- Home
- Categorie
- La Community Connect.gt
- Internet News
- Sul Ban di Casa Pound e Forza Nuova da Facebook e Instagram
-
Sul Ban di Casa Pound e Forza Nuova da Facebook e Instagram
Vorrei mettere qui, su queste pagine, alcuni punti essenziali della vicenda ora che si sono un po' calmate le acque.
Mi piacerebbe approfondire e parlarne in tranquillità, come da regole del nostro forum.
Ho raccolto le varie obiezioni e punti di vista. Magari si crea una discussione interessante e si potrà elaborare una risorsa più completa.
La Verifica delle Fonti.
Il ban c'è stato. Fin lì nessun dubbio. Il dubbio c'è sul perché ufficiale.
All'inizio si parlava addirittura di una nota al Ministero, abbiamo provato con i nostri vari contatti e non risulta a nessuno. Anche Martina Pennisi del Corriere risponde che non le risulta.
La dichiarazione di un portavoce di Facebook, data per vera da tutti i giornali e utenti, io non sono riuscito a verificarla in nessun modo.
L'unica persona che conferma che esiste questa nota è Virginia della Sala de Il Fatto che ringraziamo per la risposta.
Sinceramente non so se esista una nota del ministero. Esiste però certamente, perché l'abbiamo ricevuta anche noi, una dichiarazione di un portavoce di Facebook inviata e diffusa a e tra la stampa, quella che i giornali, noi inclusi, hanno riportato virgolettando
Dal mio punto di vista non è una questione di fidarsi o meno. Ma di trasparenza e responsabilità da parte di tutti.
Mi aspettavo una comunicazione ufficiale su canali di proprietà.
Perché potrebbe essere andata come dice >
1- Facebook ha chiuso un po di profili di persone che violano palesamene e di continuo la privacy di Facebook, come accade di continuo .(senza assolutamente prendere di mira un determinato target)
2- Alcune di questi profili appartengono a Casapound e simili.
3-Queste persone ieri intervistati da qualche giornalista hanno detto che i poteri forti sono contro di loro, tra cui anche Faceobok prova ne è la chiusura dei loro profili.
4-Poi il giornalista ha ripreso la notizia dicendo "Facebook ha chiuso tutti i profili legati a Casapound..."
5- Tutti i giornali hanno ripreso la notizia, senza andare alla fonte ne verificare. (hanno solo verificato che il profilo di uno o due rappresentate sia stato chiuso)Le Regole.
Da quando è nata Internet, tutti i siti della rete hanno avuto regole proprie. Questa nostra community le ha. Rispettando quelle dello Stato in cui opera, scende nel dettaglio nelle proprie.
Per esempio:
Il Forum GT è pubblico, mette a disposizione degli utenti, in forma gratuita, uno spazio per lo scambio di opinioni, esperienze, test e informazioni utili per scopi legittimi, con cortesia, tolleranza e rispetto delle persone, razze ed etnie, religioni e fedi e delle differenti culture; in cambio viene richiesto di seguire poche e semplici regole al fine di garantire un ordinato e pacifico svolgimento delle discussioni.
C'è un punto 4 dedicato al Rispetto. Appena questo viene meno l'utente viene allontanato. Facebook non è pubblico. Non è lo Stato. Non è Internet. Non si possono applicare solo le leggi dello Stato, non so come mai non sia chiaro questo punto. Solo chi non conosce Internet può pensare una roba del genere.
Anche nel caso in cui una piattaforma operi in uno Stato soltanto, sono due cose diverse che necessitano di ulteriori regole. Un po' come il Calcio. Ha le sue regole e siccome è più evoluto, anche la sua Giustizia.
Per le piattaforme sociali e Internet ci stiamo adeguando, multa su multa, commissione dopo commissione. Non è vero quindi che Facebook se ne frega delle leggi dello Stato, si adegua invece. Come vedremo più avanti.
Quindi rispetta le leggi dello Stato in cui opera e ha le sue regole, che ognuno dovrebbe leggere e rispettare prima di chiedere dei propri diritti. Che sono molto limitati sui social.
Comunque se fosse stato MySpace a fare il casino, nessuno avrebbe detto niente.
La Visibilità.
Essendo Facebook molto visibile un problema potrebbe esserci, .
