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- Poi dicono che i libri non ti cambiano...
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@Giorgiotave said:
Miii
alla seconda, ottimo must
eh beh, gioco in casa
E questo cos'è?
deduco sia per il pepe
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Sarò insensibile ma secondo me non sono il massimo, anzi sono un po' bruttini... vedere una tazza da te con appiccicato un fantasmino mi farebbe venire l'angoscia.
L'angoscia è pur sempre un'emozione.Questa caffettiera del masochista è tutt'altro che gradevole all'uso, ma un'emozione il suo design la trasmette eccome
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@Andre@ said:
Questa caffettiera del masochista è tutt'altro che gradevole all'uso, ma un'emozione il suo design la trasmette eccome
si, ma a patto che si possa considerare emozione l'idiozia
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Il design che suscita un livello viscerale riguarda l’impatto iniziale di un prodotto, l’apparenza, il tatto, le sensazioni che produce, il beneficio emotivo; qualcosa che ci fa dire "bello, lo voglio" prima ancora di sapere cos'è.
Saper comprendere e quindi trasmettere questo nei nostri utenti non sarebbe male.
Il livello riflessivo riguarda l’utilizzo, ci fa ragionare sull'uso di un prodotto, se è facente e funzionale ai nostri bisogni e solo se comprendiamo questo possiamo passare all'acquisto.
Il livello comportamentale ci porta ad acquistare status symbol, oggetti sui quali proiettare la nostra immagine, o quella che vorremmo che gli altri vedessero, come orologi o auto di lusso.
Considerare gli aspetti emotivi generati da un prodoto un'idiozia mi sembrerebbe riduttivo.
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Oki Basta, Andrea sprizza gioia da tutti i caratteri della tastiera, ha capito perchè ne avevamo parlato e gli promisi di postarli separati
Eccovi la storia:
Eravamo andati nel lungomare di Aonang per comprare un oggetto da ricordo per mia Mamma.
Dopo averlo fatto, Andrea mi guarda e ride e dice: "Guarda La":
Io: Naaaaaaaaaaaa, sono bellisimi, ora me li compro.
Io: Comprati, ma a che servono?
Andrea: Servono per il Sale ed il Pepe.
Io: A ecco, li metterò comunque negli oggetti ricordo.
Andrea: Ma immaginati Norman che direbbe ora in questo momento! Apri un 3d in webmarketing, però le foto le devi postare un pochino per volta, come la storia del colino da te..
Giorgio: Scriviamo a Norman e inviamogli le foto...
Emotional Design, Donald A. Norman Pagina 106:
Il colino da tè, il "Tè ò".
Il giorno in cui l'acquistai, mi recai a pranzo con Keiichi Sato, professore di design presso l?istituto di Design dell'Illinois Institute of Technology a Chicago. La prima reazione di Sato fu scettica. "Si", disse. "è piacevole e carino, ma a quale scopo?". Quando però collacai il colino su una tazza, gli si illuminarono gli occhi e scoppiò a ridere[...]
"Se conti di parlarne nel tuo libro," Sato mi mise sull'avviso, "accertati di avere su una pagina la figura del colino da solo, facendo in modo che il lettore debba voltare pagina per vederlo sulla tazza da tè. Se non farai così la sorpresa - e il divertimento - non saranno altrettanto efficaci".
Non c'è niente da aggiungere, per ora
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pero' a me il livello viscerale non fa dire "lo voglio", si limita ad incuriosirmi. attira sicuramente attenzione, ma non fa "partire in quarta". poi passo al livello riflessivo, e una teiera che ti rovescia il the' in mano genera risata, non acquisto
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Certo Must, mica vogliono venderti la teiera.
Volevano solo parlare del beneficio emotivo e di come i fantasmini abbracciati di Giorgio senz'altro sanno suscitare.
Poi magari ci versi pure il sale ed il pepe
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Ma a sto punto la cosa importante non è lo scopo dell'oggetto (salino o portapepe) ma solo la sensazione che suscitano?
Allora anche se facevo due lavatrici a forma di persona abbracciate avevate sta sensazione... E poi le bamboline di porcellana, i disegni e molto altro non sono mica stati inventati per hobby... Se una cosa si chiama salino deve essere un salino e funzionale per svolgere questo compito
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Giuste riflessioni caro HaccaH.
Credo tu abbia più di un motivo di leggerti il Norman suggerito da Giorgio: Emotional design.
Dopo ti apparirà tutto piu chiaro, che non significa che tu debba condividerlo, ma solo comprenderlo
Ovviamente non stiamo dicendo che la teiera masochista sia una furbata, così come i vari giochini e fantasmini, ma solo che comprendere il concetto di beneficio emotivo, del cosa spesso ci fa scegliere ed acquistare un prodotto tra due simili, ci può aiutare* anche *a fare siti più accattivanti, a presentarci meglio.
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Non ho dubbi sul fatto che un sito debba essere accattivante e debba saper interessare l'utente, ma sul fatto che debba saper suscitare emozioni andrei piano...
Un sito deve saper suscitare sicurezza e simpatia, allegria e competenza, magari anche tenerezza, ma non pietà o compassione, idiozia o schizzofrenia!!!
