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Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti
EDIT: NON È UNA DISCUSSIONE DOVE SEGNALARE LE INGIUSTIZIE. NON ANDIAMO OT: SE NE AVETE VOGLIA APRITE ALTRE DISCUSSIONI. QUI SI PARLA SOLO DELLA CREAZIONE DEL MANIFESTO.
Non faccio nomi, non mi importa. Ma ho registrato un video che uscirà nei prossimi giorni dove credo che sia necessario fare qualcosa per:
- il copia incolla
- la non citazione delle fonti
- il freebooting
- chi pensa di rielaborare il contenuto e non citare mai
- tanto altro
"Perché non scriviamo il manifesto etico del blogger o del Content creator in generale!"
È la proposta che @rossella-pivanti ha fatto.
So che ci sono varie cose in giro, ma oggi Internet è ad un livello di scopiazzatura diverso. Non mi interessa fare qualcosa per TUTELARE o qualcosa per ACCUSARE.
L'idea è fare qualcosa che si possa insegnare. Qualcosa rivolto a chi divulga, perché credo che questa piaga sia inarrestabile, noi possiamo solo influenzare le persone e farle impegnare eticamente nella creazione di contenuti. Creare passione.
Che ne pensate? Vi va?
Però un piccolo avvertimento: di solito questi argomenti arrivano a produrre dei documento che usano un linguaggio pieno di DEVI, FAI, USA che è un lingua che ordina. Che comanda. Che non aspetta alcuna domanda o riflessione.
Vorrei fare qualcosa di diverso
I 8 Risposte -
@giorgiotave Ti faccio due domande, quanto deve essere lungo il contenuto per essere considerato fonte di altri?
E c'è differenza fra tipologie di contenuto?
Nel codice per esempio il copia-incolla è pratica quotidiana, e anche il codice è un contenuto, ma più che una creazione è una soluzione ad un problema, per questo nasce la seconda domanda.
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@giorgiotave Mi sembra una grande idea!
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Dal mio punto di vista se vuoi fare veramente qualcosa di diverso dovresti cambiare TARGET: manifesto per i CLIENTI dei blogger/creator.
I blogger/creator conoscono già benissimo l'etica che dovrebbero seguire, semplicemente NON la seguono per CONVENIEZA.
Ed hai citato i mali minori. Hai mai visto il media kit di un blogger/creator? Li hai mai sentiti parlare con i clienti? Io si e qualche centinaio e tra la melma di metriche come OTS (opportunity to see), AVE (Advertising Value Equivalent) e people reached non c'è verso di metterli sulla retta via.
Come la risolvi? Istruendo chi acquista i loro servizi: questo si che sarebbe un bel corso. Da come leggere ogni metrica presente in un media kit, all'autenticità di un contenuto.
Come si dice: "Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna".
1 Risposta -
@domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Dal mio punto di vista se vuoi fare veramente qualcosa di diverso dovresti cambiare TARGET: manifesto per i CLIENTI dei blogger/creator.
Prima di rispondere a @overclokk, Dome, se vogliamo farne uno per i CLIENTI apriamo una nuova discussione.
Giusto il tuo punto di vista, ma io so esattamente a cosa sto mirando, quindi rimaniamo in tema qui parlando di un Manifesto per i CREATOR.
E nell'altra per i CLIENTI.
1 Risposta -
@giorgiotave ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Giusto il tuo punto di vista, ma io so esattamente a cosa sto mirando, quindi rimaniamo in tema qui parlando di un Manifesto per i CREATOR.
Parlando di importanza a livello MONDIALE...
esisteva la PTBA - Professional Travel Blogger Association.
Per fortuna ha chiuso i battenti. Avevano un codice etico, codice etico che poi è stato scopiazzato da altri in tutto il mondo, Italia compresa.La PTBA si è trasformata in SATW. Ecco il loro codice etico
Altri due esempi di codice etico:
iAmbassador
Travel Blogger ItaliaHai presente il mondo SEO? Ecco, in questo mondo accade la stessa identica cosa. Qui dove viene diffuso il VERBO - a livello mondiale:
Travel Massive
Tbex
iAmbassadorPersonalmente non slegherei mai il mondo della produzione di un contenuto con il mondo della visibilità di un contenuto. Sopratutto oggi sono un tutt'uno.