Se il 50% della popolazione mondiale ne usufruisce, è il momento di chiedersi se non sia cosa pubblica.
Bisogna chiedersi quanto sia lecito che una azienda privata possa togliere visibilità ad una parte dell'opinione pubblica.
Per me non è cosa pubblica, ma il "togliere visibilità ad una parte dell'opinione pubblica" è effettivamente un tema.
segnala come Twitter, in America, per i contenuti che hanno questo impatto ha implementato una funzionalità interessante, ma non nuova. I Tweet di Trump, che è Presidente, che viòlano le policy, vengono nascosti con un pulsante. È simile a quei pulsanti dei siti a luci rosse che ti chiedono se hai più di 18 anni.Mossa interessante: è pur sempre il Presidente.
Poi c'è lo shadow ban. Che però non viene citato da nessuno, figuriamoci. Sul forum gt esiste da sempre per gli spammer. Credono di postare, ma i post li vedono solo loro
Quindi è giusto togliere visibilità? Sì. Viene fatto molto male, ma il principio è giusto. Ed è semplice. Guardate che ci sono delle regole. Ma davvero c'è qualcuno che pensa di poter iscriversi da qualche parte e fare quello che vuole lui?
Questa è la presunzione in persona. Siamo così. Arriviamo negli ambienti e lasciamo la nostra impronta. Dopo che passiamo noi niente è diverso.
Siamo quelli che vanno in spiaggia e buttano la lattina lì. Prima si chiede permesso, poi si entra.
Il rispetto verso un luogo è importante, se non lo faccio, poi non posso parlare di censura.
Facebook non deve rendere conto a nessuno?
No, deve. In Francia lo ha fatto pena pesanti multe come segnala Giovanni Cappellotto.
Facebook, come dicevamo, si adegua quando le sue regole sono in conflitto.
Ma è censura?
L'articolo che segnala Giovanni pone vari interrogativi, uno di questi è sul comportamento utente:
Il nuovo accordo potrebbe indicare di fatto la fine della libertà di espressione su Facebook per i cittadini francesi. L'autocensura in Europa è già molto diffusa: da un recente sondaggio condotto in Germania è emerso che due terzi dei tedeschi fanno "molta attenzione" agli argomenti sui quali esprimersi in pubblico ? l'Islam e i migranti sono quelli più delicati e tabù. Il fatto di sapere che un semplice post su Facebook potrebbe finire davanti a un giudice in un'aula di tribunale molto probabilmente metterà un freno decisivo al desiderio di chiunque di esprimersi liberamente.
Qui si approfondisce .
scrive
Impedire ai fascisti di esprimere le proprie idee non è censura.
Tra chi commenta che questa cosa è fascita e chi dice che l'apologia di fascismo è reato, interviene :
Antonio Monizzi assolutamente no, non c'è nessuna legge che vieti ai fascisti di poter parlare, ovviamente. Inoltre, il discorso di Francesco rappresenta un suo pensiero, non ha parlato di legge. E io ho risposto con una mia battuta venuta al volo. Rielaborerei la frase di Francesco Margherita in maniera un attimo più completa: impedire alle persone di promuovere idee riguardanti la privazione della libertà personale (come il fascismo italiano e il comunismo cubano), e idee riguardanti l'odio razziale e la violenza (come il nazismo tedesco e il comunismo venezuelano) non è censura. Anche in questo caso, non parlo di leggi, ma di mie opinioni. Gli estremi non sono mai positivi.
Il fatto che le persone si auto-censurino è NORMALE.Lo facciamo costantemente ed è anche un bene per alcuni, così invece che reagire di pancia ci mettiamo a riflettere. Pasolini diceva che già quando andava in video si auto-censurava, per miliardi di motivi, dal codice fascista al fatto che il messaggio arriva a tutti. In effetti è una riflessione importante.
Prendete un post pieno di odio di casa pound o simili e immaginatevi che passi in televisione in prima visione. Direte: è ma non è Facebook. Certo. Ma la pagina fan di casa pound su Facebook, non è di casa pound. È di Facebook, che globalmente manda un messaggio a tutti.