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Un sito deve saper suscitare sicurezza e simpatia, allegria e competenza, magari anche tenerezza, ma non pietà o compassione, idiozia o schizzofrenia!!!
Certo.
Il punto è conoscere e quindi sapere come suscitare, o non suscitare queste emozioni.
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In teoria ci vorrebbe un sito per ogni internet-nauta.
Non si può fare.
Quindi si fa un sito per la gran parte dei navigatori e ritagliato sulle loro previste e prevedibili emozioni.
Poi eventualmente se ne fa un altro per la più grande minoranza e così via.
Perciò non contano le emozioni individuali ma quelle spontanee collettive.
Questo per ricordare che l'emozione che suscita a te singolo mentre l'analizzi conta poco e niente.
E qui sta la difficoltà del tutto...
Questa è l'opinione emotiva che mi suscita il thread.
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... Poi eventualmente se ne fa un altro per la più grande minoranza e così via.
Delle landing page?
Ciao Seven
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Sì, però io parlavo genericamente, le landing pages sono molto specifiche e di importanza più interna a un sito, se capisci cosa intendo.
Ciao Andre@!
PS(OT): ma la chiocciolina finale che tu hai consistentemente scelto di adottare, che emozioni sucita e quali dovrebbe suscitare? Apriamo un thread e ti rendiamo famoso?
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eheh...
comunque riguardo alle emozioni, esistono delle situazioni o degli oggetti, nonchè delle espressioni che per la collettività sono abbinate ad una sensazione. Mi spiego: l'immagine di due bambini che si abbracciano difficilmente genererà un sentimento di odio.
Credo che quello che si cerca di dire è che la pagina deve dare emozioni collettive si, ma riguardo a quello di cui si parla. Un sito di bambini deve generare sicurezza e allegria, mentre un sito di motori deve generare competenza (penso che a nessuno freghi se il suo meccanico sia allegro o no... credo che interessi di più la competenza)
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@Mamilu said:
Volevano solo parlare del beneficio emotivo e di come i fantasmini abbracciati di Giorgio senz'altro sanno suscitare.
Poi magari ci versi pure il sale ed il pepe
Appunto.. in questo caso non importa l'utilità ... ma il fatto che quegli oggettini ti suscitino tenerezza, ti potrebbe spingere, come ha fatto Giorgio, a comprarli per regalarli a qualcuno... quello stesso qualcuno magari li sostituisce con i recipienti classici (anonimi) che aveva già in casa.
Qui nn si regala l'utilità , o perlomeno non solo quella che viene a passare in secondo piano. Qui Giorgio ha regalato un messaggio, un abbraccio di tenerezza, un pensiero.
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@Calogero Dimino said:
Qui Giorgio ha regalato un messaggio, un abbraccio di tenerezza, un pensiero.
La cosa "bella", tra virgolette ed in corsivo, è che il beneficio emotivo non fa parte di qualcosa che riusciamo a controllare, altrimenti finirebbe di essere tale.
Fa parte del nostro inconscio, non sappiamo bene perchè stiamo comprando un determinato oggetto.
Questo lo sa chi fa marketing. Molti al sentirsi dire queste cose diranno:"Io so sempre quello che compro e non mi faccio condizionare".
Bene, quelli che la pensano in questo modo sono già condizionati
Molti di noi compriamo la pasta Barilla giusto?
Ma quanti di noi hanno provato altre paste per il gusto di vedere come sono?Dove c'è Barilla c'è casa.
Chicco dove c'è un Bambino
Giochi Preziosi (Doppio senso)
Quanti messaggi al giorno riceve il nostro pensiero e sono li pronti ad uscire al momento di una decisione?
Perchè io ho detto: Sono Bellissimi?
Perchè molte case automobilistiche stanno lanciando segnali per posizionarsi nella mente delle persone come: "la più sicura", "la più elegante", "la più sportiva".
Certe emozioni ci sono eccome, è difficile riconoscerle
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@Giorgiotave said:
@Calogero Dimino said:
Qui Giorgio ha regalato un messaggio, un abbraccio di tenerezza, un pensiero.La cosa "bella", tra virgolette ed in corsivo, è che il beneficio emotivo non fa parte di qualcosa che riusciamo a controllare, altrimenti finirebbe di essere tale.
L'utente un pò meno... ma chi fa marketing dovrebbe prevedere quale possibile reazione scatenare... altrimenti che ci sta a fare?
Cmq Giorgio, emozionare è importante... ma bisogna capire cosa si intende!
- emozionare non è l'unica via d'uscita. Importante è la sfera razionale, e quella che punta all'impulso, all'azione, bruciando sia la sfera emozionale che quella razionale. Potrebbe essere il call to action.
2)In realtà interviene sempre un mix... e dosi e combinazioni sono infinite.
- Quali emozioni e come le scateniamo. Ci sono parecchi autori che descrivono emozioni, mimica, comunicazione non verbale etc...
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Sante Parole, direbbe Kit Carson!
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Di questi tempi poi conta sempre il prezzo!
(entro certi limiti, è molto prioritaria rispetto all'emozione, non per demolire un mito, ma per completezza)
Ma anche il prezzo determina un'emozione, quindi in questo senso ampio, il ragionamento regge!