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- Discussione su fisco e AdSense
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Ti ringrazio di avermi risposto. Ho qualche ulteriore osservazione che, da profano, ti espongo.
Il concetto di "attività continuativa" non credo si possa applicare agli annunci adsense senza qualche ulteriore riflessione.
Infatti, posso tranquillamente inserire un annuncio adsense in un mio sito e quindi abbandonarlo a se stesso, ossia non svolgere alcuna attività imprenditoriale in relazione al sito stesso.
Sembra una forzatura affermare che l'azione di inserire un annuncio adsense in un sito generi in automatico tutto il processo necessario a creare un'impresa vera e propria.L'azione da me descritta sembra proprio occasionale: ho fatto un sito in un'ora e per un anno non l'ho nemmeno visitato, e però gli annunci adsense hanno prodotto un guadagno.
Mi sembra un po' l'azione di un procacciatore d'affari occasionale che in un solo contratto (azione di lavoro) guadagna per un intero anno.
Fermo restando le differenze tra l'azione di costruire una pagina web e l'azione di procacciare un contratto di vendita occasionale, l'analogia mi sembra corretta.
Quindi a me pare che venga meno proprio il presupposto essenziale per applicare l'Iva, cioè manca la nozione di "... l'iva si applica.... nell'esercizio di imprese o nell'esercizio di arti e professioni"Lo stralcio, riportato da un manuale Frizzera (da me comprato per capirci qualcosa), continua così:
"Quest'ultimo inciso - e cioè l'esercizio della professione - va interpretato non con riferimento al lavoro svolto dal soggetto contribuente, bensì al carattere di professionalità di una attività economica ( ) organizzata a carattere imprenditoriale ed avente natura permanente. Tale è, ad esempio, la professione dell'intermediario nella compravendita di immobili ( ) va eslcuso, per contro, che della tassazione iva possa fruire un professionista, privato cittadino, che occasionalmente acquisti, venda o permuti un immobile"In base a questo stralcio, ripreso da una nota dell'Ar. 1 del DPR 26/10/1972, n 633, credo che sia molto difficile affermare che l'inserimento di un annuncio adsense sia per il titolare di un sito un'attività d'impresa e cioè un lavoro svolto in modo permanente, fermo restando che gli annunci siano poi visibili per un intero anno.
Quale lavoro ha svolto in modo permanente il titolare del sito? Quale organizzazione ha svolto in modo continuativo e permanente il titolare dell'ipotetica impresa?
Il concetto di continuativo deve essere applicato, a mio parere, nel contesto del complesso sistema del web, ove è evidente che tante cose sono permanenti e contemporaneamente occasionali.
In pratica, il titolare del sito sarebbe un imprenditore del "Paradiso terrestre" guadagna e non fa alcun lavoro, non svolge alcuna attività (azioni - pensieri - organizzazione - investimenti rilevanti, ecc. ).In qualche caso, forse, il fisco, eseguendo uno studio sito per sito, può giungere alla conclusione che si tratti di imprese (tipo i grossi portali ), ma in tutti gli altri mi sembra una forzatura se non addiritura una contraddizione di termini.
Cordiali saluti e scusami se le considerazioni non fossero pertinenti, ma mi occupo di tutt'altro cosa.
Il mio interesse per la questione nasce dall'aver creato un sito di contenuti matematici gratuiti e di aver utilizzato adsense. Ora, mio "malgrado" sono costretto ad aprire una partita iva o ad essere impresa.
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Parto dall'IVA.
La norma non parla assolutamente di permanenza. Parla semmai di professione abituale ... dunque non occasionale e neppure permanente.
Anche se tu ti dimenticassi del tuo sito... su cui una tantum hai piazzato il codice degli annunci adsense.... esso continuerà ad esistere per i tuoi visitatori... generando appunto il tuo reddito... anche se tu non compi più nessuna azione su quel sito.
Dunque il fatto che con i riquadri adsense sul tuo sito dimenticato i visitatori continuino ad interagire ha come conseguenza che con quella interazione viene prodotto un servizio pubblicitario... che è, per natura intrinseca al meccanismo adsense, continuativo (con il solo pagamento periodico). Da ciò discende che la prestazione di servizi pubblicitari e abituale nel corso dell'anno ... quindi p.iva.
A mio giudizio a nulla vale l'accostamento al procacciamento d'affari (seppur anche il ministero vi abbia già fatto riferimento) perchè i link di adsense non sono normalmente a pagine dove si concludono contratti, ma primariamente e prioritariamente alle vetrine generiche di coloro che utilizzano il sistema come veicolo pubblicitario.... per cui eventuali sottoscrizioni di contratti devono ancora passare per l'esame di quella vetrina (sito web dell'inserzionista) cui tu hai semplicemente rimandato per il tramite della pubblicità del tuo sito.
Paolo
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Tornando al discorso dell'applicazione del'imposta IVA in fattura, aggiungo che attualmente Google prevede il rimborso della stessa a seguito dell'invio della fattura Importo maturato + iva.
