• User Newbie

    Se un libero professionista opera con il Regime fiscale agevolato è soggetto cmq agli Studi di Settore?
    cosa mi succede se nei primi 3 anni di attività i redditi dichiarati non sono congrui?


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Patot, e Benvenuto nel Forum GT.

    Si, il regime agevolato non esula dalla presentazione degli studi di settore. Quindi, a parte il primo anno dell'attività che ne è escluso, per i prossimi anni ne sarai soggetto come chi non ha il RA.

    Purtroppo la con congruità o la non coerenza rappresenta un campanello d'allarme per il fisco e potresti essere soggetto ad accertamenti. In tal caso avrai la facoltà di dimostrare i motivi (fondati) del mancato raggiungimento della soglia minima.
    Ciao.


  • User

    @lorenzo-74 said:

    Ciao Patot, e Benvenuto nel Forum GT.

    Si, il regime agevolato non esula dalla presentazione degli studi di settore. Quindi, a parte il primo anno dell'attività che ne è escluso, per i prossimi anni ne sarai soggetto come chi non ha il RA.

    Purtroppo la con congruità o la non coerenza rappresenta un campanello d'allarme per il fisco e potresti essere soggetto ad accertamenti. In tal caso avrai la facoltà di dimostrare i motivi (fondati) del mancato raggiungimento della soglia minima.
    Ciao.

    Ciao, scusa se ti contraddico, ma il mio tutor mi ha detto che non siamo soggetti agli studi di settore nè il primo, nè l'ultimo anno, ma solo il secondo anno.

    Sarà allora s' che se non si è congrui si può essere soggetti ad accertamento , che mi ha spiegato essere casuale. Comunque sanno anche che è molto difficile essere congrui per un "vizio di applicazione " diciamo così, e ho sentito che probabilmente ci saranno dei cambiamenti.
    🙂


  • User

    @chiarachi said:

    Ciao a tutti,
    mi ricollego a questo messaggio perchè sto cercando di capire come vada compilata la "percentuale di rilevanza fiscale" dei dati inseriti ai fini del reddito. Ad esempio, se non ho capito male, nel caso di una fattura emessa da me (e quindi di un ricavo) la percentuale è del 100%? Così sembrerebbe ovvio .... ma non si sa mai, visto che la mia competenza in materia è praticamente nulla e il tutoraggio offerto dall'AE completamente evanescente!

    Grazie a chi mi sa rispondere
    Chiara

    Ciao, dove ci sono i dati che sono rilevanti alla dichiarazione IVa, dove c'è " % d'indetraibilità" metti 0, mentre "nella percentuale di rilevanza fiscale" dovrebbe essere al 99% , 100 , come dici tu..

    io ho solo un dubbio riguardante il fatto che io pago direttamente in fattura una percentuale d'Enesarco, ma devo inserire il totale della fattura..
    insomma, risulta come se anche il pagamento Enasarco per me fosse un ricavo. Quindi a mia interpretazione io metto 93.25% , ma non so se è corretto.

    Chiederò al tutor prima di validare i dati e se mi risponde vi farò sapere:)

    Ps.Cmq ripeto che in sede di dichairazione si può correggere tutto..questo dovrebbe farci stare tutti un pò più tranquilli..:)


  • Consiglio Direttivo

    @uaina said:

    Ciao, scusa se ti contraddico, ma il mio tutor mi ha detto che non siamo soggetti agli studi di settore nè il primo, nè l'ultimo anno, ma solo il secondo anno.

