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Il dubbio è l'uso che Google faccia del filtro sui comunicati stampa.
Quando parliamo dei filtri, occorre tenere presente che alcuni meccanismi lavorano in modo diverso a seconda dei contesti. Per esempio, sui blog o sui sistemi che Google identifica come blog, alcuni algoritmi lavorano diversamente rispetto a quello che succede per i siti e ancor di più per gli e-commerce.Un circuito di comunicato stampa, inventato anche prima che esistesse la Rete e Google (i comunicati stampa si fanno da sempre), ha delle regole precise. Un comunicato stampa si fa in un certo modo e si diffonde in un certo modo e Google lo sa benissimo.
Quindi, l'algoritmo non può considerare i circuiti di comunicati stampa al pari degli altri siti, perché ne nuocerebbe di gran lunga la qualità apparente (di quella reale, tanto, nessuno ne sa nulla).
Che vuol dire? Che per esempio Google può anche decidere, a fronte di 30 comunicati uguali, di mostrarne uno. Però al suo interno li tiene tutti e avere 30 comunicati con la stessa informazione dimostra un impegno ben diverso da parte di chi li ha inseriti. Come avviene nel mondo reale, per altro.Non scordiamo questa cosa. Google è fatto di persone e gli algoritmi sono progettati ed implementati da persone. Il modello è sempre il mondo reale, perché è quello in cui vivono gli utenti ed a cui questi si rifanno. Google e nessun motore può andare verso qualcosa che sia diverso in modo macroscopico dal mondo reale.
I comunicati stampa, quindi, sono una eccezione alle regole classiche. Vanno visti con una ottica diversa dalle semplici pagine di testo. Perché sono diversi realmente, dagli articoli. La loro essenza cambia.
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in merito alla questione comunicati stampa e Motori di ricerca vi segnalo questo recente post su MarketingRoutes
in ogni caso ancora oggi ho forti dubbi sull'affidabilità di quello che viene chiamato filtro antiduplicazione... per ovvi motivi di gestione delle risorse
come sono convinto che senza la segnalazione manuale molte tecniche sarebbero oggi funzionanti... proprio ieri mi sono imbattuto su una serie di paginette interessanti su un paio di domini insospettabili.
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@Rinzi said:
in merito alla questione comunicati stampa e Motori di ricerca vi segnalo questo recente post su MarketingRoutes
in ogni caso ancora oggi ho forti dubbi sull'affidabilità di quello che viene chiamato filtro antiduplicazione... per ovvi motivi di gestione delle risorse
come sono convinto che senza la segnalazione manuale molte tecniche sarebbero oggi funzionanti... proprio ieri mi sono imbattuto su una serie di paginette interessanti su un paio di domini insospettabili.
ho letto il post su Marketingroutes e in effetti è proprio quello che sto facendo in questo momento cioè redigere articoli e recensioni tutte diverse da pubblicare nei diversi siti dedicati.
Il problema ora è mantenere la forza date da queste recensioni nel tempo....:bho:
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L'oggetto del thread mi pare interessante, per cui ecco quello che penso, cercando di mettere dei paletti:
- Un filtraggio dei contenuti duplicati esiste.
- Penalizzazioni per contenuto duplicato non esistono.
- L'article marketing non serve per la link popularity.
Il primo punto si spiega da solo, credo, come pure il secondo. Per le penalizzazioni che taluni temono, beh non avrebbero alcun senso, e quoto fradefra nell'affermare che il circuito che vede coinvolti comunicati stampa è un mondo un po' particolare.
Il terzo punto va invece spiegato perchè vedo diversi comportamenti, in primis su Articolista, ma anche a livello di opinioni in blog e forum che lasciano fraintendere quella che è la reale mission.
L' AM da un punto di vista prettamente contenutistico, ha il vantaggio di essere fine a sè stesso. E cioè, scrivo contenuti interessanti per il web. Il fine è già realizzato nel momento in cui il contenuto soddisfa le necessità informative di chi lo legge.
In seconda battuta, porta dei vantaggi per chi lo scrive, perchè veder collegata la propria immagine ad articoli di buona fattura non può che recare beneficio.
Il ranking nei motori di ricerca (e annessa LP) in tutto questo discorso non c'entra nulla. E chi pensa di scrivere in circuiti di AM per posizionarsi sta prendendo una toppa grossa come una casa, oltre a perdere molto del proprio tempo che potrebbe essere meglio impiegato.
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- L'article marketing non serve per la link popularity.
