• User

    La discussione incomincia ad essere molto interessante...


  • Super User

    @F@bri said:

    Come hai risolto la situazione?
    Se non avessi avuto tempi stretti per risolvere, avrei trovato qualche link buono (gratis o a titolo oneroso) e fatto una richiesta di reinclusione. Invece ho svuotato il sito e ho pubblicato le pagine, leggermente modificate, su un nuovo dominio e ora sto promuovendo e posizionando quello.

    Quello vecchio l'ho spostato di server, cambiato intestatario.
    Rinascerà fra qualche mese, passata l'ondata di link marci che ha ricevuto.

    Per gli amanti del Google Bowling e dei romanzi di James Ellroy: il lavoretto di "promozione" è stato fatto da un concorrente, il quale gli forniva anche -facendosi pagare- i link buoni.

    Cordialmente,
    Stuart


  • User

    @Stuart said:

    Perchè, fortuna tua, non hai mai preso in mano un sito che riceve SOLO link di questo tipo 😉
    Io invece, che le mani me le sporco spesso e volentieri, posso anche testimoniarti il caso di un sito riceveva tre (link) buoni e migliaia di link provenienti da comment spamming e siti spazzatura. Bastavano questi tre link per tenerlo in alto nelle serp di interesse. Spariti questi link, e rimasto il marcio, il sito è stato bannato (non penalizzato: bannato). E preciso che che era un sito persin noioso per quant'era white-hat.

    In effetti no, non mi sporco spesso le mani 🙂
    Però un link buono lo possiamo trovare abbastanza facilmente. Ognuno dovrebbe tenersi l'accesso ftp a un sito di un ex-cliente (meglio se odioso) da cui far partire link buoni verso nuovi siti emergenti 😄

    Scherzi a parte ritengo molto interessante quanto hai scritto. Quando scrivi bannato - voglio essere sicuro che intendiamo tutti la stessa cosa, chiedo per ignoranza mia - intendi dire che il sito non compariva più nelle SERP, che gli spider non passavano più, ... quali sono gli effetti del banning?

    Perchè se mi metto nei panni di google - che ha tanto da lavorare! - e mi immagino di dover fare gli straordinari per un sito che riceve solo link untrusted/spam... beh forse non mi prendo nemmeno la briga di farlo. Lo considero un elemento di autoconservazione/sopravvivenza inserito nell'algoritmo di indicizzazione. Quindi l'ipotesi "bannato" potrebbe derivare semplicemente da una perdita di interesse di google per il sito, con conseguente delisting.

    Forse però sto farneticando, prendete con le pinze questo post...


  • Super User

    @"marcuzzer" said:

    quali sono gli effetti del banning? Come lo intendo io, magari altri seo hanno metri di valutazione: sparizione totale da qualsiasi serp, zero risultati con la query site:, passaggio di Googlebot solo con un IP (e non mi interessa che la TB mostri ancora PRx)

    @"marcuzzer" said:

    Perchè se mi metto nei panni di google - che ha tanto da lavorare! - e mi immagino di dover fare gli straordinari per un sito che riceve solo link untrusted/spam... beh forse non mi prendo nemmeno la briga di farlo. Lo considero un elemento di autoconservazione/sopravvivenza inserito nell'algoritmo di indicizzazione. Quindi l'ipotesi "bannato" potrebbe derivare semplicemente da una perdita di interesse di google per il sito, con conseguente delisting. Da un punto di vista squisitamente pratico, che il motore pensi del tuo sito "Mi fai schifo, spammer" e ti cancelli dall'indice oppure "Non mi interessi, lamer" e ti cancelli dall'indice, non fa che dimostrare che non tutti i link sono uguali, che è possibile fare le scarpe ad un sito debole/poco popolare.

    Cordialmente,
    Stuart


  • User Attivo

    @Stuart said:

    Per gli amanti del Google Bowling e dei romanzi di James Ellroy: il lavoretto di "promozione" è stato fatto da un concorrente, il quale gli forniva anche -facendosi pagare- i link buoni.

    Si può agire legalmente per un'azione del genere? Si insomma se uno si rende conto che qualcuno lo sta deliberatamente danneggiando ha titolo per muoversi in qualche modo?

    Grazie Stuart per le info **preziose **che ci passi.

