• User Attivo

    Ciao a tutti,

    io sono favorevole al testamento biologico. Strafavorevole. E' giusto che io possa decidere della mia vita. Anche se ci tengo a precisare che, personalmente, non sarà facile capire cosa poi proverò in una determinata situazione e decidere adesso sano per l'eventualità. Difficile, ma giusto farlo.

    Comunque ho sentito alcune storie di persone che hanno stravolto il loro modo di pensare dopo un incidente o dopo qualche episodio sfortunato. Persone che da dire: "io dovessi essere in quel modo preferirei morire" arrivare ad attaccarsi a minuscole speranze di vita, anche se con grosse deficienze fisiche. Quindi non è poi scontato che ciò che penso adesso sia lo stesso in tutt'altra realtà.

    Per finire credo sia giusto che sia strutturato con un determinato form per evitare ambiguità che darebbero vita ad infinite discussioni. Ritengo anche fondamentale il passaggio del notaio come per i testamenti, così da evitare manomissioni di persone con altri fini.

    Ciao


  • Super User

    @Andreatop said:

    Comunque ho sentito alcune storie di persone che hanno stravolto il loro modo di pensare dopo un incidente o dopo qualche episodio sfortunato. Persone che da dire: "io dovessi essere in quel modo preferirei morire" arrivare ad attaccarsi a minuscole speranze di vita, anche se con grosse deficienze fisiche. Quindi non è poi scontato che ciò che penso adesso sia lo stesso in tutt'altra realtà.
    Credo sia sacrosanto cambiare idea, puoi farlo in qualunque momento. E se non sei sicuro puoi anche decidere di non avvalerti del testamento biologico, non è un obbligo.

    L'importante è la possibilità di scelta a mio avviso.

    E soprattutto non lasciare ancora terra di nessuno certi temi.


  • User Attivo

    Vampiretta sono d'accordo con te, ma tu stai parlando di casi in cui sia possibile rivedere il proprio pensiero.

    Però pensa ai casi dove ci sia impossibilità di comunicare, per esempio stati comatosi.

    Poi è così difficile capire fino a quando le persone sono coscienti e pensanti. La cosa sicura è la delicatezza del tema.


  • Super User

    @Andreatop said:

    Però pensa ai casi dove ci sia impossibilità di comunicare, per esempio stati comatosi.
    Scusami ma se io faccio il mio testamento biologico si presume che nel momento in cui resto in coma valga il pensiero di quando ero vigile nel pieno delle mie facoltà.

    Daltronde può succedere che io faccia testamento biologico decidendo di non volere cure una volta in coma e una volta in coma potrei volere invece continuare a vivere.
    Ma può succedere anche che faccio testamento biologico decidendo di volere cure a oltranza e una volta in coma potrei volere invece smettere le cure.

    Io preferisco sempre poter scegliere da vigile, in un modo o nell'altro. Poi quando sono incosciente, amen. Per altro se sono incosciente il mio cervello non può articolare un pensiero su cosa volere e cosa no.

    Io insisto che oggi ci sono tanti lati bui, ci sono vecchietti che vengono lasciati morire per scarsa sensibilità di medici, ci sono persone che soffrono le pene dell'inferno senza avere possibilità di scegliere della propria vita. Questo cose vanno regolamentate per non lasciare a nessuno la possibilità di fare come si vuole sulla pelle degli altri.

    Secondo me il problema del testamento biologico è un falso problema, è un problema ideologico. In quanto il testamento biologico è una SCELTA, in un modo o nell'altro. E' oggi che non vi è possibilità di scelta.

    Per altro, si può benissimo scegliere di non farlo il testamento biologico, che problema c'è?


  • Consiglio Direttivo

    Buon giorno a tutti.

    Ho letto con attenzione le vostre opinioni, di cui condivido l'equilibrio e il buon senso di fondo. Mi trovo pienamente d'accordo sulle posizioni pro-scelta, nel senso che credo ognuno abbia il diritto di esprimere pienamente la propria volontà (anche e soprattutto se questa implichi essere mantenuto in vita artificialmente finché il corpo regge i trattamenti sanitari) e poi vederla successivamente rispettata in ogni sua parte.

    Vorrei però introdurre un nuovo fronte di dialogo, di natura molto più tecnica: chiedo agli esperti in materia legale che passano in questo Forum se esista un modo, conforme alla legislazione corrente, per dichiarare da vivo la propria volontà circa il ricevere o meno determinate cure e obbligare poi i medici a rispettarla.

    Mi spiego: chiedo a chi ne sa più di me se oggi esiste un qualche tipo di atto ufficiale, documento autenticato o dichiarazione con effetto legale che consenta ad una persona in salute di selezionare quali tipi di trattamenti le potranno essere praticati in caso di problemi sanitari (non penso ad un caso grave come quello della Englaro, ma ad un più banale infarto o collasso renale).

    Se insomma, per ipotesi, io volessi rifiutare cose come: defibrillazione cardiaca, dialisi, nutrizione artificiale o assistita che dir si voglia, messa in coma farmacologico, respirazione artificiale, trasfusioni, antidolorifici, trapianti d'organo, trattamenti invasivi (sonde, sondini, aghi etc.) e insomma qualsiasi particolare trattamento, potrei farlo essendo garantito che la mia volontà sarebbe tutelata?

    In caso di risposta positiva, sarei anche grato se potessero essere resi noti i dettagli tecnici dell'operazione - a chi rivolgersi e che tipo di documento chiedere, insomma.

    È una cosa che chiedo solo per conoscenza, essendo molto contento di vivere ad avendo tutta l'intenzione di farlo il più a lungo possibile, magari giovandomi di ogni aiuto che la scienza medica sarà in grado di fornirmi. Però, nel dubbio, preferisco sapere molto bene, da futuro ipotetico paziente, quali frecce ho attualmente al mio arco per potermi difendere da medici troppo zelanti, parenti non rassegnati ed estranei che non mi conoscono e pretendono di mettere bocca nella mia vita.

    Grazie per l'attenzione.


  • Super User

    Cia a tutti, io auspico maggiori ricerche scientifiche in modo da avere maggiori informazioni e risposte per decidere. Allo stato attuale mi sento confusa. Le esperienza personali non mi aiutano a decidere. Non mi fido delle risposte (mediche) che sono state date in questo periodo in relazione ad Eluana perchè erano tutte strumentalizzate.
    Ci sono tanti troppi casi limite che potremmo doverci trovare ad affrontare. Quante volte, seppur in stato vigile, ho vissuto o solo sentito storie di persone malate che chiedevano di morire, magari per il dolore e la paura che in quel momento diventava insopportabile e poi ... stare meglio e ringraziare chi non gli ha dato retta in quel momento di dolore.
    E' solo un esempio certo ma è per far capire che per scegliere bisognerebbe sapere .... sapere di più. Non voglio trovarmi a dover scegliere senza essere sicura che quello che il Governo mi fa sapere non è tutto, non è così sicuro come lo mostrano, non è strumentalizzato da una visione non laica (come ha gia bene evidenziato gaetanuzza).
    La cosa certa è che il momento storico ci sta chiedendo di affrontare questo lato della vita che -per pudore e paura- condividiamo difficilmente specie con chi ci sta vicino. Questo, in generale, lo vedo positivo.
    Però continuo ad ammettere di sentirmi confusa non sulla giustezza di poter scegliere ma sul come...


  • User Attivo

    Intervento al volo, che sono a lavoro.

    Leonov io non sono assolutamente un esperto, mi occupo di tutt'altro nella vita, ma so che i testimoni di geova, non possono avere le trasfusioni e so che anche in casi di estrema necessità non le hanno.

    Forse sarà possibile anche per altre procedure. Ciao.


  • Consiglio Direttivo

    @ Andreatop: Sì, conosco la condizione dei Testimoni di Geova; non so però in che termini essi siano tutelati, cioè se in quanto minoranza religiosa o se in quanto semplici persone singole che decidono di non sottoporsi a trattamenti sanitari ben determinati.

    Di passaggio: non vorrei proprio dovermi convertire ad una religione per vedere riconosciuti dei diritti che hanno a che fare con il corpo e non con lo spirito: voglio sperare con tutte le mie forze che non siamo così indietro, in questo nostro Paese...

    Ogni opinione tecnica è la benvenuta.


  • User Attivo

    Ipotizzo e spero anche io non dipenda dal credo religioso. Uno stato laico non dovrebbe essere sensibile a certi dettagli.

    Io so che loro girano con la dichiarazione nel portafoglio che esibiscono nell'eventulità.

    Ma aspettiamo fonti migliori.

    Ciao.


  • User Attivo

    Fine del discorso di Gaetanuzza:

    Comunque, per semplificare: il testamento biologico permetterebbe a me di decidere della mia vita; la mancata possibilità del testamento biologico permetterebbe a coloro che sono contrari di dicidere della loro vita e anche della mia.
    Credo che questo basti per capire quale delle due posizioni rispetta la nozione di libertà personale e quale invece vi si scontra pesantemente.

    Cara Gaetanuzza, questa ultima frase del tuo bel discorso, riassume pienamente anche quelle che sono le mie idee sul Testamento Biologico del quale tema ho parlato anche io in questo Forum.

    Credo che solo in Italia, e l'Italia, sia l'unico paese tra quelli "EMANCIPATI" che sta ancora discutendo questo tema e penso che dovremmo vergognarci dei nostri Governanti che ancora non hanno applicato la Costituzione con una legge, come invece in tanti altri paesi, anche meno "EMANCIPATI", hanno gia fatto.

    Ho avuto gia modo di dire che purtroppo queta legge sarà anticostituzionale e che dovremo andare al referendum e risolvere il problema ancora una volta noi cittadini come facemmo per il Divorzio e l'Aborto.

    :ciauz:


  • Super User

    Ho avuto gia modo di dire che purtroppo queta legge sarà anticostituzionale... Temo che non vi siano dubbi:

    Costituzione Italiana

    [CENTER]Art. 2.[/CENTER]
    La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

    [CENTER]Art. 32.[/CENTER]
    La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

    Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

    La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.


  • User Attivo

    😄 Grazie Andrez per aver pubblicato i due importanti articoli della Costituzione che fanno riferimento ai nostri diritti che qualcuno oggi vuole stravolgere con una legge, a dir poco, truffaldina.


  • User

    @Vampiretta said:

    Lo trovate pericoloso o inutile?

    Lo trovo semplicemente degno di una società che voglia definirsi rispettosa della libertà di un individuo di disporre della propria vita, allorquando riscontrasse in essa l'assenza di una sopportabilità del dolore derivante non tanto dalla sofferenza fisica (che oggi si può lenire in svariati modi) bensì dalla perdita della propria dignità come persona.
    Pertanto, sono assolutamente favorevole al testamento biologico.
    Non ho, da non credente quale sono (per quanto alla ricerca della fede) il culto della sofferenza.
    Per me non c'è nulla di eroico o di dignitoso in un uomo che, in preda a mille dolori fisici e mille disagi psicologici, si dirige verso una morte certa e ineluttabile.
    Non riesco a credere in un Dio che per me vuole la sofferenza, in qualsiasi forma, per qualsiasi motivo, senza al tempo stesso concedermi la speranza di una guarigione.


  • Super User

    Da Repubblica sul Testamento biologico: Il Tar del Lazio - accogliendo un ricorso del Movimento difesa dei Cittadini all'ordinanza Sacconi, emanata lo scorso anno, nei giorni del caso Eluana, afferma:
    "che non è possibile imporre l'alimentazione e l'idratazione artificiale a un paziente, nemmeno nel caso si trovi in stato vegetativo permanente".

    La sentenza fonda le sue motivazioni sull'art. 13 della Costituizione per il quale la libertà personale è inviolabile.

    Immediate le reazioni del Ministro Sacconi e di chi vuole sia una Legge -e non quindi la fantasia della giurisdizione amministrativa (frase di Maurizio Gasparri) a decidere su un tema così delicato.

    :gthi:


  • Super User

    Credo che se il paziente riesce ad esprimere la propria volontà, o si riesce comunque a risalire ad essa, le sue decisioni vadano comunque rispettate (sempre che il paziente sia in uno stato che gli permetta di prendere decisioni lucidamente). In ogni caso penso che rispetto ad un'argomento così delicato, la legge non possa decretare una "regola specifica universale" ma debba limitarsi a decidere delle "norme generali di base" lasciando poi i singoli casi alle persone vicine al paziente e ai medici che l'hanno seguito. 😉


  • Super User

    All'interessante dibattito aggiungo un tassello di non poco conto.
    Il Tar del Lazio qualche giorno fa ha depositato una decisione dalla quale si ricava chiaramente che idratazione ed alimentazione non possono essere imposte a nessuno, che sia persona cosciente od incosciente, lucida o in stato vegetativo, il suo diritto non muta.
    Tutti devono vedere rispettate le proprie volontà in merito all'interruzione di terapie. Obbligarli è una violazione della Costituzione italiana.
    In questo modo parrebbe proprio una sonora bocciatura alla legge sul testamento biologico presentata dal governo al Parlamento, approvata alla Camera e ora al vaglio del Senato.
    Dai giornali leggo che la decisione del Tar sarebbe proprio conseguenza di un ricorso contro il provvimento del ministro Sacconi, ministro della Salute, che all'epoca del caso Englaro inviò un provvedimento alle Regioni per impedire l'interruzione di alimentazione ed idratazione. Da cui il ricorso al Tar e la decisione che perviene in questi giorni.


  • User Attivo

    Ricordiamoci che la legge è già passata alla Camera e speriamo che al Senato vi pongano quelle modofiche che facciano sì che venga rispettato l'art. 13 della Costituzione.:vai:

    Continuiamo a sperare anche se non ho molta fiducia in questi governanti:o

    :ciauz:


  • Super User

    @bsaett said:

    All'interessante dibattito aggiungo un tassello di non poco conto.
    Il Tar del Lazio qualche giorno fa ha depositato una decisione dalla quale si ricava chiaramente che idratazione ed alimentazione non possono essere imposte a nessuno, che sia persona cosciente od incosciente, lucida o in stato vegetativo, il suo diritto non muta.
    Tutti devono vedere rispettate le proprie volontà in merito all'interruzione di terapie. Obbligarli è una violazione della Costituzione italiana.

    Una domanda: se una persona non è in condizione di esprimere la propria volontà (incosciente o "delirante") come si procede? Ho letto molte volte di persone "salvate" solo perché facessero causa agli ospedali (eg: Testimoni di Geova in caso di trasfusione di sangue) o "salvate" sotto pressione di persone vicine (genitori in caso di figli maggiorenni, amici, compagni...). In questi casi la legge cosa dice?


  • Super User

    ***La sentenza. **"I pazienti in stato vegetativo permanente che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti". *

    E ancora: il paziente "vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi". Il Tar, nella sentenza n. 8560/09.

    Questo è ciò che della sentenza è stato riportato da Repubblica (il link è sopra).

    :ciauz:


  • Super User

    Innanzitutto chiedo scusa a CherryBlossom, non avevo visto che già aveva inserito il riferimento alla sentenza (ho problemi di connessione in questi giorni).

    Per rispondere a Max, nel caso in cui la persona non sia in grado di esprimere la propria volontà si procede con una verifica della volontà presunta. In genere lo fa un tribunale, che sente testimoni e stabilisce, quindi, quale probabilmente sarebbe stata la volontà della persona nel caso in cui fosse stata in grado di esprimerla. Molto importante è il ruolo dei rappresentanti della persona (tutori, genitori).
    Praticamente quello che accadde per Eluana, dove il tribunale stabilì per presunzioni quale sarebbe stata la volontà della ragazza. Nel caso specifico la questione fu facilmente (si fa per dire, visto che ci sono stati almeno 4 gradi di giudizio per le opposizioni anche di politici) risolta in quanto Eluana qualche tempo prima dell'incidente, davanti ad un amico che era in coma vegetativo, disse che non avrebbe mai voluto vivere in quel modo, e che avrebbe preferito gli fossero staccati gli strumenti che la tenevano artificialmente in vita.

    Concordo con quanto detto sopra. Per me la scelta deve rimanere sempre al paziente, od eventualmente ai suoi rappresentanti, genitori in primo luogo. Nel caso non ce ne fossero il tribunale dovrebbe nominare dei curatori con l'incarico di indagare sulla volontà presunta. Per me è assurdo che si facciano leggi che risolvano questi casi ad un tanto al chilo, con pericolosissime generalizzazioni. Credo che la dignità di vita, e il dolore provato, sono cose estremamente soggettive, e solo il singolo individuo può decidere per se stesso, quando quel limite di dignità è stato superato. Non certo uno Stato che nulla sa dei sentimenti e delle emozioni del singolo. Ingabbiare sentimenti ed emozioni, dolore e dignità, è non solo anticostituzionale, ma è un modo evidente per negare l'importanza delle individualità.