• Super User

    Per ora non lo è anche se un regolamento UE che entrerà per noi in vigore dal 1° luglio 2006 ve li farà rientrare, ma ciò non significa che vi sarà automaticamente una diversa impostazione iva verso adsense.

    Ho già promesso di studiarmi bene la cosa e poi magari modificare il post in evidenza.

    PS reg. ue 1777/2005

    Paolo


  • Bannato User Attivo

    In base a quanto da lei esposto ho, ora, le idee un po' più chiare.
    Ma è regolare che un piccolo sito, con annunci adsense, e che guadagna (in termini di revenue) 2 o 3 dollari al giorno di media debba avere una partita iva?
    E' quindi poi normale considerare il titolare del sito un professionista se magari inserisce delle informazioni solo per il gusto di farlo e usa adsense per recuperare qualche spesa?
    Credo che questa situazione corrisponda a molti utenti, poichè sono pochi i siti che guadagno oltre i 500 dollari al mese.
    Allora la questione che rimane da capire è chi debba avere una partita iva e chi no.
    Dalla sua esposizione mi sembra di capire che tutti, senza esclusioni, debbano avere una partita iva e quindi attenersi a versamenti, dichiarazioni ecc.
    Inoltre, mi viene il dubbio che ritenere un piccolo sito, e quindi il webmaster/titolare un vero soggetto iva per pubblicità sia una forzatura.
    Infatti il titolare del sito non si presenta come un imprenditore che vende spazi pubblicitari al miglior offerente o ad un prezzo determinato; non compie alcuna azione per ottenere nuovi clienti nè promuove un marchio proprio.
    Gli annunci adsense vengono imposti al webmaster nel formato/i e nella revenue. Non si stabilisce e si contratta alcun guadagno. Tutto è gestito da Google che offre una revenue: prendere o lasciare.
    Ancora, nello spazio messo a disposizione di Google, il webmaster non può intervenire ed inserire alcuna ulteriore pubblicità.
    In pratica, dunque il webmaster non compie alcuna operazione commerciale che invece il ruolo di agente pubblicitario o di agenzia pubblicitaria gli imporrebbe. Non può far altro che accettare gli annunci così come sono (in toto) o rifiutarli.
    Per quanto riguarda poi l'Iva da pagare, a mio avviso tocca a Google stessa versarla per conto dei propri webmaster, poichè è Google il titolare del contratto di pubblicità. E' come se, l'iva per una pubblicità su di un cartello pubblicitario posizionato sul mio terreno la debba pagare io (il proprietario del terreno) e non l'agenzia pubbliciataria titolare del contratto di pubblicità e la reale azienda che commercia in pubblicità. Io, titolare del terreno-sito devo solo pagare l'irpef sul reddito per un affitto di una parte del mio terreno.
    In pratica, Google regolarizza la posizione direttamente pagando l'Iva sui contratti pubblicitari che accende in qualità di agenzia.
    Forse sono in errore e quindi chiedo venia e magari qualche chiarimento.
    Grazie e cordiali saluti.


  • Bannato User Attivo

    In base a quanto da lei esposto ho, ora, le idee un po' più chiare.
    Ma è regolare che un piccolo sito, con annunci adsense, e che guadagna (in termini di revenue) 2 o 3 dollari al giorno di media debba avere una partita iva?
    E' quindi poi normale considerare il titolare del sito un professionista se magari inserisce delle informazioni solo per il gusto di farlo e usa adsense per recuperare qualche spesa?
    Credo che questa situazione corrisponda a molti utenti, poichè sono pochi i siti che guadagno oltre i 500 dollari al mese.
    Allora la questione che rimane da capire è chi debba avere una partita iva e chi no.
    Dalla sua esposizione mi sembra di capire che tutti, senza esclusioni, debbano avere una partita iva e quindi attenersi a versamenti, dichiarazioni ecc.
    Inoltre, mi viene il dubbio che ritenere un piccolo sito, e quindi il webmaster/titolare un vero soggetto iva per pubblicità sia una forzatura.
    Infatti il titolare del sito non si presenta come un imprenditore che vende spazi pubblicitari al miglior offerente o ad un prezzo determinato; non compie alcuna azione per ottenere nuovi clienti nè promuove un marchio proprio.
    Gli annunci adsense vengono imposti al webmaster nel formato/i e nella revenue. Non si stabilisce e si contratta alcun guadagno. Tutto è gestito da Google che offre una revenue: prendere o lasciare.
    Ancora, nello spazio messo a disposizione di Google, il webmaster non può intervenire ed inserire alcuna ulteriore pubblicità.
    In pratica, dunque il webmaster non compie alcuna operazione commerciale che invece il ruolo di agente pubblicitario o di agenzia pubblicitaria gli imporrebbe. Non può far altro che accettare gli annunci così come sono (in toto) o rifiutarli.
    Per quanto riguarda poi l'Iva da pagare, a mio avviso tocca a Google stessa versarla per conto dei propri webmaster, poichè è Google il titolare del contratto di pubblicità. E' come se, l'iva per una pubblicità su di un cartello pubblicitario posizionato sul mio terreno la debba pagare io (il proprietario del terreno) e non l'agenzia pubbliciataria titolare del contratto di pubblicità e la reale azienda che commercia in pubblicità. Io, titolare del terreno-sito devo solo pagare l'irpef sul reddito per un affitto di una parte del mio terreno.
    In pratica, Google regolarizza la posizione direttamente pagando l'Iva sui contratti pubblicitari che accende in qualità di agenzia.
    Forse sono in errore e quindi chiedo venia e magari qualche chiarimento.
    Grazie e cordiali saluti.


