- Home
- Categorie
- Impresa, Fisco e Leggi
- Sportello Impresa: dalla Partita Iva alle PMI
- Finanziaria Tremonti 2011 - Novità importanti sul regime dei contribuenti minimi
-
@dogshort said:
Io ho scritto:
Compenso non assoggettato a ritenuta d'acconto ai sensi dell'art. 27 del D.L. n. 98 del 06.07.2011
Grazie per la risposta.
Quindi mi confermi che per il resto resta tutto invariato ?Ringrazio ancora
-
@willows said:
Grazie per la risposta.
Quindi mi confermi che per il resto resta tutto invariato ?Ringrazio ancora
Ciao, purtroppo non sono un commercialista e quindi non posso darti conferma. Posso dirti che io ho lasciato tutto invariato in fattura, aggiungendo solo la parte relativa all'assenza della ritenuta d'acconto.
-
Un altro motivo per cui non faccio i salti di gioia a questo nuovo regime agevolato è che ho paura che tra poco ritoccheranno anche le aliquota inps... ovviamente, al rialzo.
-
@dogshort said:
Un altro motivo per cui non faccio i salti di gioia a questo nuovo regime agevolato è che ho paura che tra poco ritoccheranno anche le aliquota inps... ovviamente, al rialzo.
Gial dal 2012 le aliquote sono state innalzate di un punto (Gestione separata) e sono comunque stati previsti "rincari" anche per la gestione commercianti ed artigiani.
-
Si sa già quanto aumenterà l'aliquota INPS Gestione Separata nel 2012..ossia passerà da 26,72% a 27,72%..un punto percentuale in più.
@GELOSIA E RABBIA ON
Tuttavia per chi riesce ad aderire al nuovo regime dei minimi è pur sempre un gran guadagno rispetto all'annata precedente.
Del resto..per far felici pochissimi..hanno stangato tanti.
@GELOSIA E RABBIA OFF
-
Salve,
nel provvedimento dell'AdE al par. 6 si specificano i dettagli per gli studi di settore. Non voglio fare terrorismo, ma mi sembra di capire che chi permane nel regime agevolato "degli ex-minimi" e' soggetto agli studi di settore ed e' tenuto alla compilazione del modello per la comunicazione dei relativi dati.
Fermo restando che al punto 6.2 dello stesso provvedimento si precisa che il limite dei ricavi e dei compensi percepiti non rileva l'adeguamento ai limiti degli studi di settore.Quindi se non ho capito male, mentre prima per il regime dei minimi non si parlava proprio di studi di settore, adesso se sono nel regime agevolato 2012, espleto gli adempimenti relativi agli studi di settore (6.1) ovvero compilazione del modello da allegare alla dichiarazione dei redditi, ma "non me ne po' frega de meno" perche' tanto non vengono applicati eventuali adeguamenti.
Come interpretate questo misterioso paragrafo?
(Oppure se non ho capito, per favore me lo spiegate in parole povere )
-
@shaki_mfb said:
Salve,
nel provvedimento dell'AdE al par. 6 si specificano i dettagli per gli studi di settore. Non voglio fare terrorismo, ma mi sembra di capire che chi permane nel regime agevolato "degli ex-minimi" e' soggetto agli studi di settore ed e' tenuto alla compilazione del modello per la comunicazione dei relativi dati.
Fermo restando che al punto 6.2 dello stesso provvedimento si precisa che il limite dei ricavi e dei compensi percepiti non rileva l'adeguamento ai limiti degli studi di settore.Quindi se non ho capito male, mentre prima per il regime dei minimi non si parlava proprio di studi di settore, adesso se sono nel regime agevolato 2012, espleto gli adempimenti relativi agli studi di settore (6.1) ovvero compilazione del modello da allegare alla dichiarazione dei redditi, ma "non me ne po' frega de meno" perche' tanto non vengono applicati eventuali adeguamenti.
Come interpretate questo misterioso paragrafo?
