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- Il colore della pelle in un'immagine pubblicitaria
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Secondo me si colpisce molto favorevolmente chi auspica una società multirazziale e sfavorevolmente quelli (purtroppo molti di più) che danno importanza al colore della pelle.
Me lo fa pensare il fatto che di campagne così non se ne vedono molte: forse qualcuna provocatoria alla Toscani e quelle dirette a un target di stranieri (invio di denaro all'estero, ad esempio).
Tutto ciò ovviamente IMHO.
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ciao Hot
non credo sia utile nascondersi dietro un dito :bho: .... anche io immagino che per l'Italia sia conveniente dare allo spot un viso familiare (diciamo così)... proprio perchè uno spot probabilmente avrà successo al momento stesso in cui lo spettatore lo faccia suo, si immedesimi nell'uomo/donna protagonista... parere personale
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@alexs2k said:
ciao Hot
non credo sia utile nascondersi dietro un dito :bho: .... anche io immagino che per l'Italia sia conveniente dare allo spot un viso familiare (diciamo così)... proprio perchè uno spot probabilmente avrà successo al momento stesso in cui lo spettatore lo faccia suo, si immedesimi nell'uomo/donna protagonista... parere personale
Ciao Alexs2k, sono perfettamente d'accordo, sul fatto dell'impersonificazione...
ma mi interessa una cosa: possiamo avere paura di perdere visitatori perchè andiamo incontri ad ideologie ristrette che quindi non fanno tralasciare dei pensieri positivi al visitatore mentre guarda l'immagine???
In sintesi: possiamo avere paura che se facciamo un sito con immagini di persone di colore, e perdiamo il 5% di visitatori, non perchè non si riconoscono, ma perchè sono "visitatori disciriminatori"???
IMHO(personalmente perdere visitatori di questo genere non mi interessa, ma il mio discorso è orientato alla comunicazione pubblicitaria)
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esatto, temo anch'io che l'identificazione del destinatario nel colore della pelle (e nei tratti somatici) sia qualcosa di immediato e forte. che va oltre al desiderio razionale di integrazione, tolleranza ecc. ecc.
pero' dipende anche dal tuo target
oltre agli immigrati che vivono regolarmente in italia
esistono target sensibili a certi temi (ad es integrazione) che possono apprezzare una pubblicità o immagine multietnica.
inoltre nelle scuole le classi hanno alunni di tutte le nazionalità, quindi trovarsi in uno spot un bambino cinese o albanese penso non sorprenderebbe nessuno.diverso - e qui si aprirebbero ahimè questioni dibattute - l'impatto di una persona nera. se il prodotto o il target non è completamente assimilabile alla cultura afroamericana, ancora nel 2007 per alcune aziende potrebbe esser "controproducente" l'utilizzo di persone di colore.
ma ritengo che bisogna anche avere il coraggio di andare in direzione opposta. non soltanto per questioni etiche (che di per sè già basterebbero) ma anche proprio per questioni di evoluzione della comunicazione, per superare insomma certi stereotipi.
(sarebbe un discorso ampio.. un po' come bisognerebbe superare l'immagine di famiglia tradizionale con babbo, mamma, figlioli e cane.. quando nella realtà invece abbiamo famiglie con un genitore, famiglie allargate, ecc..)per fortuna esistono casi di successo in questa direzione (penso allo spot con una nota merendina che ha scelto come testimonial Fiona May..)
ciao
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@Hotshot said:
In sintesi: possiamo avere paura che se facciamo un sito con immagini di persone di colore, e perdiamo il 5% di visitatori, non perchè non si riconoscono, ma perchè sono "visitatori disciriminatori"???
Non solo la discriminazione...
ma anche il "non riconoscersi", come emerso prima, non è da sottovalutare.Però sono daccordo con Nelli sul seccesso di Fiona May...
Pur rischiando di perdere una percentuale per i motivi sopraesposti (discriminazione e non identificazione)...
se la pubblicità è ben fatta:
ti allontaneresti dagli standard... e ci guadagneresti almeno in
differenziazione
attenzioneAi quali potresti unire simpatia, dolcezza, voglia di far parte, di integrarsi, o anche qualcosa di più semplice...
pensiamo alla morona delle morositasCosa vuoi comunicare? Perché, oltre ad attenzione e differenziazione, hai pensato all'impiego di persone non comuni?
Possono trasmettere valori in grado di rendere più forte il tuo messaggio?