    Sarà allora s' che se non si è congrui si può essere soggetti ad accertamento , che mi ha spiegato essere casuale. Comunque sanno anche che è molto difficile essere congrui per un "vizio di applicazione " diciamo così, e ho sentito che probabilmente ci saranno dei cambiamenti.
    🙂

    Ciao Uaina
    Questo è vero se alla fine dei tre anni chiudi la partita iva...
    se tu prosegui, sarai sempre soggetta agli studi di settore, fino all'anno (escluso) di termine dell'attività.
    Per quanto riguarda gli accertamenti, saranno anche casuali, però esiste la possibilità di subirli. Non credere che la finanza sia tenera con i contribuenti accertati e che faccia sconti per vizi di applicazione.
    Spero con te che nel futuro ci siano cambiamenti in meglio, ma purtroppo ora la situazione è questa.
    Ciao :ciauz:


  • User

    @lorenzo-74 said:

    Ciao Uaina
    Questo è vero se alla fine dei tre anni chiudi la partita iva...
    se tu prosegui, sarai sempre soggetta agli studi di settore, fino all'anno (escluso) di termine dell'attività.
    Per quanto riguarda gli accertamenti, saranno anche casuali, però esiste la possibilità di subirli. Non credere che la finanza sia tenera con i contribuenti accertati e che faccia sconti per vizi di applicazione.
    Spero con te che nel futuro ci siano cambiamenti in meglio, ma purtroppo ora la situazione è questa.
    Ciao :ciauz:

    Ciao Lorenzo, io ti riporto ciò che il mio tutor mi ha detto, ossia che per i 3 anni di RFA, si è soggetti agli studi di settore solo il secondo anno, ovvio poi che se proseguo con la PIVA, il 4 anno,che sarà per me il primo senza RFA , sarò certo soggetta agli studi di settore. Comunque gli chiederò nuovamente questa informazione per maggior sicurezza..

    Poi certo che la possibilità di subirli esiste, intendevo dire solo che io pensavo ci fosse un criterio tra i vari contribuenti che non risultano essere congrui, invece lui mi ha spiegato che c'è tutto un procedimento di "sorteggio", in modo da non facilitare ne penalizzare nessuno..

    SO benissimo poi che la finanza non è tenera, anzi..
    io cmq sono tranquilla in questo senso, considero solo che nel mio caso è praticamente impossibile essere congrua, (come spiegano anche i miei colleghi), ma sono serenissima..

    speriamo davvero qualcosa cambi, soprattuo per altri che a differenza di me, hanno più difficoltà a dimostrare che la non congruità dipende da un metodo sbagliato e non da un'intenzionale evasione (es. mia migliore amica ha un lavasecco ed è davvero un casino..)

    Grazie 🙂 :ciauz:


  • Consiglio Direttivo

    @uaina said:

    Ciao Lorenzo, io ti riporto ciò che il mio tutor mi ha detto, ossia che per i 3 anni di RFA, si è soggetti agli studi di settore solo il secondo anno, ovvio poi che se proseguo con la PIVA, il 4 anno,che sarà per me il primo senza RFA , sarò certo soggetta agli studi di settore. Comunque gli chiederò nuovamente questa informazione per maggior sicurezza..

    Poi certo che la possibilità di subirli esiste, intendevo dire solo che io pensavo ci fosse un criterio tra i vari contribuenti che non risultano essere congrui, invece lui mi ha spiegato che c'è tutto un procedimento di "sorteggio", in modo da non facilitare ne penalizzare nessuno..

    SO benissimo poi che la finanza non è tenera, anzi..
    io cmq sono tranquilla in questo senso, considero solo che nel mio caso è praticamente impossibile essere congrua, (come spiegano anche i miei colleghi), ma sono serenissima..

    speriamo davvero qualcosa cambi, soprattuo per altri che a differenza di me, hanno più difficoltà a dimostrare che la non congruità dipende da un metodo sbagliato e non da un'intenzionale evasione (es. mia migliore amica ha un lavasecco ed è davvero un casino..)

    Grazie 🙂 :ciauz:

    Per quanto riguarda gli studi di settore non ha alcuna importanza il tipo di regime scelto; quindi essendo esclusi il primo e l'ultimo anno, se hai 40 anni di attività ne sarai soggetta dal 2° al 39°. OK?

