• Super User

    Filtriamo la libertà...

    In rete (ma anche nei negozi) si trovano sempre più software dediti al "filtraggio dei contenuti", "limitazioni del tempo di uso del pc" fino a dei veri e propri "spyware" che inviano ogni log di MSN, ogni sito visitato per e-mail ai genitori.

    Cosa ne pensate di questi "babysitter virtuali" installati per proteggere il figlio laddove il genitore non riesce? La cosa che mi lascia più perplesso è che molti genitori installano questi software proprio perchè non ne capiscono abbastanza di informatica. Affidano quindi un compito tanto preciso e delicato a un programma. Mi vengono spontanee due domande:

    1. Quando porti tuo figlio al parco, gli metti il guinzaglio per evitare che si sporchi? Credo di no... allora perchè gli metti il guinzaglio quando va su internet?

    2. Perchè affidi l'educazione e l'incolumità di tuo figlio a un programma che può comunque essere aggirato senza che tu te ne accorga?

    Cosa ne pensate? 😄


  • Super User

    Buongiorno Max0005,
    in effetti esistono genitori che portano i figli al parco ben vestiti e gli chiedono di non sporcarsi.
    Esistono genitori che fanno tre, quattro figli per poi affidarli tutti a babysitter che nemmeno parlano la nostra lingua.

    Da quando sono mamma critico meno gli altri e me rendo più che altro conto che ogni scelta, anche educativa, ha -come il resto- i suoi pro ed i suoi contro. Tutto si relativizza nel contesto in cui fiorisce.

    Forse, per genitori inesperti di web, la babysitter virtuale è meglio che niente.

    Ci vuole davvero tanto tempo e voglia con i figli; solo per ridere ti confesso che io ho raccontato al mio (5 ANNI) che ad una certa ora -la sera- Berlusconi e cioè il Capo del Governo, stacca tutte le connessioni sui programmi e giochi per bambini e sul computer ci si può solo lavorare :D. E' proprio una decisione delllo Stato per aiutare i genitori a far capire ai ragazzi che il troppo fa male e stroncare i capricci alla radice.
    E' una bugia che va smascherata al più presto ma la trovo divertente perchè e quanto meno ho ottenuto l'effetto che mio figlio detesta Il Premier :).

    Utilizzo dei piccoli espedienti per prendere tempo e capire cosa sia meglio fare con lui al momento in cui si presentano i cambiamenti repentini (che con i bambini sono all'ordine del giorno) e riaddrizzare il tiro.
    Non c'è giorno che non mi chiedo come possano fare i genitori molto impegnati, i genitori che sono sofferenti o preoccupati per altro ... è un campo che richiede attenzione costante, antenne dritte e tanta pazienza; se poi non si è preparati ... il tutto è ancora più gravoso.

    Personalmente -a parte la bugia di Berlusconi- preferisco la sperimentazione. Ho sempre lasciato che mio figlio mangiasse la sabbia e bevesse l'acqua di mare, in modo da lasciarlo capire da solo, specie all'inizio, cosa facesse per lui e cosa no.
    Ora che le scelte sono in parte fatte, cerco di rispondere, quando mi chiede, con praticità, dandogli il ventaglio di cause ed effetti possibili come riferimento.

    Ma soprattutto, come in questo momento, se mi accorgo che qualcosa sta superando la soglia del "sano" cerco di offrire altro in alternativa, in modo che veda da solo la possibilità e la differenza.

    Io però parlo di un figlio piccolo. Non so com'è la situazione con ragazzi più grandi ai quali, magari, non sono state insegnate le basi della varietà e dell'equilibrio.

    Ho letto ultimamente di ragazzi finiti a disintossicarsi (mi pare in Cina), ma anche i commenti alla notizia di ragazzi italiani che si riconoscono come dipendenti e spaventati dal mondo reale ... se a questi ragazzi togliamo o togliessimo il computer si drogherebbero di altro ... è un discorso lungo ma che conosco abbastanza a fondo al punto da poter sintetizzare e affermare tranquillamente quanto ho scritto sopra: si drogherebbero di altro perchè il probema vero non è il computer; il computer è solo un modo, uno dei tanti per evadere il problema o paura di fondo.

    Scusa se ho divagato troppo .... è un problema molto complesso in mezzo al quale, anche gli stessi genitori, sono poco preparati e non sanno cosa sia meglio fare.

    Un figlio, gia grandicello, che sa anche gia come aggirare i programmi ... non sarebbe facile e forse possibile da controllare. Il fatto andava -probabilmente- gestito a monte ....

    :ciauz:


  • Consiglio Direttivo

    Salve.

    Il tema della discussione è davvero ampio e tocca troppi punti per poterlo esaurire in un solo post; qui mi limito ad alcune annotazioni.