    Ciaooo:D


  • Bannato Super User

    @F@bri said:

    Si può agire legalmente per un'azione del genere? Si insomma se uno si rende conto che qualcuno lo sta deliberatamente danneggiando ha titolo per muoversi in qualche modo?

    Grazie Stuart per le info **preziose **che ci passi.

    Ciaooo:D

    Esatto, interessa anche a me 🙂


  • Super User

    @"F@bri" said:

    Si può agire legalmente per un'azione del genere? Si insomma se uno si rende conto che qualcuno lo sta deliberatamente danneggiando ha titolo per muoversi in qualche modo?
    No, non si può.
    La giurisprudenza in materia di internet non è così evoluta.

    Finchè non sussistono attacchi diretti al sito o al server ospitante, come tentativi di intrusione o attacchi dos, non c'è terreno fertile per un'azione legale. Non ci sarebbero presupposti per intentare una causa vincente.

    Cordialmente,
    Stuart


  • User Attivo

    @Stuart said:

    No, non si può.
    La giurisprudenza in materia di internet non è così evoluta.

    Finchè non sussistono attacchi diretti al sito o al server ospitante, come tentativi di intrusione o attacchi dos, non c'è terreno fertile per un'azione legale. Non ci sarebbero presupposti per intentare una causa vincente.

    Cordialmente,
    Stuart

    Chissà se si può tentare la strada del diritto all'oblio. Pare che il garante della privacy abbia già tentato di ottenere qualcosa da google senza molti risultati, ma forse in sede processuale qualcosa in più si potrebbe fare.

    Google dovrebbe inventare qualcosa tipo un robots.txt al contrario, dove si potrebbero specificare le url dalla quale non si vogliono ottenere benefici o penalizzazioni.


  • Bannato Super User

    @eLLeGi said:

    Google dovrebbe inventare qualcosa tipo un robots.txt al contrario, dove si potrebbero specificare le url dalla quale non si vogliono ottenere benefici o penalizzazioni.

    Si ma la lista potrebbe essere infinita :rollo:


  • User

    Ciao Stuart,

    non so se conosci la nostra situazione di penalizzazione ...

    I link buoni verso il ns sito non sono pochi, siamo on line dal 1998, ma ogni giorno compaiono una marea di link da spam engine.

    Fortunatamente il più noto spammatore milanese, ha fatto un accordo con un motore americano ed ha cambiato tutti i contenuti.

    Ho notato che il nostro sito, a causa dei lavori di ristrutturazione, ha diverse pagine nei contenuti suplementari.

    Ultimo test : Supplemental pages: 319 (about 7,830)

    La stragrande maggioranza sono pagine cancellate da alcuni mesi, altre
    veramente inspiegabili.

    come valuti la cosa ? Ci dai un consiglio ?

    Sull' argomento "Bad Neighborhood"

    http://www.webconfs.com/bad-neighborhood-article-13.php

    Grazie

    Lino


  • User Attivo

    Grazie a tutti ragazzi i vs. contributi sono molto importati per l'intera collettività.

    @Giuseppe aka elleGi
    L'idea non è male sai, l'unico dubbio che mi viene è relativo alla frequenza con la quale questo ipotetico robots.txt dovrebbe essere aggiornato.


  • Super User

    @eLLeGi said:

    Chissà se si può tentare la strada del diritto all'oblio. Pare che il garante della privacy abbia già tentato di ottenere qualcosa da google senza molti risultati, ma forse in sede processuale qualcosa in più si potrebbe fare. Il problema reale è riuscire ad inquadrare il contratto che lega il motore di ricerca ai webmaster o più in generale le norme giuridiche che regolano questo rapporto.

    Un sito internet, pubblicamente accessibile, occupa uno spazio nel grafo del web. Gli spider, che del motore sono le appendici mobili, percorrono la Rete e scaricano il contenuto dei siti e lo archiviano nel motore. I contenuti (la cache) o parte dei contenuti (le snippet) dei siti internet indicizzati saranno messi a disposizione degli utenti quando effettuano una determinata ricerca.

    L'unico impegno contrattuale (lo definisco contratto per convenzione, in realtà caratteristiche proprie di un contratto ne ha poche) che si prende il motore è rispettare il robots.txt, escludendo dall'indicizzazione le pagine o le directory (o l'intero sito) che il webmaster lista in questo file standard.