    Per quanto riguarda la congruita e la coerenza difficili da raggiungere (e non parliamo con i nuovi indicatori di normalità economica) è un problema che riguarda moltissimi contribuenti 😢; per ora c'è ben poco da fare...
    Ciao


  • User

    @lorenzo-74 said:

    Per quanto riguarda gli studi di settore non ha alcuna importanza il tipo di regime scelto; quindi essendo esclusi il primo e l'ultimo anno, se hai 40 anni di attività ne sarai soggetta dal 2° al 39°. OK?

    Ah grazie, allora il tutor non lo sa, o pensa che finito l'agevolato io smetto di lavorare :D:D


  • User

    STUDI DI SETTORE E REGIME FISCALE AGEVOLATO

    Circolare del 17/07/2003 n. 39

    1. Nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo
      L'art. 13 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, le cui disposizioni
      attuative sono state previste dal provvedimento dirigenziale del 14 marzo
      2001, introduce un particolare regime fiscale agevolato per le nuove
      iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo.
      Per coloro i quali, in possesso dei relativi requisiti richiesti dalla
      norma, scelgono di avvalersi di tale agevolazione, e' dovuta un'imposta
      sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche nella misura del
      10 per cento applicata sul reddito di lavoro autonomo o d'impresa,
      determinato rispettivamente ai sensi degli articoli 50 e 79 del Testo unico
      delle imposte dirette, approvato con D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.
      Tale regime agevolativo e' caratterizzato, oltre che dall'applicazione
      dell'imposta sostitutiva dell'IRPEF, da una radicale semplificazione degli
      obblighi contabili.
      Considerato che l'agevolazione riguarda l'applicazione al reddito,
      determinato ai sensi dell'art. 50 e 79 del T.U.I.R., di una imposta
      sostitutiva e delle relative semplificazioni in termini di obblighi fiscali,
      tali contribuenti sono assoggettati agli studi di settore in quanto
      l'esclusione riguarda la sola ipotesi di determinazione forfetaria del
      reddito.
      In sostanza, considerato che tale regime e' entrato in vigore per la
      prima volta nel corso del 2001, detti contribuenti, per tale anno,
      trattandosi dell'anno di inizio di attivita', sono esclusi dall'applicazione
      degli studi di settore. Pertanto, per i soggetti, che hanno iniziato
      l'attivita' nel corso del 2001, l'applicazione degli studi di settore
      decorre dal periodo d'imposta 2002.
    2. Effetti delle sanatorie di cui alla legge n. 289 del 27 dicembre 2002.
      9.1 Regolarizzazione delle scritture contabili.
      L'art. 14 della legge n. 289 del 2002 ha previsto la possibilita' di
      procedere, relativamente ai redditi d'impresa posseduti, per i soggetti che
      si avvalgono delle disposizioni di cui all'articolo 8 o 9 della medesima
      legge, alla regolarizzazione delle scritture contabili con riferimento ai
      nuovi elementi attivi e passivi, alle variazioni di elementi attivi e
      passivi ovvero alla eliminazione delle attivita' o delle passivita'
      fittizie, inesistenti o indicate per valori superiori a quelli effettivi.
      Al riguardo, si precisa che, per coloro i quali si sono avvalsi della
      predetta disposizione, le informazioni da indicare nel modello relativo ai
      dati da comunicare ai fini dell'applicazione degli studi di settore, devono
      tener conto delle predette regolarizzazioni, che hanno avuto riflessi anche
      per il periodo d'imposta 2002, indipendentemente dagli effetti fiscali
      previsti dalla norma.