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@nelli said:
esatto, temo anch'io che l'identificazione del destinatario nel colore della pelle (e nei tratti somatici) sia qualcosa di immediato e forte. che va oltre al desiderio razionale di integrazione, tolleranza ecc. ecc.
pero' dipende anche dal tuo target
oltre agli immigrati che vivono regolarmente in italia
esistono target sensibili a certi temi (ad es integrazione) che possono apprezzare una pubblicità o immagine multietnica.
inoltre nelle scuole le classi hanno alunni di tutte le nazionalità, quindi trovarsi in uno spot un bambino cinese o albanese penso non sorprenderebbe nessuno.diverso - e qui si aprirebbero ahimè questioni dibattute - l'impatto di una persona nera. se il prodotto o il target non è completamente assimilabile alla cultura afroamericana, ancora nel 2007 per alcune aziende potrebbe esser "controproducente" l'utilizzo di persone di colore.
ma ritengo che bisogna anche avere il coraggio di andare in direzione opposta. non soltanto per questioni etiche (che di per sè già basterebbero) ma anche proprio per questioni di evoluzione della comunicazione, per superare insomma certi stereotipi.
(sarebbe un discorso ampio.. un po' come bisognerebbe superare l'immagine di famiglia tradizionale con babbo, mamma, figlioli e cane.. quando nella realtà invece abbiamo famiglie con un genitore, famiglie allargate, ecc..)per fortuna esistono casi di successo in questa direzione (penso allo spot con una nota merendina che ha scelto come testimonial Fiona May..)
ciao
Concordo con te, bisogna remare contro la solita direzione....
Sinceramente però penso che il caso di Fiona sia molto diverso, nel senso che lei è di colore ma è famosa, è amata, penso che non avrebbero mai utilizzato una ragazza di colore se era una sconosciuta,
nel senso che non vedo in questo caso un evoluzione.
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Ciao a tutti, quoto un po' tutti gli interventi...
In effetti mi sembra che in generale si cerchi di proporre modelli in cui la maggioranza dei consumatori si possa riflettere.
E' anche vero che la società italiana si sta trasformando molto rapidamente in una società multietnica e a breve ci saranno i primi cittadini di 2° generazione, cioè gli afro-italiani, gli italo-cinesi, gli slavoliani...
A parte i giochini di parole, si vedono i primi messaggi rivolti ai consumatori appartenenti a minoranze etniche (UPS, Telefonia, settore baby, Banche...) e ovviamente i primi che li propongono sono i diretti interessati che operano nei mercati di riferimento.
Diciamo che tra non molto la società si trasformerà e quindi la comunicazione multietnica diventerà la norma.
Precorrere i tempi?
Secondo me dipende dal mercato di riferimento e dai prodotti (es: se faccio una campagna dem rivolta ai notai e commercialisti, probabilmente il testimonial cinese è fuori luogo; se mi rivolgo agli under 20, il messaggio multietnico può essere addirittura recepito come più "fiko" che quello standard...).Sicuramente comunque c'è ancora molta strada da fare: la donna felice che lava i pavimenti così brilla tutto prima che torni il marito...quella che si "cala" il multivitaminico così può lavorare, pulire, prendere i figli e cucinare per tutti...quella che vive di sole fibre, baciata dal sole, paris varie...
Sarà che sono donna, ma oltre al multietnico servirebbe anche dare un'occhiatina alla realtà: le famiglie sono diverse, le donne sono diverse...lo straccio lo passa anche il mio ragazzo!
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Le pubblicità da che mondo e mondo cercano di rivolgersi alla più larga fetta possibile del target identificato dal marketing.
Mi fece sorridere quando vidi in un programma televisivo come dello stesso spot di una nota marca di prodotti per lavare i piatti venivano registrate diverse varianti, in cui a volte era la donna a lavare i piatti a mano (per i paesi latini) ed a volte il marito (per quelli nord europei).
E' chiaro che gli stereotipi sono negativi ma in 30' bisogna fare avere un messaggio che venda un prodotto.
Non pensate che in Africa sia diverso, non credo che usino dei "bianchi" come attori degli spot.
Ci sono poi anche dei problemi oggettivi, è difficile usare una ragazza di colore per pubblicizzare una crema per il viso o uno shampoo che rende voluminosi i capelli.
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@mr yak said:
sto seriamente iniziando a pensare di fondare il "telefono Blu" per uomini sfruttati dalle loro mogli/fidanzate......invece sto diventando faziosa: convertirò le mie abitudini di spesa in favore di chi mi fa vedere la donna sudata, sporca e scogl#!nata che dice "almeno con sto detersivo faccio prima che con gli altri...", quella che dice "si, il multivitaminico mi aiuta, ma i bimbi se li smazza mio marito che oggi c'ho da fare", il marito che stira, lava, cucina e dice alla moglie "se solo avessi immaginato quant'è faticosa la tua vita, mi sarei comprato xy per stirare più rapidamente, altro che..."
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Ciao, la questione, come detto dagli altri è purtroppo delicata.
Sul web ci sono molte immagini e molte vengono prese dagli image bank, nelle quali ci sono persone in gruppo, all'80% sono gruppi di persone multietniche e si fa grande attenzione ad inserire persone di tutte le razze, colori e culture.
