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- REGIME AGEVOLATO NUOVE INIZIATIVE (art. 13 L. 388/00)
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@uaina said:
Ciao, scusa se ti contraddico, ma il mio tutor mi ha detto che non siamo soggetti agli studi di settore nè il primo, nè l'ultimo anno, ma solo il secondo anno.
Sarà allora s' che se non si è congrui si può essere soggetti ad accertamento , che mi ha spiegato essere casuale. Comunque sanno anche che è molto difficile essere congrui per un "vizio di applicazione " diciamo così, e ho sentito che probabilmente ci saranno dei cambiamenti.
Ciao Uaina
Questo è vero se alla fine dei tre anni chiudi la partita iva...
se tu prosegui, sarai sempre soggetta agli studi di settore, fino all'anno (escluso) di termine dell'attività.
Per quanto riguarda gli accertamenti, saranno anche casuali, però esiste la possibilità di subirli. Non credere che la finanza sia tenera con i contribuenti accertati e che faccia sconti per vizi di applicazione.
Spero con te che nel futuro ci siano cambiamenti in meglio, ma purtroppo ora la situazione è questa.
Ciao
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@lorenzo-74 said:
Ciao Uaina
Questo è vero se alla fine dei tre anni chiudi la partita iva...
se tu prosegui, sarai sempre soggetta agli studi di settore, fino all'anno (escluso) di termine dell'attività.
Per quanto riguarda gli accertamenti, saranno anche casuali, però esiste la possibilità di subirli. Non credere che la finanza sia tenera con i contribuenti accertati e che faccia sconti per vizi di applicazione.
Spero con te che nel futuro ci siano cambiamenti in meglio, ma purtroppo ora la situazione è questa.
CiaoCiao Lorenzo, io ti riporto ciò che il mio tutor mi ha detto, ossia che per i 3 anni di RFA, si è soggetti agli studi di settore solo il secondo anno, ovvio poi che se proseguo con la PIVA, il 4 anno,che sarà per me il primo senza RFA , sarò certo soggetta agli studi di settore. Comunque gli chiederò nuovamente questa informazione per maggior sicurezza..
Poi certo che la possibilità di subirli esiste, intendevo dire solo che io pensavo ci fosse un criterio tra i vari contribuenti che non risultano essere congrui, invece lui mi ha spiegato che c'è tutto un procedimento di "sorteggio", in modo da non facilitare ne penalizzare nessuno..
SO benissimo poi che la finanza non è tenera, anzi..
io cmq sono tranquilla in questo senso, considero solo che nel mio caso è praticamente impossibile essere congrua, (come spiegano anche i miei colleghi), ma sono serenissima..speriamo davvero qualcosa cambi, soprattuo per altri che a differenza di me, hanno più difficoltà a dimostrare che la non congruità dipende da un metodo sbagliato e non da un'intenzionale evasione (es. mia migliore amica ha un lavasecco ed è davvero un casino..)
Grazie
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@uaina said:
Ciao Lorenzo, io ti riporto ciò che il mio tutor mi ha detto, ossia che per i 3 anni di RFA, si è soggetti agli studi di settore solo il secondo anno, ovvio poi che se proseguo con la PIVA, il 4 anno,che sarà per me il primo senza RFA , sarò certo soggetta agli studi di settore. Comunque gli chiederò nuovamente questa informazione per maggior sicurezza..
Poi certo che la possibilità di subirli esiste, intendevo dire solo che io pensavo ci fosse un criterio tra i vari contribuenti che non risultano essere congrui, invece lui mi ha spiegato che c'è tutto un procedimento di "sorteggio", in modo da non facilitare ne penalizzare nessuno..
SO benissimo poi che la finanza non è tenera, anzi..
io cmq sono tranquilla in questo senso, considero solo che nel mio caso è praticamente impossibile essere congrua, (come spiegano anche i miei colleghi), ma sono serenissima..speriamo davvero qualcosa cambi, soprattuo per altri che a differenza di me, hanno più difficoltà a dimostrare che la non congruità dipende da un metodo sbagliato e non da un'intenzionale evasione (es. mia migliore amica ha un lavasecco ed è davvero un casino..)
Grazie
Per quanto riguarda gli studi di settore non ha alcuna importanza il tipo di regime scelto; quindi essendo esclusi il primo e l'ultimo anno, se hai 40 anni di attività ne sarai soggetta dal 2° al 39°. OK?
Per quanto riguarda la congruita e la coerenza difficili da raggiungere (e non parliamo con i nuovi indicatori di normalità economica) è un problema che riguarda moltissimi contribuenti ; per ora c'è ben poco da fare...
