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Nessuno che mi possa istruire?
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Ciao Luiss un po' di pazienza ed arriverà anche a te una risposta, non temere.
Paolo
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Grazie Paolo!
Sai, stamattina tra il terrore del colloquio e l'insicurezza di fondo....
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Sicuro e deciso al colloquio e rimanda a poi l'inquadramento giuridico delle tue prestazioni se puoi!
E' un po' lunghetto risponderti ed ora ho clienti, a dopo.Paolo.
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@i2m4y said:
Sicuro e deciso al colloquio e rimanda a poi l'inquadramento giuridico delle tue prestazioni se puoi!
E' un po' lunghetto risponderti ed ora ho clienti, a dopo.Paolo.
OK, andrò sicura e decisa al colloquio!
A dopo
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Innanzitutto Ti porgo le mie scuse, è sempre difficile capire se mi trovo di fronte ad una ragazza o no.
Allora:
Contratto ci collaborazione coordinata e continuativa a progetto:
La riforma Biagi ha introdotto notevoli tutele per i vecchi collaboratori coordinati e continuativi tra cui la definizione di un preciso progetto e quindi di un limite temporale (lo scopo è quello di evitare mascheramenti di lavoratori dipendenti), tutele sanitarie (vedi legge sicurezza 626), gravidanza e malattia, eventuale preavviso ecc.
Il reddito prodotto dal collaboratore è soggetto alla sola IRPEF (no IRAP) con le aliquote progressive previste dalla nostra vigente normativa. Si applica la ritenuta d?acconto secondo le modalità proprie del lavoro dipendente in quanto tale reddito è assimilato a quello di lavoro dipendente. Si ha una vera e propria busta paga predisposta dal committente.
A fine anno se è il solo reddito da dichiarare (e non vi sono altre particolarità familiari o oneri deducibili/detraibili) basta il CUD (certificazione dei compensi) quale dichiarazione dei redditi (no 730 o Unico).
Il profilo previdenziale prevede l?iscrizione alla ?gestione separata INPS?. Ciò significa che i contributi da versare ammonteranno a circa 17,8%-18,8% di cui 2/3 a carico del committente e 1/3 a carico del collaboratore. Maggiori approfondimenti qui: http://www.inps.it/home/default.asp?sID=%3B0%3B4725%3B4730%3B&lastMenu=4730&iMenu=1&iNodo=4730&itemDir=4938
E? eventualmente soggetta a contributi Inail (modici).
In pratica tu percepirai i soldi e compirai il tuo dovere, a tutto il resto (busta paga, inps, inail ecc.) penserà il committente.Partita IVA:
Innanzitutto bisogna aprire la partita iva con il giusto codice attività, presso l?agenzia delle entrate.
In secondo luogo bisogna istituire registri contabili con il corretto regime (quello più conveniente).
Si è soggetti alla disciplina IVA (fatture, registrazioni, detrazioni, liquidazioni, versamenti e dichiarazioni).
Il reddito prodotto dal collaboratore è soggetto ad IRPEF con le aliquote progressive previste dalla nostra vigente normativa ed ad IRAP (4,25% con deduzioni che la azzerano per redditi bassi). Si applica la ritenuta d?acconto del 20% (se attività di lavoro autonomo ? non agenzia).
Non si ha una vera e propria busta paga predisposta dal committente, bensì si deve emettere fattura all?atto del pagamento. A fine anno è necessario predisporre il modello unico quale dichiarazione dei redditi.
Salvo la presenza di apposite ?casse di previdenza professionali? il profilo previdenziale prevede l?iscrizione alla ?gestione separata INPS (professionisti senza cassa)?. Quota dei tuo contributi verranno addebitati in fattura al tuo committente (4% del compenso) il resto sarà a tuo carico.
Per quanto riguarda il regime previsto dall?art. 13 L. 388/00 (SEI AVANTISSIMA A SAPERE QUESTE COSE!!!) ti rimando a questa lettura che lo spiega molto bene dalla pag. 29 in poi.
http://www.comufficio.it/site/comufficio_webprofessional_it/Avvio_Attivita.pdf
Riterrei molto comodo questo inquadramento (se ne hai i requisiti) perché consente un notevole risparmio fiscale e ridottissimi adempimenti. NB l?irap si continua a pagare. Il regime prevede la possibilità di avere un Tutor da parte dell?agenzia delle entrate che potrebbe farti risparmiare i soldi del commercialista che altrimenti saresti quasi obbligata ad avere.Siccome però la materia è complessa e piena di variabili ti consiglio comunque di visitare il tuo commercialista di fiducia per un più puntuale approfondimento con elementi più specifici e per una eventuale valutazione di convenienza numeri alla mano.
Ti ricordo che i miei sono solo consigli dati a titolo personale e non consulenze o pareri professionali, è sempre importante rivolgersi ad un consulente specificamente competente in materia.
PS in bocca al lupo per il tuo incontro con il mondo lavorativo!!!
Paolo.