  • Super User

    Condivido in pieno le Sue preoccupazioni ed i suoi dubbi sull'eccessivo inquadramento fiscale che bisognerebbe avere per operare con Adsense, molti hanno sollevato questo problema e lo capisco.

    Purtroppo, con l'attuale normativa iva, resto dell'opinione che il solo fatto dell'esposizione continuativa degli annunci (con possibilità di click) vada oltre qualsiasi idea di occasionalità.... e dunque rientri tra le attività soggette ad iva.

    Per di più trattasi di attività d'impresa (non libero professionale) con ulteriori oneri ed adempimenti.

    Viste le premesse e l'attuale assenza di norme agevolative per i "piccolissimi introiti" non posso cambiare la mia opinione, posso solo segnalare la bassa probabilità di verifica fiscale.

    Sull'inquadramento iva non posso invece convenire con lei. E' infatti il meccanismo dell'imposta che vuole che lei (imprenditore) incassi l'iva sul suo compenso dal suo cliente (Google) e la versi all'Erario.

    PS diamoci pure del tu 🙂 .

    Paolo


  • Bannato User Attivo

    Ti ringrazio di avermi risposto. Ho qualche ulteriore osservazione che, da profano, ti espongo.

    Il concetto di "attività continuativa" non credo si possa applicare agli annunci adsense senza qualche ulteriore riflessione.
    Infatti, posso tranquillamente inserire un annuncio adsense in un mio sito e quindi abbandonarlo a se stesso, ossia non svolgere alcuna attività imprenditoriale in relazione al sito stesso.
    Sembra una forzatura affermare che l'azione di inserire un annuncio adsense in un sito generi in automatico tutto il processo necessario a creare un'impresa vera e propria.

    L'azione da me descritta sembra proprio occasionale: ho fatto un sito in un'ora e per un anno non l'ho nemmeno visitato, e però gli annunci adsense hanno prodotto un guadagno.
    Mi sembra un po' l'azione di un procacciatore d'affari occasionale che in un solo contratto (azione di lavoro) guadagna per un intero anno.
    Fermo restando le differenze tra l'azione di costruire una pagina web e l'azione di procacciare un contratto di vendita occasionale, l'analogia mi sembra corretta.
    Quindi a me pare che venga meno proprio il presupposto essenziale per applicare l'Iva, cioè manca la nozione di "... l'iva si applica.... nell'esercizio di imprese o nell'esercizio di arti e professioni"

    Lo stralcio, riportato da un manuale Frizzera (da me comprato per capirci qualcosa), continua così:
    "Quest'ultimo inciso - e cioè l'esercizio della professione - va interpretato non con riferimento al lavoro svolto dal soggetto contribuente, bensì al carattere di professionalità di una attività economica ( ) organizzata a carattere imprenditoriale ed avente natura permanente. Tale è, ad esempio, la professione dell'intermediario nella compravendita di immobili ( ) va eslcuso, per contro, che della tassazione iva possa fruire un professionista, privato cittadino, che occasionalmente acquisti, venda o permuti un immobile"