A questo punto non ha più senso lo "scorporo" dell'iva. Restano validi i dubbi sulle "giustificazioni teoriche" dell'applicazione dell'iva, ma a questo punto se Google rimborsa restano problemi teorici che lascerei risolvere ai commercialisti
Grazie i2m4y per i chiarimenti...
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Caro adv dimmi:
TE L'HANNO RIMBORSATA... O HAI NOTIZIE CERTE CHE A QUALCUNO L'ABBIANO FATTO ??????????
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sono indicazioni di Google stesso che ora consente di inviare ad un apposito indirizzo AdSense VAT la fattura con conseguente rimborso Iva. Questo é ciò che dicono loro, penso che lo facciano anche :). Ormai siamo abituati alla regolarità e serietà del programma per poterne dubitare. Speriamo che tale regolarità venga riconfermata anche questa volta.
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Se hai notizia di qualcuno che l'ha ricevuto invitalo a postare la sua esperienza.
Grazie.
Paolo
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Io ho inviato la fattura appena mi accreditano l'iva sull'account metto un post qui.
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@adv said:
sono indicazioni di Google stesso che ora consente di inviare ad un apposito indirizzo AdSense VAT la fattura con conseguente rimborso Iva. Questo é ciò che dicono loro, penso che lo facciano anche :).
Ciao adv!
E' una notizia troppo importante questa che ci stai dando, potresti darci anche qualche link ufficiale a riguardo?
Segnalo anche questo importante [url=http://www.giorgiotave.it/forum/viewtopic.php?t=9483&postdays=0&postorder=asc&start=15]post in cui ci sono esperienze personali riguardanti il rimborso IVA.
Grazie e teniamoci aggiornati sull'evento!
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Non mi pare vi siano queste informazioni pubblicate in rete, ma derivano da comunicazioni via email con lo staff di Google. Per saperne i particolari basta chiedere direttamente a loro così non ci sono equivoci.
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Mi riesce difficile pensare ad un sito con annunci adsense come ad un'impresa pubblicitaria a tutti gli effetti.
Un tal sito non svolge nessuna delle azioni abituali e tipiche di un'impresa.
Mostra invece dei link/annunci, così come li potrei mostrare io mettendo un giorno una maglietta, o mettendola tutti i giorni, magari in cambio di una revenue.
La maglietta è solo un esempio. Molti oggi mettono un indirizzo internet sulle auto, oppure, già da tempo, molti cedono un metro quadrato di terreno per un cartellone pubblicitario. Tutti questi soggetti devono essere tutti inquadrati come impresa pubblicitaria?
Sarà pure così, ma sembra assurdo.
Se questo significa fare impresa, vuol dire che dobbiamo modificare radicalmente il concetto d'impresa.
Significa anche la maggioranza dei siti che fatturano molti soldi con adsense si dovranno trasferire su server stranieri e quelli con piccoli guadagni dovranno chiudere e togliere tutti i tipi di pubblicità (sia adsense che le altre).L'idea, poi, del procacciatori d'affari occasionale è più interessante. Infatti, così come il procacciatore d'affari mostra, ad esempio, una casa da comprare, così l'annuncio adsense mostra un sito in cui si possono vedere delle cose (poi eventualmente si può decidere di comprare, o di andare in un agriturismo, ristorante, ecc.)
Non è più semplice porre un tetto limite ai guadagni come discriminante? Se fatturi oltre 4500 euro all'anno devi fare la partita iva, se fatturi oltre un limite x (da definire) devi essere impresa.
Saluti.
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Significa anche la maggioranza dei siti che fatturano molti soldi con adsense si dovranno trasferire su server stranieri
Perché?
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Perchè così sono soggetti alle leggi del paese in cui sta il server e quindi avranno di sicuro agevolazioni e trattamenti fiscali di sicuro diverse da quelle italiane.
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Se sei cittadino italiano o l'azienda é in Italia puoi mettere i server anche sulla luna ma devi pagare le tasse in Italia A meno che non sposti l'azienda all'estero..
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O intesti il sito ad una persona residente all'estero.
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si ma resta il problema che ti entrano dei soldi e devi dichiararli, se non hai sito e non hai azienda e percepisci soldi che provengono dal nulla ... lascio la parola al ns commercialista
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Mi piacerebbe sapere il vostro parere, e in special modo del nostro commercialista, sulla seguente questione legata ad adsense.
Io do in gestione il mio sito ad una associazione culturale con partita iva per un anno, riservandomi di modificare il contratto anno per anno. In pratica affitto il sito all'Associazione che può farne quello che vuole. Lo statuto dell'associazione permette di acquisire o fittare il sito per perseguire gli scopi sociali.
In tal modo dovrei riuscire a guadagnare qualche soldo dai miei sudori e avere il tempo di vedere come evolvono i guadagni adsense in modo da valutare la creazione di un'impresa.
Contemporaneamente non ci dovrebbero essere problemi con l'iva e con tutto il resto, visto che l'Associazione emette fattura, versa l'iva, e dai suoi introiti scorpora il compenso per l'affitto.
L'associazione guadagna un sito a costo zero (costruzione, ricerca informazioni, lavoro di posizionamento, pagine dedicate all'associazione) in pratica a costo zero; l'unico costo è l'affitto o il mantenimento.
