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- I liberi professionisti possono utilizzare un nome di fantasia per la loro attività?
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Grazie Fabio, grazie anche a te, Paolo, siete un fulmine!
Quando ho ripetutamente chiesto al funzionario responsabile dell'ufficio delle entrate se potevo adottare una denominazione di fantasia (pur avendone forti dubbi anche io) specificando che ero una libera professionista la risposta è stata un "che problema c'è?".
Immagino quindi che ora devo andare a far modificare il certificato d'attribuzione di partita IVA al campo "denominazione" per evitare malintesi, che a quanto mi risulta col fisco sono tutto altro che infrequenti.
Questo vuol dire che uno studio associato composto da più professionisti che vogliono figurare sotto una denominazione comune devono registrarne un marchio ad uso pubblicitario esclusivo e senza valenza ai fini amministrativi-fiscali.
Ma i bigliettini ed altro materiale di mera presentazione non sono dopotutto materiale pubblicitario?
Quindi in questo caso se io o uno studio associato registrasse un marchio potrei usare il nome fantasia ai fini pubblicitari?
Vi ringrazio tantissimo, spero poter contribuire anche io al forum in futuro, potremo aprire qualche finestra sulla qualità per quei utenti che vogliono dei consigli per andare verso la certificazione, voi che ne pensate?
Fedra
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Ciao Passion4quality e Benvenuta nel Forum GT
Credo che come ha detto Paolo, gli atti ufficiali devono essere sempre timbrati e firmati con nome e cognome.
Ti faccio un esempio.
Nel mio settore, mi capita spesso e volentieri di visionare lavori di architetti e/o ingegneri con cartigli e intestazioni di fantasia sia su elaborati ma anche su siti web; puoi mettere ("studio grandi architetture"; "topolino e paperino"; "viva la pastasciutta", ecc - naturalmente scherzo), però per rendere ufficiale un atto che senza timbro e firma rimane solo un pezzo di carta, devi esporre le tue generalità ed il timbro.
Naturalmente di quanto ho detto chiedo conferma
Ciao
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Ciao, Lorenzo, grazie per il post...
Forse non mi sono spiegata bene...
E' ovvio che l'attività è a nome mio, che nel campo "dati relativi al titolare" c'è il mio nome, che il codice fiscale che figura nella domanda è il mio e che ovviamente ogni fattura o atto ufficiale sarà corredata dalle mie generalità.
La domanda riguarda invece il riquadro "denominazione" del certificato di attribuzione di partita IVA, dove figura come dici tu il "VIVA LA PASTASCIUTTA"...è valido oppure no? serve a qualcosa? mi porterà qualche problema o lo lascio così come è?
Posso usare il "VIVA LA PASTASCIUTTA" nei bigliettini e nel sito Web senza incorrere a problemi legali?
(in verità l'argomento riguarda anche il campo legale, ma per il momento mi basterebbe sapere se dal punto di vista fiscale è ok)
Attendo fiduciosa ogni commento.
Ciao, a prestoooo!
Fedra
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L'associazione di professionisti, viene configurata quale società semplice, come tale potrebbe avere un suo nome diverso dal solo mero accostamento dei nomi dei soci.... dunque anche un nome di fantasia, ma accostato a quel "studio ...." che dicevo prima (del cui obbligo non ricordo la fonte normativa).
Correggerei all'agenzia delle entrate onde far evitare qualsiasi possibile confusione con una eventuale ragione sociale significativa dell'essere impresa individuale e non lavoratore autonomo.
Certo, attendiamo eccome il tuo prezioso contributo sugli argomenti di cui sei ferrata. Magari potrebbe anche divenire una sezione del forum con te moderatrice in futuro.
Grazie.Paolo
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Ciao, Paolo.
Non sono sicura di che l'inquadramento fatto dalla legge per la dicitura "studio associato" sia solo quello di società semplice (fra l'altro potrebbe anche essere una SNC o SAS), credo che esistono altre tipologie associative che cadono sotto questa dicitura e non costituiscono SRL, SAPA, SPA, ecc.
Comunque ci sarebbe una piccola correzione, dato che questo concetto potrebbe portare in errore chi legge: non tutte le associazioni di professionisti constituiscono società semplice né ovviamente viceversa.
Sicuramente una società non diversamente costituita da liberi professionisti costituisce società semplice, ma per quanto mi ricordo di diritto commerciale il termine "associazione" in diritto indica una volontaria riunione di individui (e quindi anche di liberi professionisti) che perseguono uno scopo comune (senza fini di lucro).