    In base a questo stralcio, ripreso da una nota dell'Ar. 1 del DPR 26/10/1972, n 633, credo che sia molto difficile affermare che l'inserimento di un annuncio adsense sia per il titolare di un sito un'attività d'impresa e cioè un lavoro svolto in modo permanente, fermo restando che gli annunci siano poi visibili per un intero anno.
    Quale lavoro ha svolto in modo permanente il titolare del sito? Quale organizzazione ha svolto in modo continuativo e permanente il titolare dell'ipotetica impresa?
    Il concetto di continuativo deve essere applicato, a mio parere, nel contesto del complesso sistema del web, ove è evidente che tante cose sono permanenti e contemporaneamente occasionali.
    In pratica, il titolare del sito sarebbe un imprenditore del "Paradiso terrestre" guadagna e non fa alcun lavoro, non svolge alcuna attività (azioni - pensieri - organizzazione - investimenti rilevanti, ecc. ).

    In qualche caso, forse, il fisco, eseguendo uno studio sito per sito, può giungere alla conclusione che si tratti di imprese (tipo i grossi portali ), ma in tutti gli altri mi sembra una forzatura se non addiritura una contraddizione di termini.

    Cordiali saluti e scusami se le considerazioni non fossero pertinenti, ma mi occupo di tutt'altro cosa.
    Il mio interesse per la questione nasce dall'aver creato un sito di contenuti matematici gratuiti e di aver utilizzato adsense. Ora, mio "malgrado" sono costretto ad aprire una partita iva o ad essere impresa.


  • Super User

    Parto dall'IVA.

    La norma non parla assolutamente di permanenza. Parla semmai di professione abituale ... dunque non occasionale e neppure permanente.

    Anche se tu ti dimenticassi del tuo sito... su cui una tantum hai piazzato il codice degli annunci adsense.... esso continuerà ad esistere per i tuoi visitatori... generando appunto il tuo reddito... anche se tu non compi più nessuna azione su quel sito.

    Dunque il fatto che con i riquadri adsense sul tuo sito dimenticato i visitatori continuino ad interagire ha come conseguenza che con quella interazione viene prodotto un servizio pubblicitario... che è, per natura intrinseca al meccanismo adsense, continuativo (con il solo pagamento periodico). Da ciò discende che la prestazione di servizi pubblicitari e abituale nel corso dell'anno ... quindi p.iva.

    A mio giudizio a nulla vale l'accostamento al procacciamento d'affari (seppur anche il ministero vi abbia già fatto riferimento) perchè i link di adsense non sono normalmente a pagine dove si concludono contratti, ma primariamente e prioritariamente alle vetrine generiche di coloro che utilizzano il sistema come veicolo pubblicitario.... per cui eventuali sottoscrizioni di contratti devono ancora passare per l'esame di quella vetrina (sito web dell'inserzionista) cui tu hai semplicemente rimandato per il tramite della pubblicità del tuo sito.

    Paolo


  • User

    Tornando al discorso dell'applicazione del'imposta IVA in fattura, aggiungo che attualmente Google prevede il rimborso della stessa a seguito dell'invio della fattura Importo maturato + iva.

    A questo punto non ha più senso lo "scorporo" dell'iva. Restano validi i dubbi sulle "giustificazioni teoriche" dell'applicazione dell'iva, ma a questo punto se Google rimborsa restano problemi teorici che lascerei risolvere ai commercialisti 🙂

    Grazie i2m4y per i chiarimenti...


  • Super User

    Caro adv dimmi:

    TE L'HANNO RIMBORSATA... O HAI NOTIZIE CERTE CHE A QUALCUNO L'ABBIANO FATTO ??????????


  • User

    sono indicazioni di Google stesso che ora consente di inviare ad un apposito indirizzo AdSense VAT la fattura con conseguente rimborso Iva. Questo é ciò che dicono loro, penso che lo facciano anche :). Ormai siamo abituati alla regolarità e serietà del programma per poterne dubitare. Speriamo che tale regolarità venga riconfermata anche questa volta.


  • Super User

    Se hai notizia di qualcuno che l'ha ricevuto invitalo a postare la sua esperienza.

    Grazie.

    Paolo


  • User

    Io ho inviato la fattura appena mi accreditano l'iva sull'account metto un post qui.


  • User Attivo

    @adv said:

    sono indicazioni di Google stesso che ora consente di inviare ad un apposito indirizzo AdSense VAT la fattura con conseguente rimborso Iva. Questo é ciò che dicono loro, penso che lo facciano anche :).