Sbaglio o può essere una possibilità?
Saluti
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Se è l'unico tuo sito in affitto ok, ma reputo che tu debba far ospitare un "riquadro adsense" di un account adsense intestato loro... sarebbe così corretto che i flussi adsense pervengano a loro.
Solo così riterrei possibile stipulare un contratto di locazione del mero tuo sito (senza compensi per aggiornamenti vari). Il reddito dovrebbe venire dichiarato da te tra i redditi diversi (andrebbe studiato bene in quali esattamente) ma senza p.iva.
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Sì certo, l'account adsense va intestato all'Associazione.
Per quanto poi riguarda gli aggiornamenti, che ogni sito deve avere, si potrebbe fare un forfeit per le spese, e per un solo sito non credo si possa parlare di lavoro continuativo o dipendente.
Forse nemmeno per due siti, ma chiaramente il discorso deve finire qui.
Grazie di avermi risposto.
Saluti
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In relazione al fatto di considerare gli annunci adsense come pubblicità, mi viene in mente un'altra riflessione.
Il web è fatto di tante pagine collegate tra loro con dei link, quasi tutti i siti oggi fanno lo scambio link, spesso associato con una descrizione, tutti i motori di ricerca espongono link...
Fanno tutti pubblicità? In sostanza, Google fa pubblicità per il semplice fatto di linkare e catalogare siti? Un webmaster si deve trasformare in impresa per il semplice fatto di avere una pagina di scambio link?
Si dirà, ma con lo scambio link non si guadagna? E chi lo dice? chi lo verifica?
Ed inoltre, la questione viene prima dei guadagni, ossia è imporante capire se esporre in maniera continuativa un link (cioè un annuncio - pubblicitario? - ) in un sito costituisca pubblicità per un altro sito o no.
Leggermente diverso può essere il discorso per un banner.
Se inserire link in un sito costitutisce pubblicità dobbiamo modificare radicalmente internet.
Se invece il tutto dipende da quanto ci guadagni allora non è una questione di concetto ma di introiti.
A mio avviso è una questione di organizzazione, di introiti, di professionalità di tempo lavorativo e non di semplice esposizione di link o di annunci adsense.
Insomma, a mio avviso, prima bisogna giudicare l'azione del webmaster nella costruizione del sito e dell'inserimento di pubblicità e poi si può ipotetizzare che si abbia bisogno di una partita iva e di fare impresa.
Se così non fosse, chiunque domani mattina, mettesse per un anno una maglietta con il marchio Lacoste in automatico farebbe pubblicità.
Non credo dunque che si possa accettare e far valere l'equivalenza:
"mettere gli annunci adsense in sito" equivale "fare pubblicità in modo organizzato e devi avere una partita iva o addirittura fare impresa".Questo concetto è totalmente errato.
A questo punto devo però dire che non sono un esperto (ossia un commercialista... o che so io) e che tengo rispetto sia per il nostro commercialista del forum che di tanti altri ... ma sono pronto a scommettere un caffè... che la mia valutazione è corretta.
Ossia, non è vero che per mettere gli annunci adsense bisogna avere la partita iva, ma si ha bisogno di partita iva e di essere impresa se effettivamente la gestione del sito possa mostrare un'organizzazione professionale stabile e continuativo del webmaster in esposizione di pubblicità.
E credo che siano due cose distinte e separate.Mi piacerebbe ricevere qualche riflessione.
Saluti
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Capisco cosa intendi, ma purtroppo non lo condivido,
esporre i "quadrati adsense" lo si fa per avere degli introiti e non quale forma sostitutiva di una pagina con link, di una piccola directory interna e/o similari.
Il fine e scopo di adsense è di essere un veicolo pubblicitario... ed il webmaster che aderisce a tale sistema sa che il suo guadagno perverrà indirettamente in ragione della volontà degli inserzionisti di pubblicizzare loro prodotti o siti web con campagne pubblicitarie web-oriented... ospitare adsense, perchè sia fruttuoso, non può che essere attività continuativa... dunque essere il terminale di una attività pubblicitaria (come già ribadito dalla Corte di Giustizia UE) equivale a "rendere servizi pubblicitari"... farlo in maniera continuativa... a mio giudizio definitivamente identifica una attività che fiscalmente è tipica d'impresa.... al di la della dimensione degli introiti.
Google da par suo svolge una attività di catalogazione che è solo prodromica alla realizzazione di altri business (adsense, adwords...)... ma vista isolatamente non è redditizia.
Portare una lacoste non è attività che l'indossatore fa per trarne guadagno. Nel momento in cui continuativamente una persona portasse il coccodrillo sul petto per ritrarnbe un profitto dalla diffusione di quel marchio... ricadremmo egualmente nell'attività pubblicitaria (almeno fiscalmente imprenditoriale).Per ciò che concerne lo scambio di link puoi leggere il mio pensiero qui, e ti assicuro che se lo scopo è trarne un profitto:
http://www.fiscoitaliano.altervista.org/scambiobanneriva.htmX Giorgio: sorry il link è ad un mio sito, ma non è scritto da altre parti visto che è un mio lavoro.
Paolo