    E c'è di più:

    Circolare del 18/06/2001 n. 57

    8.3 Regime fiscale agevolato per le nuove iniziative imprenditoriali e di
    lavoro autonomo
    D.
    Posto che, con riferimento ai soggetti che decidono di avvalersi delle
    disposizioni cui all'articolo 13 della legge n. 388 del 2000 possono
    rendersi applicabili, nei periodi successivi al primo, le disposizioni in
    materia di studi di settore, il risultato di Gerico superiore ai limiti di
    ricavi e compensi fissati dal predetto articolo 13 ai fini del mantenimento
    del regime agevolato costituisce causa di decadenza?
    R.
    Ai soggetti che si avvalgono della disposizione agevolativa di cui all'art.
    13 della legge finanziaria per l'anno 2001, ai fini accertativi si applicano
    regolarmente le disposizioni in materia di studi di settore (GERICO).
    Pertanto, nel caso in cui nei periodi d'imposta successivi al primo il
    risultato degli studi di settore sia superiore ai limiti dei ricavi e dei
    corrispettivi fissati dall'art. 13 della legge finanziaria per l'anno 2001,
    si decade dall'agevolazione in commento.


  • User

    Ciao a tutti, ho alcuni dubbi che mi assalgono.
    Comincio con calma...
    Febbraio 2007 apertura partita iva con regime agevolato, sono una libera professionista (insegnante di danza) e su consiglio di un amico ho aperto servizi vari.
    Premetto che non arriva nemmeno a 5000,00 ? l'anno.
    1° dubbio: è stato corretto aprire con RFA?

    Al momento dell'apertura nessuno mi ha detto che dovevo aprire la gestione separata INPS per cui non ho aperto un bel niente, è possibile che dato che non appartengo a nessuna categoria sia esente INPS ( scusate se ho detto una cavolata!!:imb: )
    Inoltre io per quanto ne sapevo i costi che avrei dovuto sostenere erano:
    Marzo 2008 iva al 20%
    Giugno 2008 irpef al 10% e stop.
    Possibile che il tutor si sia dimenticato di dirmi le altre tasse?? :bho:

    Altra cosa, svolgo ogni tanto dei lavoretti extra che non c'entrano nulla con l'insegnamento (tipo volantinaggio) devo fare fattura anche a loro? Questi altrimenti mi farebbero la RA.

    Ultimo quesito e poi vi lascio.
    Vivo a casa con i miei e sono iscritta all'università, c'è per caso un modo per cui, in questo caos di tasse e sovratasse io riesca a non pagare quelle universitarie visto che sono a tutti gli effetti una lavoratrice con un fatturato al di sotto dei 5000,00 ? annui???
    Grazie e perdonatemi ma sono ancora tanto confusa!!:x


  • Bannato User Attivo

    Buongiorno.

    Che l'apertura del Regime Fiscale Agevolato ti sia di buon auspicio per il futuro. :lol:

    Cominciamo dalla fine.

    Tutte le Università, per il pagamento delle tasse, fanno ormai riferimento ad indicatori specifici ISEE ISEU ICP IPT, che coinvolgono nella loro determinazione gli ammontari complessi sia dei redditi che dei patrimoni dei componenti il nucleo familiare dello studente. Per cui la vedo dura.... :bho:

    Torniamo all'inizio.

    RFA si o no? Spero in prospettiva per te di sì. 😉

    • Hai l'obbligo di iscrizione ad una gestione previdenziale pur avendo scelto RFA*. Perché dico ad una gestione previdenziale? Perché la danza se non erro è anche una disciplina sportiva e potresti nel caso essere soggetta ad iscrizione ENPALS e non Gestione Separata INPS.

    Inoltre qualora la tua attività (e qui dovrai cambiare il codice attività) può essere considerata scuola sportiva che effettua un corso, educativo o didattico, in discipline sportive riconosciuto dalla rispettiva Federazione sportiva (Ris. Min. 24 giugno 2002 n. 205/E) sei esente dall'assoggettamento ad IVA delle tue prestazioni (art. 10 n. 20 DPR 633/72).

