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Il mio è ancora offline ma mentre prima non era proprio raggiungibile ora mi comunica un Error establishing a database connection.
Mah speriamo bene.
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@Carloalbertoj said:
Anche io, da editore, posso confermare l'affidabilità di Aruba, ma come la mettiamo i danni subiti dai suoi clienti?
Se non erro nel contratto c'è scritto che assicurano un uptime del 96 % , quindi le ore che sono stati down potrebbero essere ascritte a quel 4 % .
@Carloalbertoj said:
Anche di fronte ai "principi di incendio" può e deve essere identificata una responsabilità tecnica o comunque deve essere prevista una copertura assicurativa!
La copertura assicurativa di sicuro esiste, ma credo che copra i loro danni, non quelli a terzi.
@Carloalbertoj said:
Sono costernato! Da troppi anni continuo a vedere circolare impunemente una sorta di "principio di irresponsabilità" vigente in internet, sponsorizzato soprattutto dalla lobby dei cosiddetti "tecnici informatici".
Sono d'accordo in linea di massima.
Il problema è che se intenti una causa, a parte i costi, è tuo l'onere di provare il danno subito in termini economici con una documentazione inoppugnabile , devi attendere almeno i due gradi del processo, se non ti tirano in cassazione, cosa per cui passano almeno 8 anni ( se ti va bene, eh, intendiamoci ) , devi anticipare le spese e magari ( ho esperienza in questo ) ti vedi corrispondere un risarcimento un decimo di quello prospettato, se non un bel pareggio con conseguente compensazione di spese che equivale a dire che ci rimetti i soldi del tuo avvocato e dividi quelle processuali.@Carloalbertoj said:
Ovviamente, come editore non posso che essere contrario a questo principio, espresso in qualsivoglia forma e modalità (infatti, il mio sito è anche registrato in Tribunale come testata giornalistica ed io in prima persona mi ritengo responsabile come editore e come direttore responsabile di ogni virgola pubblicata sulle mie pagine).
Sono anch'io un giornalista-editore e per le materie che tratto ( anche spettacolo ) so per esperienza che , tranne rari casi, una causa sai quando inizia ma non saprai mai quando finisce, oltre il rischio che ti esponevo sopra.
@Carloalbertoj said:
- è chiaro che finché si difenderà il principio di irresponsabilità, su internet sarà molto difficile fare impresa seriamente?
- è chiaro che finché nessuno si sentirà responsabile dei disservizi e le imprese non potranno rivalersi, anche i tecnici non potranno lamentarsi se i loro stipendi o le loro fatture improvvisamente non potranno essere pagate dalle imprese? Chi pagherà l'asilo dei loro figli, chi pagherà la pizza alla loro fidanzata finché gli editori su internet saranno in balia di disservizi dei quali nessuno può e vuole sentirsi responsabile?
Pienamente d'accordo di cui al punto 1.
Parzialmente d'accordo di cui al punto 2 : se si tratta di responsabilità diretta , piena ragione, ma se mi scoppia il trasformatore della cabina, è opinabile, io ci vedo una "causa non dipendente" da terzi .
Se va giù un aereo perchè i flap non rispondono ai comandi, vuoi colpevolizzare il povero pilota che tra le tante cose ci ha sicuramente perso anche la vita?
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anche il mio sito ancora è down....ormai da molte ore. Con la gente che vi accede abitualmente o ti trova sulle ricerche non ci facciamo una bella figura, non tutti collegano che c'è stato un incendio aruba, anzi secondo me la maggior parte non sa nemmeno cos'è aruba....
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@Carloalbertoj said:
Sono costernato! Da troppi anni continuo a vedere circolare impunemente una sorta di "principio di irresponsabilità" vigente in internet, sponsorizzato soprattutto dalla lobby dei cosiddetti "tecnici informatici". E sottolineo "cosiddetti"...
Quoto in toto.
Credo che determinati servizi debbano garantire funzionamento al di sopra di eventi dipendenti comunque da ragioni aziendali, locali, della struttura insomma. Nello specifico, se evitare down di questo tipo può significare avere impianti funzionanti in parallelo e dislocati fisicamente altrove, allora bisogna farlo. Si è parlato di principio di incendio, cosa sarebbe successo se invece si fosse sviluppatto danneggiando irreparabilmente i server? È sufficiente attribuire l'evento a "forza maggggiore" perché i tempi di recupero si possano dilatare così tanto? Oggi internet per un'azienda non è quel qualcosa in più che poteva essere dieci anni fa, non è un gioco.
Preciso che è un discorso di carattere generale, nelle scorse ore è successo ad Aruba ma questa tipologia di hosting, questa modalità di offrire servizio di spazio web, è pressochè omogenea quanto anarchica.
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Ho parlato troppo presto, sono appena tornato online!
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@sandroid said:
Il mio è ancora offline ma mentre prima non era proprio raggiungibile ora mi comunica un Error establishing a database connection.
Anche il mio sito attualmente è tecnicamente raggiungibile, ma purtroppo il server mysql è ancora down, e quindi le pagine del sito non sono ancora disponibili.
Bisognerà aspettare ancora.