Ciao
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@lorenzo-74 said:
Per quanto riguarda gli studi di settore non ha alcuna importanza il tipo di regime scelto; quindi essendo esclusi il primo e l'ultimo anno, se hai 40 anni di attività ne sarai soggetta dal 2° al 39°. OK?
Ah grazie, allora il tutor non lo sa, o pensa che finito l'agevolato io smetto di lavorare :D:D
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STUDI DI SETTORE E REGIME FISCALE AGEVOLATO
Circolare del 17/07/2003 n. 39
- Nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo
L'art. 13 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, le cui disposizioni
attuative sono state previste dal provvedimento dirigenziale del 14 marzo
2001, introduce un particolare regime fiscale agevolato per le nuove
iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo.
Per coloro i quali, in possesso dei relativi requisiti richiesti dalla
norma, scelgono di avvalersi di tale agevolazione, e' dovuta un'imposta
sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche nella misura del
10 per cento applicata sul reddito di lavoro autonomo o d'impresa,
determinato rispettivamente ai sensi degli articoli 50 e 79 del Testo unico
delle imposte dirette, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.
Tale regime agevolativo e' caratterizzato, oltre che dall'applicazione
dell'imposta sostitutiva dell'IRPEF, da una radicale semplificazione degli
obblighi contabili.
Considerato che l'agevolazione riguarda l'applicazione al reddito,
determinato ai sensi dell'art. 50 e 79 del T.U.I.R., di una imposta
sostitutiva e delle relative semplificazioni in termini di obblighi fiscali,
tali contribuenti sono assoggettati agli studi di settore in quanto
l'esclusione riguarda la sola ipotesi di determinazione forfetaria del
reddito.
In sostanza, considerato che tale regime e' entrato in vigore per la
prima volta nel corso del 2001, detti contribuenti, per tale anno,
trattandosi dell'anno di inizio di attivita', sono esclusi dall'applicazione
degli studi di settore. Pertanto, per i soggetti, che hanno iniziato
l'attivita' nel corso del 2001, l'applicazione degli studi di settore
decorre dal periodo d'imposta 2002. - Effetti delle sanatorie di cui alla legge n. 289 del 27 dicembre 2002.
9.1 Regolarizzazione delle scritture contabili.
L'art. 14 della legge n. 289 del 2002 ha previsto la possibilita' di
procedere, relativamente ai redditi d'impresa posseduti, per i soggetti che
si avvalgono delle disposizioni di cui all'articolo 8 o 9 della medesima
legge, alla regolarizzazione delle scritture contabili con riferimento ai
nuovi elementi attivi e passivi, alle variazioni di elementi attivi e
passivi ovvero alla eliminazione delle attivita' o delle passivita'
fittizie, inesistenti o indicate per valori superiori a quelli effettivi.
Al riguardo, si precisa che, per coloro i quali si sono avvalsi della
predetta disposizione, le informazioni da indicare nel modello relativo ai
dati da comunicare ai fini dell'applicazione degli studi di settore, devono
tener conto delle predette regolarizzazioni, che hanno avuto riflessi anche
per il periodo d'imposta 2002, indipendentemente dagli effetti fiscali
previsti dalla norma.
E c'è di più:
Circolare del 18/06/2001 n. 57
8.3 Regime fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di
lavoro autonomo
D.
Posto che, con riferimento ai soggetti che decidono di avvalersi delle
disposizioni cui all'articolo 13 della legge n. 388 del 2000 possono
rendersi applicabili, nei periodi successivi al primo, le disposizioni in
materia di studi di settore, il risultato di Gerico superiore ai limiti di
ricavi e compensi fissati dal predetto articolo 13 ai fini del mantenimento
del regime agevolato costituisce causa di decadenza?
R.
Ai soggetti che si avvalgono della disposizione agevolativa di cui all'art.
13 della legge finanziaria per l'anno 2001, ai fini accertativi si applicano
regolarmente le disposizioni in materia di studi di settore (GERICO).
Pertanto, nel caso in cui nei periodi d'imposta successivi al primo il
risultato degli studi di settore sia superiore ai limiti dei ricavi e dei
corrispettivi fissati dall'art. 13 della legge finanziaria per l'anno 2001,
si decade dall'agevolazione in commento.
- Nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo
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Ciao a tutti, ho alcuni dubbi che mi assalgono.
Comincio con calma...
Febbraio 2007 apertura partita iva con regime agevolato, sono una libera professionista (insegnante di danza) e su consiglio di un amico ho aperto servizi vari.
Premetto che non arriva nemmeno a 5000,00 ? l'anno.