Non mi dilungo, sicuramente l'argomento è troppo dottrinale e noioso per interessare gli utilizzatori del forum, era solo una piccola precisazione, esistono tante associazioni formate da professionisti come per esempio "Associazione Donne Avvocato", "Associazione italiana Dottori Commercialisti", che di sicuro non costituiscono studio associato, ma perseguitano il miglioramento, lo scambio intellettuale, le convenzioni, ecc in una determinata categoria.
Mi piacerebbe davvero tanto aprire un forum qui su Qualità, certificazione, ecc.. io di solito vado al forum della UNI, ma li siamo tutti addetti ai lavori e alla lunga diventa noioso (come per te un forum composto da soli commercialisti ;)).
Adesso vado a vedere come fare ad aprire uno spazio dedicato al Quality qui in CT.
Grazie ed alla prossima!!
Fedra
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Ciao,
mi permetto di dissentire.
L'associazione di professionisti a cui io mi riferisco, che diviene società semplice (e non altra), è quella preordinata all'esercizio della professione in forma associata.... io dunque non intendevo riferirmi certo ad associazioni, club o simili con scopo diverso da quello dell'esercizio della professione.
Le associazioni invece certo potranno perseguire altri scopi, che non saranno però quelli dell'esercizio in comune della professione (es. associazioni avvocati penalisti, associazioni italiana certificatori qualità ecc.).... esempio: di tipo sindacale, formativo, per rappresentanza con le istituzioni ecc.
Qualsiasi forma differente di società utilizzata per l'esercizio della professione (snc, sas, srl ecc.) farebbe allontanare dall'esercizio di una professione conducendo ex lege all'esercizio di impresa. Addirittura, non il tuo caso, l'esercizio delle professioni protette in questa veste sarebbe vietata.
Alle associazioni per l'esercizio della professione dunque spetterebbe per obbligo (mia memoria) l'esercizio sotto denominazioni del genere "studio legale, "studio commerciale".....
Paolo
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Adesso è chiaro!!
Ti ringrazio molto, adesso riesco a focalizzare meglio il concetto.
Allora il punto è "associazione di professionisti preordinata all'esercizio della professione in forma associata"...
Mummmmbleeee...
Non mi è chiaro, però una cosa.
E se due professionisti condividono solo lo studio, non hanno neanchè la stessa professione ma vogliono distingersi come "viva la pastasciutta" per potersi presentare in modo univoco, non possono farlo se non costituendo una società semplice? Non c'è alternativa?
Altrimenti sulla targa sono dott. Tal di Tali in tal cosa l'uno e dott. Tal di Tot specialista in...?
Il riflesso di ogni collaborazione effettiva fra professionisti deve avere la sua collocazione alla luce della legislazione virgente? Perchè, se dal punto di vista legale non esistono obblighi o doveri condivisi e dal punto di vista fiscale ognuno parcella quello che fa?
Sob!
Fedra
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Salve a tutti,
scusate la mia intrusione ma ho un dubbio simile,
la mia domanda è la seguente:
un libero professionista oltre alla sua professione (es. avvocato) svolge anche un'altra attività (es. realizzazione siti internet),
se viene aperta prima la partita iva per i siti internet quindi ditta individuale utilizzando un nome di fantasia XY di Pinco Pallino e poi viene aggiunta l'attività di avvocato che poi diventarà quella principale, continua ad avere il nome di fantasia per entrambi, o sbaglio?
Grazie e ciao.
Akibit
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art. 2222 c.c. e seguenti
i professionisti o effettuano la propria attività in forma personale o al max come soc. semplice in quanto il rapporto tra il professionista ed il cliente si basa sill'intuitus personae cioè sulla qualità personali del professionista più che sull'organizzazione e sulla struttura dello studio
inoltre devi tener conto anche che l'attività del libero professionista deve essere prestata senza vincolo di subordinazione cosa che verrebbe a cadere se si scegliesse una società di capitali o di persona esclusa soc. semplice
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Due professionisti potranno condividere i locali ed i mezzi (rifatturazione dei costi tra di loro può essere un mezzo) restando del tutto indipendenti.
Un marchio potrebbe essere utilizzati da entrambi, ben però facendo capire che si tratta di due soggetti diversi onde non ingenerare confusioni nel cliente che deve saper con chi avrà a che fare contrattualmente.
Paolo
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Se non sbaglio se la professione non è regolamentata si può inserire nella denominazione un nome di fantasia.
Mentre per avvocati, commercialisti notai etc. è espressamente vietata (anche in associazioni), per le professioni non regolamentate non c'è quest'obbligo.