Nell'elenco che hai fatto - nel codice etico - includerei l'analisi corretta di un mediakit. Per ogni metrica contenuta si dovrebbero indicare:
- l'operazione matematica con la quale è stata calcolata
- cosa rappresenta esattamente. Ad esempio: contenuto passato in timeline o contenuto letto/visto? Se letto/visto per quanto tempo? (Le views di Facebook vengono conteggiate solo dopo 3 secondi e hanno autoplay, quelle di YouTube dopo 30 secondi e senza autoplay ecc...)
In 15 anni di eventi e fiere seguite in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'Europa, all'Asia, ho visto e sentito cose che fanno rabbrividire anche le più grosse cazzate raccontate sulla SEO.
Come ad esempio che un manipolo di blogger ha avuto un OTS di 50mln di persone ed un AVE di 2mln di euro. E quando racconti questo davanti a platee di chi vuole intraprendere la professione del creator e di ignari clienti... capisci bene che si fa DANNO all'intero sistema.
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Il focus della discussione è questo
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So che ci sono varie cose in giro, ma oggi Internet è ad un livello di scopiazzatura diverso. Non mi interessa fare qualcosa per TUTELARE o qualcosa per ACCUSARE.
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L'idea è fare qualcosa che si possa insegnare. Qualcosa rivolto a chi divulga, perché credo che questa piaga sia inarrestabile, noi possiamo solo influenzare le persone e farle impegnare eticamente nella creazione di contenuti. Creare passione.
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Però un piccolo avvertimento: di solito questi argomenti arrivano a produrre dei documento che usano un linguaggio pieno di DEVI, FAI, USA che è un lingua che ordina. Che comanda. Che non aspetta alcuna
Vi chiedo di attenervi a questo per arrivare a crearlo.
Ho diviso per esempio questa segnalazione. Sono intervenuto prima.
L'obiettivo è divulgativo, non altro. Non associazioni. Non ordini. Niente codici.
È già il terzo intervento che faccio per invitarvi a non USARE questa discussione per parlare di altro.
Sono le buone regole di una community.
Non vi sto dicendo di non parlarne, ma non di parlarne qui, di creare discussioni a tema.
Questo che stiamo vivendo ora, in questa discussione, è uno dei problemi principali. Se ci sono post che CHIUDONO o DEVIANO, nessuno interverrà per provare la strada che ho proposto.
E così non facciamo mai niente.
Se non vi va: potete aprire un'altra discussione?
Ci parteciperò volentieri, parlando dell'efficacia o meno. Ma nell'altra.
Grazie
1 Risposta -
@giorgiotave Avresti un MANIFESTO - su altro tema - che reputi valido da farmi vedere come esempio? Vorrei andarmelo a leggere così inquadro meglio la questione. Perché veramente non credevo di essere andato OT anzi, pensavo di aver dato spunti interessanti per incentivare discussione e proposte nell'ottica di realizzare qualcosa di DIVERSO - facendo presente la situazione attuale.
Ora come ora mi vengono in mente "solo banalità". Ad esempio il punto "LA NON CITAZIONE DELLE FONTI" oltre a dire che è buona prassi citare sempre la fonte e il perché, non mi riesco ad immaginare altro.
Chiedo scusa.
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Il mio piccolo contributo.
Come già da tempo sdoganato, il copiare è parte integrante delle opere creative (cito Kleon con "Steal like and Artist" solo per citarne uno molto famoso che ne ha parlato).
Io credo che se accettiamo in modo esplicito che una copia possa essere fatta, allora eviteremmo il furto.
Spiego il mio punto di vista con i termini furto e copia:
- Un contenuto è rubato (furto) quando non aggiunge niente di nuovo al contenuto originale E non cita la fonte.
- Un contenuto è copiato quando si basa su altri contenuti e ne rielabora il contesto, il messaggio, lo manipola, lo traduce, lo aggrega ad altri contenuti, etc.
Nel manifesto mi piacerebbe che questa cosa fosse chiara, se siete d'accordo con me.