Questo fatto lodabile però, ha fatto si che quel tipo di immagini venga spesso associato immediatamente "alla immagine da image bank", quindi una foto "finta", bellissima si, ma finta.Io per carattere remo contro corrente ma quando vendi una cosa, devi promuoverla bene e pensare che il 5% dell'utenza che perdi potrebbe corrispondere a molti ma molti soldi.
Ho notato che se promuoviamo cose o servizi ad un target esclusivamente italiano le immagini di persone in cui non si riconscono gli italiani crea un senso di non appartenenza e per quanto l'immagine viene giudicata bella o piacevole, non funziona a livello di acquisto. (anche qui dipende dal servizio, prodotto-target).
Se devo pubblicizzare una compilation rap di certo non ci metto il classico europeo ma un bel ragazzotto coi jeans calati Bronx style.
Il tutto dipende da cosa si promuove. Io sono una persona estremamente aperta, ho viaggiato, non sono nemmeno italiano e ho amici di tutti i sessi, razze e colori e trovo fantastica questa multietnicità ma devo ammettere, che purtroppo nella pubblicità, le cose cambiano un pò...il motivo è che ormai termini come "est", "marocchino", "stati uniti", ecc...ecc.. hanno preso piede nella testa della maggior parte di tutti e nessuno si ricorda più che un'extracomunitario non è per forza slavo o marocchino ma può essere un cinese, americano (america nord o sud?), svizzero...e così via...
Le persone hanno troppi preconcetti e quindi, ti rispondo, marketing parlando: purtroppo tocca valutare da caso a caso.
Personalmente parlando: scegli la foto più bella e metticela.
Esempio pratico: tempo fa dovevo scegliere un'immagine per pubblicizzare un locale e ho trovato una foto stupenda di una serie di persone giovani. Le persone, molto belle, in primo piano erano asiatiche. Ho dovuto scartare quella foto perchè non si doveva far pensare che il posto fosse per turisti e basta. Si doveva far leva su un posto alla mano, fashion ma alla mano...quindi, le persone italiane, ci si dovevano riconoscere...
...semplicemente avvolte le cose funzionano in un modo, ed altre, in un'altro...
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@Hotshot said:
Buongiorno a tutti!
Volevo trattare un argomento delicato, che forse non ci poniamo spesso, riguardante il colore della pelle delle persone in una semplice immagine pubblicitaria sul web, che possa essere all'interno del sito, o banner ecc...
Tenendo inizialmente presente conto che il servizio che ci troviamo davanti da pubblicizzare, non è assolutamente rivolto ad un target cha abbia come fattore di discriminatorio il colore della pelle, nel senso che ci rivolgiamo a tutti, per dirla in breve;
secondo Voi il mettere persone che si vedono visibilimente che non sono italiane, che cosa comporta in soldoni?
Qual'è il vostro pensiero al riguardo?
Grazie Per me dipende dal contesto e dall'intento con cui le usi.
Premesso che NON sono razzista e che però sono un po' stufo di tutti i vantaggi dei quali gli extracomunitari godono, credo che il punto fondamentale è come deve essere recepita l'immagine, se come una provocazione, uno stimolo, o cosa... Per esempio, se usi un nero per pubblicizzare un prodotto per neri, tutto Ok, idem per una donna con l'lhijab se devi vendere a donne musulmane, ma non se devi vendere a musulmani maschi (tabù loro). Se però usi immagini come quelle per promuovere qualcosa a degli italiani, il problema potrebbe sorgere se loro si sentono offesi. Andrebbe bene se devi spingere datteri, marocchinerie o altri prodotti medio-orientali. Altrimenti, ecco che potrebbero offendersi di nunvo.
La mia risposta è che si tratta di una questione di buon senso e di buon gusto. Per quanto mi riguarda, ad esclusione di quei pochi che conosco che si comportano come persone civili (e ce ne sono parecchi), per gli altri un calcione dove dico io e via. Non perché non sono italiani, ma perché sono delle persone non disponibili e spesso in malafede...
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@mr yak said:
s i click maggiori li ha avuti il 3° soggetto. (è pure vero che era più bello degli altri, ma non penso si possa dire che questo abbia fatto la differenza)
Sai se a cliccarlo erano le femminucce o i gay?
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@Hotshot said:
possiamo avere paura di perdere visitatori perchè andiamo incontri ad ideologie ristrette che quindi non fanno tralasciare dei pensieri positivi al visitatore mentre guarda l'immagine???
In sintesi: possiamo avere paura che se facciamo un sito con immagini di persone di colore, e perdiamo il 5% di visitatori, non perchè non si riconoscono, ma perchè sono "visitatori disciriminatori"???