Almeno questa è la risposta data dall'agenzia delle entrate, se avete altri elementi normativi che contraddicono quanto scritto vi prego di avvisarmi.
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Qualcuno riesce a trovare il riferimento normativo?
Io sono naufragata nel mare magnum delle informazioni Web...
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Ciao a tutti,
innanzitutto volevo chiedere scusa per aver aperto un altro topic sullo stesso argomento... perdono
e colgo l'occasione per chiedervi gentilmente un aiuto sulla domanda da me posta è davvero importante!!!
Grazie 100000000000000000000000....
Akibit
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@akibit said:
Ciao a tutti,
innanzitutto volevo chiedere scusa per aver aperto un altro topic sullo stesso argomento... perdono
e colgo l'occasione per chiedervi gentilmente un aiuto sulla domanda da me posta è davvero importante!!!
Grazie 100000000000000000000000....
AkibitTranquillo, sei ancora tutto intero, visto?
Comunque, se non sbaglio, la risposta di fabioalessandro era rivolta a te; nel senso che un libero professionista (avvocato, commercialista, architetto, medico, ecc) è legato ai clienti mediante incarichi fiduciari e "**si basa sill'intuitus personae cioè sulla qualità personali del professionista più che sull'organizzazione e sulla struttura dello studio" **. Oltre a dire che tutti gli atti ufficiali (e non) devono essere sottoscritti con nome e cognome (come anche ha detto il mitico Paolo). Immagino quindi che gli atti di avvocato, seppur avendo una ditta alle spalle, debbano seguire queste regole....
ciao
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<<un libero professionista oltre alla sua professione (es. avvocato) svolge anche un'altra attività (es. realizzazione siti internet), se viene aperta prima la partita Iva per i siti internet quindi ditta individuale utilizzando un nome di fantasia XY di Pinco Pallino e poi viene aggiunta l'attività di avvocato che poi diventarà quella principale, continua ad avere il nome di fantasia per entrambi, o sbaglio? >>
Ciao,
Secondo me il problema qui non è tanto la denominazione, quanto la possibile incompatibilità fra l'essere libero professionista e imprenditore di ditta individuale.
Per certe categorie di liberi professionisti la legge esclude la possibilità di esercitarle come "imprenditore" (neanchè di ditta individuale).
Quindi per determinate categorie la coesistenza sotto lo stesso nome di fantasia dell'"imprenditore" ed il "professionista", se si riferiscono alla stessa persona non è possibile.
Forse sbaglio.
Comunque l'idea iniziale del topic non è la compatibilità in termini legali di due categorie professionali (imprenditore+professionista) ma la possibilità che un libero professionista o più liberi professionisti (nota, nessun imprenditore) possano utilizzare un nome di fantasia nello svolgimento della professione.Se la risposta è si, allora il problema per te non esiste, in quanto è un mero nome di fantasia. Uno potrebbe avere una macelleria di nome "prisma" e chiamare anche "prisma" la sua attività di libero professionista disegnatore, ferma restando la normativa sulla tutela dei marchi nei casi tu abbia fatto una registrazione in tal senso.
A presto!
**
Fedra
**
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sicura,mente l'iscrizione a determinati albi esclude altra attività imprenditore
sono sicuro che per commercialista avvocato e medico non è possibile esercitare altra attività
pena esclusione dall'albo
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infatti, cara fedra, il discorso è proprio questo...
Un punto penso che sia abbastanza chiaro... e particolarmente per le cosiddette attività protette, dove ci sono, oltre a regole fiscali, anche delle regole deontologiche di categoria; cioè quello che va "offerto" al proprio cliente il proprio nome e cognome con timbro professionale col numero di matricola; il punto da discutere (vedi i siti web ad esempio o i biglietti da visita) è se questa cosa va presa alla lettera, oppure è possibile inserire qualche personalizzazione con un logo (o immagine, senza aver la presunzione di definirla logo) a fianco del nome, oppure inserire una cosa tipo ("Studio Superingegneria" dell'ing. Pinco Pallino oppure "Studio Medicalsanitaria del Dott. Tal de' Tali), oppure se anche queste cose non sono concesse....
Ciao
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Ciao,
so per certo che queste 2 attività non sono incompatibili (richiesto esplicito consenso all'ordine...)
A questo punto cosa succede???x:x
Ciao e grazie
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Provo a fare un ragionamento?
<<Cosa succede a questo punto?>>
A questo punto succede esattamente lo stesso che accade quando una macelleria ha lo stesso nome del barbiere a fianco:
Potenzialmente nulla.