    L'approccio proposto da Cherry - che considero da tempo un esempio pedagogico di assoluto valore - è molto interessante e promettente e contiene delle "gemme" davvero impagabili; allo stesso tempo, la bontà non manieristica né astratta del suo solidissimo approccio si scontra inevitabilmente con due questioni di non facile soluzione:

    1. Non tutti i genitori hanno il tempo di dedicare ai figli le cure, le attenzioni e anche semplicemente le ore di orologio per seguirli in ogni passo (specie da piccoli).

    Non che sia necessariamente sempre colpa loro: le esigenze di sopravvivenza economica non di rado esigono che entrambi i genitori lavorino a tempo pieno, con conseguente ovvia diminuzione del tempo e delle energie da poter riservare alla prole.

    1. Non tutti i genitori hanno il talento della nostra soave Maestra di Cerimonie nel porre in essere piccoli e grandi stratagemmi per indirizzare i figli verso alcune scelte pur dando loro l'impressione di poter fare tutto ciò che vogliono.

    @cherryblossom said:

    Forse, per genitori inesperti di web, la babysitter virtuale è meglio che niente.

    Sì, concordo; d'altronde, a mali estremi, estremi rimedi (e la babysitter - virtuale o reale - l'ho sempre considerata un estremo rimedio).

    Se però quei medesimi genitori non fanno assolutamente nulla oltre a delegare al programma di protezione, allora cadono in errore, perché l'educazione della prole richiede impegno in prima persona, studio e confronto costanti.

    Di passaggio: quei genitori che delegano alla "cyber-nanny" tutto il lavoro non sono diversi dalle coppie che negli anni '80 / '90 lasciavano i figli ad istupidirsi davanti al televisore acceso: stesso tipo di errore, diverso mezzo per scaricare le proprie responsabilità.

    @cherryblossom said:

    Ci vuole davvero tanto tempo e voglia con i figli;

    E, come detto, non sempre questi due requisiti di base sono presenti: cause oggettive (lavoro sempre più stressante e succhia-tempo, stress da precarietà, insufficienza dei servizi al cittadino) e socio-soggettive (precarizzazione delle relazioni, egoismo imperante, scarsa pazienza) fanno a gara per rendere il mestiere dei genitori sempre più simile ai lavori oggi disponibili sul mercato: insoddisfacenti, poco gratificanti, mal ripagati e senza prospettive.

    @cherryblossom said:

    Utilizzo dei piccoli espedienti per prendere tempo e capire cosa sia meglio fare con lui al momento in cui si presentano i cambiamenti repentini (che con i bambini sono all'ordine del giorno) e riaddrizzare il tiro.

    Un sistema che mi sembra ottimo, specie quando diventa un'abitudine ben rodata che permette di far fronte anche a "scatti" molto bruschi; di nuovo, però: quanti genitori sono in grado di concepire così in fretta degli espedienti che siano efficaci, adatti al momento e non penalizzanti per i piccoli?

    @cherryblossom said:

    Personalmente preferisco la sperimentazione. [...]
    Ora che le scelte sono in parte fatte, cerco di rispondere, quando mi chiede, con praticità, dandogli il ventaglio di cause ed effetti possibili come riferimento.

    Qui entra però in gioco un fattore imponderabile: la fortuna.

    Mi spiego: è in fondo anche un caso che il figlio di Cherry non abbia continuato ostinatamente a bere l'acqua di mare (a volte, quando si impuntano, è assai difficile dissuaderli o distrarli) e non possiamo sapere quando, a dispetto di tutti gli stratagemmi adottati, la prole sceglierà una strada diversa da quella che - anche inconsciamente - i genitori cercano di tracciare.

    Non si può fare altro che sperare, pregare (per chi ci crede) e lottare giorno dopo giorno con le unghie.

    @cherryblossom said:

    Ma soprattutto, come in questo momento, se mi accorgo che qualcosa sta superando la soglia del "sano" cerco di offrire altro in alternativa, in modo che veda da solo la possibilità e la differenza.

    Di nuovo: qui sta al talento del genitore saper scovare le alternative giuste al momento giusto, poi tocca al Caso stabilire se il cucciolo d'uomo sarà attratto dalle nuove strade che gli proporranno oppure se persisterà, tenace, nelle sue scelte.

    [A quel punto, però, che si fa? Se con la "carota" non va, si passa al "bastone"?]

    Ah, dimenticavo...

    @cherryblossom said:

    solo per ridere ti confesso che io ho raccontato al mio (5 ANNI) che ad una certa ora -la sera- Berlusconi e cioè il Capo del Governo, stacca tutte le connessioni sui programmi e giochi per bambini e sul computer ci si può solo lavorare [...]
    E' una bugia che va smascherata al più presto ma la trovo divertente perchè e quanto meno ho ottenuto l'effetto che mio figlio detesta Il Premier :).

    Cherry sei un mito assoluto! :sun:


  • Super User

    Ciao Leonov,
    le tue esposizioni hanno sempre il dono di inquadrare perfettamente ogni aspetto.
    Problemi economici, di tempo e di forze hanno spesso il sopravvento sulle buone intenzioni genitoriali. La scuola non è un punto di riferimento e la società non sostiene le scelte educative "impegnate".