    Ciao adv!

    E' una notizia troppo importante questa che ci stai dando, potresti darci anche qualche link ufficiale a riguardo?

    Segnalo anche questo importante [url=http://www.giorgiotave.it/forum/viewtopic.php?t=9483&postdays=0&postorder=asc&start=15]post in cui ci sono esperienze personali riguardanti il rimborso IVA.

    Grazie e teniamoci aggiornati sull'evento!

    :ciauz:


  • User

    Non mi pare vi siano queste informazioni pubblicate in rete, ma derivano da comunicazioni via email con lo staff di Google. Per saperne i particolari basta chiedere direttamente a loro così non ci sono equivoci. 🙂


  • Bannato User Attivo

    Mi riesce difficile pensare ad un sito con annunci adsense come ad un'impresa pubblicitaria a tutti gli effetti.
    Un tal sito non svolge nessuna delle azioni abituali e tipiche di un'impresa.
    Mostra invece dei link/annunci, così come li potrei mostrare io mettendo un giorno una maglietta, o mettendola tutti i giorni, magari in cambio di una revenue.
    La maglietta è solo un esempio. Molti oggi mettono un indirizzo internet sulle auto, oppure, già da tempo, molti cedono un metro quadrato di terreno per un cartellone pubblicitario. Tutti questi soggetti devono essere tutti inquadrati come impresa pubblicitaria?
    Sarà pure così, ma sembra assurdo.
    Se questo significa fare impresa, vuol dire che dobbiamo modificare radicalmente il concetto d'impresa.
    Significa anche la maggioranza dei siti che fatturano molti soldi con adsense si dovranno trasferire su server stranieri e quelli con piccoli guadagni dovranno chiudere e togliere tutti i tipi di pubblicità (sia adsense che le altre).

    L'idea, poi, del procacciatori d'affari occasionale è più interessante. Infatti, così come il procacciatore d'affari mostra, ad esempio, una casa da comprare, così l'annuncio adsense mostra un sito in cui si possono vedere delle cose (poi eventualmente si può decidere di comprare, o di andare in un agriturismo, ristorante, ecc.)

    Non è più semplice porre un tetto limite ai guadagni come discriminante? Se fatturi oltre 4500 euro all'anno devi fare la partita iva, se fatturi oltre un limite x (da definire) devi essere impresa.
    Saluti.


  • User

    Significa anche la maggioranza dei siti che fatturano molti soldi con adsense si dovranno trasferire su server stranieri

    Perché?


  • Bannato User Attivo

    Perchè così sono soggetti alle leggi del paese in cui sta il server e quindi avranno di sicuro agevolazioni e trattamenti fiscali di sicuro diverse da quelle italiane.


  • User

    Se sei cittadino italiano o l'azienda é in Italia puoi mettere i server anche sulla luna ma devi pagare le tasse in Italia 🙂 A meno che non sposti l'azienda all'estero..


  • Bannato User Attivo

    O intesti il sito ad una persona residente all'estero.


  • User

    si ma resta il problema che ti entrano dei soldi e devi dichiararli, se non hai sito e non hai azienda e percepisci soldi che provengono dal nulla ... lascio la parola al ns commercialista 🙂


  • Bannato User Attivo

    Mi piacerebbe sapere il vostro parere, e in special modo del nostro commercialista, sulla seguente questione legata ad adsense.
    Io do in gestione il mio sito ad una associazione culturale con partita iva per un anno, riservandomi di modificare il contratto anno per anno. In pratica affitto il sito all'Associazione che può farne quello che vuole. Lo statuto dell'associazione permette di acquisire o fittare il sito per perseguire gli scopi sociali.
    In tal modo dovrei riuscire a guadagnare qualche soldo dai miei sudori e avere il tempo di vedere come evolvono i guadagni adsense in modo da valutare la creazione di un'impresa.
    Contemporaneamente non ci dovrebbero essere problemi con l'iva e con tutto il resto, visto che l'Associazione emette fattura, versa l'iva, e dai suoi introiti scorpora il compenso per l'affitto.
    L'associazione guadagna un sito a costo zero (costruzione, ricerca informazioni, lavoro di posizionamento, pagine dedicate all'associazione) in pratica a costo zero; l'unico costo è l'affitto o il mantenimento.
    Sbaglio o può essere una possibilità?
    Saluti