A meno che il barbiere e il macellaio siano acerrimi nemici e si contendano la tutela dello stesso marchio. Per esempio "La vita è bella" Macelleria da Roberto e "La vita è bella" del barbiere Antonello (non già "Garibaldi" se sei in Via Garibaldi perchè dubito troverebbe accoglimento).
Ma se la macelleria "La vita è bella" e il negozio del barbiere "la vita è bella" sono in mano a Antonello, a meno che lui non abbia personalità multiple, non vedo il problema.
Allora?tu hai due partite IVA, due registrazioni separate, 2 contabilità, gestione INPS a seconda di quello che ti dicono al INPS per l?aliquota contribuitiva, paghi l?IRPEF, ecc. Poi il tutto confluisce nel tuo Unico perché sono sempre redditi tuoi e vieni tassato.
Salvo un po' di confusione se per ventura sbagli a trasmettere una fattura che corrisponde ad una delle attività, alla contabilità di un'altra attività (nel cui caso sei ovviamente ritenuto responsabile nelle sedi del caso) non ne vedo perché al fisco dovrebbe interessarle la denominazione o ?nome fantasia?.
Secondo me, se eviti qualsiasi promiscuità fra le contabilità per evitare errori visto che immagino hai lo stesso indirizzo e logo, metti ben in evidenza la diversità delle partite IVA sui vari documenti, e ricordi di inserire tutti i tuoi dati personali nelle fatture come professionista non vedo quale è il problema.
I tuoi clienti però devono essere tutelati da qualsiasi confusione possa nascere dal fatto che usi gli stessi "loghi" (non stiamo parlando di segni distintivi, perchè come detto, non ho ancora l?assoluta certezza che il libero professionista possa "fregiarsi" di un logo, per esempio).
Del tipo: un tuo fornitore come webmaster cerca in internet la tua partita IVA, trova quella d?avvocato (mettiamo il caso) e la scrive erroneamente nella sua fattura di fornitura dominio, diciamo. A questo punto, se non hai una contabile sveglia, che avverte tempestivamente il fornitore che ha sbagliato partita IVA e chiede la cortesia di cambiarla, magari la fattura finisce nell?altra contabilità e viene quindi vincolata ad obblighi fiscali diversi (pensa per esempio alla differenza fra IVA e ritenuta d?acconto).
Devi cercare una normativa specifica che tuteli i tuoi clienti e fornitori contro questo tipo di problematiche. In questi casi, penso si applicano le norme su tutela del marchio, tutela consumatori, ecc.
Non esiste una normativa che indichi che a livello fiscale i dati devono essere acquisiti in modo certo prima di procedere a rilasciare un documento con valenza fiscale, per il semplice motivo che la legge ti dice solo "quali" dati devono comparire in ogni documento: la corretta trascrizione è un obbligo.
Gli errori per quanto non previsto dalla legge (ravvedimenti, ecc.) danno luogo ad una contraversia, quindi quello che tu cerchi è una situazione legislativa certa che ti protegga dalle contraversie (i soci di una coop, per esempio possono essere liberi professionisti e ciò è specificamente previsto dalla normativa).
Per me si tratta fondamentalmente di un problema legale e non fiscale, credo che per il fisco non ci siano particolari problemi se le due contabilità sono a posto e tutti gli adempimenti rispettati.
Ti consiglio di postare il quesito alla sezione "legale" di questo forum, forse lì hai più fortuna. Prova con il topic ?segni distintivi?.
Anche io mi trasferisco qui a fianco per interrogare i nostri integerrimi moderatori della sezione legale.
Ciaoooo, a presto.
Fedra
Ps: psssttt?Paolo, ho inviato un email prive alla GT per chiedere un angolino per il Quality, forse ho sbagliato email? Di preciso dove si scrive per offrirsi volontari per creare una sezione qui al GT? Grazie infinite!!Fedra
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Comunque ha ragione Lorenzo, la via più rapida da seguire è di chiedere questo al tuo ordine professionale, visto che ce l'hai, io non ce l'ho, quindi devo cercare le risposte da me.
Se quello della tua regione non riesce a darti una risposta precisa prova a chiedere a quelli delle altre regioni e alle rappresentanze nazionali del tuo ordine, in questo modo dovresti ottenere una serie di risposte che ti indirizzino verso le fonti normative del caso.
Auguri!
Fedra
ps: poi ci fai sapere cosa ti hanno detto?forse serve anche ai professionisti senza ordine come me.