Il ranking nei motori di ricerca (e annessa LP) in tutto questo discorso non c'entra nulla. E chi pensa di scrivere in circuiti di AM per posizionarsi sta prendendo una toppa grossa come una casa, oltre a perdere molto del proprio tempo che potrebbe essere meglio impiegato.[/quote]
Spiegati meglio!!
Per quale motivo se io creo *100 *articoli tutti diversi in contenuto fra loro e li pubblico nei 5 o 6 siti di AM e ciascuno di questi articoli ha al suo interno, link esterni a un mio sito non dovrei guadagnare oltre che in visibilità anche in un miglioramento di posizionamento?
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rconocchia, perché per essere sicuri che la cosa funzioni, dovresti essere sicuro che i siti in cui li poni siano "spiderati", che lo siano con frequenza corretta, che le sezioni in cui poni lo siano, che i link sulle pagine del sistema non siano con redirect di misurazione dei click, ecc. ecc.
Ci diventi matto!Quello che si vuol dire è che l'article marketing non si fa per migliorare il posizionamento in termini di posizione sulla SERP. Spesso succede, ma non è quello l'obiettivo. Inoltre, spesso proprio il farlo con quell'obiettivo, non te lo fa raggiungere. Invece, se non lo fai con quell'obiettivo, spesso lo raggiungi.
Cioè, tu fai article-marketing per i motivi per cui è stato inventato ed i motori forse ti premieranno. Fallo per i motori e forse proprio per questo non sarai premiato.
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@Rinzi said:
in ogni caso ancora oggi ho forti dubbi sull'affidabilità di quello che viene chiamato filtro antiduplicazione... per ovvi motivi di gestione delle risorsemmm presto penso che l'argomento si approfondirà di più, ho sentito di filtri in grado di determinare facilmente il 95% delle pagine duplicate.
Ho sentito letteralmente. Appena avrò notizie vere con link, ve li posto. Ma se non sbaglio...potrebbe esserci un post di Nbriani o Low nel Forum GT...non ricordo.
@scangilli said:
- Un filtraggio dei contenuti duplicati esiste.
- Penalizzazioni per contenuto duplicato non esistono.
Jacopo, vorrei che spiegassi meglio il 2 punto.
Cioè, per far capire a tutti, tu intendi dire che non esistono penalizzazioni...però un documento può essere escluso (lasciando inalterato il valore del sito?)
Cioè non si viene penalizzati, però il documento viene escluso?
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Giorgio, il fatto che un documento viene escluso, non è una penalizzazione. Il documento è sempre lì e conta. Se infatti uno sparisce, miracolosamente ricompare l'altro.
Google non li esclude per penalizzare, ma per non disorientare, cosa molto diversa.
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@fradefra said:
Giorgio, il** fatto che un documento viene escluso, non è una penalizzazione**. Il documento è sempre lì e conta. Se infatti uno sparisce, miracolosamente ricompare l'altro.
Google non li esclude per penalizzare, ma per non disorientare, cosa molto diversa.Si si, ma siccome a volte chi ci legge equivoca, ho chiesto di specificare a Jacopo le sue parole.
Non vorrei che gli utenti equiparassero penalizzazione = esclusione
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@fradefra said:
Giorgio, il fatto che un documento viene escluso, non è una penalizzazione. Il documento è sempre lì e conta. Se infatti uno sparisce, miracolosamente ricompare l'altro.
Google non li esclude per penalizzare, ma per non disorientare, cosa molto diversa.Condivido pienamente, anche in base alla mia esperienza google si comporata proprio in questo modo, non le fa vedere all'utente ma le considera per se stesso.
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Allora onde evitare di finire in una discussione di cui gia' intravedo la mancanza di fine, vi dico quello che farei io, se fossi in voi, così forse tagliamo la testa al toro. Se mi stimate e ritenete una persona mediamente preparata, seguite il mio consiglio. Diversamente è inutile che proseguiate nella lettura di questo intervento.
Dunque, se io fossi appassionato di un qualsivoglia argomento, ma online non fossi conosciuto, mi dedicherei inizialmente ad attività di article marketing. Non pero' come va di moda ora, e cioe' sparando lo stesso articolo su vari siti o cambiando qualche cosa qua e là, o anche perdendo tempo a riscrivere un articolo in toto per evitare filtraggi. Anche se esistessero 10 siti, o anche 5 specifici nati con lo scopo, non lo manderei per ciò solo a 10 siti.