La copia e rielaborazione dei contenuti è accettabile e incoraggiata, fintanto che il contenuto risultante sia sostanzialmente diverso e/o arricchito rispetto all'originale.
Poi magari pensiamo a come includere le citazioni, magari tirando in ballo anche creative commons e altri copyright che invogliano alla condivisione.
1 Risposta -
@giorgiotave complimenti per l'iniziativa è un ottima idea.
Il pensiero di cosa vuol dire citare la fonte, non da un punto di vista legale, ma morale o di convivenza umana rientra nel rispetto fra persone e professionisti.
In sintesi penso che citare la fonte vuol dire vuol dire rispettare gli altri e chiedere lo stesso rispetto.
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@giorgiotave ottima iniziativa. Ne servono a palate.
Per quanto se ne parli il fenomeno del furto è una costante, a tutti i livelli.
Aggiungo volentieri a questa lista qualche spunto che sono solito sottolineare, ahinoi, con una certa frequenza.
Il mio raggio d'azione verte più sul segmento della comunicazione visiva, sarà subito chiaro-
Il "copia-incolla" è di per sé vietato a prescindere, è cosa nota.
Anche e soprattutto in assenza di specifiche nella pagina in merito alla distribuzione dei contenuti ospitati.
La citazione di un passaggio può essere accettabile purché la citazione sia tale. Ovvero: limitata ad un passaggio (ad esempio una frase, con link di approfondimento alla pubblicazione originale), incapsulata negli indicatori del caso (le "virgolette") e affiancata dalla menzione dell'autore.
Nota bene: alla luce della volontaria ignoranza delle masse, degli addetti di settore e degli editori in generale che sono soliti violare il diritto d'autore, è buona norma, in ogni caso, descrivere, in evidenza (nel footer oppure altrove) il principio sulla proprietà intellettuale e il divieto del caso. Sarebbe superfluo ma tra distillato d'ignoranza e analfabetismo funzionale è necessario "proteggersi" in tutti i modi possibili. -
Necessario sottolineare quanto la citazione delle fonti NON è un alibi e non basta.
La cattiva prassi del caso non coinvolge solo articoli, frasi e aforismi ma si estende notevolmente anche a: creatività, meme e persino risorse free in distribuzione gratuita online. Il tema riguarda anche la piaga del freebooting ed è di gran lunga più estesa di quanto non si creda.
Cito un esempio assai comune: pagina facebook, account twitter o profilo LinkedIn che scarica sul proprio device soggetti creativi (immagini, gif o microvideo) e li ripubblica all'interno del proprio canale demandando la segnalazione dell'autore originale ad una stringa di testo con o senza menzione.
Tale pratica è totalmente disonesta e priva l'autore originale di visibilità, assorbita totalmente dal canale di turno che, senza realizzare nulla, applica questo pessimo "modello" editoriale accumulando visibilità su ogni autore che subisce il furto e, l'amaro in fondo, arriva poi a monetizzare l'accumulo del seguito di quel canale.
Altro esempio troppo diffuso: le gallery/showreel, in formato foto o video, con estratti di realizzazioni altrui e la scusante del classico "i migliori 10 artisti..." -
Il Manifesto dovrebbe specificare (insegnare) a tutti gli utenti un principio fondamentale: ogni social, ormai, possiede strumenti dedicati alla condivisione dei contenuti che non privano gli autori della proprietà intellettuale e non violano le regole di quella piattaforma. Dalle funzioni "embed" ai widget di piattaforma, dall'aggregazione dei feed ai social wall, fino alla menzione di passaggi di testo specifici (vedi Medium).
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I doveri degli utenti. Specificherei tali doveri. Ciascun utente deve educare sé stesso a segnalare le violazioni del caso con gli strumenti a disposizione. Le piattaforme che ospitano contenuti pirata e abusi hanno colpa a metà: non possono intercettare o comprende ogni violazione. Dunque, ove termina il "presupposto etico" del singolo (per ignoranza o malafede) inizia il dovere degli utenti. Ciascun utente deve evitare ogni piattaforma che offre contenuti senza licenze specifiche per ciascuna risorsa, sottolineando adeguatamente la differenza (ed i limiti) tra i tipi di licenza: uso personale, standard, estesa, commerciale, eccetera.