(Oppure se non ho capito, per favore me lo spiegate in parole povere )Il regime "agevolato" (ex minimi) prevede l'assoggettamento a studi di settore, contrariamente al "regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità" che continua ad esserne escluso. La decisione di adeguarsi o meno alle risultanze dello studio dipende da diverse variabili che vanno analizzate in concreto. In genere è consigliabile farlo. L'eventuale adeguamento comporta il pagamento delle imposte e dell'iva sul maggior reddito risultante dallo studio. Tale maggior reddito (in particolare i maggiori ricavi che ne scaturiscono) non entrano nel calcoo del limite di 30.00 annui per rimanere nel regime. Tutto qui
Spero sia un pò più chiaro
-
@bluezeus said:
Ti ringrazio Marco, per quanto riguarda il lavoro iniziato nel 2004 (responsabile sistemi informativi) l'attività la svolgevo esclusivamente per il sistema informativo dell'azienda, quindi non per clienti esterni, contrariamente all'attività di libero professionista.
Allora a maggior ragione non vedo come possa configurarsi la continuazione dell'attività.
-
Parlando cn il mio commercialista, mi sono ancora piu incasinato. In pratica ho piu di 35 anni ed ho iniziato l'attivita nel 2009. Dovrei ancora rientrare nei minimi perche non ho fatto ancora 5 anni, è giusto? Grazie per le risposte.
-
@marco.commercialista said:
Il regime "agevolato" (ex minimi) prevede l'assoggettamento a studi di settore, contrariamente al "regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità" che continua ad esserne escluso. La decisione di adeguarsi o meno alle risultanze dello studio dipende da diverse variabili che vanno analizzate in concreto. In genere è consigliabile farlo. L'eventuale adeguamento comporta il pagamento delle imposte e dell'iva sul maggior reddito risultante dallo studio. Tale maggior reddito (in particolare i maggiori ricavi che ne scaturiscono) non entrano nel calcoo del limite di 30.00 annui per rimanere nel regime. Tutto qui
Spero sia un pò più chiaroChiarissimo, Grazie.
Quindi potrei concludere dicendo che chi sta per uscire dal regime dei minimi per "anzianita'" e puo' optare per questo strano regime "agevolato" dovrebbe dapprima fare due conti e valutare se l'ordinario non sia forse migliore: almeno non ci sono tetti entro cui stare (15000 beni in 3 anni per citarne uno) e la contropartita sarebbe qualche scartoffia in piu' sulla tenuta dei registri.
Ora mi e' anche piu' chiaro il paragrafo "4 - opzione per i lregime ordinario"
-
@linoma said:
Parlando cn il mio commercialista, mi sono ancora piu incasinato. In pratica ho piu di 35 anni ed ho iniziato l'attivita nel 2009. Dovrei ancora rientrare nei minimi perche non ho fatto ancora 5 anni, è giusto? Grazie per le risposte.
Sono in una situazione simile alla tua (ho 40 anni ed ho aderito ai minimi iniziano l'attività nel giugno 2010) e anche a me è stato detto che potrò rimanere nei nuovi minimi fino al compimento dei 5 anni dall'inizio attività... E' davvero così.
Attendo anch'io ulteriori conferme...
-
@carax said:
Sono in una situazione simile alla tua (ho 40 anni ed ho aderito ai minimi iniziano l'attività nel giugno 2010) e anche a me è stato detto che potrò rimanere nei nuovi minimi fino al compimento dei 5 anni dall'inizio attività... E' davvero così.
Attendo anch'io ulteriori conferme...Io credo che il limite di età sia prevaricante sulle altre condizioni. Questo nuovo regime dei minimi è fatto per favorire i giovani e quindi mi sembra strano che chi ha già superato i 35 anni possa usufruirne a condizione che non abbia aperto l'attività da più di 5 anni.
Cmq è una mia interpretazione che viene fuori da un ragionamento semplice. Se si vogliono favorire i giovani, non ha senso che uno di ad esempio 34 che ha aperto l'attività da 4 anni possa rimanere in questo regime solo 1 anno e chi ne ha 40, ma l'ha aperta da 1 anno possa usufruirne per altri 4 fino a 44. Verrebbe a meno proprio il requisito essenziale che è quello di favorire i giovani, ovvero coloro che hanno al massimo 35 anni.
-
Fino a 35 anni si è giovani..a 36 anni vecchi ma senza prospettive durevoli di lavoro e relativa meritata pensione.
Si chiama discriminazione..vale per il sesso di appartenenza..ma non vedo perchè non debba valere anche per l'età.
In realtà i precedenti requisiti di accesso ai minimi erano perfetti..bisognava soltanto fare qualche aggiustamento (ossia rimozione della ritenuta d'acconto e un'imposta sostitutiva al 15% per compensare l'adeguamento dell'aliquota della Gestione Separata nei prossimi anni).
-
@Simo75 said:
Fino a 35 anni si è giovani..a 36 anni vecchi ma senza prospettive durevoli di lavoro e relativa meritata pensione.
Si chiama discriminazione..vale per il sesso di appartenenza..ma non vedo perchè non debba valere anche per l'età.Io ho 33 anni, non mi sento vecchio oggi e non mi sentirò vecchio neanche dopo i 35. Il problema è che chi decide pensa che uno sia giovane fino a quando non ha compiuto 35 anni e soprattutto che dopo quell'età la sua carriera lavorativa sia ormai stabile. Purtroppo non è così! Gli over 35 anni con una condizione lavorativa stabile non sono di certo i liberi professionisti che oltre a guadagnare meno di un dipendente (almeno nel mio caso) devono pagarsi le tasse e la previdenza sociale da soli senza poi avere tredicesima, ferie e liquidazione.
-
@VisionEart said:
Io credo che il limite di età sia prevaricante sulle altre condizioni. Questo nuovo regime dei minimi è fatto per favorire i giovani e quindi mi sembra strano che chi ha già superato i 35 anni possa usufruirne a condizione che non abbia aperto l'attività da più di 5 anni.
Cmq è una mia interpretazione che viene fuori da un ragionamento semplice. Se si vogliono favorire i giovani, non ha senso che uno di ad esempio 34 che ha aperto l'attività da 4 anni possa rimanere in questo regime solo 1 anno e chi ne ha 40, ma l'ha aperta da 1 anno possa usufruirne per altri 4 fino a 44. Verrebbe a meno proprio il requisito essenziale che è quello di favorire i giovani, ovvero coloro che hanno al massimo 35 anni.
-
Da cosa desumi, a parte il tuo ragionamento, che il limite d'età sia prevaricante sulle altre condizioni? A me sinora i commercialisti che ho interpellato hanno detto il contrario... (e lungi da me criticare il tuo ragionamento, solo che si basa sulla logica, cosa che spesso le nostre leggi ignorano).
-
Tieni conto che il regime dei minimi ha anche condizioni molto particolari (tetto di entrate, tetto di spese), per cui non è un "regalo" ai più giovani, ma semplicemente un'agevolazione a chi si trova in particolari condizioni. Se posso concedermi anch'io un po' di logica: mi sembrerebbe assurdo che un trentacinquenne possa guadagnare 29.000 euro l'anno tassato al 5%, mentre un trentaseienne che ha la P.IVA nei minimi aperta nel 2010 per fatturare un secondo lavoro e fattura 3.000 euro l'anno sia costretto a regimi fiscali più complessi e costosi rispetto al regime dei minimi...
-
-
Si, confermo. Occorre però verificare se il lavoro svolto con p.iva non è stata prosecuzione di lavoro precedentemente svolto sotto altra forma.
@linoma said:
Parlando cn il mio commercialista, mi sono ancora piu incasinato. In pratica ho piu di 35 anni ed ho iniziato l'attivita nel 2009. Dovrei ancora rientrare nei minimi perche non ho fatto ancora 5 anni, è giusto? Grazie per le risposte.
-
@carax said:
- Da cosa desumi, a parte il tuo ragionamento, che il limite d'età sia prevaricante sulle altre condizioni? A me sinora i commercialisti che ho interpellato hanno detto il contrario... (e lungi da me criticare il tuo ragionamento, solo che si basa sulla logica, cosa che spesso le nostre leggi ignorano).
- Tieni conto che il regime dei minimi ha anche condizioni molto particolari (tetto di entrate, tetto di spese), per cui non è un "regalo" ai più giovani, ma semplicemente un'agevolazione a chi si trova in particolari condizioni. Se posso concedermi anch'io un po' di logica: mi sembrerebbe assurdo che un trentacinquenne possa guadagnare 29.000 euro l'anno tassato al 5%, mentre un trentaseienne che ha la P.IVA nei minimi aperta nel 2010 per fatturare un secondo lavoro e fattura 3.000 euro l'anno sia costretto a regimi fiscali più complessi e costosi rispetto al regime dei minimi...
Il mio ragionamento viene fuori dal fatto che il nuovo regime dei minimi è fatto per favorire i più giovani e dal momento che chi decide considera che si è giovani fino a 35 anni....ho solo fatto 1+1.