**Ma voi volete la libertà assoluta?
**Allora la domanda nasce spontanea. Dov'è il limite? Può l'ISIS, quindi, fare un sondaggio per decidere come uccidere una persona? Può lanciare messaggi di quel tipo. Eh no, quello no. Di fatti viene bannata costantemente. Il problema principale è capire questa cosa semplice, che nessuno vuole ficcarsi in testa:
DA SEMPRE TUTTI APPLICANO I COMPORTAMENTI GIUSTI PER FAR RISPETTARE LE PROPRIE REGOLE.
Facebook lo fa costantemente. La "censura" c'è, quando c'è totale libertà. Ma il punto è che dall'inizio non c'è totale libertà. Non esiste. Fino in fondo non esiste da nessuna parte. Io almeno non la conosco.
Tu ti iscrivi ad un ambiente sociale, che ha le sue regole, le accetti e poi le rispetti.
FINITO.
Nel momento in cui tu non rispetti le regole, sei tu che stai rovinando un ambiente. Se io creo una serata a casa mia e chiedo di non fare la pipì sul divano, te lo scrivo sulla porta, tu entri e inizi a farla abbi almeno la decenza di non dire che sei censurato. La censura è un falso problema, uno scudo che qualcuno prova a usare. Uno scudo dove nascondere i propri errori.
**Il fallimento dei Social Network
**In tutto questo però, i social hanno fallito. Perché oggi le persone non sono coinvolte come dovrebbero nei processi di moderazione.
Ancora oggi abbiamo dei sistemi basati su segnalazione > decisione del team.
Non c'è niente che va in una direzione, per esempio, di avere i gradi utente per chi segnala correttamente. Di far in modo che sia veramente partecipativa.
Chi decide?
Marco De Veglia pone un altro .
E chi, di grazia, decide cosa e' "incitamento all'odio". Perche' io vedo pieno di pagine e utenti che incitano all'odio e non vengono chiusi. Quindi proabilmente l'incitamento all'odio dipende da verso chi e' diretto l'odio
Infatti, il problema del fallimento è anche questo. Cosa è incitamento all'odio lo decide chi crea l'ambiente sociale. Altrimenti non lo decide nessuno.
Andrebbero chiusi anche gli altri? Sì.
Ma il sistema attuale è fallimentale, altrimenti a Marco non sarebbero mai venute in mente queste domande.
**È ora?
**
Ora niente. Non cambierà molto a breve. Si sta cercando di capire come limitare l'odio a livello mondiale, non so se ve ne siete resi conto.Non è l'Italia il problema, ma siamo tutti noi.
Forse è arrivato il momento di capire cosa significa, davvero, essere responsabili.
La storia non ci ha insegnato già abbastanza bene la direzione dell'odio?
Internet dovrebbe liberarsene.
-
La più grossa problematica a mio vedere non sta nella censura, ma nella scarsa consapevolezza degli utenti che sono convinti di avere solo diritti e nessuna responsabilità.
Come giustamente fatto notare da Giorgio il problema è globale, ma molte popolazioni lo affrontano puntando ad un incremento della responsabilità civica come gli esempi di Francia e Germania.
Il problema "dell'italiano medio" è che non ha capacità di approfondimento e ignora completamente di essere in ambienti privati, normati da regolamenti interni oltre che dalle leggi nazionali. Gran parte dei nostri concittadini ignorano completamente anche le legislazioni nazionali e viene costantemente dimostrato dalle asserzioni da querela di tanti personaggi pubblici. Il popolo segue l'esempio di chi li governa e se chi governa dimostra una scarsa considerazione per le leggi i loro followers faranno altrettanto.
Leggevo ultimamente che sarà reintrodotta l'educazione civica nei programmi di studio, mi sono sempre chiesto perchè sia stata rimossa, non mi pare che i cittadini italiani siano mossi da profondo senso civico, mi auguro sinceramente che il reinserimento implichi un aggiornamento dei temi trattati, perchè è indispensabile che almeno le nuove generazioni siano consapevoli che un ambiente, che sia social o reale ha le sue regole e che non rispettarle produce conseguenze.
La mancanza totale di queste conseguenze genera questa confusione, un po' come succede con il codice della strada. Tutti sanno che non è permesso guidare dopo aver assunto alcool, ma ogni settimana decine di guidatori vengono sanzionati per questo. Se sul web ci fossero conseguenze reali in breve tempo il mercato si regolerebbe, ma forse stiamo giusto arrivando ad un sistema di norme che regoli e sanzioni determinati comportamenti, sperando che le norme siano lungimiranti.