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E' stata riattivata anche la terza sala e pare che il 98 % dei server ( quelli in housing ) : io credo che , tutto sommato, ci sia anche andata bene.
Immaginate se erano i server a prendere fuoco! Quanto avremmo impiegato per ripristinare il tutto ( parlo sempre dei server dedicati ).
Ora ...speriamo solo che non ci siano troppi danni.
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Finalmente on line
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Una domanda: le mail che ci sono state inviate nel frattempo che aruba era offline che fine hanno fatto? Coloro che le hanno inviate avranno ricevuto una notifica di fallito invio ma a noi verranno rimandate automaticamente o le abbiamo perse definitivamente?!
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I miei siti sono ancora invisibili!:bho:
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Dipende alle impostazioni del SMTP server di chi te la manda : che io sappia, ovviamente.
Se per alcuni torna subito indietro, per altri fa un po di tentativi prima e dopo un certo numero di ore ti da la notifica che non è stato possibile l'invio.
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Hosting condiviso purtroppo.
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Dove è scritto che è stata riattivata anche la terza sala?
Perché su Twitter e anche sul loro sito è segnalato solo il ripristino della prima e della seconda.
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@Chinaski è ancora irraggiungibile anche il tuo sito in firma, confermi?
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E dei database Mysql si sa nulla??
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@cassiopea said:
Dove è scritto che è stata riattivata anche la terza sala?
Perché su Twitter e anche sul loro sito è segnalato solo il ripristino della prima e della seconda.Perchè uno dei miei server è nella terza e ora funziona.
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Se sei in hosting credo che il database si trovi su un altra macchina condiviso da più macchine : probabilmente la ripartenza ha dato crash e adesso , credo , dovranno provvedere al riavvio.
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Il mio sito è tornato online 15 minuti fa, è stato ripristinato anche il server mysql. Analizzando i log delle visite il down è durato circa 11 ore, dalle 4:39 alle 15:38.
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Comunque la notizia è finita anche in prima del Corriere.
Il quale conferma che l'incendio è scoppiato nella sala degli UPS ( gruppi di continuità ) e questo giustifica il laconico comunicato di Aruba con la quale , in caso di caduta della rete elettrica , non assicura che non ci saranno altri fermi.
In tutto questo quello che mi fa spanciare dalle risate è il solito Codacons che minaccia una class action per il rimborso del danno ai clienti.
Cioè io vorrei capire perchè quando non si capisce un piffero di informatica e gestione di server farm si parla a vanvera, facendo poi le solite figuracce che abitualmente fanno?In pratica per 8 ore di black out su 8760 di un anno ( quindi pienamente circoscritto nel limite del downtime contrattuale ) si farebbe una class action per ottenere il risarcimento, vediamo di quale danno.
Allora chi ha un sito artigianale e non riceve introiti da pubblicità e fa 400 visitatori al giorno andrebbe rimborsato, udite udite, di che cosa ? Della perdita per un giorno di un paio di centinai di visitatori al massimo.
Chi riceve un introito dalla pubblicità dovrebbe certificare la media di quello che ha perso : considerando che la maggioranza dei webmaster non vanno oltre le 4/500 euro al mese con una media giornaliera di 15 euro, in pratica hanno subito un danno di 7 euro e sospettando che moltissimi di questi sono in odore di evasione fiscale, in pratica per recuperare 10 euro al massimo andrebbero ad autodenunciarsi.
Quelli invece che stanno anche su livelli tipo 3.000 euro in su al mese , andrebbero rimborsati di ben 50 euro di danni , però per fare la class action con il codacons si deve essere iscritti e, guarda un po che strano, c'è , s e non erro, un iscrizione che avrà un costo.
Diverso è il discorso per chi fa ecommerce o similari : questi magari avranno quantificato un danno maggiore, ma se la cosa rientra nei termini contrattuali ?
Ci sarebbero i "danni morali" . Bene, quali?
E mettiamo anche che su 1,5 milioni di siti presenti e registrati su aruba , 500 mila decidessero di fare la class action, che vincessero, quindi applicabile a tutti , e ottenessero un rimborso, mettiamo , pro capite di 300 euro , che moltipliacato 500 mila richiedenti , farebbero la somma di ben 150 milioni di euro di risarcimenti , che equivarrebbe a decretare il fallimeto di aruba con conseguente messa sul lastrico, oltre che di impiegati e tecnici, anche di tutti i clienti che si titroverebbero da sera a mattina a cercarsi un altro housing o hosting, con costi di trasferimento , oltre che di costi notevolmente più alti perchè quello che nessuno dice è che Arba fornisce un ottimo servizio e anche qualitativamente notevole a prezzi assolutamente competitivi .
Cosi , ad esempio, per un analogo server che costa 250 euro al mese, la gente se ne vedrebbe chiedere almeno 400 con le stesse caratteristiche senza contare che il rialzo della domanda farebbe alzare di conseguenza le offerte.Mi chiedo : ma possibile che questa Italia debba parlare per forza di cose per slogan e certi, pur di farsi pubblicità, non inseriscono il cervello prima di innestare la marcia della bocca?
Scusate lo sfogo.