    Ecco perchè le mamme si sono organizzate su internet. Attraverso l'aiuto reciproco di esperienza e conoscenza hanno sfruttato la rete per creare dei punti di riferimento concreti.

    Da queste mamme ho imparato tutto quello che so su allattamento, empatia, comunicazione non violenta ... o sulla semplice possibilità e bellezza di portare i bimbi in fascia (che ti permette di svolgere moltissime mansioni mentre accudisci il tuo bambino con il contatto fisico) ... molte lavorano ed hanno più di un figlio eppure hanno imparato ad organizzarsi per non far mancare il pane e la merendina fatte in casa, il tempo per la natura e la lettura serale.
    Non lasciano i figli piangere ma -pur facendo salti mortali- rispondono alle loro richieste per creare una culla di ascolto e di amore.
    Sono le stesse mamme criticate perchè allattavano a richiesta e quindi magari in pubblico; o che vengono spesso messe da parte o guardate storte sul lavoro e paragonate con le wonder women mediatiche che tornano in ufficio il giorno dopo il parto o ballano e presentano con addominali scolpiti e seni perfetti...

    Una delle mie prime ricerche su internet riguarò il Ritalin, medicinale di cui si è largamente abusato, specie negli Stati Uniti, ed oggi sotto accusa, per curare inesistenti iperattività infantili.
    Oggi le mamme (ed i papà) sanno dove cercare, hanno indirizzi web a cui rivolgersi, hanno creato associazioni sul territorio e su internet per informare e sostenere, blog e gruppi dove trovare approfondimenti su ogni cosa e poter -così- scegliere obiettivamente (il ventaglio di notizie e informazioni false o falsate a cui sono esposti genitori e figli fa paura).

    Spero mi perdonerete questo lungo fuori tema ma è da questa esperienza concreta che parte la mia convinzione sul necessario approfondimento degli argomenti trattati in questa Sezione.
    Utilizzare internet per crescere come persone e quindi genitori credo sia un esempio concreto (vissuto), che vale più di mille parole o di mille divieti, per i nostri figli.

    :ciauz:


  • User Attivo

    @cherryblossom said:

    Buongiorno Max0005,
    in effetti esistono genitori che portano i figli al parco ben vestiti e gli chiedono di non sporcarsi.
    Esistono genitori che fanno tre, quattro figli per poi affidarli tutti a babysitter che nemmeno parlano la nostra lingua.

    Da quando sono mamma critico meno gli altri e me rendo più che altro conto che ogni scelta, anche educativa, ha -come il resto- i suoi pro ed i suoi contro. Tutto si relativizza nel contesto in cui fiorisce.

    Forse, per genitori inesperti di web, la babysitter virtuale è meglio che niente.

    Ci vuole davvero tanto tempo e voglia con i figli;

    Subito dopo Adamo ed Eva esistono i genitori che parlano dei tempi passati con nostalgia, (od anche esistono le persone che parlano del passato come di un tempo migliore), vorrei delineare meglio la situazione:

    un genitore ha il compito di svezzare i figli fino alla maggiore età nel contesto in cui vive.

    Questo comporta innanzitutto che è inutile pensare a quanto era brava mia madre con 4 figli o quanto è brava una bambina (donna) di 12 anni nel terzo mondo che avendo i genitori impegnati al lavoro fa lei la mamma per tutti i fratellini!

    Il nostro contesto è ricco, ricco di stimoli e di pericoli assolutamente diversi da quelli di altri contesti.

    Il nostro tempo è quello che è, ovvero la maggior parte di noi genitori può dedicare circa 2-3 ore al giorno ai figli e quindi è necessario il cosiddetto discorso di tempo qualitativo con loro in cui accogliere ed indirizzare le loro problematiche.

    Il nostro modello di vita rimane fino all'entrata nella scuola elementare il loro modello di vita mitizzato o normale, ma comunque predominante anche sui media con un poco di accortezza.

    Veniamo ora alla baby-sitter virtuale, è dalla scuola elementare in poi che statisticamente i bambini sentono l'influenza del tam-tam dei media attraverso i media stessi, ma soprattutto attraverso la socializzazione, paradossalmente la scuola e soprattutto i pari veicolano il messaggio dei media o perchè lo rendono più comprensibile o perchè con la tecnica del passaparola lo rendono vicino ed autorevole.

    E' quindi questo periodo quello più delicato in cui se come dice Chery non si è raggiunto nel ragazzino un equilibrio si corrono forti rischi, ma certo pensare di risolverli con soluzioni tecniche ha un senso solo in caso di morte, come quando mi assicuro che l'impianto elettrico sia impenetrabile alle dita di un bambino.

    L'unica soluzione ritengo sia quella del genitore attento che diffonde la conoscenza dei pericoli della vita, ma soprattutto della gioia di vivere (p.e.: v. Chery quando parla di dare al ragazzo altri stimoli).

    Per ora mi fermo altrimenti penso ai casini che affronto ogni giorno con i miei figli.

    Ciao
    Marlomb:ciauz: