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@klyde said:
perchè è obbligatorio menzionare la P.I. su di un sito che non vende nulla?
Se non ricordo male, la legge dice, che la partita iva va indicata sul sito ufficiale relativo alla propria attività. Se quel sito non è relativo alla tua attività d'impresa, ma relativo ad un tuo hobby, non c'è obbligo di esporre la partita iva.
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Caro Paolo,
io ho seguito i Tuoi ragionamenti nei vari topics ed ho ho ottenuto partita iva dall'Agenzia delle Entrate, ma quando mi sono recato in Camera di Commercio per iscrivermi nel registro delle imprese mi hanno detto che sono un artigiano e non un'impresa individuale!
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@silpas said:
Caro Paolo,
io ho seguito i Tuoi ragionamenti nei vari topics ed ho ho ottenuto partita iva dall'Agenzia delle Entrate, ma quando mi sono recato in Camera di Commercio per iscrivermi nel registro delle imprese mi hanno detto che sono un artigiano e non un'impresa individuale!
il mio sito nasce per passione, e viste le olre 8 ore al giorno che ci dedico, ho deciso di inserirci adsense da cui ricavo qualche euro....... non so se questo sia sufficente perchè il fisco mi ritenga un'impresa!!!
ciaoo
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@silpas said:
Caro Paolo,
io ho seguito i Tuoi ragionamenti nei vari topics ed ho ho ottenuto partita iva dall'Agenzia delle Entrate, ma quando mi sono recato in Camera di Commercio per iscrivermi nel registro delle imprese mi hanno detto che sono un artigiano e non un'impresa individuale!
E questa è sola la prima delle stranezze che ti potranno capitare.
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Un artigiano E' un imprenditore (individuale o collettivo, grande o piccolo).
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L'attuale procedura di apertura di "un artigiano" prevede quantomeno (oltre l'apertura di partita Iva) la presentazione del modello di iscrizione all'Albo artigiani, dopo l'apertura con Modello I1 della posizione da Impresa presso il Registro imprese. Tutto ciò a maggior conferma di quanto sopra al punto 1.
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Strano che il tuo commercialista non ti abbia avvisato prima dei tuoi accessi.
Evidentemente impreciso l'impegato con cui hai parlato.
Dunque NESSUNA stranezza.
Paolo
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@klyde said:
il mio sito nasce per passione, e viste le olre 8 ore al giorno che ci dedico, ho deciso di inserirci adsense da cui ricavo qualche euro....... non so se questo sia sufficente perchè il fisco mi ritenga un'impresa!!!
ciaooVedendo il tuo sito.... personalmente farei molta attenzione...
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@i2m4y said:
Vedendo il tuo sito.... personalmente farei molta attenzione...
ti riferisci all'area shop? non voglio avere problemi di nessun tipo, e visto i ricavi praticamente nulli che ottengo dalle aree shop, ho deciso di eliminarle. Mi dici cosa può procurarmi problemi?
grazie
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@i2m4y said:
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Un artigiano E' un imprenditore (individuale o collettivo, grande o piccolo).
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L'attuale procedura di apertura di "un artigiano" prevede quantomeno (oltre l'apertura di partita Iva) la presentazione del modello di iscrizione all'Albo artigiani, dopo l'apertura con Modello I1 della posizione da Impresa presso il Registro imprese. Tutto ciò a maggior conferma di quanto sopra al punto 1.
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Strano che il tuo commercialista non ti abbia avvisato prima dei tuoi accessi.
Evidentemente impreciso l'impegato con cui hai parlato.
Dunque NESSUNA stranezza.
Paolo
E' un'imprenditore (mio padre è stato artigiano per anni) ma non un Editore. La differenza non la devo spiegare io.
Se è un artigiano, e se la domanda è stata posta in modo corretto alla CC, il tuo ragionamento è completamente errato. Insomma capire cosa si è chiesto.
Se la domanda è "Gestisco un sito di miei contenuti in cui si visualizzano pubblicità gestite e pubblicate da Società da adv con guadagni minimi", siamo a cavallo, perchè la questione pubblicitaria potrebbe essere marginale all'attività (o non riguardarla del tutto) e quindi rientrare in qualche altra forma d'inquadramento (procacciatore).
Potrebbe essere che non vi è stabile organizzazione, come spesso accade per chi ha un semplice sito, e quindi non vi è proprio l'impresa.
Vi sono poi altre stranezze che ben sai. L'INPs non la pensa proprio come la CC.
Chi avrà ragione?
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Se devo essere sincero, non è (o era) l'area shop, ma è il fatto che tu persegua il lucro con un sito web in maniera continuativa ospitando regolarmente pubblicità che genera una situazione non sostenibile per un privato non inquadrato come impresa.
L'area shop introduceva inoltre il problema del procacciamento d'affari.Ma è il mio parere. Paolo
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Ma chi ha detto che siete editori ?!?!?!
Io ho sempre sostenuto che siete generalmente webmaster, gestori di portali, blog ecc. e che pubblicate inoltre pubblicità, assumendo nel caso di google la qualifica contrattuale di Publisher, ma questo non fa venir meno l'essenza del vostro lavoro di webmaster, gestori ecc.
Editore quale traduzione di publisher non è infatti a mio giuduzio calzante per la attività svolta....
alle volte potrà esserlo, alle volte sarà quella di webmaster a volte gestore di portali, altre volte attività pubblicitarie.....
tutte attività accomunate, nel caso specifico, dal fatto che alcuni od i soli ricavi proverranno dalla pubblicità.Non è dunque necessario inquadrarsi quali editori, peraltro sottoposti ad ulteriori discipline legali ed autorizzatorie.
Nella normalità dei casi invece l'inquadramento sarà tra i webmaster, i gestori di portali o le attività pubblicitarie. Normalmente le prime due attività citate vengono inquadrate tra quelle artigiane.... imprese artigiane per la precisione.
Completamente errato è invece quanto dici tu, infatti inquadrerò l'attività come deve essere inquadrata da impresa, poi verificherò i requisiti dell'artigianalità, se ci sono la iscriverò anche lì. La procedura della Camera di commercio si pone esattamente su questo logico sentiero.
Ed anche qui chiudo i miei interventi, perchè non è più mia intenzione ripetermi all'infinito come in questo ed in altri topic recenti su questo argomento. Ritengo di aver già espresso il mio pensiero a sufficienza e di non aver trovato alcuna motivazione per modificarlo.
Paolo
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@i2m4y said:
Ma chi ha detto che siete editori ?!?!?!
Io ho sempre sostenuto che siete generalmente webmaster, gestori di portali, blog ecc. e che pubblicate inoltre pubblicità, assumendo nel caso di google la qualifica contrattuale di Publisher, ma questo non fa venir meno l'essenza del vostro lavoro di webmaster, gestori ecc.
Editore quale traduzione di publisher non è infatti a mio giuduzio calzante per la attività svolta....
alle volte potrà esserlo, alle volte sarà quella di webmaster a volte gestore di portali, altre volte attività pubblicitarie.....
tutte attività accomunate, nel caso specifico, dal fatto che alcuni od i soli ricavi proverranno dalla pubblicità.Non è dunque necessario inquadrarsi quali editori, peraltro sottoposti ad ulteriori discipline legali ed autorizzatorie.
Nella normalità dei casi invece l'inquadramento sarà tra i webmaster, i gestori di portali o le attività pubblicitarie. Normalmente le prime due attività citate vengono inquadrate tra quelle artigiane.... imprese artigiane per la precisione.
Completamente errato è invece quanto dici tu, infatti inquadrerò l'attività come deve essere inquadrata da impresa, poi verificherò i requisiti dell'artigianalità, se ci sono la iscriverò anche lì. La procedura della Camera di commercio si pone esattamente su questo logico sentiero.
Ed anche qui chiudo i miei interventi, perchè non è più mia intenzione ripetermi all'infinito come in questo ed in altri topic recenti su questo argomento. Ritengo di aver già espresso il mio pensiero a sufficienza e di non aver trovato alcuna motivazione per modificarlo.
Paolo
Per la verità, la parola Editore è stata da te scritta in risposta ad un mio messaggio (o di qualche altro). Forse non intendevi Editore per definizione, ma questa è stata la parola da te usata. Precisamente hai detto: siete Editori....
Ma naturalmente non mi metto a fare il rigoroso sull'uso di una parola e posso accettare la tua spiegazione.
Nemmeno io voglio ripetermi all'infinito. Nemmeno io cambio idea. Ma devo ammettere che il tempo speso qui (nel forum) è stato utile. Mi sono convinto più di prima delle mie argomentazioni, ho valutato meglio la questione tecnica (grazie a Kruk) e, anche grazie ai tuoi interventi, ho le idee più chiare al riguardo.
Sono convinto che nella quasi totalità dei casi non si svolge impresa con un blog, e e che i nostri eventuali redditi si possono dichiarare in Redditi Diversi. Inoltre, mi sono anche convinto che se il Fisco vuole regolarizzare la nostra posizione deve poterci inquadrare o in un lavoro occasionale (o simile) o come affittuari di spazio virtuale, fatti salvi gli imprenditori veri.
Grazie a tutti.
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@lodiablo said:
Per la verità, la parola Editore è stata da te scritta in risposta ad un mio messaggio (o di qualche altro). Forse non intendevi Editore per definizione, ma questa è stata la parola da te usata. Precisamente hai detto: siete Editori....
Ma naturalmente non mi metto a fare il rigoroso sull'uso di una parola e posso accettare la tua spiegazione.
Nemmeno io voglio ripetermi all'infinito. Nemmeno io cambio idea. Ma devo ammettere che il tempo speso qui (nel forum) è stato utile. Mi sono convinto più di prima delle mie argomentazioni, ho valutato meglio la questione tecnica (grazie a Kruk) e, anche grazie ai tuoi interventi, ho le idee più chiare al riguardo.
Sono convinto che nella quasi totalità dei casi non si svolge impresa con un blog, e e che i nostri eventuali redditi si possono dichiarare in Redditi Diversi. Inoltre, mi sono anche convinto che se il Fisco vuole regolarizzare la nostra posizione deve poterci inquadrare o in un lavoro occasionale (o simile) o come affittuari di spazio virtuale, fatti salvi gli imprenditori veri.
Grazie a tutti.E' paradossale vedere che ti sei autoconvinto della tua posizione relativamente al fisco senza nemmeno averlo contattato per avere i chiarimenti del caso :():
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@bmastro said:
E' paradossale vedere che ti sei autoconvinto della tua posizione relativamente al fisco senza nemmeno averlo contattato per avere i chiarimenti del caso :():
Paradossale? Forse per te. Non per me.
Ti faccio osservare che, fino a prova contraria, il Fisco non ha indagato alcun webmaster; penso sia almeno lecito suppore che le paure sulla questione siano state alimentate da alcune interpretazioni (forse giuste o forse errate).
Non solo, quando ognuno di noi dichiarerà quel poco che gli viene da Adsense, dimostrerà anche la buona fede, e penso si metta a riparo di eventuali complicazioni (caso mai ce ne fossero).
Perchè dovrei scrivere al fisco? Per porre forse una questione che non esiste? O che esiste solo nella nostra mente?
Ritengo che non appena ci sarà la necessità di essere impresa (se le mie azioni saranno tali da essere imprenditore) mi iscrivo e mi comporto di conseguenza. Fino a quando non sono imprenditore verserò allo Stato quanto dovuto all'atto della dichiarazione dei redditi (diversi).
Redditi Diversi: sono redditi diversi, se non conseguiti nell'esercizio di arti e professioni o di imprese commerciali..... Mi sembra opportuno inserirli qui, i miei quattro spiccioli, perchè conseguiti senza avere un'impresa del settore o facendo qualche professione.
Se ci saranno difficoltà le affronteremo.
Io mi sono convinto ulteriormente di quanto già pensavo e mi comporto di conseguenza. Chi ha un altro parere agirà per conto suo.