Semplicemente selezionerei le fonti, in base alla qualità dei contenuti, all'argomento principale che quei siti trattano, etc... Scriverei magari più contenuti su vari argomenti invece di ripetermi fino allo sfinimento. Della link popularity me ne sbatterei, semplicemente perchè online non mi conosce nessuno, ed in questa fase non avrei nulla da far linkare.
Dopo aver scritto per alcuni siti selezionati, che io ritengo essere i punti di riferimento del settore aprirei un sito mio. Contestualmente però non interromperei per ciò solo la mia attività editoriale per altri, ma anzi la sosterrei, in modo tale da creare una buona base di popolarità (da non intendersi come hey sono famoso, quanto piuttosto come probabilità più elevata di essere associato e associabile a dei contenuti di qualità).
Questo perchè nel momento in cui avvierò il mio spazio, che potrà essere un semplice sito o anche un blog, sarà più facile per me avere un seppur minimo traffico iniziale qualificato dai vari articoli che ho scritto.
Quello che invece in questo intero thread si sta mancando di osservare (su questo in particolare penso fradefra sarà d'accordo con me) è che generalmente gli articoli c.d. di qualità sono quasi totalmente assenti.
Molti tra voi pensano soltanto ai link, al ranking e a menate di questo tipo (e guardate che a parlare è uno che fra le varie cose fa anche SEO) a discapito della qualità del contenuto. Lo stesso dicasi dei comunicati stampa, che sovente sono scritti coi piedi.
Approfondisco ulteriormente uno dei limiti dati dall'AM così come viene erroneamente concepito. Tempo fa ho rifiutato di pubblicare su Articolista uno dei tanti articoli già pubblicati altrove, nello specifico, era ripubblicato sul sito dell'utente che ci aveva inviato l'articolo. La sua risposta in merito al diniego fu del tipo: Eh ma mica potete pretendere che io scriva un articolo apposta per voi!
Posto che nessuno pretende nulla, l'errore di fondo è che gli stessi che scrivono gli articoli, lo fanno per trovare la scorciatoia della loro visibilità. Cosa che è errata in termini, visto che dovrebbero essere i primi a valorizzare al massimo ciò che vorrebbero che la gente leggesse.
Infine veniamo al filtering del content duplicato. Premesso che mi piacerebbe avere dei link a serp per capire cosa viene percepito da alcuni membri del forum come 'penalizzazione', quello che ho recentemente scritto (scusate l'autocitazione che serve a non copiare e incollare quanto già espresso) è che in sostanza offrire contenuti di qualità agli utenti è essenziale. Direi che il gioco è tutto lì.
I motivi per cui alcuni siti sono filtrati e magari inseriti nei 'risultati omessi' può derivare da attinenza maggiore di un sito rispetto ad un altro, può essere PR, migliore LP, può ancora più probabilmente derivare da problemi (reali) dei motori di ricerca nel riconoscere la 'paternità del content', da rapidità di un sito ad essere spiderato, dalla sua struttura, dal suo trust e così via.
Per dimostrarvi la veridicità e la correttezza del mio ragionamento, prendete ad esempio Marketing Routes. Un blog che giornalmente riceve link da post o blogroll. E non sono certo io che li chiedo. Mi piace pensare che sia perchè offriamo buoni contenuti. Che poi sia un blog non significa nulla. Veniamo linkati per il content, non perchè siamo belli o fighi. E lo stesso accade online a chiunque segua lo stesso principio.
Ma se cercate 'scorciatoie', meglio che vi dedichiate ad altro, perchè farsi il c*lo è necessario.
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Dunque, se io fossi appassionato di un qualsivoglia argomento, ma online non fossi conosciuto, mi dedicherei inizialmente ad attività di article marketing. Non pero' come va di moda ora, e cioe' sparando lo stesso articolo su vari siti o cambiando qualche cosa qua e là, o anche perdendo tempo a riscrivere un articolo in toto per evitare filtraggi. Anche se esistessero 10 siti, o anche 5 specifici nati con lo scopo, non lo manderei per ciò solo a 10 siti.
Quello che ho fatto anche io 7 anni fa, prima che si sapesse cosa fosse l'article-marketing e che prima ancora hanno fatto Marco Loguercio, Mauro Lupi e alcuni altri. Il vero scopo dell'article-marketing.
Che se ben fatto, poi ha come effetti corollari il miglioramento del posizionamento. Se invece si fa solo per il posizionamento, non si raggiunge ne il primo obiettivo (farsi conoscere) ne il secondo.
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Per chi ha già un sito web io credo che sia comunque importante prima di iniziare a scrivre articoli su altri siti, scrivere contenuti sul proprio sito
concordate?