1° dubbio: è stato corretto aprire con RFA?Al momento dell'apertura nessuno mi ha detto che dovevo aprire la gestione separata INPS per cui non ho aperto un bel niente, è possibile che dato che non appartengo a nessuna categoria sia esente INPS ( scusate se ho detto una cavolata!!:imb: )
Inoltre io per quanto ne sapevo i costi che avrei dovuto sostenere erano:
Marzo 2008 iva al 20%
Giugno 2008 irpef al 10% e stop.
Possibile che il tutor si sia dimenticato di dirmi le altre tasse?? :bho:Altra cosa, svolgo ogni tanto dei lavoretti extra che non c'entrano nulla con l'insegnamento (tipo volantinaggio) devo fare fattura anche a loro? Questi altrimenti mi farebbero la RA.
Ultimo quesito e poi vi lascio.
Vivo a casa con i miei e sono iscritta all'università, c'è per caso un modo per cui, in questo caos di tasse e sovratasse io riesca a non pagare quelle universitarie visto che sono a tutti gli effetti una lavoratrice con un fatturato al di sotto dei 5000,00 ? annui???
Grazie e perdonatemi ma sono ancora tanto confusa!!:x
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Buongiorno.
Che l'apertura del Regime Fiscale Agevolato ti sia di buon auspicio per il futuro.
Cominciamo dalla fine.
Tutte le Università, per il pagamento delle tasse, fanno ormai riferimento ad indicatori specifici ISEE ISEU ICP IPT, che coinvolgono nella loro determinazione gli ammontari complessi sia dei redditi che dei patrimoni dei componenti il nucleo familiare dello studente. Per cui la vedo dura.... :bho:
Torniamo all'inizio.
RFA si o no? Spero in prospettiva per te di sì.
- Hai l'obbligo di iscrizione ad una gestione previdenziale pur avendo scelto RFA*. Perché dico ad una gestione previdenziale? Perché la danza se non erro è anche una disciplina sportiva e potresti nel caso essere soggetta ad iscrizione ENPALS e non Gestione Separata INPS.
Inoltre qualora la tua attività (e qui dovrai cambiare il codice attività) può essere considerata scuola sportiva che effettua un corso, educativo o didattico, in discipline sportive riconosciuto dalla rispettiva Federazione sportiva (Ris. Min. 24 giugno 2002 n. 205/E) sei esente dall'assoggettamento ad IVA delle tue prestazioni (art. 10 n. 20 DPR 633/72).
Buona giornata
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Ciao Federoma e Benvenuta nel Forum GT
Ti rispondo per punti
Febbraio 2007 apertura partita iva con regime agevolato, sono una libera professionista (insegnante di danza) e su consiglio di un amico ho aperto servizi vari.
Premetto che non arriva nemmeno a 5000,00 ? l'anno.
1° dubbio: è stato corretto aprire con RFA?Si e no. Col regime agevolato devi pagare il 10% del reddito (compensi meno spese); col regime "normale" invece il 23% su un reddito decurtato di 4800 euro come detrazione fissa per lavoratore autonomo. Quindi da questo punto di vista non ti è convenuto. E' pur vero che col R.A. non hai spese per il commercialista e molte meno preoccupazioni...
Al momento dell'apertura nessuno mi ha detto che dovevo aprire la gestione separata INPS per cui non ho aperto un bel niente, è possibile che dato che non appartengo a nessuna categoria sia esente INPS ( scusate se ho detto una cavolata!!:imb: )
Molto strana la cosa; secondo me avresti dovuto iscriverti alla gestione separata o comunque ad altra cassaInoltre io per quanto ne sapevo i costi che avrei dovuto sostenere erano:
Marzo 2008 iva al 20%
Giugno 2008 irpef al 10% e stop.
C'è l'irap che si paga a giugno (saldo) e novembre (acconto)Altra cosa, svolgo ogni tanto dei lavoretti extra che non c'entrano nulla con l'insegnamento (tipo volantinaggio) devo fare fattura anche a loro? Questi altrimenti mi farebbero la RA.
Non con quel codice attività, devi fare l'estensione... oppure con collaborazione occasionaleVivo a casa con i miei e sono iscritta all'università, c'è per caso un modo per cui, in questo caos di tasse e sovratasse io riesca a non pagare quelle universitarie visto che sono a tutti gli effetti una lavoratrice con un fatturato al di sotto dei 5000,00 ? annui???
**Dipende se ci sono disposizioni in merito della tua università per studenti lavoratoriCiao
**
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Grazie 1000. Sono ancora molto confusa se ho ancora dubbi mi rifaccio sentire.