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Paolo, grazie mille per avermi aiutato: non sembra ma in queste cose uno si sente solo anche se è seguito dal commercialista di fiducia (il mio è latitante, sono più giorni che lo cerco ma...niente)
A me servirebbe proprio avere un riscontro oggettivo delle due differenti modalità di gestione del lavoro.
Se non ho capito male, le cose stanno così:
Contratto a progetto:
Dalla somma lorda ci devo togliere:
dal 18 al 23% di I.r.pe.f
6% contributi (perchè gli altri 2/3 sono a carico del committente)
ritenuta d'acconto (che non so a quanto ammonti , ma vorrei capirlo)Partita Iva
Dalla somma lorda devo sottrarre:
20% di Ritenuta d'acconto
14% di contributi (perchè 4 sono a carico del committente)
dal 18 al 23% di I.r.pe.fMia sorella, che fa il medico, usufruisce dell'art. 13 della l.388/2000. Il suo tutor dell'agenzia delle entrate (e c'ero anche io quel giorno) le ha detto che lei non deve pagare niente se non una percentuale appunto agevolata del 10% al posto dell'irpef.
Io invece mi sto documentando e l'iva, con questa agevolazione, deve essesre pagata, seppur con l'agevolazione dell'unica soluzione (senza anticipi).Non so se sono riuscita a spiegarmi ma io devo capire cosa mi convenga utilizzare tra contratto a progetto e partita iva. (purtroppo anche se i regimi sono diversi perchè presuppongono attività diversamente limitate, io posso fare solo un discorso di mia convenieza perchè sia con la partita iva che con il contratto a progetto il mio lavoro sarebbe lo stesso)
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Mi sembra di capire che tu il confronto lo voglia fare tra cococopro e partita IVA agevolata L. 388/00. Dunque:
Cococopro:
Scordati la ritenuta d'acconto (che comunque ci sarà) in busta paga, infatti questa non è altro che una anticipazione dell'imposta che pagherai in sede di dichiarazione dei redditi (o di conguaglio nel CUD). In pratica in dichiarazione si fa il calcolo esatto su tutto il reddito dell'anno ed al risultato a debito si scomputano le ritenute già subite (e versate dal committente per tuo conto a titolo di acconto appunto).
Non posso però dirti quale sarà la tua tassazione in dichiarazione, ciò dipenderà dai tuoi redditi. (1° scaglione al 23% ma con tutta una serie di detrazioni). E' appunto sui numeri che il tuo commercialista dovrebbe farti una previsione ed un confronto.
Non c'è IVA
Non c'è IRAP
Circa il 6% di contributo INPS a tuo carico.Partita IVA con agevolazione art. 13 L. 388/00
Niente IRPEF - niente ritenute (i calcoli si fanno tutti in dichiarazione dei redditi)
Imposta sostitutiva del 10% sul reddito (dato da compensi meno costi)
IRAP 4,25% (anche questa si calcola in dichiarazione su ricavi meno alcuni costi, meno deduzioni)
Contributi previdenziali a tuo carico (non ricordo la percentuale esatta, ma in quel sito che ti ho segnalato c'è).Purtroppo il tutor si è forse confuso, il regime agevolato sostituisce solo l'irpef con una imposta sostitutiva del 10% da liquidare in dichiarazione, non prevede l'effettuazione delle ritenute d'acconto.
Il contribuente è soggetto ad IRAP ed IVA (con qualche agevolazione sugli adempimenti tra cui appunto l'unica soluzione).Probabilmente il tutor si riferiva a tua sorella medico nello specifico, che effettuando solo operazioni esenti da iva, non andrà mai a versarla.
Ciao,
Paolo.
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Grazie, sei stat motlo chiaro e paziente
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Ho appena cominciato col mondo del lavoro e già mi gira la testa ()
Il mio datore o committente (non ho ancora capito come chiamarlo!), non vuole che io lavori con un contratto a progetto e preferisce che io apra una partita iva.
Mi ha chiesto di fargli un'offerta.Io sono entrata in crisi perchè non sono proprio in grado.
Se avessi lavorato a progetto, lui mi avrebbe dato 1000 euro lordi (quindi 800 netti). Se voglio mantenere il mio guadagno netto sugli 8oo ?, quanti gliene dovrei chiedere lordi per la p.iva? (calcolate che io se apro la partita iva lo faccio con l'agevolazione dell'art. 13 della 388/2000).Questo vuole una risposta subito e il commercialista dei miei è in ferie...
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Fare un computo corretto e preciso, tenendo in considerazione le altre 30 variabili che non ho, impiegherebbe quasi tre orette.
Non ti posso postare qui il calcolo perchè non saprei come inserire una tabella di excel.Ora ti mando in e-mail un file excel con un calcolo "spannometrico" su base annua.
Ripeto che trattasi di calcolo molto approssimativo, bisognerebbe conoscere altre variabili e valutare che con la partita iva tu avrai la possibilità di dedurre alcuni costi (parzialmente auto, cellulare, computer, cancelleria, ecc.) e quindi avere ulteriori benefici in termini di imposte.Comunque direi sufficiente, in attesa del tuo commercialista, che saprà darti una valutazione più precisa.
