messaggio, ma pubblichiamo solo un pezzo di Javascript nelle nostre pagine. Il messaggio promozionale viene inviato dai server di Google direttamente all'utente finale, non passando attraverso ne nostre "mani".
Tecnicamente lo fa esattamente come lo fanno gli editori di carta stampata o di Tv o di radio.No, no, e poi no: l'editore o l'emittente è conscio di quello che sta stampando o trasmettendo, e quindi responsabile. Noi invece no, perchè non siamo noi a stampare/pubblicare/trasmettere la pubblicità! Addirittura Google ci vieta di "indagare" quali sono i suoi clienti inserzionisti.
È come se stampassimo un giornale con delle aree bianche. Google poi passa di casa in casa e vi appiccica una pubblicità in quell'area bianca. È Google colui che porta le pubblicità agli utenti finali - non noi. Noi forniamo lo "spazio bianco".