Io negli ultimi anni sono stato nel regime dei minimi e pur fatturando molto molto molto meno di 30.000 euro, ma molto meno...ho pagato il 20% di tasse e se avessi compiuto 35 anni e aperto l'attività da 5 anni non potrei usufruire del nuovo regime (sicuramente in giro ci sono persone in queste condizioni). Premetto che io non ho nulla contro di te, ma non ti sembra strano che uno che ha più di 35 anni, che ha un posto da dipendente, possa usufruire delle agevolazioni del nuovo regime dei minimi per fatturare un secondo lavoro a discapito di uno più giovane e che guadagna molto meno?Secondo me chi fa le leggi non si rende conto della situazione in cui si trova la gente.
-
@VisionEart said:
Ma non ti sembra strano che uno che ha più di 35 anni, che ha un posto da dipendente, possa usufruire delle agevolazioni del nuovo regime dei minimi per fatturare un secondo lavoro a discapito di uno più giovane e che guadagna molto meno?
Secondo me chi fa le leggi non si rende conto della situazione in cui si trova la gente.
Io credo che la realtà sia che moltissimi che hanno un posto da dipendente, quelle piccole attività collaterali quasi hobbystiche (che nell'esempio - non riguardante me - ipotizzavo essere fonte di fatturato per 3.000 euro l'anno) le facciano in nero (ovvio che ritengo questa pratica scorrettissima - altrimenti non sarei nemmeno qui a capire post dopo post come essere irreprensibilmente in regola). Forse, offrire loro un regime "agevolato" potrebbe aumentare le entrate dello stato - mentre porli di fronte all'ipotesi di passare a una partita IVA non più dei minimi ma a tutti gli effetti, con il carico burocratico-economico in più che comporta, li porterebbe solo a cessare l'attività e/o a continuarla in nero - ed entrambe le cose non mi sembrano l'ideale per la salute della nostra economia...
In secondo luogo, non vedo come la cosa possa essere "a discapito" di qualcun altro, come dici tu (se non in senso filosofico generale). Ripeto: credo che si stia parlando di casi talmente particolari, che il volume complessivo d'entrata statale non sia enorme. Vedo (se mi è consentito il piccolo OT) molto più a discapito della collettività che non si trovino misure efficace per combattere i VERI evasori, e si pensino invece leggi cervellotiche per gente con guadagni minimi che pur di essere a tutti i costi in regola deve stare a lambiccarsi per interpretare gli arcani di leggi cambiate all'ultimo momento...
-
@VisionEart said:
Il mio ragionamento viene fuori dal fatto che il nuovo regime dei minimi è fatto per favorire i più giovani e dal momento che chi decide considera che si è giovani fino a 35 anni....ho solo fatto 1+1.
Comunque resta il fatto che in questo momento d'incertezza sarebbe meglio avere risposte CHIARE e salde, come quelle dei molti (alcuni credo anche commercialisti di professione) intervenuti in questo 3d ed in altri di questo forum per affermare il contrario di quello che tu con la tua logica dell'1+1 affermi.
Delle due l'una: o hai ragione tu - ma dovresti portare prove un po' più stringenti, chiare e non opinabili, link ecc.; o hanno ragione loro...
A me, e credo anche a molti altri, piacerebbe saperlo per poterci regolare di conseguenza...
-
@carax said:
Io credo che la realtà sia che moltissimi che hanno un posto da dipendente, quelle piccole attività collaterali quasi hobbystiche (che nell'esempio - non riguardante me - ipotizzavo essere fonte di fatturato per 3.000 euro l'anno) le facciano in nero (ovvio che ritengo questa pratica scorrettissima - altrimenti non sarei nemmeno qui a capire post dopo post come essere irreprensibilmente in regola). Forse, offrire loro un regime "agevolato" potrebbe aumentare le entrate dello stato - mentre porli di fronte all'ipotesi di passare a una partita IVA non più dei minimi ma a tutti gli effetti, con il carico burocratico-economico in più che comporta, li porterebbe solo a cessare l'attività e/o a continuarla in nero - ed entrambe le cose non mi sembrano l'ideale per la salute della nostra economia...
Sono d'accordo con te, ma secondo te molti di quelli che erano nei regime dei minimi e che guadagnavano molto meno di 30000 e che si troveranno nell'imposibilità di usufruire del nuovo regime cosa faranno? Dovranno per forza mettersi a fare le cose in nero perchè si troveranno a dover pagare più tasse.