Ricordati che NON è un parere od una consulenza professionale questa o quella che ti invio, ma un semplice aiutino da amico.
Ciao,
Paolo.
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Grazie paolo per l'aiuto.
Cmq io vorrei solo avere un'idea per andare in sede di contrattazione e farmi fregare altamente.la mia paura è che mi ritrovi a pagare una montagna di tasse e quindi a non riuscire neanche a guadagnare quelle 800 euro al mese che, per una laureata, mi sembrano il minimo sindacale.
Cmq ho letto che con l'agevolazione della 388 non sono molte le cose che s possono detrarre, e io non ho certo in mente di prendermi una macchina o un nuovo cellulare.
Penso proprio di non scaricare quasi niente.
Grazie ancora.
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tieni presente che se apri la P. IVA l'irap (4,25%) è a carico tuo.
inoltre, se non utilizzi il tutor dell'agenziaentrate, devi anche pagare il commercialista.
entrambi costi che altrimenti dovrebbe sostenere il datore di lavorogiusto Paolo?
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dimenticavo... a memoria se non hai altri redditi a parte quelli di lavoro autonomo risci di perderti la deducibilità dei contributi INPS...
sempre se parliamo di articolo 13.inoltre se gli importi sono così bassi, con l'articolo 13 temo tu perda la no tax area...rischi quindi di andare a pagare di più che non con una semplice P. IVA.
chiedi conferma di ciò eventualmente al commercialista del tuo cliente.
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Tutte sacresante verità quelle di spider-panoz, che ringrazio dell'intevento.
Per questo, consigli di questo genere non possono che essere "spannometrici".
La cosa andrebbe affrontata professionalmente al rientro del tuo commercialista, sulla base di dati concreti e molto più specifici andrebbero fatti tutti i calcoli di convenienza.
Paolo.
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@SpiderPanoz said:
tieni presente che se apri la P. IVA l'irap (4,25%) è a carico tuo.
inoltre, se non utilizzi il tutor dell'agenziaentrate, devi anche pagare il commercialista.
entrambi costi che altrimenti dovrebbe sostenere il datore di lavorogiusto Paolo?
Infatti credo proprio che se dovessi aprire una partita iva chiederò il servizio di tutoraggio
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sai paolo che credo che l'articolo 13 non sia vantaggioso per fatturati intorno ai 12.000 euro?
che ne pensi?
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Penso anch'io, ma nel suo caso non conosco le altre componenti del reddito complessivo (condivido infatti sia il riferimento alla deducibilità dei contributi che alla no tax area). Mi è sembrata così convinta dell'art. 13...
L'unica cosa è che forse qualche spiraglio potrebbe averlo dalla deduzione dei costi inerenti l'attività, che con la cococopro non avrebbe.Certo è più comoda di altri regimi iva, in quanto ha veramente molti meno adempimenti, che le potrebbero costare come parcella del commercialista.
Andrebbero fatti conti precisi, ma propendo anche io per la tua supposizione.
Purtroppo poi i conti in questi casi non mi vengono così semplici a mente, normalmente mi occupo di fiscalità delle società...Paolo
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Sapete perchè sono così convinta dell'art.13?
Mi hanno chiesto per forza di lavorare con partita iva ( se avessi potuto avrei scelto il contratto a progetto) e almeno con l'art. 13 non devo pagare il 23% di irpef ma laliquota sostitutiva del 10%.
Non basta questa come agevolazione per considerarla più conveniente degli altri ?
Se i 12.000 euro fossero l'unica fonte e io non avessi latre entrate, di qualre regime fiscale mi dovrei servire?
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E' vero a prima apparenza l'"art. 13" è conveniente, ma l'attuale sistema irpef non prevede solo il primo scaglione al 23% ma anche tutta una serie di deduzioni/detrazioni particolari, che non esistono nel sistema di cui all'agevolazione in oggetto.
Esiste la No Tax area che, attraverso un complicato calcolo, garantisce l'esenzione di una quota di reddito.
Esiste la possibilità di dedurre i contributi pagati all'inps.
Esistono altre deduzioni/detrazioni.Quindi non è "garantito al limone" che con quel particolare regime agevolativo si vada a pagare meno che con l'ordinaria Irpef per determinati livelli di reddito (ad esempio potrebbe essere il caso dei soli 12.000 euro).
Può essere conveniente ad esempio se le deduzioni/detrazioni irpef siano già utilizzate con altri redditi e quindi la tua prestazione di cui in oggetto sia parallela.Inoltre si devono calcolare una serie di costi paralleli come quello per il commercialista, ad esempio.
Quindi non è un calcolo, come ti ho già detto, semplicissimo e che richiede l'intervento/incontro di persona con il commercialista, che deve conoscere l'intera tua posizione fiscale.
Paolo.