Fede;)
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Di nuovo qui!
Ditemi se sbaglio:
Percepisco un mensile di circa 500? al mese tutto compreso! I miei amici mi dicono che il mio datore di lavoro ( che conosco da una vita e reputavo una persona cara) dovrebbe quantomeno darmi 500 più IVA, é corretto? In più il 4% dell'INPS e il 10% IRPEF...sto dicendo caxxate??
Quello che voglio dirvi è che prima di aprirmi la partita iva prendevo comunque 500 al mese su cui mi vaniva fatta ritenuta d'acconto.
Fatemi capire se posso far valere o meno questi miei diritti altrimenti per quanto mi rigurda vado a chiudere al volo la mia partita iva.
Grazie ancora
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@federoma said:
Di nuovo qui!
Ditemi se sbaglio:
Percepisco un mensile di circa 500? al mese tutto compreso! I miei amici mi dicono che il mio datore di lavoro ( che conosco da una vita e reputavo una persona cara) dovrebbe quantomeno darmi 500 più IVA, é corretto? In più il 4% dell'INPS e il 10% IRPEF...sto dicendo caxxate??
Quello che voglio dirvi è che prima di aprirmi la partita iva prendevo comunque 500 al mese su cui mi vaniva fatta ritenuta d'acconto.
Fatemi capire se posso far valere o meno questi miei diritti altrimenti per quanto mi rigurda vado a chiudere al volo la mia partita iva.
Grazie ancoraCiao federoma
Beh... naturalmente il tutto è subordinato alla libera contrattazione.
Detto questo, se prima avevi una collaborazione occasionale di 500 euro (o da quanto ho capito (500-100=400) per lo meno avrebbe dovuto, col passaggio alla partita iva, come giustamente tu dici, 500+4%prev+iva 20%; in questa maniera, dovresti stare più meno alla pari.ps: naturalmente per tali cifre il regime agevolato non ti è molto conveniente!
Ciao
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Salve, da poco più di un anno sono iscritto al regime di RFA. Visto che prossimamente inizierò a lavorare anche in "trasferta" (alcuni giorni in altre regioni), volevo avere delle deluzidazioni in merito alla deducibilità dei costi di albergo e ristorazione.
Se stò via 4 giorni, posso dedurre le spese di vitto e alloggio? In che %? Da quanto ho potuto leggere, mi pare che ciò sia possibile ma fino ad un massimo del 2% del reddito! Ma se io partecipo ad un progetto e guadagno diciamo 6500 euro, il 2% corrisponde ad appena 130 euro, che basta solo per una notte! Possibile? Grazie e saluti
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Ciao Singlemalt e Benvenuto nel Forum GT
deduco che sei un libero professionista.
Anche se è possibile dedursi solo il 2% delle spese alberghiere e di ristoranti e l'1% di quelle di rappresentanza, nulla ti vieta, senza scaricarle, di addebitarle al committente come spese; questo è espressamente previsto negli onorari...
*
un esempio indicativo (architetti)- *Salvo contrarie pattuizioni, il committente deve rimborsare al professionista le seguenti spese:**a) le spese vive di viaggio, di vitto, di alloggio per il tempo passato fuori ufficio da lui e dal suo personale di aiuto, e le spese accessorie;**b) le spese per il personale di aiuto o per qualsiasi altro sussidio od opera necessaria all'esecuzione di lavori fuori ufficio;**c) le spese di bollo, di registro, i diritti di uffici pubblici o privati, le spese postali, telegrafiche e telefoniche;**d) le spese di scritturazione, di traduzione di relazioni o di diciture in lingue estere su disegni, di cancelleria, di riproduzione di disegni eccedente la prima copia;**e) i diritti di autenticazione delle copie di relazioni o disegni. Le spese di viaggio su ferrovie, tramvie, piroscafi, ecc. vengono rimborsate sulla base della tariffa di prima classe per il professionista incaricato ed i suoi sostituti e della classe immediatamente inferiore per il personale subalterno di aiuto. Le spese di percorrenza su strade ordinarie tanto se con vetture o automezzi propri, quanto con mezzi noleggiati, sono rimborsate secondo le ordinarie tariffe chilometriche
Ciao
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Il limite del 2% vale per i professionisti in genere.
Per i professionisti è invece possibile dedurre integralmente le spese di vitto ed alloggio relativi a corsi di aggiornamento professionali.