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se può essere utile....... spiegando per benino al mio commercialista quello che faccio sul mio sito, cioè, la pubblicazione di articoli e di annunci come adsense, e relativi ricavi, mi ha risposto in maniera tassativa che ho bisogno di una P.I. e quindi di una ditta.
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@klyde said:
se può essere utile....... spiegando per benino al mio commercialista quello che faccio sul mio sito, cioè, la pubblicazione di articoli e di annunci come adsense, e relativi ricavi, mi ha risposto in maniera tassativa che ho bisogno di una P.I. e quindi di una ditta.
Il mio sostiene che sto fittando uno spazio e che non esercito attività d'impresa.
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Dato che i commercialisti hanno opinioni contrastanti, mi sembra evidente che una delle due controparti si stia sbagliando.
A questo punto c'è una mia curiosità:
se il commercialista sbaglia e si riceve una multa, grande o piccola che sia, questa viene pagata dal commercialista perchè è assicurato contro eventuali errori che commette?
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@bmastro said:
Dato che i commercialisti hanno opinioni contrastanti, mi sembra evidente che una delle due controparti si stia sbagliando.
A questo punto c'è una mia curiosità:
se il commercialista sbaglia e si riceve una multa, grande o piccola che sia, questa viene pagata dal commercialista perchè è assicurato contro eventuali errori che commette?In caso di errore del professionista questo paga la sanzione.
Il tributo non versato o versato erroneamente e gli interessi restano a carico del contribuente.Fabrizio
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SCusate se riporto in alta quota questo post un po' vecchio però ho una domanda...da qualche tempo...molti editori propongono un pagamento 50% della pubblicità adsense per gli articoli che si scrivono + una cifra prestabilita.Lo spazio per cui NON è mio!!Su ogni mio articolo c'è un banner da dividere in due.
Insomma una parte di adsense per incentivare la qualità dell'articolo + un fisso.
In quel caso stando sempre sotto i 5000 euro come la vedete?Per me non è impresa quella...e stando sotto i 5000 euro non c'è bisogno di nulla (dichiarazione irpef).
Che ne pensate?p.s.
Naturalmente però il pub adsense è mio: 50% va sul suo pub e l'altro 50 sul mio
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@stefanostefano said:
...molti editori propongono un pagamento 50% della pubblicità adsense per gli articoli che si scrivono + una cifra prestabilita.
L'editore ti paga per l'articolo, vero?
L'editore poi pubblica il tuo articolo sul proprio sito.
L'editore ha un contratto con Google (dove mette a disposizione di Google uno spazio web per le pubblicità AdSense).
Il clienti che comprano pubblicità AdWords, sono clienti di Google (loro non hanno contratti ne con l'editore e tantomeno con te).
La formula con la quale l'editore ti paga l'articolo può essere molto fantasiosa: l'editore potrebbe pagarti anche solo per i giorni di sole (quindi il guadagno non dipende da te, ma dalla bontà di dio).
Nel tuo caso, l'editore ti da una quota fissa più un bonus che dipende da un fattore esterno. La faccenda quindi è semplice: tu fatturi l'articolo e basta - l'editore può anche pagarti a rate variabili...
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se emetto fattura,
se invece sono suo dipendente? non cambia nulla giusto?No, occhio però...il sistema che molti editori fanno in questo periodo è che io ho il contratto adsense mio, lui il suo.....l'editore a questo punto riesce a far andare una percentuale di adsense sul suo conto e la restante sul mio...ma lo spazio non è mio...perché il sito non è mio, io scrivo l'articolo come suo dipendente + la percentuale adsense.
È più chiaro ora?
In molti editori addirittura lasciano il proprio spazio web per piazzare i banner dei collaboratori e retribuirli.Insomma Adsense funziona come incentivo perché il mio scopo è scrivere l'articolo, non gestire tutto il sistema di pubblicità ...se lui domani decide di non apparire più sui motori di ricerca oppure chiude il sito...io mi attacco non becco più una lira da adsense, visto che non ho siti miei...