    La maggior parte dei webmaster acconsentono implicitamente al download dei propri contenuti perchè dal motore possono ottenere visibilità.

    L'aspetto più importante, ritornando in topic, è che non vi è da parte del motore alcuna garanzia che il sito indicizzato sarà visibile. Le modalità di ordinamento dei risultati, nonostante i coraggiosi tentativi dei seo, è segreta e, ufficialmente, non è possibile influenzarla in alcun modo.
    E se non la si può influenzare in positivo, non la si può influenzare in negativo.
    Inoltre, non vi è alcun impegno da parte del motore a mantenere a vita un sito nel proprio indice. In parole povere, in linea di principio, può bannare come e quando vuole.

    Riassumendo:

    1. Non c'è certezza nella visibilità che il motore offre
    2. Non c'è una regola fissa (o conosciuta) dietro l'ordinamento dei risultati
    3. Niente obbliga a tenere un sito in archivio.

    Con queste premesse è arduo andare da un giudice lamentando che un webmaster X, a causa di azioni scaltre e non dirette verso il sito, ne ha causato una penalizzazione (o il ban).

    E, rivoltando la questione, si creerebbe un precedente pericoloso.
    Se viene sancito giuridicamente che un link può penalizzarti, allora sulla base di questo precedente potrò anche fare causa ad un sito buono che, linkandomi, mi ha portato in cima alla serp per "SEX", e quindi mi ha causato un enorme esborso di denaro in banda.

    Credo che la strada più idonea che potrebbe percorrere un avvocato (ma deve essere anche un po' folle, precisiamo) potrebbe essere quella della diffamazione o danno d'immagine (un link è anche pubblicità e un concorrente che mette la mia pubblicità dove non voglio lede la mia immagine).

    Cordialmente,
    Stuart


  • Super User

    @Google Penalty -30 said:

    Ciao Stuart,

    non so se conosci la nostra situazione di penalizzazione ...

    E' stato il mio food for thought serale odierno 🙂
    Ma ti rispondo nel topic apposito, ossia questo: http://www.giorgiotave.it/forum/posizionamento-nei-motori-di-ricerca/19976-google-penalty-30-a.html

    Ti anticipo che però ho solo ipotesi (come tutti) e ben poche certezze, tranne una...

    Cordialmente,
    Stuart


  • User

    salve a tutti.

    Ribadisco il mio pensiero (già mostrato in altra discussione) che non è possibile "far crollare il page-rank o il trust-rank" che sia.

    Se per far crollare si intende danneggiare un website già ben strutturato, come nel caso di www.agendaonline.it. Se invece parliamo di un sito già debole di suo, è possibile che possa subire dei danni ma non dall'esterno. Chi danneggerebbe un sito debole? Perchè dovrebbe farlo?

    In breve:

    1. nessuna seo company sprecherebbe così tante energie per far sparire un solo website. Tanto varrebbe concentrare tutte quelle energie per far salire il website del proprio cliente. Salirebbe sicuramente di più posizioni, di quella ottenuta facendone sparire uno solo.
    2. nel caso di www.agendaonline.it, il sito www.telev.....it è primo per la kw televendite, quindi per google ad oggi non è spam. Quei links non possono danneggiarti.
    3. Dalle Google Guide-lines: "Un concorrente non può fare pressoché nulla per danneggiare la tua posizione o richiedere la rimozione del tuo sito dal nostro indice. Se sei preoccupato a causa di un altro sito che contiene un link diretto verso il tuo sito, ti suggeriamo di contattare il webmaster del sito in questione. Google aggrega e organizza le informazioni pubblicate sul Web; non controlliamo il contenuto di queste pagine."
      http://www.google.it/support/webmast...49&topic=8524]

    pressoché zero è quasi zero


  • User Attivo

    io credo che un modo per eliminare la concorrenza potrebbe essere creare molti siti cloni.. dopodiche' fare una segnalazione.. ma questa e' perversa per quanto secondo me sarebbe funzionale.. :nonono: almeno credo, o credete che gg abia un modo per classificare quale sia il reale e quali i cloni? Beh.. io non credo.. cmq ottimo 3d 😉


  • Super User

    @"someone" said:

    Ribadisco il mio pensiero (già mostrato in altra discussione) che non è possibile "far crollare il page-rank o il trust-rank" che sia.
    Se per far crollare si intende danneggiare un website già ben strutturato, come nel caso di www.agendaonline.it. Se invece parliamo di un sito già debole di suo, è possibile che possa subire dei danni ma non dall'esterno. Chi danneggerebbe un sito debole? Perchè dovrebbe farlo?
    Il tuo punto di vista è chiaro.
    Insisto però nel dire che tenere sempre a mente l'eventualità che i "link" possano NON essere una manna dal cielo, aiuta innanzitutto a non fare errori nella pianificazione della propria link popularity. Anche perchè, e potrebbe essere il caso di agendaonline.it e dei suoi *link buoni *, capita che sia il webmaster stesso a procurarsi i link peggiori.

    E' improbabile che qualcuno voglia danneggiare un sito neonato. Ma la sola, remota, possibilità, che questo sia possibile, rimette in gioco tutto.

    Dire che non è "assolutamente possibile che..." è semplicemente limitante. Può anche darsi che tu abbia ragione e io abbia bisogno di una vacanza, ma nella trattazione di una materia aleatoria e impalpabile come il ranking sui motori di ricerca, ogni forma di certezza assoluta dovrebbe essere abrogata dal proprio dizionario 🙂

    Cordialmente,
    Stuart


  • User

    @Stuart said:

    Il tuo punto di vista è chiaro.
    Insisto però nel dire che tenere sempre a mente l'eventualità che i "link" possano NON essere una manna dal cielo, aiuta innanzitutto a non fare errori nella pianificazione della propria link popularity. Anche perchè, e potrebbe essere il caso di agendaonline.it e dei suoi *link buoni *, capita che sia il webmaster stesso a procurarsi i link peggiori.

    E' improbabile che qualcuno voglia danneggiare un sito neonato. Ma la sola, remota, possibilità, che questo sia possibile, rimette in gioco tutto.

    Dire che non è "assolutamente possibile che..." è semplicemente limitante. Può anche darsi che tu abbia ragione e io abbia bisogno di una vacanza, ma nella trattazione di una materia aleatoria e impalpabile come il ranking sui motori di ricerca, ogni forma di certezza assoluta dovrebbe essere abrogata dal proprio dizionario 🙂

    Cordialmente,
    Stuart

    Buongiorno,

    vedo che più ne discutiamo e più siamo d'accordo. Il SEO è un mondo con poco certezze e molte opinioni.


  • Super User

    [LEFT]Per quanto riguarda il ban non saprei dire, ovviamente l'esperienza riportata da Stuart è molto illuminante.

    Per quello che riguarda le penalizzazioni, pensiamo anche che è già un pò che vengono fatti studi sulla trasmissione di "trust" ed "untrust" attraverso la struttura dei link.
    In generale però si reputa opportuno penalizzare chi linka verso l'area di spam e premiare chi viene linkato da aree pulite.

    [/LEFT]


  • User

    @Stuart said:

    Da un punto di vista squisitamente pratico, che il motore pensi del tuo sito "Mi fai schifo, spammer" e ti cancelli dall'indice oppure "Non mi interessi, lamer" e ti cancelli dall'indice, non fa che dimostrare che non tutti i link sono uguali, che è possibile fare le scarpe ad un sito debole/poco popolare.

    Effetti uguali, cause diverse. Siccome sitamo cercando di capire le cause partendo dagli effetti per me fa invece una bella differenza asserire che:

    • link da siti spam penalizzano
    • avere solo link da siti spam è come non esistere = avere 0 link = non essere indicizzato

    Ritengo quindi che il valore più basso attribuibile a un backlink sia 0, non un valore minore di zero. Se poi la somma dei "valori" dei backlink è 0 allora può essere che il sito venga considerato spazzatura e quindi bannato.

    Vorrei affermare che esistono link buoni e link nulli, ma non link cattivi.


  • Super User

    [LEFT]Però, ad esempio, un motore di ricerca può trarre delle conclusioni, se la percentuale relativa della spinta che riceve un sito proviene per la maggior parte da siti che spammano.

    http://infolab.stanford.edu/~zoltan/publications/gyongyi2006link.pdf
    [/LEFT]