Nel caso di redditi di impresa i costi di vitto ed alloggio possono essere dedotti secondo inerenza e nella loro interezza (es. elettricista di Mestre che per motivi di lavoro deve soggiornare 3 giorni a MI per montare un impianto particolare).In questo caso potendo dimostrare di essere stato a MI per motivi di lavoro i costi di vitto ed alloggio non ha problemi a recuperarli.
Io consiglio sempre ai miei clienti di farsi fare fattura e non semplice ricevuta fiscale.
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Grazie della risposta. Si, scusa avevo omesso che sono un libero professionista. Certo, le spese le faccio pagare al committente, ma in tal modo comunque appaiono come reddito e ci devo pagare le tasse, visto che poi non posso detrarle! Mi sembra un poco assurdo ... C'è qualche alternativa?
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Certo che posso dimostrare che le spese sono state sostenute per una particolare trasferta legata ad un progetto. Però ciò è previsto dalla legge oppure è un qualcosa che si fa comunque?
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@singlemalt said:
Grazie della risposta. Si, scusa avevo omesso che sono un libero professionista. Certo, le spese le faccio pagare al committente, ma in tal modo comunque appaiono come reddito e ci devo pagare le tasse, visto che poi non posso detrarle! Mi sembra un poco assurdo ... C'è qualche alternativa?
E' vero purtroppo che le spese (tranne quelle sostenute in nome e per conto del cliente) ti fanno reddito . Che dirti. una scappatoia (è brutto dirlo) è l'aumento dei compensi per le proprie prestazioni (ormai non esistono più tariffe grazie a bersani) in caso di trasferta. E' normalissimo. Prendere un professionista della zona costa sicuramente meno rispetto che a prenderlo fuori.
Come dimostrare l'inerenza delle spese?
Semplice... se hai fatturato una prestazione il giorno tale a roccacannuccia e hai una fattura di hotel di roccacannuccia più inerenza di così ;).
Ciao
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ciao a tutti
sposto la mia domanda in questa discussione.. penso sia la piu appropriata (grazie lorenzo 74)ho la partita iva agevolata e vorrei sapere se esiste un tetto minimo al di sotto del quale si potrebbe risultare evasori, dal momento che x il fisco è improponibile che avendo p.IVA si abbia un volume di affari basso.. ma è vero???
il mio problema è che vorrei mantenere il contratto di collaborazione che ho adesso e allo stesso tempo svolgere la mia attivita come professionista (sono un grafico). ma se a fine anno fatturo poco con P.IVA, rischio di pagare tasse sproporzionate o multe??grazie mille a tutti!!
ciao
Andrea
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@j-andrea said:
ciao a tutti
sposto la mia domanda in questa discussione.. penso sia la piu appropriata (grazie lorenzo 74)ho la partita iva agevolata e vorrei sapere se esiste un tetto minimo al di sotto del quale si potrebbe risultare evasori, dal momento che x il fisco è improponibile che avendo p.IVA si abbia un volume di affari basso.. ma è vero???
il mio problema è che vorrei mantenere il contratto di collaborazione che ho adesso e allo stesso tempo svolgere la mia attivita come professionista (sono un grafico). ma se a fine anno fatturo poco con P.IVA, rischio di pagare tasse sproporzionate o multe??grazie mille a tutti!!
ciao
AndreaCiao andrea.
Grazie per aver raccolto il mio invito
Purtroppo quello che dici è più o meno veritiero, in quanto con gli studi di settore, se tu non raggiungi i ricavi che il fisco si aspetta, ti viene richiesto l'adeguamento, con conseguente maggior carico di tasse. E' pur vero che esiste l'opzione di non adeguarsi, e in tal caso potresti essere soggetto ad accertamenti e quindi a doverne dimostrare le ragioni. Se hai appena aperto al partita iva avrai il primo anno "di rodaggio" sul quale non è richiesto lo studio di settore.
in bocca al lupo.
Ciao
Ciao
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[quote=lorenzo-74;354585]Ciao andrea.
Grazie per aver raccolto il mio invito
Purtroppo quello che dici è più o meno veritiero, in quanto con gli studi di settore, se tu non raggiungi i ricavi che il fisco si aspetta, ti viene richiesto l'adeguamento, con conseguente maggior carico di tasse. E' pur vero che esiste l'opzione di non adeguarsi, e in tal caso potresti essere soggetto ad accertamenti e quindi a doverne dimostrare le ragioni. Se hai appena aperto al partita iva avrai il primo anno "di rodaggio" sul quale non è richiesto lo studio di settore.
in bocca al lupo.Una curiosità, ma gli studi di settore sono proporzionali ai costi? In altre parole se fatturo pochissimo, ma ho anche pochissimi (quasi nulli) costi posso risultare comunque congruo e coerente?