    Buona giornata


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Federoma e Benvenuta nel Forum GT

    Ti rispondo per punti

    Febbraio 2007 apertura partita iva con regime agevolato, sono una libera professionista (insegnante di danza) e su consiglio di un amico ho aperto servizi vari.
    Premetto che non arriva nemmeno a 5000,00 ? l'anno.
    1° dubbio: è stato corretto aprire con RFA?

    Si e no. Col regime agevolato devi pagare il 10% del reddito (compensi meno spese); col regime "normale" invece il 23% su un reddito decurtato di 4800 euro come detrazione fissa per lavoratore autonomo. Quindi da questo punto di vista non ti è convenuto. E' pur vero che col R.A. non hai spese per il commercialista e molte meno preoccupazioni...

    Al momento dell'apertura nessuno mi ha detto che dovevo aprire la gestione separata INPS per cui non ho aperto un bel niente, è possibile che dato che non appartengo a nessuna categoria sia esente INPS ( scusate se ho detto una cavolata!!:imb: )
    Molto strana la cosa; secondo me avresti dovuto iscriverti alla gestione separata o comunque ad altra cassa

    Inoltre io per quanto ne sapevo i costi che avrei dovuto sostenere erano:
    Marzo 2008 iva al 20%
    Giugno 2008 irpef al 10% e stop.
    C'è l'irap che si paga a giugno (saldo) e novembre (acconto)

    Altra cosa, svolgo ogni tanto dei lavoretti extra che non c'entrano nulla con l'insegnamento (tipo volantinaggio) devo fare fattura anche a loro? Questi altrimenti mi farebbero la RA.
    Non con quel codice attività, devi fare l'estensione... oppure con collaborazione occasionale

    Vivo a casa con i miei e sono iscritta all'università, c'è per caso un modo per cui, in questo caos di tasse e sovratasse io riesca a non pagare quelle universitarie visto che sono a tutti gli effetti una lavoratrice con un fatturato al di sotto dei 5000,00 ? annui???
    **Dipende se ci sono disposizioni in merito della tua università per studenti lavoratori

    Ciao :ciauz:
    **


  • User

    Grazie 1000. Sono ancora molto confusa se ho ancora dubbi mi rifaccio sentire.
    Fede;)


  • User

    Di nuovo qui!
    Ditemi se sbaglio:
    Percepisco un mensile di circa 500? al mese tutto compreso! I miei amici mi dicono che il mio datore di lavoro ( che conosco da una vita e reputavo una persona cara) dovrebbe quantomeno darmi 500 più IVA, é corretto? In più il 4% dell'INPS e il 10% IRPEF...sto dicendo caxxate??
    Quello che voglio dirvi è che prima di aprirmi la partita iva prendevo comunque 500 al mese su cui mi vaniva fatta ritenuta d'acconto.
    Fatemi capire se posso far valere o meno questi miei diritti altrimenti per quanto mi rigurda vado a chiudere al volo la mia partita iva.
    Grazie ancora


  • Consiglio Direttivo

    @federoma said:

    Di nuovo qui!
    Ditemi se sbaglio:
    Percepisco un mensile di circa 500? al mese tutto compreso! I miei amici mi dicono che il mio datore di lavoro ( che conosco da una vita e reputavo una persona cara) dovrebbe quantomeno darmi 500 più IVA, é corretto? In più il 4% dell'INPS e il 10% IRPEF...sto dicendo caxxate??
    Quello che voglio dirvi è che prima di aprirmi la partita iva prendevo comunque 500 al mese su cui mi vaniva fatta ritenuta d'acconto.
    Fatemi capire se posso far valere o meno questi miei diritti altrimenti per quanto mi rigurda vado a chiudere al volo la mia partita iva.
    Grazie ancora

    Ciao federoma
    Beh... naturalmente il tutto è subordinato alla libera contrattazione.
    Detto questo, se prima avevi una collaborazione occasionale di 500 euro (o da quanto ho capito (500-100=400) per lo meno avrebbe dovuto, col passaggio alla partita iva, come giustamente tu dici, 500+4%prev+iva 20%; in questa maniera, dovresti stare più meno alla pari.