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Freebooting, significa anche interpretare arbitrariamente le licenze d'uso sui contenuti creativi, appropriarsi indebitamente di permessi arbitrari spacciandoli per "fair use" e monetizzare i canali che ospitano tali contenuti. Una sezione utile nel Manifesto sarebbe quella che descrive i "modelli economici" dietro tutte le violazioni (sia quelle "dirette", come la monetizzazione di un contenuto che ne ospita altri senza licenza, sia quella "indirette" che non monetizzano il contenuto in sé ma il canale che li ospita).
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Altra sezione opportuna del Manifesto, infine, è quella che riguarda gli strumenti di protezione. Nel video di Giorgio è menzionato Product Hunt, per esempio, ma gli strumenti di verifica e controllo sono davvero tanti, tutti a disposizione degli autori e vanno elencati in modo che sia i creators sia gli utenti che notino "stranezze" durante la navigazione, possano sfruttarli a dovere, educando sé stessi e gli altri sul tema. Dalla ricerca per campione immagine di Google all'equivalente su Pinterest, fino ai protocolli più recenti che hanno già iniziato a muoversi in questo sensi (vedi Adobe CAI, Crypto Arts e Blockchain eccetera).
Son stato prolisso, chiedo scusa. Ma l'argomento è tosto, variegato e complesso.
Spero che le mie suggestioni possano servire allo sviluppo degli argomenti
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@g-lanzi ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Un contenuto è rubato (furto) quando non aggiunge niente di nuovo al contenuto originale E non cita la fonte.
Un contenuto è copiato quando si basa su altri contenuti e ne rielabora il contesto, il messaggio, lo manipola, lo traduce, lo aggrega ad altri contenuti, etc.
Poi magari pensiamo a come includere le citazioni, magari tirando in ballo anche creative commons e altri copyright che invogliano alla condivisione.Punto di vista interessante ma... se un contenuto è protetto da COPYRIGHT trattasi sempre di furto di opera - totale o parziale che sia. Non è che se citi sei autorizzato a prendere un contenuto e farne ciò che vuoi. Anche se citi il creator, devi essere autorizzato per poter prendere il contenuto. Se non sei autorizzato e citi, trattasi sempre di furto di opera.
Ovviamente non sono da considerarsi quei casi dove ESPLICITAMENTE si ha la dicitura: "Il riutilizzo del contenuto è consentito esclusivamente se si cita la fonte".
Ecco, anche tutto ciò che ho detto dovrebbe essere estremamente chiaro nel manifesto.
1 Risposta -
@domenico-pacifico
Concordo.Inoltre non sarebbe male, forse, specificare cosa intendiamo nel manifesto con copia di un contenuto, e sottolineerei la differenza tra contenuto copiato, basato su (che parta un contenuto e ne genera un altro approfondendolo o analizzandolo da un altro punto di vista) e ispirato (che parte dall'idea alla base di un contenuto per reinterpretarla).
Anche queste definizioni andrebbero specificate insieme e dichiarate per avere un vocabolario condiviso.
1 Risposta -
Ho visto ora il video, ok, credo di aver capito il senso, e aggiungo anche una seconda domanda, qual'è il limite delle citazioni? Cioè, se conosco un argomento e ne voglio creare un contenuto devo averlo studiato da qualche parte negli anni passati, mettere tutte le fonti su cui ho studiato per esempio a come programmare diventa molto diffcile considerando la mole di articoli e non solo letti nel tempo, quindi comunque ci deve essere un limite, non so se mi sono spiegato.
Il discorso cambia se devo preparare un contenuto su un argomento che non ricordo bene e quindi mi faccio un ripasso sulle novità allora ho modo di scegliere le fonti migliori e citare quelle (anche qui, citare tutto non ha senso, meglio citare le fonti migliori, quelle che veramente mi hanno insegnato qualcosa), questa è una cosa che già faccio con i miei video.