IMHO(personalmente perdere visitatori di questo genere non mi interessa, ma il mio discorso è orientato alla comunicazione pubblicitaria) Qual'è la composizione psico-sociale del tuo target?
Quello è il fattore che conta. Se hai un audience di leghisti, mettere in positvo un nero ti creerà dei nemci, metterlo in negativo ti poterà altri utenti...
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@AAA Copywriter said:
La mia risposta è che si tratta di una questione di buon senso e di buon gusto. Per quanto mi riguarda, ad esclusione di quei pochi che conosco che si comportano come persone civili (e ce ne sono parecchi), per gli altri un calcione dove dico io e via. Non perché non sono italiani, ma perché sono delle persone non disponibili e spesso in malafede...
beh, credo che in questa discussione spostare il discorso sulla (presunta) mancata disponibilità/malafede degli extracomunitari sia fuorviante e, permettimi, forse fuori luogo (anche perchè si parla del 90% e passa del pianeta...e non tutti i "comunitari" sono simpatici...).
Quando parli invece di femminucce, gay, neri, leghisti e target (...visto che sono una "femminuccia" e che comunque non siamo all'asilo puoi tranquillamente definirci donne, siamo anche la maggioranza sul pianeta... ) esprimi più di un concetto che condivido:
- la scelta non è universale, ma dipende dal target a cui miri
- la società cambia e quindi cambiano anche i target, si perfezionano, si moltiplicano...bisogna studiarli con attenzione per trovare la soluzione giusta.
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...e aggiungerei che la questione non è per nulla da sottovalutare.
Una discussione interessante appena cominciata
http://www.giorgiotave.it/forum/web-marketing/28404-turismo-arrivano-i-cinesi.html
ci dimostra che la globalizzazione porterà molto rapidamente altri target.
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coprywiter sei riuscito a far scivolare una discussione molto interessante in un proclama pseudoleghista. mi dispiace molto credimi, che nel 2007 ci siano persone che la pensano come te.
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coprywiter sei riuscito a far scivolare una discussione molto interessante in un proclama pseudoleghista.
Credo purtroppo sia così.:(Era stato un vero piacere, almeno sino al proclama, leggere lo sviluppo di un argomento tutt'altro che facile con professionale civiltà e brillanti considerazioni.
In questo ottimo topic si stava parlando di marketing.
Perchè dobbiamo essere qui portati a conoscenza del fatto che copywriter sia o meno stufo di tutti i vantaggi dei quali gli extracomunitari secondo lui godono?Oltre ad essere fatti suoi, sono fuori tema qui e non mi pare poi abbia molto senso Premettere di NON essere razzista prima di postare proclami razzisti.
Perchè è razzista ritenere che "...per gli altri un calcione dove dico io e via. Non perché non sono italiani, ma perché sono delle persone non disponibili e spesso in malafede..."
E' razzismo considerare buonafede e disponibilità precluse ad altre razze.Deve essere chiaro aldilà del regolamento, che non vi è e non vi sarà spazio in questo ForumGT per posizioni razziste ed intolleranti.
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@spacecozza said:
...e aggiungerei che la questione non è per nulla da sottovalutare.
Una discussione interessante appena cominciata
http://www.giorgiotave.it/forum/web-marketing/28404-turismo-arrivano-i-cinesi.html
ci dimostra che la globalizzazione porterà molto rapidamente altri target.Proviamo a tornare in OT sperando che gli scritti di copywriter siano stati solo delle "uscite poco felici" che non si ripeteranno nuovamente.
@ spacecozza, molto interessante il link che hai postato, sicuramente il settore turistico apre a nuovi scenari, la cina sarà un mercato da sviluppare, così come quello dell'est, già presente nel nostro paese ma largamente ignorato sui siti.
Non mi capita spesso (per non dire che non mi capita mai) di vedere il russo tra le lingue presenti sui siti, e sì, che non sarebbe difficile da implementare al contrario delle lingue orientali.
Non dimentichiamoci, quando si tratta di proporre immagini multietniche, che ci sono società come quella americana ed inglese dove la popolazione non può ricondursi al solo "modello caucasico" come in Italia.
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a mio avviso come molti già hanno detto,
- bisogna capire il messaggio che vuoi trasmettere nella tua campagna
- e se vuoi che le persona che la vedono si devono identificare con la persona presente in essa.
le cose + importanti sono queste, poi se sia una persona di colore o meno non ha nessuna importanza.
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Fermatevi un secondo perfavore sul significato distorto della parola extracomunitario: russo, americano, africano, svizzero, giapponese, cinese...cerchiamo di non cadere nell'ignoranza razzista e usiamo i termini corretti. Siamo tutti persone, di origini diverse ma tutti uguali. Quando si utilizza la parola extracomunitario, lo si fa in maniera dispregiativa, perchè anche uno svizzero lo è...quindi, please, manteniamo un tono serio qui dentro...