    ps: naturalmente per tali cifre il regime agevolato non ti è molto conveniente!
    Ciao


  • User Newbie

    Salve, da poco più di un anno sono iscritto al regime di RFA. Visto che prossimamente inizierò a lavorare anche in "trasferta" (alcuni giorni in altre regioni), volevo avere delle deluzidazioni in merito alla deducibilità dei costi di albergo e ristorazione.
    Se stò via 4 giorni, posso dedurre le spese di vitto e alloggio? In che %? Da quanto ho potuto leggere, mi pare che ciò sia possibile ma fino ad un massimo del 2% del reddito! Ma se io partecipo ad un progetto e guadagno diciamo 6500 euro, il 2% corrisponde ad appena 130 euro, che basta solo per una notte! Possibile? Grazie e saluti


  • Consiglio Direttivo

    Ciao Singlemalt e Benvenuto nel Forum GT
    deduco che sei un libero professionista.
    Anche se è possibile dedursi solo il 2% delle spese alberghiere e di ristoranti e l'1% di quelle di rappresentanza, nulla ti vieta, senza scaricarle, di addebitarle al committente come spese; questo è espressamente previsto negli onorari...
    *
    un esempio indicativo (architetti)

    • *Salvo contrarie pattuizioni, il committente deve rimborsare al professionista le seguenti spese:**a) le spese vive di viaggio, di vitto, di alloggio per il tempo passato fuori ufficio da lui e dal suo personale di aiuto, e le spese accessorie;**b) le spese per il personale di aiuto o per qualsiasi altro sussidio od opera necessaria all'esecuzione di lavori fuori ufficio;**c) le spese di bollo, di registro, i diritti di uffici pubblici o privati, le spese postali, telegrafiche e telefoniche;**d) le spese di scritturazione, di traduzione di relazioni o di diciture in lingue estere su disegni, di cancelleria, di riproduzione di disegni eccedente la prima copia;**e) i diritti di autenticazione delle copie di relazioni o disegni. Le spese di viaggio su ferrovie, tramvie, piroscafi, ecc. vengono rimborsate sulla base della tariffa di prima classe per il professionista incaricato ed i suoi sostituti e della classe immediatamente inferiore per il personale subalterno di aiuto. Le spese di percorrenza su strade ordinarie tanto se con vetture o automezzi propri, quanto con mezzi noleggiati, sono rimborsate secondo le ordinarie tariffe chilometriche

    Ciao


  • Bannato User Attivo

    Il limite del 2% vale per i professionisti in genere.

    Per i professionisti è invece possibile dedurre integralmente le spese di vitto ed alloggio relativi a corsi di aggiornamento professionali.

    Nel caso di redditi di impresa i costi di vitto ed alloggio possono essere dedotti secondo inerenza e nella loro interezza (es. elettricista di Mestre che per motivi di lavoro deve soggiornare 3 giorni a MI per montare un impianto particolare).In questo caso potendo dimostrare di essere stato a MI per motivi di lavoro i costi di vitto ed alloggio non ha problemi a recuperarli.
    Io consiglio sempre ai miei clienti di farsi fare fattura e non semplice ricevuta fiscale.


  • User Newbie

    Grazie della risposta. Si, scusa avevo omesso che sono un libero professionista. Certo, le spese le faccio pagare al committente, ma in tal modo comunque appaiono come reddito e ci devo pagare le tasse, visto che poi non posso detrarle! Mi sembra un poco assurdo ... C'è qualche alternativa?


  • User Newbie

    Certo che posso dimostrare che le spese sono state sostenute per una particolare trasferta legata ad un progetto. Però ciò è previsto dalla legge oppure è un qualcosa che si fa comunque?