1 Risposta -
In merito al vocabolario... direi che esiste già. Basta trovare le parole e decidere quali trattare. E da qui mi collego al fatto che bisogna anche decidere se il manifesto debba contenere informazioni di carattere legale della serie... se violi questo rischi questo.
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qual'è il limite delle citazioni?
La citazione non può essere utilizzata come scusa per utilizzare/rielaborare un contenuto altrui senza autorizzazione.
Credo anche si debba far chiarezza sulla citazione: un conto è citare per una frase, uno studio altrui ecc... un conto è citare perché si è presa pari pari un'opera - intera o parziale poco importa. Sono due cose ben diverse. Gli esempi che hai fatto tu mi sembrano le classiche citazioni che si trovano nei libri.
Diversi uffici del turismo nel mondo hanno preso di sana pianta i miei contenuti e li hanno riutilizzati a loro piacimento. Mi hanno sì citato - non potevano fare diversamente visto il watermark sull'opera - ma SENZA AUTORIZZAZIONE. Come vedi in questo caso la citazione è riferita ad un opera completa presa e riutilizzata con citazione. Ho fatto rimuovere tutto a tutti: il fatto che citi non ti mette al di sopra della legge. Questa cosa deve essere ben chiara.
In merito credo sia necessario includere nel manifesto che ciò che verrà scritto sarà valido non solo per chi crea contenuti, ma anche per tutti quelli che hanno bisogno di UTILIZZARE i contenuti.
Intanto la legge... UFFICIO BREVETTI
2 Risposte -
@domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Credo anche si debba far chiarezza sulla citazione: un conto è citare per una frase, uno studio altrui ecc... un conto è citare perché si è presa pari pari un'opera - intera o parziale poco importa. Sono due cose ben diverse. Gli esempi che hai fatto tu mi sembrano le classiche citazioni che si trovano nei libri.
Mi riferivo a questo tipo di cose quando parlavo di vocabolario comune. Definirei cosa consideriamo "citazione", cosa "copia" e cosa "rielaborazione", così poi abbiamo un terreno comune ben definito e dichiarato nel manifesto.
Entrano in gioco diverse variabili: l'intento (apparente) del riutilizzo del materiale altrui e la percentuale di contenuto non originale che si utilizza, solo per citarne due.
(Stiamo mettendo in moto una macchina complessissima, me lo sento... )
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@domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
La citazione non può essere utilizzata come scusa per utilizzare/rielaborare un contenuto altrui senza autorizzazione.
E perché non posso rielaborare?
Rielaborare non vuol dire copiare pari pari.
Il progresso è la rielaborazione di idee e concetti in modi diversi.
E per quanto riguarda il riutilizzo in toto o in parte non ci sarebbe neanche bisogno di un manifesto poiché esistono le licenze per questo.
Concordo con @g-lanzi dove parla di vocabolario comune.
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Oggi citare le fonti con un link diretto conviene perchè google ads apre un banner.
Ma conviene anche perchè può essere l'occasione per entrare in contatto con altri autori.
Però, io come infermiere che scrivo di assistenza ad un paziente con una malattia è ovvio che il mio scritto nasce da un percorso formativo specifico e da opportunità che la mia azienda sanitaria mi offre.
Se come infermiere invece scrivo di una malattia, ad es. della varicella da un punto di vista di segni e sintomi, di citazioni ne devo scrivere molte, ma la rielaborazione la stò facendo perchè punto ad un target specifico che sono gli infermieri.Quando invece è un filosofo, esperto di contenuti che scrive di una malattia o ci fa un sito dedicato, quanto deve citare? Ovviamente non sta "rubando nulla" la chiamiamo divulgazione scientifica e mentre nel copia incolla della ultima notizia la news la chiamiamo giornalismo.
Poi ci sono i siti spazzatura, che fanno titoli clickbaiting e dentro non c'è nulla, articoli che piacciono tanto a discover e lo fanno anche grandi giornali che non ti fanno vedere nulla se non paghi.
Il punto non credo sia cosa fanno gli altri, ma cosa voglio fare io, come voglio essere io davanti ai miei lettori e alle persone che mi hanno aiutato nella mia creazione, facendo esse una parte del lavoro e quindi credo che meritino il mio rispetto e la mia citazione.